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Autore: My Pride    15/09/2011    7 recensioni
«Tienilo e basta, cuoco, non dire niente, altrimenti giuro che ti faccio a fette»
Era davvero possibile che nel cervello di Roronoa Zoro, l'uomo che affermava di voler diventare un giorno il migliore spadaccino del mondo, fosse passato il pensiero di comprare una cosa all'apparenza così leggera, ma che nascondeva nei suoi recessi un fardello troppo pesante e una promessa ancor più complicata?
Per quanto la cosa fosse assurda, a Sanji venne stupidamente da sorridere.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'My Shitty (Pervert) Cook'
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Mating season Titolo: Mating season: about a yellow fox
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1205 parole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Accenni Franky/Robin e Rufy/Nami verso la fine

Genere: Generale, Romantico (Dipende molto dai punti di vista e dall'idea di romantico), Sentimentale, Vagamente assurdo?
Rating: Giallo / Arancione
Avvertimenti: Shounen Ai, Slice of Life,
Sottospecie di fiaba (Ma dove?), What if?
Winter Challenge: 3° Luogo Salotto con camino
Binks Challenge: 12° Baita/Rifugio di montagna › 2° Amore
Prompt: 12° Argomento: TempoFuturo
The season challenge: Inverno › Scelta libera: Salotto


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Il fuoco scoppiettava allegramente nel camino, facendo guizzare fiamme arancioni e giallastre che creavano giochi di luce sulle pareti di legno del salotto.
    Per tutto il tempo che era trascorso dalla cena a quel momento, Sanji non aveva fatto altro che starsene accanto alla finestra, posta esattamente a poca distanza da quella costruzione di mattoni, intento ad osservare distrattamente la neve che cadeva in candidi fiocchi perfetti ad imbiancare il paesaggio che circondava la casetta di legno in cui si trovavano. Erano ancora pochi i cespugli il cui verde era ben visibile, e persino i pini, le cui cortecce erano ricoperte da un lieve strato di brina che sembrava farle brillare negli ultimi bagliori del sole morente, erano ormai stati trasformati in grossi giganti dalle cime innevate.
    Gettando appena un'occhiata all'interno, Sanji afferrò con due dita il pacchetto di sigarette che teneva nel taschino e ne tirò fuori una, portandosela semplicemente alle labbra senza pensare di accenderla; per quanto la voglia di fumare fosse tanta, quel salotto era davvero troppo piccolo per pensare che la cosa non potesse dar fastidio a qualche altro membro della ciurma, tutta stipata lì dentro con le pance ormai piene. Rufy, Usop e Chopper occupavano uno dei divani accanto alla libreria, russando beatamente dopo una delle loro solite scorpacciate; Robin e Franky, invece, sotto lo sguardo di Nami - che tentava frattanto di scrollarsi di dosso Brook a causa di quella sua insana perversione di vederle le mutandine -, stavano giocando a scacchi da una buona ventina di minuti, per quanto la bella archeologa fosse nettamente in vantaggio. E non si curava di nascondere la sua soddifazione dietro ad un sorriso, giacché quella sarebbe di sicuro stata la sesta vittoria che avrebbe collezionato. Per quanto riguardava quell'idiota di uno spadaccino, invece, stava perfettamente bene dov'era, ovvero sul secondo divano con una bottiglia di sakè sorretta per il collo. Aveva un'espressione imbronciata di cui non comprendeva la reale provenienza - e a dirla tutta non voleva nemmeno sapere perché sembrasse così nervoso -, e la fronte aggrottata e le labbra ridotte ad una linea sottile gli conferivano un'aria perennemente incazzata. Ma, ehi, in fin dei conti c'era abituato.
    Con uno sbuffo tornò a guardare fuori, masticando il filtro della sigaretta con fare annoiato. Avrebbe volentieri occupato il tempo cucinando, ma detestava sprecare cibo ed era certo che, dopo il cenone consumato da poco, nessuno sarebbe riuscito a mandar giù nemmeno un boccone. Forse - anzi, sicuramente, si corresse - l'avrebbe fatto Rufy, però... si scompigliò i capelli con una mano e poggiò le braccia incrociate sul ripiano della finestra, concentrandosi solo sul dolce mulinare dei fiocchi di neve. Fu proprio in quel mentre che gli parve di scorgere qualcosa muoversi fra la boscaglia, e, aguzzando la vista, poté vedere la sagoma sfocata di una volpe dal pelo scuro e lucente che si era appena fermata ai piedi di un albero, con il muso rivolto verso la finestra. Gli occhietti neri sembravano scrutarlo con fare arciglio e scontroso, come se il loro possessore ce l'avesse proprio con lui, e gli sembrò quasi che avesse persino sollevato un angolo delle labbra per rivelare i denti acuminati e ringhiargli contro. Beh, perfetto! Anche gli animali lo prendevano in antipatia.
    Un richiamo basso, pressapoco impercettibile, catturò sia la sua attenzione sia quella della volpe che l'aveva squadrato fino a quel momento, e fra la neve vide avanzare un'altra volpe, dalla corporatura più piccola e dal pelo più chiaro. Una femmina, forse? Non sapeva dirlo con certezza, e nemmeno era sicuro che la prima fosse un maschio, per quanto alla vista dell'altra avesse cominciato ad agitare la coda con un movimento ritmico e lento, quasi simile ad un rituale di corteggiamento. Oh, giusto. Per le volpi l'inverno era la stagione degli amori.
    A Sanji venne da ridacchiare nel vedere come quella appena arrivata, con agili passi nella neve fredda,
si fosse avvicinata alla volpe più grossa e avesse cominciato a stuzzicarla, lanciando poi un altro basso richiamo prima di superarla senza tanti complimenti, venendo immediatamente inseguita; sparirono nel sottobosco prima ancora che il cuoco potesse rendersene conto, privandolo così di quel piccolo passatempo. Mordicchiò la sigaretta e borbottò qualcosa fra i denti, decidendo una volta per tutte di raggiungere quell'idiota d'un marimo sul divano. L'unica cosa positiva era che aveva abbandonato la bottiglia, ma gli stava adesso scoccando un'occhiata a dir poco irritata. O almeno era quella l'impressione che dava, viste le sopracciglia aggrottate.
    «Almeno per una volta potresti cambiare espressione, stupido spadaccino», lo prese in giro, accavallando elegantemente le gambe.
    Zoro gli scoccò una rapida occhiata - osservando con un certo interesse la sua posizione, tra l'altro - e, scivolando piano sul divano per farsi più vicino, bofonchiò, «Sta' zitto e prendi, cuoco da strapazzo», afferrandogli in seguito una mano - con una delicatezza alquanto bizzarra, secondo i canoni a cui era abituato - per lasciargli nel bel mezzo del palmo un piccolo monile d'argento. Un oggettino semplice e per nulla vistoso, con tanto di catena a corredare il tutto, che Sanji si ritrovò però a fissare con tanto d'occhi, quasi non credesse alla sua esistenza.
    Era davvero possibile che nel cervello di Roronoa Zoro, l'uomo che affermava di voler diventare un giorno il migliore spadaccino del mondo, fosse passato il pensiero di comprare una cosa all'apparenza così leggera, ma che nascondeva nei suoi recessi un fardello troppo pesante e una promessa ancor più complicata? Per quanto la cosa fosse assurda, a Sanji venne stupidamente da sorridere. Dannazione, quei due anni passati su quella maledetta isola avevano davvero fatto sì che si mettesse in contatto con la parte femminile che albergava in lui.
«Ohi, marimo», lo chiamò infine con lo sguardo ancora fisso su quello che aveva tutta l'aria di essere un - oh, accidenti - anello, di quelli piccoli a fascia che si scambiavano le coppie prossime al matrimonio, e fece persino per aggiungere altro quando Zoro, alzandosi bruscamente, lo interruppe.
    «Tienilo e basta, cuoco, non dire niente, altrimenti giuro che ti faccio a fette», borbottò, e, se non fosse stato certo dei guizzi arancioni creati dal fuoco acceso nel camino che si riflettevano sul suo viso, Sanji avrebbe benissimo affermato che lo spadaccino fosse vistosamente arrossito. E per quanto quelle sue parole non suonassero per nulla come sdolcinate o romantiche - però che diavolo si aspettava, sapendo quanto fosse rozzo quello stupido spadaccino? -, il cuoco si ritrovò a sorridere maggiormente prima di poggiarsi contro lo schienale del divano, seguendo con lo sguardo la schiena di quella stupida testa verde che si allontanava in direzione della camera da letto.
    Mantenendo con le labbra la sigaretta, riabbassò lo sguardo su quel piccolo anello, vedendolo brillare nella sua mano ai bagliori delle fiamme. Quell'idiota di un marimo. Avrebbe potuto trovare un modo più carino per dirglielo, anche se doveva ammettere di essere stato molto più fortunato della povera Nami-san, che si era ritrovata con le guance sporche dei pezzetti di carne sputacchiati dal Capitano. A quel pensiero ridacchiò e, scuotendo il capo, strinse nel palmo quel piccolo monile d'argento, gettando una rapida occhiata al resto della ciurma prima di alzarsi in piedi e seguire quello stupido spadaccino.
    Beh, dopotutto era la stagione degli amori, no?







_Note inconcludenti dell'autrice
Quest'assurdità che avete appena finito di leggere si può benissimo considerare come il prequel - o il sequel, a scelta - della flash fiction White moments in Winter: Four years later
Non saprei esattamente cosa dire su di essa, ma spero di non essere andata OOC e di non aver scritto una colossale cazzata x)
Era da un bel po' che fantasticavo su una possibile proposta da parte di Zoro, ma come potete notare vuoi stessi, beh... lo spadaccino è davvero un tipo di poche parole privo di romanticismo che non parla mai chiaro x)
E' stata molto più chiara la volpe, se proprio vogliamo essere sinceri... ah, giusto, quelle due volpi - che nella mia perversa mente malata erano due esponenti di sesso maschile v.v - rappresentavano Zoro - quella grossa dall'aria scontrosa e dal pelo scuro - e Sanji - quella piccolina e aggraziata dal pelo chiaro -, ma credo che i riferimenti siano stati chiari per tutti x)
Come sempre, commenti e critiche sono ben accetti :3
Alla prossima. ♥



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