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Autore: Lady Anael    16/09/2011    0 recensioni
La mia prima fanfic sul signore degli anelli, libro che personalmente adoro. Una giovane dottoressa dei giorni nostri viene a conoscenza dell'esistenza di un mondo che credeva fantastico. Recensite e fatemi sapere se è il caso di andare avanti con la storia.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO Questo pomeriggio il reparto è stranamente calmo e silenzioso, il sole illumina le finestre del mio studio mentre tento di concentrarmi sulle dimissioni dei due pazienti che domani andranno a casa. Sono stanca, la settimana è stata faticosa. Mi stiracchio pigramente allungando le gambe sotto alla scrivania. Shania entra come una furia nello studio facendo sbattere la porta contro il muro. Ha lo sguardo triste. Ancora prima che parli so già che cosa mi vuole dire. Mi precipito verso la stanza trecentoventi dove da due mesi è ricoverata mia nonna. Il cancro ha deciso di farle visita alla veneranda età di ottantacinque anni. Intorno al letto ci sono Henry il mio primario e due infermiere. Mi avvicino in silenzio; ogni parola sarebbe inutile. Mi basta scambiare un'occhiata con Henry e lui capisce, fa cenno a tutti di uscire, mi accarezza lievemente il capo e poi mi lascia sola con il mio dolore e con i resti di ciò che un tempo è stata la donna che mi ha cresciuta. CAPITOLO I Mi guardo intorno come se non riconoscessi più il luogo in cui sono cresciuta. In queste campagne fuori Boston ho trascorso tutta la mia infanzia e parte dell'adolescenza, in queste grandi stanze ho giocato con le mie amiche è ho inventato le mie fiabe, qui mia nonna Mary mi ha raccontato del suo mondo immaginario e con lei ho vissuto i miei momenti più belli. D'improvviso mi sento così sola. Nelle tre settimane trascorse dalla sua morte non sono ancora riuscita a trovare un momento per elaborare l'accaduto ed ora che mi trovo qui tutte le emozioni mi investono insieme. Piango. Per quasi mezzora i singhiozzi scuotono il mio corpo poi mi ricompongo e lentamente cerco di fare un po' di ordine tra gli oggetti appartenuti alla nonna. A giorni verrà un furgone a portare via le cose che ne io ne i miei genitori abbiamo intenzione di tenere. Impacchetto i vecchi abiti e li metto in alcuni scatoloni, ritiro i vecchi libri. Amava così tanto leggere. Una scatola grigia mi capita tra le mani, la osservo attentamente prima di aprirla. Dentro vi trovo una spilla a forma di foglia, verde con bordature d'argento ed un foglietto recante una scritta. Riconosco la calligrafia e gli strani simboli che spesso la nonna utilizzava. Ricordo che ogni domenica indossava quella spilla per venire a pranzo a casa nostra. Diceva che era il regalo di un lontano amore. Probabilmente di un amore mai dimenticato. Me la appunto sulla giacca nera che indosso, infilo nella tasca dei jeans il foglietto e continuo con il mio lavoro. Nonna Mary è sempre stata una donna strana con un'insana passione per gli elfi. Quando ero piccolina mi raccontava bellissime fiabe che narravano delle gesta del re degli elfi e del suo popolo, delle loro battaglie contro il signore delle tenebre e di un anello dai poteri magici. Si era persino inventata una lingua con tanto di grammatica e fonetica e non avendo nessuno con cui parlarla aveva deciso di insegnarla a me. Era diventato il nostro modo per comunicare senza farci capire. Facevamo lunghe chiacchierate nel nostro idioma segreto suscitando la curiosità ed a volte anche il disappunto dei miei genitori. Non ho mai conosciuto mio nonno, nonna Mary era rimasta sola prima che nascesse mia madre e non amava parlare dell'uomo che l'aveva abbandonata a metà della gravidanza. Data la sua mania degli elfi aveva dato a mia madre quello che secondo lei era un nome elfico, Elanor e anche a me era toccata la stessa sorte. Si era battuta strenuamente fino a quando non era riuscita a convincere mia madre a chiamarmi Anael, dono delle stelle. Accarezzo la spilla. In un modo o nell'altro la nonna e le sue passioni continuano a fare parte della mia vita. Trascorro l'intera giornata a riordinare la casa, fuori inizia a fare buio. Quello che è fatto è fatto, il resto attenderà il prossimo week end, lungo la settimana il lavoro in ospedale mi impegna a tal punto da non darmi tempo per dedicarmi ad altro. Ritorno al mio appartamento, mi concedo una lunga doccia e poi inizio a prepararmi la cena. Mangio guardando un DVD, il film è decisamente poco interessante e nel giro di poco sprofondo in un sonno agitato. Sogno mia nonna che balla con un gruppo di elfi poi la scena cambia, ci ritroviamo nel mio ospedale e lei è seduta su di un letto. “Questo è il tuo destino Anael” mi dice “Ennas ad estel (C'è ancora speranza)” io la osservo spaesata “Cosa intendi?” le chiedo “Capirai quando sarà il momento” mi dice e poi si dissolve in una nuvola di fumo. Mi sveglio di soprassalto. Le gambe mi fanno male, ho dormito tutta rannicchiata sul divano e adesso ne pago le conseguenze. Fuori il sole è già alto anche se sono solo le sei. Mi dirigo in bagno, mi sciacquo la faccia poi torno in cucina per accendere la macchina del caffè. Mentre la macchina si scalda cerco di fare un po' di ordine; piego i pantaloni che ho indossato ieri e li rimetto nell'armadio. Dalla tasca scivola a terra un foglietto. Lo raccolgo e lo osservo. È quello che ho trovato insieme alla spilla. “Lasto beth lamen. Utúlie'n aurë, sinome maruvan ar hidinyar tenn'ambar-metta (Ascolta le parole della mia lingua, il giorno è arrivato, qui io dimorerò ed i miei eredi dimoreranno fino alla fine del mondo). Lo leggo dapprima sottovoce, mi sento un po' stupida a pronunciare parole nella lingua immaginaria di mia nonna, poi lo ripeto aumentando il tono. Un po' mi dispiace di non poter più parlare questa strana lingua con qualcuno, forse un giorno la insegnerò ai miei figli... D'improvviso un brivido mi percorre e per un'attimo mi sembra che il sole si faccia più spento. Sospiro. Sto diventando scema. Faccio rapidamente colazione e corro al lavoro.
  
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