Mi sento circondata dalla
morte.
Mi guardo allo specchio,
ho una faccia distrutta è passata sola una settimana da quando mio padre è
morto.
Lentamente come se il mio corpo non mi appartenesse
indosso l’uniforme scolastica, voglio essere normale.
Assumo la solita aria
scazzata e mi avvio a scuola verso quell’ammasso di studenti idioti.
Arrivo e gli occhi di
tutti mi si puntano addosso questa storia non avrai mai fine, intercetto Maki e
ci avviamo in classe a braccetto.
“allora come vanno le cose?”
“alla grande come sempre
Maki, non ti preoccupare”
“sai che io non ti dico
mai niente ma sono veramente preoccupata non solo perché hai perso un sacco di
peso ma anche per quello che hai dentro”
“stai tranquilla, grazie
comunque”
Nella pausa pranzo mi
trascino al piano di sotto, questa mattina mi sono completamente dimenticata di
prendermi da bere.
Mi tracanno una
bottiglietta d’acqua con un solo fiato e faccio centro perfetto con la
bottiglietta vuota nel cestino della spazzatura.
Mi giro e mi imbatto in
una figura a me conosciuta, lo guardo in maniera fredda e senza nemmeno
salutarlo lo supero.
Non ho nessuna intenzione
di rivolgergli parola.
Che cosa sto diventando? Perché
mi sto arrabbiando con una persona che non centra nulla?vorrei solo che le
persone non vedessero la mia sofferenza interiore.
Per tutta la vita non ho
fatto altro che nascondermi dietro sguardi di ghiaccio e indifferenza.
Ho perso troppo per
permettere a qualcuno di entrare
nuovamente nella mia vita per poi un giorno magari perderlo.
Lo faccio per proteggere
me stessa non voglio più rischiare non
dopo quello che la vita mi ha tolto lasciandomi soltanto l’amaro in bocca.
Tutto questo è assurdo, mi
sembra di impazzire forse sono già pazza e non me ne sono resa d’avvero conto.
Io ferisco e basta non so
fare altro.
Distruggo e calpesto tutto
quello che mi si para davanti non sono capace di amare o di piangere.
Non riesco più a piangere
forse non lo so semplicemente fare.
“perché continui a
scappare da me?” Sendoh e la sua voce decisa mi fanno immobilizzare.
Mi giro lentamente e lo
fisso prendo un lungo respiro e cerco di mantenere la calma.
“ti sbagli io non scappo
da niente e nessuno”
“solo perché tuo fratello
e tuo padre sono morti non puoi nasconderti all’infinito”
A quelle parole la rabbia
prende il sopravvento.
“tu non sa niente di me
non ti permettere mai più di parlare di
cose che non conosci.
Cosa ti fa credere di
sapere? Hai tutto quello che vuoi io invece ho rinunciato a tutto e ogni
maledetto giorno che mi sveglio vorrei morire anche io e per concludere questo
maledetto ginocchio continua a farmi male”
Non mi sono resa conto di
stare piangendo e le lacrime sembrano incontrollabili vedo il viso di Sendoh
sconvolto.
“mi dispiace…non
volevo…”
“complimenti ci sei
riuscito”
Mi giro e scappo via sul
tetto, mando un messaggio a Maki di raggiungermi immediatamente.
Sono due giorni che piango
e mi trascino per la scuola in uno stato pietoso non riesco a fermare queste lacrime.
Tutti quelli che mi
fissano finiscono per essere insultati o minacciati dalla sottoscritta.
“cosa avete da guardare
idioti non avete mai visto qualcuno
piangere?” sbraito ogni cinque minuti nei corridoi, mentre la povera Maki cerca
di scusarsi con tutti per il mio comportamento incontrollabile.
“è un bene che tu ti
sfoghi ma credo sia il caso di mettere dei freni non puoi terrorizzare mezza
scuola Isobel”
Guardo Maki di sbieco con
sguardo omicida.
“va bene…
come non detto”in segno di resa alza le mani rassegnata.
In questo tempo la pace al
liceo è tornata.
Niente risse, niente urli
e oche scosciate, chissà se fra quei due le cose sono andate bene.
Guardo il cielo scuro
attraverso le vetrate della finestra della scuola non riesco ad ascoltare una
parola di quello che dice il professore.
È in momenti come questi
che penso a lui ma le cose ormai sono degenerate del tutto,forse è meglio così,
nonostante voglia ancora le sue labbra sulle mie so bene che questo non è
possibile.