Il Lupo
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turno:
1
personaggio
base: Hidan
personaggio
aggiunto: Shikamaru
prompt:
Ombra
Nick
autrice: Silvar tales (Deidaradanna93)
Titolo:
Il Lupo
Introduzione:
Un ricordo sfasato.
Mugolò nel sonno
qualcosa di incomprensibile, si passò una mano sulla fronte
fredda,
cercando di estirpare quello sbaglio dalla sua mente.
Era
riuscito a contaminare i suoi sogni.
Genere:
introspettivo.
Personaggi:
Hidan; Shikamaru; Kakuzu.
Contesto:
Shippūden
Rating:
arancione
Avvertimenti:
flashfic.
Correva,
lasciando che
le frasche gli sferzassero il viso, e i rovi gli tagliassero le
caviglie.
Sentiva i battiti
sfrenati salirgli in gola, e costringeva le esili zampette di bimbo
che si ritrovava a correre più forte.
Sempre più forte.
Disperatamente.
Quasi come stesse
lottando tra la vita e la morte.
In parte era così.
Hidan si
rigirò nel letto, tra una litania e un mezzo sogno affogato,
strizzando gli occhi nel dormiveglia.
Ora
arrivavano i lupi.
Branchi
di belve aizzate.
Le ossa
gli si erano spezzate, i morsi letali l'avevano dilaniato.
Ricordava
la sensazione orribile come se fosse appartenuta a un ricordo
recente.
Nel buio un
ringhio,
davanti a sé, lo costrinse ad arretrare, ad inciampare ed a
cadere
all'indietro, tra il muschio spinoso.
L'iride violacea gli si
dilatò, ansiosa, in cerca del pericolo.
I giunchi ondeggiavano,
assieme al fogliame.
Il branco l'aveva
accerchiato.
La belva si preparava ad
attaccare.
Ma al posto di occhi
gialli e zanne, c'era una macchia nera.
Più nera dell'oscurità
oleosa che impregnava gli alberi della foresta.
Un
ricordo sfasato.
Mugolò
nel sonno qualcosa di incomprensibile, si passò una mano
sulla
fronte fredda, cercando di estirpare quello sbaglio dalla sua mente.
Non era
andata così.
Ombre.
Ombre ferine lo
sommergevano, colando come linfa dai rami, spaccando la terra come
vermi ed espandendosi, sommergendolo.
Affogandolo.
Portò
una mano a stringersi il collo, digrignando i denti e annaspando,
scostando le lenzuola.
“Ka...”
Voltò
la testa, premendosi le mani sulle orecchie, respirando
convulsamente.
Sentiva
ancora i morsi, le unghiate, il lupo che lo braccava.
Ombre che gli
scavavano
la pelle come canini, ombre che lo graffiavano, come unghioni
affilati.
Ombre che lo sbranavano
come lupi.
E un ragazzo che lo
guardava con espressione beffarda, mentre il suo corpo minuto veniva
cancellato.
Sgranò gli occhi,
allungando una piccola mano come per chiedere aiuto.
Senza accorgersi che era
lui il signore delle ombre.
Era lui che le
addomesticava e le domava.
“Hai
perso”.
Hai
perso, hai perso.
Una voce
strascicata gli rimbombava nella testa.
Era
riuscito a contaminare i suoi sogni, il suo passato.
La sua paura
più grande
era il non poter morire.
La possibilità di
subire qualsiasi cosa, pur non perdendo coscienza.
Jashin, se avesse voluto
salvare l'integrità mentale di un bimbo di cinque anni,
l'avrebbe
avvolto come un anestetico, intorpidendolo e chiudendogli gli occhi.
Ma Jashin voleva
metterlo alla prova.
Le ombre continuavano a
sbranarlo, aizzate a bucherellargli la cute pallida senza
pietà.
E quel ragazzo lo
fissava imperterrito, fiero come un cervide bianco.
Tossì
malato, insanguinando un poco le dita.
Gli
ultimi residui del sogno lo abbandonarono come una febbre,
lasciandolo convalescente.
Kakuzu
era già in piedi.
Hidan
sussultò, cercando di parlare, non riuscendoci.
Come
se un lungo dente affilato gli avesse tranciato le corde vocali.
Tossì,
esalando con voce roca un assenso, insolitamente docile.
La voce
del cervide gli parlò sui timpani, sfidandolo ad interporsi
tra le
sue ombre e la sua testa.
“È
ora di combattere”.
Silvar Tales con “Il Lupo”
☑
Originalità
☑ Grammatica
☑ IC Personaggio Base
☑ IC Personaggio Aggiunto (che
modo originale di inserirlo!)
☑ Uso del Prompt
☑ Gradimento personale
☐ Bonus/Malus (neutro)
Totale: 6 punti