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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    15/09/2011    0 recensioni
[MissingMoments][Ep47][ShotaroPOV][ShouPhilHint]
Philip mi viene vicino, senza dire una parola, anche Fang è sparito.
“È davvero finita…?” mormoro, mentre il chiasso della festa che va avanti sembra rendere il tutto più irreale che mai: chissà se i nostri amici intuiranno mai qualcosa?
La scusa del viaggio all’estero giustifica l’immediato: ma come potremmo spiegare il fatto che Philip non tornerà?
Dovremmo dire un’altra bugia oppure, questa volta, la verità, unita al fatto che, assieme, io e lui siamo stati il Kamen Rider che ha vegliato sulla città?"
Mancano poche ore allo scontro con Kazu e Akiko ha organizzato la festa per permettere a Philip di salutare gli amici, per fargli avere dei bei ricordi: ma come reagirà Shotaro? Lievi accenni shonen-ai.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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UNA CIOTOLA DI RAMEN E UNA BOTTIGLIA DI SAKÈ

 

Entro nel garage che sono ormai le due del mattino, con il cuore pesante, e nel frattempo, di là, la festa continua senza intoppi: Jinno e gli altri fanno una confusione tremenda, che non giova granché al mio mal di testa e Philip non si vede più in giro da un paio d’ore.

Mi guardo attorno, quasi non riesco a riconoscere questo posto mentre muovo qualche passo lento e distratto.

Sono esausto e profondamente amareggiato.

Domani, Philip potrebbe morire e io non sono in grado di fare nulla per impedire che il mio migliore amico, il mio partner, lasci questo mondo.

“Vorrei solo che Raito possa andarsene col sorriso sulle labbra”.

Dannatissima Shroud!

Ti sembrano le parole di una madre che sa che il figlio potrebbe andarsene da un momento all’altro, divorato dagli strascichi di un esperimento a cui la sua stessa famiglia lo ha sottoposto?!

Colpisco con un pugno il pannello di alluminio che funge da bacheca, assordandomi col rumore che riverbera per ogni dove: non capisco cosa devo fare…

Il Boss mi ha affidato Philip, mi ha chiesto di proteggerlo…

Dovrò veramente vedere morire la persona che mi è più vicina in questo mondo?

“Shotaro!”

Il mio nome risuona nel piccolo garage e io mi volto di scatto, vedendo Philip fissarmi spaventato dal suo divanetto, Fang sulla sua spalla emette versi poco rassicuranti.

Tento di evitarne lo sguardo, concentrandomi piuttosto sulla lavagna, strapiena di sue annotazioni vergate con quella grafia sottile e precisa che mi ricorda tanto gli esercizi di calligrafia che facevo alle elementari.

Sfioro con le dita i kanji, sbavandone alcuni sui bordi, ma una parola attira la mia attenzione: CHARMING RAVEN e il mio stomaco sembra chiudersi improvvisamente: domattina, saremo lì, probabilmente salveremo Wakana-hime ma dovremmo affrontare quel pazzo di Kazu.

Buffo, le parole di Saeko-san riguardo alla tomba di Sonozaki Ryubee ci hanno condotto alla Charming Raven, isolando quell’unica parola che ha siglato la fine delle nostre ricerche, ma probabilmente neppure lei avrebbe mai immaginato che quel posto sarebbe stato la tomba del fratellino.

Philip mi viene vicino, senza dire una parola, anche Fang è sparito.

“È davvero finita…?” mormoro, mentre il chiasso della festa che va avanti sembra rendere il tutto più irreale che mai: chissà se i nostri amici intuiranno mai qualcosa?

La scusa del viaggio all’estero giustifica l’immediato: ma come potremmo spiegare il fatto che Philip non tornerà?

Dovremmo dire un’altra bugia oppure, questa volta, la verità, unita al fatto che, assieme, io e lui siamo stati il Kamen Rider che ha vegliato sulla città?

“Purtroppo si, Shotarou. Ma se salverai Wakana-neesan, io sarei felice e potrei andarmene via in pace; in fondo, anche lei è famiglia. È tutto quello che posso fare, che sono in grado di fare, dopotutto io dovrei essere già morto da tanto tempo. Narumi Soukichi mi ha salvato, tu mi hai salvato, Aki-chan e Terui mi hanno salvato. Ma io per voi non ho fatto nulla. Almeno per mia sorella, vorrei essere in grado di far qualcosa.”.

A tal punto valuti così poco la tua vita?

A tal punto le mie priorità stanno cambiando?

“Sei uno stupido, aibou.” gli dico con un tono gelido che non riconosco come mio: “Che vuol dire che non hai fatto nulla per noi? Credi davvero che sia su questo che si fonda l’amicizia e l’affetto?” sono arrabbiato; lo afferro per il colletto e lo sollevo di parecchi centimetri, è così leggero che posso  farlo tranquillamente.

Sento Fang ringhiare nell’ombra ma non mi importa di venir attaccato da quell’ammasso di circuiti.

Philip è il mio partner, il mio migliore amico.

E lui ride.

Ride di gusto, apparentemente, eppure mi sembra di sentire qualcosa di simile a un singhiozzo.

Lo rimetto a terra, poggiandogli le mani sulle spalle: “Noi ti vogliamo bene perché sei tu, credo di avertelo già detto. Non ci importa che tu sia Raito Sonozaki o che cosa. Sei Philip e tanto ci basta.”.

Lui annuisce prima di muovere qualche passo verso la porta.

“Aki-chan ha detto che, se vogliamo, possiamo anche uscire. Ci penserà lei a tenere a bada gli altri.”.

§§§

Smontiamo dalla moto dinanzi al Fuumen Cart: è sempre aperto tutta la notte e più di una volta, quando avevamo bisogno di parlare e sfogarci, ci è stato utile.

Ci sediamo e intanto ordiniamo due ciotole speciali di ramen.

Il master Hiroshi ci assicura che arriveranno subito e sparisce dietro il banco, lasciandoci soli.

C’è un bel vento stanotte sulla città.

“Sa tanto di ultima cena.” ridacchia lui, mentre si sistema lo spolverino per proteggersi dal freddo: “Spero tu non voglia ubriacarti, perché altrimenti chi la sente Aki-chan.” continua; io scuoto la testa, anche se vorrei affogare tutti i pensieri nell’alcool, almeno per non pensare a ciò che ci aspetta domani, lo farei, Philip, credimi, però devo essere lucido.

Perché tu mi hai chiesto un favore e io non posso non esaudire questo tuo desiderio, il primo da quando ci conosciamo, la prima vera richiesta.

È una cosa veramente importante.

Salverò Wakana-hime, aibou, ma per stanotte…

“Ecco qui, ragazzi!” le nostre ordinazioni sono finalmente arrivate, il master ci passa le ciotole fumanti e si poggia al bancone, fissando Philip con aria triste, solo ora mi rendo conto del profondo cambiamento che è avvenuto nel mio compagno: se prima, la sua idiosincrasia nei confronti della gente era qualcosa di spaventoso, che toccava picchi altissimi, concentrato com’era nei suoi studi matti e disperatissimi, adesso mi accorgo di quanto lui abbia fatto per questa città.

E per coloro che la abitano.

“Mi spiace che tu parta, Philip-kun,” dice il proprietario: “Jin-san e Makki-kun me lo hanno detto oggi, quando sono passati per la pausa pranzo,” precisa, voltandosi verso di me, “Hanno aggiunto che il tuo volo è domani e che sarebbero venuti tutti a salutarti a casa, stasera. Mi spiacerà non vederti più in giro ma ricorda di chiamarmi, se sentirai la mancanza di Fuuto, così ti farò avere uno dei miei ramen speciali.”.

Scoppiamo tutti e tre a ridere, ne abbiamo davvero bisogno.

“Master, tiri fuori il sakè. Non preoccuparti, non ho intenzione di farmi picchiare dalla pantofola di Akiko.” rassicuro Philip, vedendo l’occhiataccia che mi lancia.

“Per augurare buon viaggio al piccolo, tirerò fuori il migliore che ho!” annuncia Hiroshi-san.

E anche se sento gli occhi pizzicare e il cuore battere forsennatamente nel petto, non voglio farmi vedere piangere: voglio che questa ciotola di ramen e questa bottiglia di sakè siano il ricordo più bello per il mio insostituibile aibou.

   
 
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