-Cosa.
-…
-Cosa vuoi.
-Neal, ho la psicopolizia alle costole. Devo andarmene da Frisco al più presto.
-Ti ho chiesto cosa vuoi da me, non se qualcuno vuole qualcosa da te.
-Neal, non hai capito. Devo andarmene, adesso! Devo scappare.
-I soldi sono sotto l’asse mobile del letto. Non hai mai notato che nei film che ci rifilano al cinema c’è sempre un’asse sotto il letto? A volte credo che certi film siano ambientati a casa mia, o che..
-I soldi non sono il mio problema. Devi darmi contatti. Gente da cui possa andare, persone fidate. Voglio i nomi, Cassady.
Lo chiamavo con il cognome solo nei momenti di urgenza massima, o quando avevo bisogno della sua attenzione. Secondo me gli ricordavo i tempi del liceo, quando lui ERA il suo cognome e sul giornale della scuola campeggiavano i suoi articoli polemici, firmati da quel solo, lapidario cognome. Sembrò riscuotersi e disse, sillabando l’indirizzo.
- Cerca The bird, al Mexico City Blues, digli che ti manda Neal. Lui ti dirà come nasconderti per bene. Come vedi, io non ti posso ospitare, anche perché se hanno trovato te sono a un passo da
Un tonfo alla porta. Per la prima volta da anni, vidi un filo di panico nei suoi occhi, per un attimo il terrore bestiale della vacca da macello si figura sul suo viso, ma è solo un attimo. Mentre i rumori dei pesanti anfibi si fa strada come mi ero fatto strada io pochi minuti prima, mi indica la finestra del sotto scala, più una presa d’aria che una via di fuga.
- Ti copro le spalle, bello. Hai ancora tanto da urlare. Ci si vede al Mexico City prima o poi, eh?
Ma io sono già a metà strada tra la finestra e il pavimento, sono già con gambe penzoloni, già con i gomiti issati, con il torace all’aria, le gambe che scalciano per venire alla luce. Infilai la testa nel buco, ansimante, guardavo Neal, ansioso
- Amico, vai. Io ho ospiti da accogliere
Mentre fuggivo dal giardino, un urlo, l’Urlo
- Per il Beat! Per Capo d’ angelo! Per Frisco Libera dalla Psicopolizia!