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Autore: Arianna    05/03/2004    9 recensioni
"Sorrdi, anche se sei triste, perchè più triste di un sorriso triste, c'è solo la tristezza di non poter sorridere."Draco e Ginny, la tristezza di uno porterà tutti e due sulla strada dell'amore.Quello vero----Questa ff è dediacta alla GDP (però sta volta non dire che è colpa tua!) e a tutta la mia mitika compa!!!!Raga VVB--- Recensite!!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La Tana

La Tana.

-Luna, mi puoi passare i vestiti nell’armadio a sinistra?- chiese Ginny, indaffarata a preparare le valigie per il suo trasloco. La scuola anche per lei era terminata già da due anni e aveva concluso brillantemente gli esami di fine anno conquistando il massimo dei M.A.G.O. e ottenendo un prestigioso lavoro al Ministero della Magia come segretaria nella sezione  Sport e Giochi Magici, ma ovviamente molto ben pagata, dove tra l’altro aveva stretto un rapporto di amicizia con Draco Malfoy, molto più umano, dopo la morte dei suoi Genitori.

Era molto soddisfatta della sua vita in quel momento, aveva perfino trovato l’Amore della sua vita, Erik, un auror compagno di accademia di Harry, Ron ed Hermione, tanto che Ginny stava appunto preparando le valigie per andare ad abitare in un grazioso appartamentino nella Londra babbana insieme a lui.

–Arrivano, ma ti vuoi calmare un po’? È da stamattina alle 6 che continui a fare valigie e come tua migliore amica ora ti impongo di fermarti!- disse Luna con uno sbuffo.

Tanto sapeva che Ginny non l’avrebbe ascoltata. Era davvero stancante aiutarla con il suo trasloco, però la fatica era ripagata della loro grande amicizia e dalla felicità che dimostrava, infatti nessuno la ricordava così felice da parecchi anni a quella parte.

-Ginny?!- fece Luna, ma evidentemente l’amica stava pensando al suo nido d’amore perché non l rispose.

-Hem, hem…- fece di nuovo per attirare la sua attenzione e questa volta parve funzionare perché la ragazza si voltò.

-Dicevi?- fece la rossa con aria sognante.

-Nulla, ma, non è che per caso sapresti quando arriva il trio degli scansafatiche?- fece la bionda.

-Parlavi di me, tesoro?- fece una voce molto familiare.

-Già Ron, proprio di te parlavamo…- ribadì per tutta risposta, senza degnare di uno sguardo il suo interlocutore, che poco dopo si avvicinò e le diede un dolce bacio.

-‘Giorno a tutti- gridò Harry, tenendo un braccio intorno alla vita stretta di sua moglie, Hermione.

-Ginny devo parlarti!!!!! Puoi staccare un secondo?- chiese Herm con una strana luce negli occhi.

-No, dopo magari! Ora ho da fare!- annunciò la bella rossa.

Nel frattempo Luna si avvicinò quatta quatta ad Hermione, e la supplicò di fermarla un pò, dato che erano più di sei ore che imballavano e preparavano valigie.

-Ginny, Luna, fuori, ORA! Harry, Ron, voi due finirete di imballare, chiaro?- disse in tono che non ammetteva repliche.

-Ok, ok, arrivo, ma che c’è di così importante…- sospirò.

Herm le trascinò in cucina, dove magicamente fece comparire delle bibite fresche.

-Avanti sputa il rospo.- fece la rossa iniziando a bere una limonata.

-Aspetto un bambino- disse Herm,con un tono che non si sapeva a che grando era di felicità e ouara allo stesso tempo.

-Cosa???!!!! Herm, ma è… è fantastico!- esclamarono all’unisono le ragazze.

-Harry cosa ne pensa?- fece Ginny.

-Oh, bè, vedete, ecco, lui…-

-Non glielo ha ancora detto- concluse la Lovegood per lei.

-Già..- confermò Ginny risistemandosi la coda alta dei  suoi bei capelli rossi e lisci.

Herm fece uno sguardo che diceva tutto: era contentissima di aspettare un bambino, lei ed Harry lo avevano desiderato per molto, molto tempo, però ora che si stava per coronare il loro sogno aveva paura.le solite cose del tipo “E se non sarò una buona madre?” Etc.Etc..

-Herm, tranqui, andrà tutto bene, sarete dei genitori perfetti!- disse Ginny che aveva notato negli occhi dell’amica la paura mista a gioia.

-Credi davvero?- fece lei.

-Ma certo, ed ora lasciati abbracciare!- disse in tono amorevole all’amica, alzandosi ed abbracciandola calorosamente e dolcemente allo stesso tempo.

“Quanto vorrei avere un bambino anch’io…” pensò Ginny.

La sera stessa Herm decise di dirlo ad Harry che fu talmente felice che gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia. Era felicissimo.

 

Ginny li invidiò molto in quel momento, ma pensò che avrebbe potuto tranquillamente aspettare una altro paio di anni. Nel frattempo si accontentava di andare a vivere con Erik e di stare con lui più tempo possibile.Il giorno dopo si trasferirono a Londra, dove vissero tranquillamente per circa 10 mesi, tanto che dciero di sposarsi al più presto, dopo quasi due anni di fidanzamento. Hermione diede alla luce una bellissima bambina che chiamarono Lilian, in onore di Lily  Potter, la madre scomparsa di Harry. In quei mesi Ginny visse benissimo con Erik, finchè una notte Ginny non ce la fece più. Da un po’ di tempo Erik era strano, rimaneva fuori tutte le ore notturne, tornava ubriaco fradicio e di sicuro era stato anche con qualche donna.

Ginny era incavolata nera.

Erano le 3 passate, ormai .

-Mi vuoi dire cosa cazzo ti sta succedendo?- chiese la bella ragazza, in quella notte d’inverno molto fredda.

-Non sono affari tuoi- rispose Erik, di nuovo ubriaco fradicio.

-Si che lo sono. Sei il mio ragazzo, futuro sposo e non mi piace la piega che stai prendendo ok?-

-Ti ho detto che sono cazzi miei- e la prese con forza per un braccio, conficcandole le unghie nella dolce pelle di pesca, e con il braccio libero la schiaffeggiò, facendole uscire il sangue dal labbro rosso.

-Vedrai quando ci sposeremo, tu dovrai fare solo ciò che io, hai capito io ti dico, e scordatelo di vedere capitano Potter, Il tuo fratellunzolo e la mogliettina di Potter con la loro marmocchietta.Tutto chiaro?Anzi sai che ti dico, che non avremo mai figli perché io odio i bambini.-

Questo per Ginny fu troppo.Avevano fatto dei progetti insieme, sposarsi ed avere un paio di bambini.

-Ok, allora sai che ti dico? (che adesso esco e vado col primo che incontroooo! Buonaseeera.! NdAry Torniamo alla ff, dunque, an si…) Che la nostra storia per me è bella che conclusa qui- disse la rossa togliendosi l’anello di fidanzamento dal dito, mentre alcune calde lacrime le rigavano il giovane volto. Prese un mantello e corse giù per le scale, fino ad arrivare ad un parchetto dove andavano sempre lei e Luna, parecchio distante da Erik. Si sedette su una panchina, piangendo a dirotto. Ora era senza casa, e chi mai l’avrebbe ospitata alle 4 di notte, senza un soldo? I suoi genitori erano morti nella battaglia contro Voldemort, i suoi amici, Herm, Lily, Harry e Ron si erano trasferiti in Francia per un corso speciale per Auror e con loro era andata Luna, inseparabile ormai dal suo Ron. Era sola. Sola. Versò lacrime per molto, finchè le forze non le si esaurirono e svenne, un po’ per il freddo, un po’ per le lunghe notti insonni ad aspettare il suo ex fidanzato.

 

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“C’era una ragazza, con un mantello, che di sicuro non stava bene, piangeva, vedeva chiaramente il luccichio argentato delle lacrime al riflesso della luna. Sembrava tutto così reale. Poi la vide si accasciò svenuta sulla panchina.”

 

 

 Un bellissimo ragazzo biondo aprì gli occhi di scatto, e sentì qualcosa di diverso in lui. Era già molto diverso dai tempi della scuola, ora che i suoi genitori erano morti insieme all’Oscuro Signore, poteva fare ciò che voleva. Draco Malfoy era finalmente libero. Ripensò a quel sogno e ci mise una frazione di secondo per scendere dal letto, vestirsi e andare a recuperare la bacchetta. C’era qualcosa di troppo reale, di troppo vero in quel sogno.

Doveva investigare.

Il parco era a Londra, ne era sicuro, aveva visto l’orologio del Big Bang, le ricerche sarebbero risultate più facili. Prese il mantello e scese le scale che conducevano all’esterno. Aveva lasciato Malfoy Manor per trasferirsi in un appartamento. Ora doveva solo chiamare il Nottempo, o usare la polvere volante dal caminetto nella cantina, o materializzarsi. Decise di optare per quest’ultima in quanto più rapida. In pochi secondi si trovò in un vincolo cieco del centro di Londra, doveva far in fretta, sentiva qualcosa in lui di strano, un sesto senso, che non aveva mai avuto prima. Arrivò davanti al parco e iniziò a cercare nelle miriadi di viuzze di ghiaia, su ogni panchina, finchè, quando pensò di essersi sbagliato di grosso, la vide. Era accasciata su una panchina nascosta da un grosso cespuglio. Erano ormai quasi le 5. La temperatura era scesa di vari gradi sotto lo zero. Piano piano le andò vicino, sapeva che era una strega, ma non sapeva come faceva a saperlo. Le sentì il polso, era debolissimo per via del freddo. Respirava a fatica. Senza pensarci due volte la prese tra le sue braccia muscolose e si materializzò in casa sua. Ora aveva avuto modo di guardarle il bel volto. Era una Weasley, precisamente Virginia Weasley, la sua amica e segretaria.

Lavoravano insieme,e tutti avevano avuto modo di conoscerlo non come Malfoy, ma semplicemente Draco, un simpatico ragazzo sulla ventina. Non sapeva come aveva fatto, ma aveva avuto questa premonizione. Delicatamente la posò sul suo divano e le tolse il mantello, umido, come il 99% dei vestiti che aveva addosso. Aveva una guancia gonfia e aveva sicuramente pianto, alcune lacrime infatti si erano come immobilizzate sulle sue gelide guance. Con un semplice gesto accese un fuoco e mormorò l’incantesimo per combattere l’ipotermia che sembrò funzionare visto che circa un quarto d’ora dopo la temperatura le si stabilizzò. Lui rimase a vegliare il suo sonno tutta la notte, o meglio il resto del tempo in cui dormì, chiedendosi perché l’avesse fatto, ok che ora era simpatico e rispettabile, anche i Weasley,Harry e Ron lo avevano quasi completamente perdonato.

Tutto ciò che vedeva era sfuocato e sentiva un dolce calore sul suo corpo, ma dov’era? Sentì una mano toccarle dolcemente la fronte.

-Erik?- chiese alzandosi di scatto, ma una fitta alla tempia la costrinse a stendersi di nuovo.

-No, Ginny, sono Draco, ora stai calma.- disse con voce calda, prevedendo una reazione agitata della ragazza.

-Come ti senti?- chiese premuroso.

-Cosa ci faccio io qui?- fece la rossa, la cui vista ora non percepiva più tutto sfuocato.

-Ti ho trovato nel parco svenuta e infreddolita ma non chiedermi come mai io sapessi che eri li perché sinceramente non lo so nemmeno io. Comunque come ti senti?- rispose.

-Mi fa male la testa- disse sedendosi pian piano e facendo mente locale sull’accaduto della sera precedente.

-Vuoi che ti porti qualcosa di caldo? Preferisci del thè o del caffè?- chiese il biondo.

-Thè, grazie. Dopo di che toglierò il disturbo, anche se non so dove andare.- fece tristemente la rossa.

-Non se ne parla nemmeno. Sei svenuta e andata il ipotermia, e per di più non sai dove andare dato che i magnifici 4 se ne sono andati in Francia, quindi rimani qui, almeno finchè non ti sarai rimessa completamente. Inoltre alle 2 verrà un medimago per vedere le tue condizioni, quindi deduco che sarà qui nel giro di trenta minuti.- disse il ragazzo porgendole una tazza di thè fumante.

-Cosa è successo ieri sera? Ti va di parlarne?- chiese l’ex serpeverde, sedendosi accanto a lei.

Fece un sospiro, mentre gli occhi le tornavano lucidi.-Erik torna a casa sempre ubriaco fradicio. Sta con altre donne e quando arriva a casa mi tratta come se fossi l’essere più insignificante e spregevole della terra. Ieri ha proprio esagerato, così … me ne sono andata di casa… -annunciò mentre le calde lacrime rigavano il suo dolce volto.

- Mi dispiace. Davvero. Lo ami molto?- chiese il biondo

-Già, pensa che dovevamo pure sposarci. E avere dei bambini.Ma… posso farti una domanda?-

-Sono a sua completa disposizione, signorina Weasley- fece in modo talmente buffo che Ginny sorrise, asciugandosi le lacrime.

-Come mai sei così premuroso con me? Cioè, non è da un Malfoy, anche se ormai ci si può definire amici. Sembri un’altra persona. Ora oltre a provare grande rispetto per te per avermi salvata questa notte, posso dirti di trovarti… simpatico, dolce, insomma un’altra persona. Mai lo avrei immaginato ad Hogwarts un cambiamento positiva da parte tua, senza offesa. –Fece lei, guardandolo nei suoi occhi color ghiaccio.

-Hogwarts… quanti ricordi… la non ero veramente me stesso, la ero, un Malfoy… e basta, l’unico erede di una delle famiglie purosangue più ricche, ble bla bla e bla bla bla. La storia la conosci. Ora i miei Genitori se così si può definirli sono morti insieme a tutti i miei parenti a parte Piton, il mio padrino, e sono finalmente me stesso, ho preso più da zio Sirius che dai veri Malfoy o Narcissa. Non trovi?- fece.

-Già. Allora sei un bravissimo attore-

-Anni di dure prove col fantasma di camera mia- fece pomposamente.

-Su ora basta parlare, vai a farti un doccia calda che tra un quarto d’ora arriva il medimago, il bagno è in fondo al corridoio verso destra.-disse il biondo porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi, prima che cadesse.

-Aarh! La testa.- Fece Ginny mettendosi una mano sulla fronte.

-Vieni, fai piano, ecco, brava , ora aggrappati a me, così-detto questo la scortò fino al bagno e dopo averle detto che se aveva bisogni di qualcosa bastava chiedere. Poco dopo Draco le passò un asciugamano pulito e una sua maglia che a Ginny fungeva da vestito.

Toc toc…

-È il mediago, mettiti con la coperta sul divano.- ordinò gentilmente Draco, che aprì la porta e fece accomodare quel dottore nella stanza dove stava la rossa.

Draco si congedò ed entrò in cucina e il Dottore controllò tutte le funzioni vitali della rossa e disse:- Si è ripresa magnificamente. Ora le consiglio di stare calma e riposare, anche perché il feto ha bisogno di riprendersi dopo questa brutta esperienza.-

Ginny sgranò gli occhi.

-Feto?- chiese stupita Ginny.

-Si signora, lei è in stato interessante da direi circa 5 settimane, ora mi scusi, ho altre visite. Arrivederci.- e detto questo si lasciò alle spalle la porta che conduceva sulle scale della casa di Draco.Dopo essersi ripresa dallo shock Ginny chiamò Draco.

-Malfoy?- chiese timidamente Ginny entrando nella stupenda cucina, non troppo grande, ma molto luminosa e ordinata.

Draco stava seduto su una sedia, mentre leggeva la Gazzetta del Profeta.

-Oh, Ginny, sei tu! Per favore il mio nome è Draco, penso tu lo sappia, lavoriamo insieme a due anni, ricordi? Che ha detto il dottore?- fece guardando la ragazza.

-Dovrei stare calma e riposare, ma mi sono ripresa perfettamente, tutto grazie a te.-

- Figurati. A me fa piacere, almeno avrò la compagnia di qualcuno.- disse felice il biondo- Sicura che va tutto bene Virginia? Mi sembri preoccupata..-aggiunse poco dopo.

- È?- la rossa soprappensiero non aveva ascoltato una parola.

-Cosa ti turba Virginia?-

-Il dottore ha detto….-si soffermò e gli occhi di rifecero tristi..

-Che ha detto Ginny?-

-… che aspetto un bambino….- disse mentre si asciugava una lacrima che non voleva saperne di starsene al posto suo.

-Non sembri proprio al settimo cielo…-

-Lo sono invece, ho sempre sognato un bambino, da Erik, ora però…-

-Mi dispiace.-

-Lascia stare… anzi sai che ti dico…oggi inizierò una nuova vita…solo con io e il mio bambino…Mi troverò un appartamento e …vivrò felice e contenta…- disse strappando un piccolo sorriso a quella prospettiva.

-E no cara. Ricordati, devi stare calma e riposare. Rimarrai qui con me, se ti va.- Fece il Malfoy abbassando la sguardo, come se si vergognasse.

-Sei sicuro, Draco?-

-Mai stato più sicuro in vita mia.- sorrise.

-Grazie, davvero. Sei un vero amico.- disse andando ad abbracciare il bel biondo.

-Allora futura mamma, ti sistemerai… mmm… fammi pensare…si, la camera sulla destra, la porta prima del bagno. Non è grandissima, ma c’è un letto e un armadio… ops, i tuoi vestiti?-

-Grazie, grazie grazie ancora, i miei vestiti e la mia roba sono a casa di Erik, ho le chiavi, ora non dovrebbe esserci. Vado a farci un salto e prendo la mia roba.-

-Vengo con te- disse il bel biondo.

-Grazie, così facciamo prima.-

Dopo che il ragazzo si fu vestito si smaterializzarono vicino all’appartamento di Erik, che, come aveva previsto la Weasley, era in servizio.

Aprì la porta e vi trovò altre bottiglie di birra babbana per terra. Aveva bevuto ancora.

-Dove sono i tuoi vestiti, Ginny?- la risvegliò Draco.

-Nella camera, sempre dritto in fondo al corridoio, t dispiace prepararle tu? Io prendo le altre cose mie!- disse dirigendosi verso una pila di Cd musicali Babbani, che lei adorava. Li mise in una borsa, poi passò al bagno, pese tutti i suoi make-up, i profumi e le cose che le appartenevano e dopodiché andò ad aiutare Draco, che ormai, grazie all’aiuto della magia era riuscito a raccattare ordinatamente tutti i suoi capi d’abbigliamento, che dopo qualche minuto furono rimpiccioliti e alleggeriti fino a stare in una tasca. Il cuore di Ginny era una violenta tempesta di emozioni, da una parte odio e anche astio, dall’altra amore e rimpianto del passato per il suo primo vero nido d’amore. Lasciò le chiavi sul tavolo e si lasciò dietro la porta, e con essa la sua vecchia vita, definitivamente. Passarono i giorni e con loro le settimane e i mesi. Draco la trattava come una regina, era premuroso nei suoi confronti , dolce, un po’ come lo era Erik ai primi tempi, la accompagnava a tutti i controlli per il bambino, la riempiva di regali, coccole e attenzioni, come se il bambino fosse suo. Il ventre di Ginny si arrotondava dolcemente ogni settimana di più.

-Sei una continua rivelazione,Draco, mi stupisci!- disse Ginny, accarezzandosi il pancione di ormai sette mesi, in un pomeriggio di inizio gennaio.

-Pensa che a volte mi stupisco da solo!- disse scherzando.

-Che ci fai a casa così presto?- disse la rossa andando ad abbracciare il suo migliore amico, ormai da molto tempo.

-C’è una sorpresa per te!!!!- disse.

-Mi hai già regalato il libro che desiderava, mi pare già abbastanza, dato che sono pure un’intrusa in casa tua!- disse ironicamente.

-Non dirlo nemmeno per scherzo, tra un po’ si parte che andiamo a fare compere per questo signorino!- disse baciando dolcemente quel pancione, come ormai era solito fare.

-Cosa?! Dici davvero?- chiese Ginny, con gli occhi che brillavano dalla gioia.

-E certo! Per chi mi hai preso? Per uno Zio scellerato? Su campioni che andiamo a Londra, nella parte babbana di Londra!-

-Wow Draco, lo sai che ti voglio tanto bene?- disse stampandogli un bacio sulla guancia.

-Si, anch’io!- disse aprendo la porta e invitando Ginny ad uscire per prima.

Visitarono mille negozi per l’infanzia, comprarono miriadi di vestitini e scarpettine, e ovviamente giocattoli.

-Ora sai cosa ci mancherebbe? Carrozzina, culla fasciatolo, insomma, cameretta in generale.- Esclamò Draco che aveva le mani letteralmente piene di sacchetti da varie grandezze e colori.

-Gia’- fece Ginny.

-Allora andiamo- fece Draco, felice nel vedere la sua migliore amica così contenta.

Dopo un estenuante pomeriggio di shopping mangiarono in un bellissimo ristorantino un po’ fuori Londra.Passarono un pomeriggio veramente fantastico, si divertirono come dei matti, ma la sera appunto, Draco chiese:

-Ma pensi ancora a Erik, ogni tanto?-

-Si, ma ho superato quella fase. Chiudendo la porta del suo appartamento ho chiuso un capitolo della mi avita e ne ho aperto un altro.-

-Ti ammiro per questo, sei davvero una ragazza forte, per riuscire a sopportare tutto questo-

-Ho una valida spalla su cui appoggiarmi!- disse sorridendo dolcemente.

-E su cui potrai sempre contare.-

-Scusa, due spalle su cui contare!- aggiunse Ginny sorridendo,e mettendo una mano delicatamente dove il bambino aveva appena scalciato.

-Su andiamo a casa ora, stasera dovrebbero dare un bel film alla Tv babbana.- disse Draco recuperando i mille sacchetti.

-Ok- fu la risposta dell’altro.

Quando furono a casa, si misero comodamente abbracciati sul diveno, con una maxi porzione di pop corn, come ormai facevano abitualmente.

-Gin, che nome darai al pargolo?- chiese Draco accarezzandole i capelli.

-Non lo so, io speravo mi dessi una mano tu a scegliere.-

-Dici sul serio?-

-Certo, sei lo Zio, il padrino, il migliore amico della sua mamma e fai le veci del suo papà, il nome lo deciderai con me!-

-Ummm… vediamo…-

-Qual è il tuo secondo nome?-

-Draco Christopher Thomas.-

-Thomas… si mi piace, tu che dici?-

-Già, è quello che preferisco!-

-E se è una bimba…-

-Katy-

-Noo, troppo comune.-

-Sarha-

-Come quello di prima-

-Elizabeth-

-Troppo lungo-

-Sophie-

-Probabile-

-Melany?-

-Altro?-

-Emy-

-Non c’è male, stai migliorando Draco!-

-Ellen-

-Altri nomi?-

-Rebecca? Giorgia?Eleanor?Chiara? Marta, Bessie? Kelly?Zoe?-

-Zoe mi piace! Ma che ti sei imparato a memoria il vocabolario dei nomi?-

-No, mi venivano in mente, alcuni li ho imparti alla coppa del mondo di Quidditch che è stata fatta a Roma. Però il nome che mi piace di più e Giulia-

-Giulia-

-Suona bene vero?-

-Giulia Weasley!-

-Già-

-Aggiudicato?-

-E vada per Giulia!-

Poco dopo Ginny sbadigliò sonoramente.

-Vai a letto, tesoro mio, è tardi e oggi ti ho fatto stancare.- disse Draco dandole un bacio in fronte e augurandole buona notte.

Verso la fine di febbraio nacque Thomas, un bel bambino sanissimo, con i capelli castani di Erik e gli occhi blu di Ginny. Harry, Ron, Hermione, Lily(che ormai era già diventata grandicella e veramente la copia di Harry in versione femminile con il carattere e il cervello di Herm) e Luna tornarono dalla Francia, dove si erano trasferiti per due anni per un addestramento speciale. Sapevano di Ginny, Draco e del piccolo in arrivo, Ginny li aveva avvisati con un gufo e Ron fu il primo a essere felice che di lei si prendesse cura Draco, almeno avrebbe avuto vicino un uomo, e tutti e quattro (Lily esclusa), giurarono di vendicarsi con Erik, che sicuramente aveva saputo che Ginny aspettava un bambino, ma non si era mai fatto avanti.

Quando tornò a casa con Thomas e Draco, si riposò subito e Draco rivelò un istinto paterno incredibile. Il piccolo aveva 10 giorni, erano a casa da circa una settimana e i magnifici 4 erano dovuti ripartire per la Francia. Quel pomeriggio di inizio marzo era veramente freddo tanto che nevicava fuori, Ginny aveva appena finito di allattare Thomas assistita da Draco che ora lo stava dolcemente cullando, quando bussarono alla porta.

Aprì Ginny e ciò che si ritrovò davanti non era certo una persona benvoluta in quel momento.

-Ciao Ginny.-

-Che ci fai tu qui?-

-Sono venuto a vedere mio figlio.- disse un ragazzo castano, alto e con un fisico atletico.

-No, non se ne parla neanche. Non ti sei fatto sentire per otto mesi, ti sei perso la parte iniziale della sua vita in me e della sua nascita e ora pretendi di vederlo? Scordatelo!- Ginny tentò di chiudere la porta in faccia al suo interlocutore ma quello la bloccò con un braccio.

-Chi è Gin?- disse Draco comparendo con il piccolo in braccio.

-Erik- disse la rossa a denti stretti.

-Non sei il benvenuto, vattene.- disse Draco mantenendo la calma.

-Ginny, sono cambiato, torna a vivere con me e con il nostro bambino, Ginny, ti prego, io… ti amo e lo so che mi ami anche tu!-

-No, hai sbagliato tutto. Io non ti amo! Non più sei storia passata!-

In quel momento Tom iniziò a piangere e Ginny lo prese in braccio cullandolo sempre molto dolcemente come faceva prima Draco.

-No invece, tu mi ami ancora, lo so, deve esser così!-

-No, non ti amo, lo vuoi capire?…. Io amo un altro ora.-sussurrò acidamente

Tutti rimasero senza parole da quella frase che sebbene Ginny l’avesse sussurrata per non far piangere di nuovo Tom, aveva avuto un effetto devastante.

-Almeno posso prenderlo in braccio?- chiese Erik rassegnato, dopo aver provato per più di mezz’ora a convincere Ginny. Smise solo quando ricevette minacce da Draco.

Ginny ci pensò qualche secondo, dopo fece un cenno d’assenso a Draco, il quale era tornato in possesso di quel fagottino lungo 35 cm a stento. Delicatamente lo mise tra le braccia del padre naturale ma Tom iniziò a piangere insistentemente e si calmò solo tornando da Draco.

-Ora l’ hai preso in braccio. Vattene e non farti più vedere se non vuoi  che il piccolo incidente dell’alcool arrivi al tuo superiore.- sibilò Ginny.

-Sei e sarai sempre la solita sciocca Ginny.- sibilò Erik uscendo velocemente sparendo col “pop” classico della smaterializzatone.

L’aria tesa che fino a quel momento c’era si dileguò e il piccolo fu sistemato della carrozzina.

-Gin…- chiese timidamente Draco, vedendola alla finestra.Le aveva fatto male rivedere Erik, ma più per il suo errore di essere andata insieme a quel verme che per altro, si accorse inoltre che non l’aveva mai amato veramente. Ora sapeva cos’è il vero amore. Stava piangendo.

Draco le si avvicinò, la girò verso di se, le alzò dolcemente l volto in modo da poterle asciugare le lacrime e disse:

-6 triste?-

-Così pare…- fece lei

-Amore mio, sorridi, anche se sei triste, perché più triste di un sorriso triste, c’è solo la tristezza di non poter sorridere.- e detto questo le ri asciugò le lacrime e la baciò sulla fronte, prima di abbracciarla.

Poco dopo uscì la domanda fatidica.

-Prima… hai detto che amavi qualcun altro… chi è?- chiese Draco.

Ci fu un silenzio che durò per un tempo che parve interminabile.

-Io amo te, Draco Christopher Thomas Malfoy, solo te!-disse guardandolo negli occhi mentre altre calde lacrime rigavano la pelle del suo volto così dolce e delicato, spruzzato di lentiggini.

Draco sorrise, un sorriso pieno d’amore, sollievo, il sorriso più bello del mondo.(Altroché Allock..NdAry)

-Ti amo anch’io Virginia Weasley!- disse il bel biondo prima di eliminare la distanza che c’era tra loro e baciarla, ma non il solito bacio, un bacio vero, pino d’amore. Il loro primo e vero bacio.

                                                            The end.

  
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