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Autore: iosnio90    15/09/2011    12 recensioni
Premessa: dimenticate la Fell’s Church della Smith dove i vampiri non possono procreare e sostituitela con una Fell’s Church dove per i vampiri è assolutamente normale avere figli con donne umane!
Tenendo presente questo, passiamo alla storia…
La vita scorre come al solito a Fell’s Church: Stefan e Damon sempre in lotta per Elena, Elena indecisa sul da farsi, Matt che comincia ad innamorarsi di Bonnie, Meredith alle prese con il suo rapporto a distanza con Alaric e Bonnie spaventata dai suoi poteri e con una cotta segreta per Damon.
Ma un bel giorno compare dal nulla un demone che tenta inspiegabilmente di ucciderli e che blatera sul voler estirpare il problema alla radice.
La confusione è totale e cresce quando appaiono dal nulla anche due ragazze bellissime e con cui tutti avvertono un istantaneo legame anche se non le hanno mai viste prima.
Chi sono? Cosa vogliono? Nemiche o amiche?
Ecco a voi una nuova storia in cui si mischiano azione, sentimenti e un pizzico di horror per creare delle situazioni totalmente nuove in cui presente e futuro si intersecano per destabilizzare ogni cosa.
Spero che mi seguirete anche in questa nuova avventura Donnie e Stelena!
BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Astaroth


Giugno 2011


Astaroth non era mai nato.
Era sempre esistito. O almeno era quello che lui credeva di se stesso.
Non aveva ricordi di una possibile infanzia, non ricordava di aver mai dovuto affrontare quella tortura che era il crescere.
Per quanto ne sapeva e per come gli piaceva vedere le cose, lui era sempre e solo stato il Figlio del Fuoco, il demone spietato ed adulto che era in quel preciso istante e che era da millenni.
La sola idea di aver avuto un’infanzia, in un tempo dimenticato da tutto e da tutti,  persino da lui stesso, lo rendeva furioso.
Avere un’infanzia da ricordare significava essere stati bambini ed Astaroth non aveva mai sentito dentro di se la scintilla d’innocenza che mantengono dentro tutti coloro che un tempo erano stati bambini.
Quindi aveva sempre vissuto in vigore del fatto di essere superiore anche agli altri suoi simili solo perché non pensava di essere mai stato un bambino.
Ne aveva visti così tanti di demoni o, più comunemente, di mostri qualsiasi abbandonare i loro propositi di dolore e morte soltanto perchè si erano sentiti improvvisamente pressati dall’innocenza che la loro passata infanzia gli aveva lasciato dentro…
Perché persino i mostri nascevano, persino i mostri erano stati bambini innocenti una volta.
La differenza tra loro e gli umani era che i bambini-mostri non avevano scelta, erano geneticamente programmati per rinnegare la loro innocenza e votarsi al male.
Ma il fatto di averla avuta un’innocenza significava che questa poteva ritornare in qualsiasi momento ed Astaroth non poteva sopportare che una cosa così abominevole capitasse proprio a lui.
Per essere un demone del suo calibro e con degli obiettivi come i suoi bisognava avere dei requisiti precisi, primo tra tutti l’assoluta mancanza di bontà e purezza.
E lui aveva da sempre avuto uno scopo così grande, una missione così imponente da portare a termine che non poteva neppure permettersi di farsi sorgere il minimo dubbio sul fatto che avesse avuto o meno un’infanzia.
Lui doveva non averla avuta. Punto.
Aveva vissuto per millenni interi cercando il momento opportuno per attuare il suo piano di distruzione. Aveva viaggiato in lungo e in largo cercando il posto adatto. Era stato d’ispirazione per alcuni dei più grandi atti contro l’umanità commessi, ma mai nulla si era dimostrato abbastanza.
Aveva tenuto d’occhio orde di uomini crudeli e spietati allo scopo di soggiogarli e dare inizio al suo piano di conquista e distruzione, ma mai nessuno era stato all’altezza.
Spesso si era chiesto perché non intervenisse di persona, perché non scegliesse semplicemente un posto a caso per cominciare la sua opera di morte, ma solo quando era stato troppo tardi si era accorto di aver sprecato tempo prezioso e, soprattutto, di aver sottovalutato quel mondo che tanto disprezzava e i suoi abitanti.
Era nata lei.
All’improvviso, come comparsa dal nulla, se l’era ritrovata davanti in tutta la sua enigmatica potenza.
Se si fosse fermato a guardarla meglio, Astaroth ne sarebbe rimasto affascinato, ma da quando era venuto a conoscenza che un essere simile era venuto al mondo, che davvero si era andati contro ogni regola del mondo soprannaturale e della natura stessa per permetterle di nascere…beh…lui aveva avuto troppo da fare per potersi concedere una pausa.
Astaroth aveva cominciato a lottare.
Aveva mandato al diavolo ogni sua precedente idea di aspettare il momento adatto, il momento in cui il mondo sarebbe stato abbastanza corrotto da essere degno della sua presenza, per lottare.
Lottare per salvarsi la vita.
Non si era mai ritrovato in una posizione del genere, la posizione in cui sai che stai affrontando un nemico che per te potrebbe rivelarsi mortale e, in un certo senso, la cosa era curiosa.
Lui che non era mai nato, lui che era sempre esistito, poteva vedersi scivolare via la vita che aveva sempre avuto per mano di una ragazza dall’apparenza del tutto innocua.
E allora si era mostrato al mondo nel luogo in cui lei viveva, aveva usato ogni stratagemma possibile pur di allontanarla da coloro che la proteggevano, aveva riversato la sua rabbia sul vampiro e la strega che avevano osato donarle la vita allo scopo di farla infuriare tanto da fare un passo falso, ma nulla di tutto questo era servito.
Erano morti in tanti per mano sua e dei demoni a lui devoti, più di quanti la resistenza fosse riuscita ad uccidere, ma lei non si era mai arresa ed allora…eccolo..il colpo di genio.
Astaroth aveva così tanto Potere da poter viaggiare nei secoli avanti e indietro senza il minimo sforzo, ma aveva sempre trovato tremendamente affascinante e divertente stare pazientemente ad aspettare lo svolgersi degli eventi senza il bisogno di premere il tasto < Accelera > o < Rewind >, ma adesso le cose erano diverse.
Essenzialmente il motivo per cui aveva deciso di ritornare indietro nel tempo era quello di uccidere i genitori di lei prima che potesse saltare in testa a quei due la malsana idea di metterla al mondo.
Quindi un’eccezione alla sua regola poteva farla, no?
Il 2011...
L’aveva sempre considerato uno dei tanti anni poco degni di nota, ma soltanto quando aveva scoperto la storia della sua nemica aveva capito quanto fosse stato stupido.
Non aveva mai fatto così tanti errori di valutazione tutti insieme, ma era intenzionato a porvi rimedio immediatamente.
Astaroth si guardò intorno e fissò il profilo del pensionato che si stagliava un centinaio di metri alla sua destra.
Era immerso tra gli alberi al limitare del bosco, ma già da lì riusciva a vedere quanto fosse squallida, insulsa e troppo felice e serena la vita di Fell’s Church prima che lui la onorasse con la sua comparsa in scena.
Una smorfia di puro disgusto gli deformò il viso quando sentì la luce del sole sfiorargli una mano e si ritrasse come scottato mentre un ghigno malefico gli affiorò sulle labbra non appena udì le voci provenire dal pensionato.
Una sola cosa era certa: tra lui e lei gli bastava ucciderne uno solo per portare a termine il suo lavoro in quel tempo.
Alzò una mano sola e scoccò le dita.

Da troppo tempo la sua vita aveva imboccato un binario contorno e infinito che lui non aveva mai voluto, che non aveva programmato e su cui non aveva alcun controllo.
E Damon odiava non avere il controllo.
Quando mise piede in quella squallida cittadina di provincia per la prima volta lo fece con un piano ben delineato per la mente: semina il panico, rendi la vita di Stefan un inferno in terra, prendi Elena e va via cominciando a vivere la vita da Re della Notte che ti meriti con al fianco la giusta Principessa delle Tenebre.
E, invece….tutto era andato a rotoli.
Avevano cominciato a spuntare fuori nemici da ogni dove che erano stati in grado di incutere più timore di quanto lui avesse mai fatto, Stefan se n’era uscito fuori con la bizzarra idea di aver ritrovato un fratello ed Elena faceva la preziosa con lui crogiolandosi tra le braccia del suo insulso fratellino.
Era bloccato da anni ormai aspettando il momento in cui la sua esistenza avesse rinunciato a fare scherzi per poter ritrovare la giusta via, ma a quanto pareva la sua stessa esistenza aveva voglia di fare la difficile addirittura più di quanto non ne avesse voglia Elena.
Ma Damon era testardo e non si arrendeva anche se….
Ci provava, ci provava con tutto se stesso a farsi andar bene quella situazione, ma era a dir poco impossibile.
Si teneva alla larga dal pensionato tutto il tempo che poteva, ma per forza di cose finiva con il passare lì dentro più tempo di quanto desiderasse.
Insomma….se Elena non aveva sempre sotto gli occhi la sua assoluta perfezione come faceva a rendersi conto di stare con l’idiota sbagliato?
Damon sbuffò annoiato, stiracchiandosi sul davanzale in pietra su cui se ne stava seduto da più o meno mezz’ora, cioè un’eternità visto che era stato costretto a passarla con tutta l’allegra Scooby Gang.
Volse distrattamente lo sguardo alla finestra alle sue spalle e ammirò il suo riflesso nel vetro trasparente e pulito mentre il cielo si riempiva di nuvole grigie che, era sicuro, non avrebbero portato pioggia.
Si sentiva così dannatamente annoiato che non lo divertiva neppure l’idea di starsene a guardare tutte quelle formiche insulse che erano gli umani mentre maledicevano le previsioni del tempo al telegiornale che avevano previsto una giornata soleggiata e cercavano riparo ovunque.
La risata serena del suo Angelo gli fece riportare l’attenzione a ciò che stava avvenendo nella stanza.
A quanto pareva Mutt aveva appena raccontato una storiella divertentissima che lui si era perso - fortunatamente - nella vana speranza di attirare l’attenzione della streghetta che se ne stava, invece, in un angolo appartato ad ascoltare pazientemente tutte le lagne di Miss Inquietudine per il via del fatto che il suo mezzo-fidanzato mezzo-cacciatore non si faceva sentire da due settimane e che, quindi, non aveva sentito neppure una mezza parola di ciò che aveva detto il biondone.
A Damon quasi scappò da ridere.
Quel Mutt era un tale imbecille da non rendersi neppure conto che la streghetta non lo vedeva in nessun altro modo se non come un amico.
Ci provava con lei in maniera spudorata, ma a Bonnie non faceva alcun effetto o almeno non faceva alcun effetto immediato: la streghetta doveva ragionarci su per capire che forse era il caso di arrossire e sorridere quando Mutt le portava dei fiori per nessun motivo preciso.
E questo era assolutamente patetico.
Insomma….quale uomo degno di essere definito tale non si accorge che la donna per la quale prova interesse non lo ricambia perché è interessata ad un altro?
E se quell’altro, poi, si chiamava Damon Salvatore allora la cosa avrebbe dovuto essere così semplice che persino Mutt sarebbe riuscito a capirla, no?
E, invece, quella sottospecie di homo molto poco sapiens non si decideva a vedere le cose per come stavano mentre la streghetta si struggeva per cercare di nascondere a tutti la cotta stratosferica che aveva per Damon.
Damon non aveva problemi ad ammetterlo: a volte la stuzzicava solo ed esclusivamente per vedere la sua reazione.
Però, doveva riconoscere che la streghetta era brava a non far capire a nessuno, neppure alle sue migliori amiche, ciò che provava per lui.
E questo, d’altra parte, era un gran bene.
Era risaputo che Damon era innamorato di Elena e che avrebbe voluto sempre e solo lei, quindi tenendosi tutto per se, la streghetta non faceva altro che evitargli ulteriori problemi.
In fondo lei non gli aveva mai fatto nulla di male e non gli stava neppure particolarmente antipatica, anzi….tra tutti quegli idioti che circondavano la sua Elena, forse era l’unica che era riuscita a guadagnarsi un minimo di rispetto da parte sua, quindi non voleva ferirla respingendola platealmente.
E poi sapeva di fragola e nessun può volere male a qualcuno che sa di fragola!
Un’improvvisa ondata di Potere gli liberò la mente e lo mise in allerta.
Era stata una sensazione talmente forte e vicina che addirittura Stefan se ne era accorto subito e adesso lo fissava stralunato mentre nella stanza era caduto un improvviso silenzio.
“Cos’è stato?” - fece Stefan.
Damon gli rivolse uno sguardo acido: “Che vuoi che ne sappia? Se lo sapessi non sarei più qui, ma sarei già andato ad ammazzare il bastardo che ci sta apertamente sfidando!” - chiarì.
“A dire il vero la mia non è una sfida! Più che altro volevo rendervi consapevoli della mia presenza!” - intervenne una voce profonda e sconosciuta che apparteneva ad un essere potente, ma invisibile.
Damon si alzò in piedi e venne imitato da tutti gli altri che si portarono al centro della stanza, in gruppo, mentre lui continuava a guardarsi intorno.
“Vieni fuori!” - ringhiò.
Una risatina irritante rispose al suo ordine e un’improvvisa nuvola di fumo nero apparve dal nulla davanti ai suoi occhi.
“Eccomi!”.
Damon spalancò gli occhi per mezzo secondo alla vista del nuovo arrivato mentre Bonnie, alle sue spalle, si lasciò sfuggire un grido di terrore e sorpresa.
Quel..mostro…che si trovava davanti era la cosa più assurdamente rivoltante che avesse visto in vita sua.
Alto e imponente, aveva la pelle rossa e ricoperta di scaglie marroni con gli occhi gialli e affilati e la testa ricoperta da uno strano tatuaggio nero e lucente.
Indossava un classico completo nero gessato con una camicia di seta grezza e di un marrone leggermente più chiaro rispetto alle scaglie che lo ricoprivano.
L’unica nota stonata in quel suo elegante ed impeccabile abbigliamento era la cravatta: rosa acceso con una fila di koala attaccati a delle lunghe palme verdi che facevano < Ciao > con la mano.
A Damon quasi non scappò da ridere, ma si ricompose subito.
“Chi diavolo sei?” - chiese.
“Preferirei che non vi rivolgeste a me chiamandomi diavolo! Preferisco demone oppure Figlio del Fuoco! Altrimenti potete chiamarmi con il mio nome: Astaroth!” - rispose il nuovo venuto.
“Ok…Astaroth!” - fece Damon calcando l’accento sul nome del demone e accennando un ghigno ironico a cui Astaroth rispose annuendo - “Cosa vuoi?”
“Ecco la domanda giusta da fare!” - approvò il demone - “Io non voglio farvi del male o almeno non a tutti! Mi basta uccidere uno solo di voi….uno solo tra te, vampiro sfacciato, e la strega! A voi la scelta, per me non fa alcuna differenza chi dei due muore! E’ giunto il momento di estirpare il problema alla radice!”.
Damon restò spiazzato da quelle parole.
Che qualcuno ce l’avesse con lui, anche qualcuno che non conosceva, poteva capirlo. Insomma…nei secoli ne aveva combinate così tante, aveva calpestato i piedi a così tanti individui diversi che la trovava una cosa tragicamente ragionevole che uno sconosciuto venisse a riscuotere per un torto che nemmeno ricordava di avergli arrecato.
Ma Bonnie?
Perché voleva uccidere anche lei?
Astaroth era stato chiarissimo: o lui o Bonnie!
Ma com’era possibile se la streghetta non era in grado di fare del male neppure al una mosca per sbaglio.
Era una cosa assolutamente ridicola e, come lui, la pensavano così anche gli altri che gli stavano alle spalle.
“Perché Bonnie? Cosa ti ha fatto? Cosa vuoi da lei?” - pretese di sapere Meredith mentre stringeva tra le braccia una Bonnie in lacrime.
“Cosa mi ha fatto?” - ripetè il demone - “Ancora nulla! E’ per questo che deve morire! Per fare in modo che non possa mai farmi nulla!”.
“Aspetta un attimo! Tu, un demone con tutto quel Potere, sei venuto fin qui da chissà dove soltanto per paura che un giorno la streghetta possa farti qualcosa con i suoi poteri? Ma andiamo…..se non è neppure in grado di far levitare un oggettino minuscolo!?! Come strega è l’inutilità fatta persona!” - fece Damon, guadagnandosi uno pugno sul braccio da suo fratello che neppure in una situazione del genere poteva smettere per cinque secondi di fare il paladino moralista e attento ai sentimenti degli altri.
Ma, insomma, non si rendeva conto che parlando in quel modo, facendo notare al pazzo che si trovavano di fronte che Bonnie non la si poteva neppure definire strega, Damon le stava salvando la vita?…Forse?
Astaroth scoppiò in una sonora risata.
“Sentirti parlare così di lei…..quanti cambiamenti devono ancora avvenire!” - sospirò guardando il soffitto.
“Che vuoi dire?”.
“Non importa! Torniamo a noi!” - sminuì la questione Astaroth - “Io non sono venuto qui perché temo che lei un giorno possa farmi qualcosa con i suoi poteri perché so con certezza che, anche se li sviluppasse a pieno regime e imparasse a controllarli, non riuscirebbe mai a farmi davvero del male! Il motivo per cui voglio uno di voi due morto è un altro!” - spiegò.
“E quale sarebbe?” - chiese Damon.
Ma Astaroth non si degnò neppure di rispondere e agitò la mano in aria come per metterlo a tacere: “Adesso basta con le spiegazioni e con i convenevoli! Odio i convenevoli! Passiamo a noi: avete deciso chi dei due deve morire?” - chiese guardando uno per uno tutti i presenti.
Non ricevendo nessuna risposta, annuì e continuò: “Bene! Allora vi ucciderò entrambi!” - decise.
Stefan, a quel punto, fece un passo avanti ed affiancò Damon.
“Torna indietro, idiota!” - gli sibilò Damon, ma Stefan non lo ascoltò nemmeno e fece di testa sua.
- Questa è già la seconda volta che nemmeno mi rispondono, devono darsi una regolata! Accidenti! - pensò Damon, frustrato.
“Dovrai passare sul cadavere di tutti noi!” - fece Stefan ad Astaroth.
Il demone annuì: “Allora vi ucciderò tutti!” - disse per poi sfregare le mani e far comparire una lunga lingua di fuoco che gli gettò contro, costringendo l’intero gruppo a sparpagliarsi per l’intera stanza.
Damon si ritrovò sbalzato contro l’armadio di Stefan e, suo malgrado, gli ci vollero un paio di secondi a rimettersi in piedi a causa del contraccolpo subito da quell’ondata di Potere immenso che aveva accompagnato il fuoco.
Tutti gli altri erano messi peggio di lui ed Elena si teneva il ginocchio destro che aveva battuto contro lo spigolo del comodino e sul quale si era procurata una ferita che sanguinava leggermente, ma quel tanto che bastava per rendere l’aria della stanza chiusa densa dell’aroma del suo sangue.
Damon, un po’ per via della rabbia e un po’ per via delle sete, cominciò a vederci rosso e si lanciò contro il demone senza riflettere.
Lo attaccò ad un fianco, ma Astaroth lo bloccò in una presa ferrea all’altezza torace e lo sollevò da terra, stritolandolo con un braccio solo mentre con un unghia dell’altra mano gli graffiava la pelle del viso.
“Sei ancora così giovane e impulsivo….” - gli sussurrò all’orecchio - “Mi fai quasi tenerezza, sai?” - un attimo dopo lo lasciò cadere ai suoi piedi e gli poggiò un piede sul viso schiacciandogli la guancia contro il pavimento.
Stefan, ripresosi, fece per reagire, ma Astaroth lo bloccò sul posto con un cenno solo della mano. Pochi secondi dopo anche Meredith, Matt ed Elena erano diventati immobili ad opera di Astaroth. Immobili ad eccezione delle palpebre che continuavano a sbattere frenetiche come ad indicare che erano ancora perfettamente coscienti di ciò che stava succedendo durante quel pomeriggio infernale.
Gli unici liberi di muoversi erano Damon e Bonnie.
Damon ancora a terra sotto il peso di Astaroth e Bonnie rannicchiata in un angolo, spaventata a morte.
Astaroth rise.
“Siete tutti così patetici! Non che non lo sarete anche in futuro, ma adesso siete di una pateticità unica!” - commentò - “Sai cosa penso che farò adesso, Damon? Penso che…mi accanirò sulla strega!” -  e a quel punto un singulto di paura e dolore uscì dalle labbra di Bonnie.
Damon cercava di reagire, ma non ci riusciva: Astaroth gravava su di lui come un macigno e ormai Damon aveva capito che il demone non aveva bisogno neppure di avvicinarsi a Bonnie per ucciderla, poteva farlo anche a quella distanza,  semplicemente agitando le mani.
Intorno a loro, gli altri, immobili, continuavano a muovere gli occhi da un lato all’altro della stanza, come spiritati.
Astaroth alzò una mano in direzione di Bonnie e, persino dalla sua posizione, Damon poteva vedere le fiamme che gli crepitavano attorno alla mano, già pronte per colpire  la ragazza.
Guardava dal basso quella scena con così tanta ira in corpo che non riusciva davvero a capacitarsi del fatto che, nonostante ci provasse con tutto se stesso e spingesse sul pavimento per rialzarsi, non accadeva nulla.
Bonnie, intanto, aveva smesso di piangere e stava affrontando il demone a viso aperto, ancora accovacciata nel suo rifugio accanto al letto.
“Oh…non sai quanto te ne pentirai Damon per non averle dato la giusta importanza adesso che potevi!” - sospirò Astaroth - “E tu, Bonnie, saresti diventata così potente….Ma le cose devono andare così!”.
“Prenditela con me, vigliacco!” - cercò di dire Damon, ma le sue parole morirono trasportate dal vento che inondò improvvisamente la stanza.
Un rumore assordante sovrastò per pochi attimi ogni cosa e, solo quando Astaroth fece un passo indietro e lo lasciò libero di rialzarsi, Damon capì ciò che era successo.
I vetri della finestra erano andati in frantumi e sul davanzale, adesso, erano comparse due figure femminili sconosciute e inondate di luce.









NOTE:
Ciao a tutti e buon givedì sera!!!!XDXDXDXD
Innanzitutto vorrei ringraziarvi per il supporto e le belle parole che avete speso per il prologo di questa storia! Sono felice che vi sia piaciuto e che vi abbia intrigato a tal punto che, in una sola settimana, ha ricevuto un nuomero di visite enorme!!!! Grazie di cuore!!!
Adesso...passiamo al capitolo!
E' diviso in due Pov! Uno del nemico che ci racconta un pò le cose dal suo punto di vista e ci dice un pò cosa vuole e cosa pensa! E uno del nostro Damon, l'eroe della storia!
Avrete capito, spero, che Astaroth è di una cattiveria unica e che l'unica cosa a cui pensa è a creare morte e distruzione! Spero di essere riuscita a rendelo credibile...non so..ditemi voi!
Poi c'è il primo scontro!
Come vedete, Astaroth è troppo potente per loro e crea un bel pò di casino arrivando ad un soffio dall'uccidere Bonnie.
Per fortuna, però, arrivano queste due figure femminili! Ovviamente sono le due ragazze di cui parlo nella trama, ma di loro saprete di più nel prossimo capitolo.
Beh...anche se la situazione non è tragica come nel prologo, credo che sia comunque abbastanza difficile e vi assicuro che si andrà solo peggiorando!! XDXDXDXD
Inoltre avete notato le frecciatine che lancia Astaroth sul futuro di Damon e Bonnie? Chissà se ci ripenseranno a quelle cose e ci ritorneranno su!?! XDXDXDXDXD
Adesso vi lascio!! Vi ringrazio ancora infinitamente!!!
Non dimenticate lo spoiler di lunedì sul mio blog e per il capitolo....
A giovedì...BACIONI...IOSNIO90!!!


   
 
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