Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lizzyluna    15/09/2011    1 recensioni
James ha una domanda: da dove viene la magia? Una scatola di latta potrebbe contenere la risposta.
Scritta per l' Everybody, Everywhere and Everything Battelship Contest.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Battleship contest

8D= colore/fucsia
3G= fan art: Ron e Ginny
5G= personaggio (N.G.)/James Sirius Potter



Mille bolle fucsia


Il cespuglio di ortensie in fondo al giardino era il rifugio prediletto di tutti i piccoli Potter, che lo consideravano la versione terrestre di una casa sull’albero: i suoi rami formavano un grande ombrello vegetale che nascondeva completamente chiunque decidesse di rifugiarvisi, assicurando anche una certa protezione da vento, pioggia e sguardi di adulti indiscreti.
Fu lì che James Sirius Potter si recò un pomeriggio d’estate, stringendosi al petto una scatola di latta a colori vivaci; strisciò con cautela tra le foglie secche ammucchiate sul terreno, scatenando un piccolo diluvio di petali fucsia quando scostò due rami dell’ortensia per passarci sotto, e si spinse fino a un punto in cui il sole filtrava attraverso il fogliame meno fitto, permettendogli di vedere bene il suo tesoro. Lo maneggiava con tutta la cura di cui era capace, perché si trattava di una scatola speciale, anzi superspeciale: conteneva la risposta alla domanda più importante di tutte, vale a dire Da dove viene la magia?
Solo che non era quella la sua domanda: quello che il piccolo Potter voleva davvero sapere, dall’alto dei suoi sette anni abbondanti, era come fare a stanarla, come trascinarla fuori dal suo nascondiglio e costringerla a farsi vedere. Suo fratello Albus aveva fatto levitare un biberon poche settimane dopo il terzo compleanno, mentre lui, per quanto si sforzasse, riusciva a far muovere un oggetto senza toccarlo solo urtando il tavolo su cui era posto.
Non sapeva cosa l’avesse spinto a rivolgersi proprio a zio Ron, sempre così impacciato quando si trattava di dare spiegazioni, ma si era rivelata la scelta giusta: dopo il pranzo della domenica, lo zio si era sepolto per mezz’ora nel polveroso ripostiglio della Tana e ne era riemerso con la scatola di latta sottobraccio e un paio di ragni nei capelli. «Io l’ho trovata qui» gli aveva detto prima di consegnargliela. «Vedi se funziona».
Ora che il prezioso contenitore era nelle sue mani, James era quasi troppo emozionato per aprirlo. Non riusciva a immaginare che aspetto avesse la magia quando era imprigionata – forse polvere dorata, o luce liquida, oppure fumo cangiante come quello che usciva dalle bacchette degli adulti – e nemmeno come avrebbe fatto a prenderla, ma l’unico modo per scoprirlo era farsi coraggio e guardare: così infilò i pollici sotto il bordo del coperchio, canticchiando l’inno nazionale per conferire solennità al momento, prese un respiro profondo e spinse verso l’alto. Il coperchio saltò con un sommesso cluck.
Con il cuore in gola, il bambino guardò dentro la scatola, ma non trovò nulla di quello che si aspettava: sul fondo rivestito di stoffa riposavano una cannuccia e una boccetta di vetro chiusa con un tappo di sughero.
Che roba è questa?
James prese la cannuccia e se la rigirò tra le mani, chiedendosi se fosse un fischietto come quello che i vicini Babbani, appassionati cacciatori, usavano per chiamare i segugi o attirare gli uccelli. Non sembrava avere decorazioni o strane rune incise che spiegassero come si usava e quando lui soffiò con forza in una delle estremità, quella che appariva più rovinata, tutto ciò che uscì dalla canna fu uno sbuffo di polvere e un tentativo di fischio, troppo debole per evocare la magia.
Messo da parte l’oggetto, James afferrò la boccetta e la stappò con attenzione. Conteneva un liquido torbido dall’aspetto ben poco invitante e dall’odore sospetto, ma lui, cresciuto in una famiglia di maghi, sapeva cosa farne: accostò le labbra all’imboccatura e bevve un piccolo sorso.
Gli occorse solo un secondo per sputarla fuori, scosso dai conati di vomito: quella non era affatto una pozione, come lui pensava, bensì una disgustosa miscela di sapone da bucato e acqua che gli riempì la bocca di un sapore atroce e gli fece affiorare bollicine sulle labbra. «Oh, che schifo!» sbottò, pulendosi con il braccio fra smorfie nauseate.
«Guarda che la bocca devi usarla per soffiare» lo informò una vivace vocetta femminile. «Non devi mica farle con quella, le bolle».
James alzò la testa, senza smettere di sputacchiare, e scorse un visino ridente in un varco tra le foglie di ortensia sopra di lui, nel punto più vicino alla staccionata. «Perché non ti fai gli affari tuoi, per esempio?» ribatté acido, tappando la boccetta con la mano per evitare che il liquido traditore traboccasse.
«Oh, scusa allora!» rispose la bambina impertinente. «Non volevo disturbare il maestro!» e si allontanò ridacchiando, seguita da un tintinnio di ciondoli.
Spero che s'impigli in qualche ramo, pensò James stizzito, scivolando fuori per sciacquarsi la bocca con la canna per irrigazione. A metà strada, tuttavia, la volontà di far rimangiare alla ragazzina il suo stupido sorrisetto lo convinse a cambiare idea: recuperò la scatola e il suo contenuto e marciò deciso verso la parte anteriore del giardino. «Non capisci proprio niente di bolle!» dichiarò in tono di sfida, senza nemmeno voltarsi verso la casa accanto. «Scommetti che adesso riesco a farne una grande come la tua testa vuota?»
«Ooh, vado a prendere i popcorn!» lo schernì la bambina.
Borbottando un «Adesso ti faccio vedere!», James si accomodò sul sedile più vicino, ovvero una carriola da giardinaggio, che ovviamente si rovesciò mandandolo gambe all’aria. Rosso di caldo e di vergogna, si spazzolò dai vestiti le erbacce che sua madre aveva strappato e si sedette sul prato, con un’occhiata storta alla ragazzina che si era arrampicata su un pero per godersi lo spettacolo.
Maledicendo lo zio Ron, che a quanto pareva aveva deciso di divertirsi alle sue spalle, il piccolo Potter immerse la cannuccia nella boccetta e vi soffiò dentro. Sapeva come funzionavano le bolle di sapone: una generazione di Weasley ci aveva giocato spesso nel giardino della Tana e nonna Molly ricorreva volentieri a quel passatempo anche per tenere occupati i nipotini. Non poteva credere di essere stato tanto distratto da non riconoscerle.
Un modesto grappolo di bollicine ricompensò i suoi sforzi, brillando all’estremità della cannuccia prima di staccarsi e volare via. Insoddisfatto, James tuffò di nuovo lo strumento nell’acqua saponata: avrebbe fatto una bolla grande come un pallone da calcio… anzi, come un mappamondo… anzi, come tutto l’universo. E quella stupida bambina avrebbe smesso di sghignazzare.
«Accidenti, quella sì che era grande!» lo stuzzicò la spettatrice dall’altra parte della staccionata. «Era almeno… vediamo… come il tuo…»
Il paragone non fu completato: James, paonazzo per l’impegno, aveva ripreso a soffiare e quella che stava producendo era decisamente una bolla di tutto rispetto. Si arrotondava lentamente intorno al foro, grande all’incirca come un’arancia e splendente di colori.
Posso fare di meglio, pensò il bambino, e la bolla sembrò captare la sua convinzione: si ingrandì ancora di più, tremolando lievemente senza scoppiare, e in pochi secondi riempì il campo visivo del suo creatore. Attraverso la superficie convessa, ormai delle dimensioni di un pallone da spiaggia, James vide il ghigno strafottente della vicina sciogliersi come gelato al sole, mentre la sua bocca si spalancava in una O di sorpresa abbastanza ampia da farci passare una pesca intera.
Tiè, strega.
Tuttavia quel trionfo non gli bastava: insufflò altra aria nel suo capolavoro, senza preoccuparsi di un’eventuale esplosione, ed ebbe la soddisfazione di vederlo crescere insieme alla meraviglia della bambina sull’albero. La sfera trasparente divenne grande come il cespuglio di ortensie… poi come l’automobile di papà Harry… poi come il garage dei vicini… e quando James cominciava a temere che avrebbe davvero invaso il mondo, si staccò dalla cannuccia e rimbalzò con grazia sull’erba appena tagliata. Il gatto dei Wilkes, che girellava per il giardino in cerca di talpe, la vide arrivare e si eclissò in fretta nella siepe più vicina.
La gigantesca bolla continuò il suo volo in direzione della casa accanto; incuriosita, la bambina tese la mano per toccarla, ma non appena ne sfiorò la superficie, quella esplose di colpo in una nuvola di schiuma, facendola ruzzolare giù dal pero in un mucchio di erba secca.
«Era abbastanza grande?» si informò James in tono noncurante, divertito dallo spettacolo della rivale inzuppata di sapone.
«Non… ci posso… credere!» ansimò la ragazzina. «Cosa ci hai messo dentro?»
«Niente, sono io il fenomeno!» si vantò il piccolo mago, in un’inconsapevole imitazione del nonno paterno. «Con le bolle faccio quello che voglio».
«Beh, scommetto che non riesci a farne una quadrata!» lo sfidò la bimba immusonita.
«Sei proprio stupida! Il quadrato non è un solido, è piatto» puntualizzò James.
«Hai detto che puoi fare tutto» gli ricordò lei. «E allora fai un quadrato, altrimenti sei solo un pallone gonfiato come quella tua bolla!»
Punto sul vivo, James tuffò di nuovo la cannuccia nella bottiglia e se la portò alle labbra, ostentando una sicurezza che in verità non provava: quella roba era ovviamente magica, ma… in nome di Merlino, si era mai vista una bolla piatta?
Ti prego, cannuccetta, aiutami supplicò, soffiando piano nel foro. Il velo di acqua saponata si gonfiò come una tenda, incurvandosi verso l’esterno, ma prima di assumere la caratteristica forma sferica si staccò e fluttuò nell’aria, quasi privo di spessore: non somigliava affatto a una bolla, piuttosto al disegno di essa. Inoltre aveva… «Quattro lati!» esclamò James orgoglioso, nascondendo come poteva l’incredulità davanti a quel risultato. «Non è proprio quadrata, ma ci va vicino».
Lo stupore della bambina si era evoluto in totale confusione. «Ma… ma…» balbettò, e non riuscì ad aggiungere altro.
«E non è finita» proseguì il piccolo Potter, ormai esaltato dai propri successi. Produsse una terza bolla di discrete dimensioni, prese fiato e poi soffiò di nuovo: dalla bolla ne spuntarono altre quattro, più piccole, e poi una quinta che a sua volta ne generò due a semicerchio sulla sommità. La curiosa scultura si dilatò ulteriormente fino ad assumere una forma inconfondibile: quella di un orsacchiotto. Precisamente di Teddy, il giocattolo preferito della piccola Lily Potter.
Ben presto l’animaletto fu rapito da un alito di vento e volò nel sole, lasciando il posto ad altri prodigi: una forma sottile si allungò per dare vita a un serpente, una ovoidale sviluppò becco ed ali per imitare un gufo, un’altra ancora prese le sembianze di un buffo draghetto sovrappeso. L’ultima della serie presentava addirittura una somiglianza sospetta con la ragazzina che la fissava ad occhi sbarrati, troppo occupata per ricordarsi di respirare.
«Chi è il maestro, adesso?» la stuzzicò James beffardo.
«Dimmi come hai fatto!» ordinò lei… ma era proprio un ordine? No, a pensarci bene era più una supplica. «Come ci riesci?»
«Segreto!» minimizzò lui, preparandosi per il gran finale: creò un’ultima sfera trasparente e la gonfiò fino alle dimensioni di un melone, dopodiché continuò a soffiarci dentro… e la bolla, invece di dilatarsi, si colorò poco alla volta: prima di una delicata sfumatura color cipria, poi di un rosa più deciso e infine dell’arrogante tonalità di fucsia dei fiori dell’ortensia. Quando fu pronta, la prese cautamente nel palmo della mano e la lanciò oltre la staccionata nel giardino accanto, dove rimbalzò sul naso della ragazzina e rotolò via come una normale palla di gomma. «Divertiti, stregaccia!» esclamò, fuggendo sotto la veranda per sottrarsi ad eventuali ritorsioni; giunto alla porta d’ingresso si voltò con un sorriso ed aggiunse: «Non è difficile, sai? Ti servono tre capre, una clessidra, una balestra, e devi imparare a suonare la tromba mentre fai così» e agitando le dita delle mani in modo vagamente esoterico, abbassò la maniglia con il gomito ed entrò in casa camminando all’indietro, seguito dagli strilli della bambina: «James! James Potter! Torna qui immediatamente! Come accidenti hai fatto? James
Il piccolo Potter diede un calcio alla porta, chiudendo fuori lei e la sua voce, ed attraversò ridacchiando l’ingresso fino al salotto, dove andò a sbattere conto qualcosa di duro e lentigginoso. «Zio Ron!»
«Ciao, James!» sorrise Ron arruffandogli i capelli. «Che fine ha fatto tuo padre?»
«In giro con la mamma» tagliò corto James. «Zio, grazie per le bolle, sono fortissime! Non sai quanto mi sono divertito a far impazzire quella ar… arpa…»
«Arpia?» suggerì lo zio. «Intendi la tua amichetta lì fuori? Come si chiama?»
«E che ne so, è qui da una settimana in visita a sua nonna… non vedo l’ora che se ne vada».
«Lei il tuo nome lo conosce» gli fece notare Ron. «Allora, fatto qualcosa di bello con quella bottiglia?»
«È fantastica!» gli assicurò James entusiasta. «Puoi farci bolle grandissime, draghi e orsetti… pensa, anche palle colorate! E se non vuoi non scoppiano! Scommetto che le avete fatte tu e zio George… dimmi cosa c’è dentro, ti prego!»
«Sarebbe un segreto» obiettò Ron in tono misterioso, «ma se proprio insisti…»
«Insisto!»
«…allora ti dirò che l’ingrediente segreto è…»
«È?»
«…niente!»
James rimase spiazzato. «Scusa?»
«Niente!» ripeté il mago, prendendo la boccetta dalle sue mani e scuotendola leggermente. «Solo acqua e sapone Babbano, non c’è nient’altro qui».
«Non è possibile!» protestò il bambino. «Allora come ho fatto… come…» Si bloccò, colpito da un improvviso pensiero. «Sono stato io?» sussurrò.
Ron annuì. «È stata la mia prima magia, sai. Avevo otto anni e i miei fratelli non facevano che ripetermi che sarei stato il primo Magonò della famiglia, poi un giorno Ginny è caduta mentre giocava in giardino e io ho pensato di fare qualcosa per distrarla». Ridacchiò e aggiunse: «Quando dalla cannuccia è uscita una rana, stavo per ribaltarmi dallo spavento».
«Dunque alla magia piace coglierti di sorpresa» commentò James interessato.
«Perché è un dono, James. La magia è un regalo… e che regalo sarebbe senza l’effetto sorpresa?»
«Quale sorpresa, zio Ron?» intervenne una voce, e Albus si precipitò in casa, seguito da una Ginny carica di pacchi e borse e con Lily aggrappata alla manica.
«Mamma!» gridò James correndo loro incontro. «Mamma, indovina…»
Mentre il piccolo Potter aggiornava madre e fratelli sulle magnifiche novità di quel giorno, accompagnato da adeguate esclamazioni di sorpresa, gioia ed entusiasmo, il capofamiglia comparve sulla soglia con un’espressione decisamente perplessa; salutò Ron con un cenno del capo e si chiuse la porta alle spalle dopo un’ultima occhiata all’esterno. «E poi dicono che i miei figli sono strani!» commentò. «La figlia dei Polkiss passerà una brutta nottata, temo».
«Perché, papà?» chiese Lily.
«Sta bevendo del detersivo per piatti come se fosse aranciata» spiegò Harry, ancora sbalordito. «Ha incastrato la bottiglia in una tromba giocattolo, come se volesse suonare mentre beve, e con l’altra mano…» sollevò un braccio ed agitò le dita come per sgranchirsele, «con l’altra mano fa così».
«Certo che i Babbani sono suonati, eh!» commentò Albus impressionato. «Perché uno dovrebbe fare qualcosa di così stupido?»
Dietro le sue spalle, James e Ron finsero di contemplare un quadro.



No, non sono sparita: stavo solo lavorando in background, come il vostro PC quando appare la clessidra (io ho anche il cavallo, la banana e il dinosauro. Crepate d'invidia). Questa storia, partecipante a ben due concorsi in contemporanea, era uno dei lavori in corso: è stata in gran parte elaborata a Milano Marittima in una camera d'albergo, sfruttando le ore del dopopranzo. Sempre da MM è venuta l'idea della citazione, dato che ho visto il film all'Arena con madreh.
«Ti servono tre capre, una clessidra, una balestra, e devi imparare a suonare la tromba mentre fai così» - Lampante citazione da Pirati dei caraibi: Oltre i confini del mare inserita per il contest A baby; James avrebbe sei anni adesso, nel 2011, quindi può aver visto il film. La frase di Jack Sparrow sarebbe così: «Ci servono 3 capre, una clessidra, una balestra... uno deve imparare a suonare la tromba mentre l'altro fa cosi».
La bambina è un OC creato per l’occasione e ispirato a una persona realmente esistente; James non si interessa a lei abbastanza da conoscerne il nome, che è Madeleine Polkiss. Come fa lei a sapere il nome di James? Beh, diciamo che Ginny si adopera molto per diffonderlo.




Seconda classificata al contest A baby (prompt: Bolle di sapone)


2° classificata: Mille bolle fucsia di Lizzyluna

Grammatica e lessico: 9,75/10
"Io l'ho trovata qui" gli aveva detto prima di consegnargliela. "Vedi se funziona". Prima della chiusura della virgolette, dopo qui per intenderci, va la virgola dato che segue il discorso indiretto. Lo stesso errore si ripete varie volte, ma per il resto è tutto perfetto. La grammatica è impeccabile, non c'è una parola fuoriposto, solo questo problema con le virgole. Lo stile è abbastanza semplice da essere adatto a questo genere di racconti, ma allo stesso tempo elaborato e per niente banale. Molto brava!
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Valuterò James e Ron, che sono i protagonisti principali. Ron mi sembra molto IC: James dice che è sempre molto impacciato, il che è vero. Anche il ricordo di Ron riguardo a Ginny mi sembra veritiero e sì, insomma, Ron è perfetto. James è un nuovo personaggio di cui conosciamo molto poco, ma mi sembra che tu l'abbia caratterizzato adeguatamente. C'è il riferimento al nonno che mi sembra molto azzeccato, la curiosità e la voglia di diventare grande (perlomeno, io lo vedo così il desiderio di fare una magia) mi sembra molto adatto, dato che anche Ginny voleva crescere in fretta. Inoltre, ho apprezzato molto il fatto che non l'hai reso il classico ragazzo - in questo caso bambino - perfetto: bravo e dotato, senza problemi e sempre impeccabile. L'hai reso vero, con la una voglia di crescere, gli sfortunati ed imbarazzanti incidenti (come cadere dalla carriola) lo rendono un bambino assolutamente normale. Anche la vicina di casa è una scelta molto azzeccata, per quanto sia assolutamente un OC, l'hai adatta al contesto.
Uso prompt e citazione: 5/5
Il prompt BOLLE DI SAPONE è stato utilizzato in modo molto adeguato e la citazione è stata inserita altrettanto bene.
Gradimento personale: 5/5
Mi è piaciuta molto! Semplice ma comunque molto ben scritta, è un momento molto carino e simpatico, molto originale. Brava!
Totale: 29,75




Sesta classificata con Premio Stile all' Everybody, Everywhere and Everything Battelship Contest!

6. Mille bolle fuxia di Lizzyluna, 68/77

Premio Stile: Mille bolle fuxia di Lizzyluna (made by Gra Gra 96)




CLASSIFICA GRA GRA 96

6. Mille bolle fuxia di Lizzyluna

Grammatica: 19/20 [Ortografia: 9.7/10; Punteggiatura: 9.3/10]
Stile e lessico: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Originalità: 10/10
Giudizio personale: 10/10
Utilizzo corretto di una casella rossa e di una casella nera: 6/6
Utilizzo facoltativo di un’altra casella rossa e di un’altra casella nera: 3/6
Utilizzo facoltativo di una tematica: 0/5
Totale: 68/77

Dal punto di vista ortografico, ho riscontrato solamente una parola sbagliata.
«Ooh, vado a prendere i popcorn!» lo schernì la bambina.
Correttamente, avresti dovuto scrivere: Oh.
Per quanto riguarda la punteggiatura, ho riscontrato solo un segno di punteggiatura errato e due virgole mancanti.
Lo stile era splendido, non c’è altra parola per descriverlo. Le descrizioni facevano letteralmente sognare: non ne avevo mai letto di così belle, credimi. Inoltre la storia era scorrevole, piacevole da leggere e richiamava un sacco di odori, sapori, colori, sensazioni… Il lessico era davvero ricco!
La caratterizzazione era semplicemente mozzafiato: l’introspezione di James e dell’altra bambina era assolutamente ottima. Come del resto lo era anche quella di Ron e degli altri membri della famiglia Potter, nonostante siano comparsi poco.
Come originalità potevo non darti il massimo? Assolutamente no! La fanfiction lo era, eccome! Non avevo mai letto nulla del genere sulla prima magia di James.
Hai usato in modo corretto due caselle nere ed una rossa.
La tua storia non mi è piaciuta, mi ha assolutamente stregato. Era semplicemente meravigliosa: dolce e simpatica allo stesso tempo. Hai dipinto James in modo fantastico: tenero e determinato, con una forte personalità. Come già detto in precedenza, lo stile faceva sognare.
Mi dispiace immensamente che tu non abbia usato la tematica e l’altra casella rossa, perché facendolo saresti sicuramente salita sul podio con questa storia magnifica.

PREMIO SPECIALE GRA GRA 96 (alla storia che più mi è rimasta nel cuore) : Mille bolle fuxia di Lizzyluna




CLASSIFICA DI ALYSSIA98

5. Mille bolle fucsia di Lizzyluna

Grammatica: 19/20 [Ortografia: 9.7/10; Punteggiatura: 9.3/10]
Stile e lessico: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Originalità: 10/10
Giudizio personale: 10/10
Utilizzo corretto di una casella rossa e di una casella nera: 6/6
Utilizzo facoltativo di un’altra casella rossa e di un’altra casella nera: 3/6
Utilizzo facoltativo di una tematica: 0/5
Totale: 68/77

oddio, ma la tua storia è stupenda!!! E te lo dico con sincerità! Cioè, non ho mai letto una cosa simile e ne sono soddisfatti sima, credimi. Hai fatto quattro minuscolissimi errori di grammatica, che per altro mi ha fatto notare Gra Gra perché il tuo stile mi ha colpita così tanto da non accorgermene. la caratterizzazione era sublime, ho sempre visto James un tipetto competitivo e orgoglioso e tu lo hai reso al meglio e poi anche la complicità con Ron ci sta tutta. Originalità dieci, ovviamente, la tua storia lo è senz’altro già il solo fatto di aver parlato di un momento del genere la rende tale.
Te lo ripeto: adoro questa storia, e poi il solo fatto di aver messo uno dei miei personaggi preferiti ti alza il punteggio, insomma, adoro quel piccoletto dai capelli corvini e gli occhi nocciola. Hai usato le caselle al meglio e mi dispiace moltissimo che tu non abbia usato una tematica, a quest’ora il tuo punteggio sarebbe stato molto più alto. Concludo facendoti i miei complimenti e che dire, continua così!


Seconda classificata e Premio Leggerezza al Flash Contest dei Contest

Seconda Classificata:
Mille bolle fucsia di Lizzyluna

Grammatica e Punteggiatura: 9,65/10
Stile e Forma: 10/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 49,65/50

Per quanto concerne la grammatica e la punteggiatura, devo proprio farti i miei complimenti, perché è quasi perfetta. Hai scritto una volta “ed” quando la parola successiva non iniziava con la “e” (-0,1 punti) e due volte la virgola seguita dalla “e”, quando non si trattava di un inciso (-0,05 punti ogni volta). Poi hai messo “si impigli”, ma io avrei semplicemente aggiunto l’apostrofo (-0,1 punti). Alla frase “Non è difficile, sai.” io avrei messo un punto di domanda, al posto del punto e basta (-0,05).
Lo stile mi è piaciuto moltissimo. La storia è molto allegra, frizzante e leggera. Dopo tutte le storie tristi che ho letto, questa mi ha proprio lasciato un sorriso sulle labbra. Complimenti!
L’originalità c’è e rimane per tutta la durata della storia, per questo ti ho assegnato il punteggio pieno.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, la trovo ben fatta e molto approfondita. Nient’altro da dire.
Una storia veramente ben fatta. Complimenti!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lizzyluna