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Autore: kutinjiu    14/09/2011    2 recensioni
Il racconto della vita di un'idea.
La descrizione del suo mondo invisibile che si fonde con la nostra realtà ed interagisce con noi a nostra insaputa.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Dimensione Delle Idee

A volte 

A volte capita di arrovellarsi per ore su un dilemma quando poi la soluzione giunge inaspettata mentre si pensa a tutt'altro.
Forse in quell'istante sono nata proprio io. 
Io sono un'idea, un'entità che si forma dalla contrazione della fantasia della gente. Insomma, sono nata in un punto imprecisato del vostro tempo forse nel passato, nel presente o anche nel futuro. 
Noi idee esistiamo in una dimensione parallela a quella umana, dove il tempo scorre in modo opposto alla vostra normalità, comunque la distanza tra le nostre due realtà è piccola. Infatti le idee non possono interferire con gli eventi terreni ma vivono nella stesso mondo degli esseri umani. 
Ora che esistevo, dovevo solo scoprire il perché. Guardandomi attorno notai sciami di idee che seguivano le persone, inoltre vidi anche delle entità eteree che sembravano delle lucciole.
Guidata dell'istinto ne ingoiai una e mi piacque, scoprii in seguito che quelli erano pensieri, unica fonte di sussistenza per le idee. 
Il sapore variava a seconda del loro argomento ed in funzione della qualità riuscivano a saziarmi come uno spuntino o come una scorpacciata.
Vagando a vuoto in quel mondo dove esseri umani ed idee selvagge non mi notavano, iniziai a provare una sensazione strana, non spiegabile con la mia mente pragmatica. Potrei dire che trascorsi giornate grigie se non fosse che noi idee definiamo i colori attraverso la frequenza delle onde luminose che li rappresentano e non attraverso un banale nome.
Lentamente iniziò a scemare la mia volontà di vivere...
La mia essenza stava svanendo... 
D'altronde non avevo uno scopo e questo mondo non faceva per me. 
Io sognavo il cielo, la libertà, non la dura e fredda terra.
Scalai uno dei monti più alti nella speranza che dopo la mia dissoluzione venissi trasportata in eterno nel cielo insieme ai venti impetuosi.
Sulla cima di quella montagna trovai la mia prima ragione per vivere: l'amicizia. 
Un'altra idea sospirava scrutando il cielo, mi avvicinai e iniziammo a conversare.
Dovete sapere che le discussioni tra idee non avvengono tramite semplici parole, noi scambiamo informazioni ad alta velocità e cerchiamo di elaborare risposte a quesiti insoluti. Mi parlò delle idee elementari e delle loro varie tipologie. 
Alcune rappresentavano le sensazioni di caldo o freddo, altre invece erano l'incarnazione delle formule matematiche.
Tutte loro avevano già ritrovato il loro scopo nella vita e viaggiavano in folti gruppi poiché da sole non avevano abbastanza forza per essere percepite nel mondo terreno. 
Dopo aver conversato a lungo ci salutammo per rifornirci di pensieri dato che avevamo impiegato molta energia mentale.
Mentre stavo scendendo dalla montagna però notai che la mia nuova amica mi stava chiamando, quando mi girai per risponderle però accadde l'impensabile.
Improvvisamente ci fu un'esplosione luminosa e sfrecciò nel cielo lasciando una scia sfolgorante dietro di sé. 
Così io rimasi da sola, senza più nemmeno quel conforto che mi aveva riportato sulla via della vita. 

Peregrinai a lungo; attraversai un vasto deserto dove conobbi una sensazione di vuoto, passeggiai in riva al mare dove sentii svanire le mie preoccupazioni. 
Vidi un nuovo tipo di idee attorno a me, erano fiammeggianti e possedevano qualcosa che trascendeva la mia comprensione, erano semplicemente superiori a me. 
Infine visitai un vulcano, qui percepii un calore che non veniva tanto dal magma ma da dentro me stessa.
In quel momento scoprii cosa mi mancava per salire in cielo come desideravo e riuscii ad interpretare tutte le strane sensazioni che avevo provato durante i miei viaggi.
Mi mancavano le emozioni, senza quelle non potevo aspirare ad elevarmi oltre il limite delle idee elementari.
Quando compresi ciò, ci fu un'esplosione luminosa e mi sentii librare in alto verso le nubi soffici e bianche, libera da ciò che mi tratteneva sulla terra.
Dovete sapere che le nuvole non sono ciò che credono le persone.
Esse sono aggregati di idee, ancorate l'un l'altra tramite delle appendici, le stesse che permettono loro di nutrirsi e di conversare in modo telepatico.
Queste idee ancorate reciprocamente riescono ad essere percepite come macchie sfuocate nella dimensione umana a causa della loro grande concentrazione.
La mia vita trascorreva tranquilla e ben presto mi ambientai, feci nuove amicizie e mi gustai a fondo i pensieri che giungevano fin lassù, di qualità decisamente superiore a quelli dozzinali presenti sulla terra.
Nelle nuvole vigeva una semplice gerarchia, la maggior parte della popolazione consisteva nelle idee e su di esse comandavano le illuminazioni. Queste erano il risultato dell'unione di due idee in perfetta armonia, evento che avveniva raramente.
Erano sapienti oltre ogni dire e potevano volare liberamente nel cielo, capacità preclusa a noi altre. L'unico altro modo per viaggiare era aggrapparsi alle nuvole quando si scontravano.
Mi raccontarono che in antichità a volte due illuminazioni si erano fuse ed il loro risultato era stato un astro. 
Queste idee irradiavano la loro genialità dallo spazio per ispirare chiunque sapesse cogliere la loro influenza; da queste erano giunte le maggiori scoperte dell'uomo.
Si racconta che il Sole sia il risultato dell'aggregazione di moltissimi astri, questi formarono l'idea della Vita ed in quel giorno nacquero gli esseri viventi.
Dedicai gran parte del mio tempo a cercare la mia prima amicizia, avevo fatto nuove conoscenze sulle nuvole ma il rapporto con lei rimaneva speciale... compresi che se l'avessi ritrovata sarei diventata un'illuminazione. Avevo scoperto la mia seconda ragione per vivere: l'amore.

Un giorno la nuvola dove vivevo entrò in rotta di collisione con un nembo, una comunità del cielo simile alla nostra ma formata da idee cattive.
L'unione tra due di esse generava una nemesi ed ogniqualvolta ciò avveniva, il cielo emetteva un fulmine, presagio di un nuovo male in agguato.
Si dice che i buchi neri nascano in seguito alla fusione di due nemesi, noi idee buone comunque non possiamo saperlo con certezza poiché se entriamo a contatto con una cattiva, rischieremmo di essere corrotte e passare all'altra parte.
Accadeva tuttavia anche il fenomeno contrario, dunque le comunità opposte cercavano di evitare i rapporti il più possibile, sperando di non incorrere in una collisione tra nuvole e nembi.
Appena ci scontrammo, subito le idee di entrambe le parti ingaggiarono una feroce battaglia combattuta con ragionamenti e confutazioni volte a convincere i rivali a disertare lo schieramento dei propri compagni.
Nelle zone non circostanti alle illuminazioni o alle nemesi, che con il loro potere non permettevano alle idee di cambiare fazione, si formarono vasti gruppi di dubbi, entità indecise che non sono ne' buone ne' maligne.
Di solito queste viaggiano nei banchi di nebbia fino a quando non diventano idee complete o svaniscono a causa della propria inconsistenza, ma la loro nascita avviene solo durante gli scontri tra nuvole e nembi.
La forza creativa messa in campo nella battaglia aveva intanto scatenato un uragano, manifestazione fisica della discordia di due correnti di pensiero differenti che non cercano mai la conciliazione ma solo l'annientamento degli antagonisti.
Io ero stata spinta da una nemesi fino all'orlo della nuvola e lottavo strenuamente per non trasformarmi in un dubbio.
Un ragionamento particolarmente insidioso mi portò a dubitare per qualche secondo del concetto della mia esistenza e, concentrata nello sforzo di confutarlo, cosa che fortunatamente mi riuscì, non mi accorsi di essere scivolata oltre al bordo.
Mentre precipitavo a velocità folle, vidi un'idea che si gettava dal nembo in mio soccorso e la riconobbi.
La caduta vertiginosa non era nulla in confronto all'agitarsi dei miei sentimenti: avevo ritrovato la mia prima amicizia ed il mio unico amore.
Improvvisamente la forza che mi spingeva verso il basso si invertì e cominciai a risalire placidamente.
Provai la sensazione di quando ero nata, la mia identità si fuse con una nuova e per qualche attimo percepii la mia esistenza in due entità distinte.
Poi tutto ebbe fine, l'armonia mi pervase come una musica soave e mi lasciai guidare dal destino per adempiere al mio nuovo ruolo di illuminazione.

Durante questo nuovo periodo della mia vita vagai tra le varie nuvole, contribuii alla formazione di altre illuminazioni e riuscii perfino ad assistere alla nascita di un astro.
Visitai lo spazio, parlai con le entità che vi dimoravano e purtroppo capii che quello era il mio limite estremo... non sarei mai riuscita a giungere al quel livello sublime di saggezza.
Dopo aver assistito allo spegnimento di un astro, che era ormai divenuto un'idea obsoleta e non più applicata nel mondo terreno, scoprii la mia ultima ragione per vivere: la paura della morte.

Da quel giorno iniziai a svanire e sentivo la mia fine avvicinarsi, insensata come tutti gli sforzi che avevo fatto dalla mia nascita.
Infatti non avevo ancora trovato il senso della mia vita e stavo già per andarmene... la mia identità di illuminazione vacillò e caddi nella disperazione.
Il destino mi guidò nella nuvola sulla quale ero ascesa molto tempo prima e ritrovai i miei vecchi amici, mi ricordai inoltre dell'amore che mi aveva legato alla mia compagna.
Tutto questo mi diede un nuovo coraggio e decisi di oppormi con tutte le forze alla mia sparizione imminente.
D'un tratto, durante lo sforzo finale, mi sentii trascinare verso la terra e presagii il peggio.
Improvvisamente però mi fermai e provai una sensazione ardente e vigorosa permeare tutto il mio essere.
Ero divenuta un'idea fiammeggiante ed ero finalmente a conoscenza del mio scopo nella vita.
Io sono l'idea che ha ispirato tutto questo racconto ed il mio scopo è di infondere nuove idee nella vostra immaginazione.
Quindi questa non è la fine della mia storia... è l'inizio della mia nuova vita.


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A questa storia ci tengo molto dato che si può considerare il primo racconto serio che io abbia mai scritto. 
Spero che vi sia piaciuta.

  
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