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Autore: Riza_21    16/09/2011    1 recensioni
Halloween halloween trick or treat trick or treat!!! Ecco una storia sulla notte di halloween...
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                         Halloween

Martedì 31 ottobre 1996.                                                            
Oggi è il giorno più bello dell’anno, e finalmente è arrivato!
Rita, mia sorella, sta dando gli ultimi ritocchi al suo vestito da strega.
Tanto rimarrà in casa a vedere film dell’orrore con le sue amiche, dice di essere troppo grande per dolcetto o scherzetto.
È peggio per lei, io i miei dolci non glieli do.
Mamma mi ha preparato una bellissima borsa a forma di zucca per tenerci dentro il bottino di stasera, spero di riempirla tutta!
Ogni anno mamma ci fa restare a casa da scuola ad Halloween, così possiamo aiutarla nelle decorazioni.
Ragni, zucche, fantasmi, pipistrelli dappertutto!
Tutti gli angoli della casa sono coperti di polvere e ragnatele, sotto al cuscino di Rita c’è il mio scheletro giocattolo e aprendo l’armadio salta fuori un fantasma di lenzuola!
E ora i dolci!!
Mamma ha già preso le caramelle a forma di zucca e di streghe da dare come dolcetto stasera, ma dobbiamo ancora preparare la torta!
Ovviamente facciamo la torta di cioccolato con la ragnatela di panna montata e i ragni di liquirizia, la mia preferita!
“Ragazzi, deve essere squisita! Ma mamma non me ne fa assaggiare neanche un po’!”
“Tanto la mangi stasera” dice…
 
E finalmente arriva la sera…
 
“Mamma come sto?” le urlo dal’ingresso.
“Oh, sei fantastica tesoro con quel vestitino da streghetta.”dice
Rita replicò acida: “Mi ha copiato, mi copia sempre!”
“Tesoro non è vero, siete tutte e due bellissime.” Cercò di calmarci mamma.
“E ora posso andare? I miei amici mi aspettano al parco per iniziare?”
Mamma rispose: “Vai vai, divertiti e porta tante caramelle!”
“Ogni suo desiderio è un ordine!”
Risposi divertita, e me ne andai.
Tutti i miei amici erano già al punto di ritrovo e aspettavano solo me, oh no, c’era anche Simon, il più antipatico di tutta la città!
“E dai, che è già tardi muoviti, Margh!?
“Muoviti, muoviti, se non ingentilisci i toni, verranno gli spiriti maligni e ti trasformeranno in una zucca, Simon!”
“Oh, che paura.. E ora sbrighiamoci che mia mamma vuole che ritorni presto!”
Risi prendendolo in giro e imitai la voce di sua mamma:
“Tesoro, torna a casa presto, o il grande spirito di halloween ti mangerà!”
E di nuovo altre risate…
“Margh, allora da che casa incominciamo?” chiese Violet, la mia migliore amica.
“Oh non saprei… Che ne dite di andare dalla signora Tomson?”
Risposero di si con applausi e grida, e alla fine ci avviammo.
Taylor era la più piccola e secondo le regole del gruppo toccava a lei bussare alla prima porta.
Era una casetta graziosa, in cui abitava una vecchietta simpatica che ci dava sempre un sacco di cioccolatini.
“Mamma mia, è di nuovo già halloween, arrivo!” gridò.
“Oh mio dio dove ho messo i cioccolatini… ah eccoli!” e finalmente venne ad aprire.
Reneè si leccò i baffi al solo pensiero dei cioccolatini, e insieme gridammo: “Dolcetto o scherzetto?”
“Tranquilli, dolcetto, dolcetto…” rispose la signora e cominciò a distribuirli.
“E qui chi abbiamo?” ci chiese.
“Margh, Taylor, Simon, Reneè…” e elencò tutti i nostri nomi.
“Oh ma ora dovete andare! Forza andate a bussare da qualcun altro.
Reneè annuì con la bocca tutta piena di cioccolato, salutammo e partimmo.
Tutte le case diedero tante caramelle.
E finalmente rimase solo una casa, la villa disabitata.
Ma in realtà, non era veramente disabitata, perché ad Halloween quella casa si ripopolava, e ogni anno noi andavano a bussare, qualcuno apriva, ma non dava mai nessun dolcetto.
Ogni anno noi la usavamo come prova di coraggio per qualcuno di noi.
Reneè disse: “Io non ci busso in quella casa.”
Tutti quanti si tirarono indietro.
E rimasi solo io.
“Margh, coraggio.” Mi dissi. Presi coraggio e bussai.
“Oh oh oh oh oh oh oh, chi abbiamo quest’anno qua?”
Recitammo timorosi tutti insieme: “Dol..dol..dolcetto o…o scherzetto?”
“Tanto il dolcetto non ve lo do, ma ho qualcosa di meglio.”
E si aprì la porta.
Mi presi un colpo, tutti gli altri pure.
Orrenda era la vecchietta che ci aveva aperto.
Rise.
“Tenete questo libro.” Disse.
“E arrivederci al prossimo anno!” e chiuse la porta.
Margh con il libro in mano prese un lungo respiro e tutti si allontanarono di fretta dalla villa.
“Orrenda vecchietta, poteva darci anche qualche cioccolatino.”
Rispose Reneè.
“Tu pensi di leggerlo quel libro?” chiese Taylor.
“Eh si, penso che lo leggerò, poi ve lo racconto.”
“Meglio che io vada a casa, o mia mamma si arrabbia.” Disse Simon.
“Oh sono già le undici e mezza, meglio che andiamo tutti!” Così ci salutammo e andammo a casa.
Ritornai, salutai mamma, andai in camera mia e aprii il libro.
“Trovato! È un libro di storie!”
“Eh si, non dovrebbe essere tanto male…”
 
Capitolo 1
Marylin Odiosa Riporta Tramezzini Elegantemente
 
“Titolo senza senso” pensai
 
Marylin è una bambina di otto anni.
Oggi la mamma le ha chiesto di andare a comprare il pane.
Risponde che va bene, e ci va subito.
Tutto il viaggio verso il fornaio lo passa salutando la gente.
E tutta la gente saluta Marylin.
Marylin chiede un pezzo di pane per la sua mamma al fornaio.
Oh bella bimba che pezzo di pane vuoi?”
Risponde che vuole il più buono che c’è, paga e torna a casa.
Tante grazie” le dice la mamma-
E Marylin continua a giocare contenta.
 
Ma una storia, che, come caporiga, ha le iniziali della parola “MORTE” non può portare al lettore nient’altro che la… MORTE!
 
“Margh, vieni, non vuoi mangiare una fetta di torta?” chiese la mamma.
“Oh, non mi rispondi? Guarda che vengo io!”
Rise, chissà quale scherzetto stava preparando.
Tavolini che ballano da soli, mostri che escono fuori dal letto…
E proprio in quel momento la mamma entrò in camera di Margh sorridendo, ma Margh era morta a terra con gli occhi spalancati. Un rivolo di sangue gli scendeva dalla bocca.
 
Ma una storia come la nostra che ha come caporiga le iniziali della parola “MORTE” non può portare al lettore nient’altro che…

   
 
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