Sbiadita
'Cause
nothin'
lasts forever,
and we both know hearts can change.
And it's hard to hold a candle
in the cold November rain.
[November
rain,
Guns N’ Roses]
Sirius
se ne sbatte del mondo che gli gira intorno e tira un’altra
boccata di fumo-
sperando che sia l’ultima.
Ultima
sigaretta, come recitano quegli stupidi manuali babbani.
Ultimo
funerale, avrebbe voglia di gridare lui, ma si trattiene e butta il
mozzicone in
una pozzanghera, il riflesso del cielo plumbeo immerso in
quell’acqua sporca.
E’
rimasto sorpreso Sirius, un po’ non vuole ancora crederci che
Marlene sia
andata via.
Rimane
a fissare il mozzicone che annega tra fango e acqua e poi alza gli
occhi verso
la bara. E’ di legno scuro e pesante, lucida, nuova.
E
dentro il corpo di Marlene è bianco- bianco cadavere, per
quanto Sirius non
riesca a pensare che sia morta.
Morta
davvero.
Morta
perfino dentro di lui.
Sirius
non piange, non si dispera. Fuma beato una sigaretta dopo
l’altra e rimane
immobile.
E’
costretto a rimettersi in gioco.
Come
quando è andato a letto con Lily o ha mandato a quel paese
James.
Come
quando ha capito di amare Marlene e di non desiderare altro- per quanto
lei
affermasse il contrario e fosse perfino morta con questa convinzione.
Inizia
a piovere, pioggerellina fitta. La bara viene chiusa con un tonfo
sordo.
La
storia di Marlene finisce lì, e sbiadisce sotto le gocce
d’acqua.
Sirius
impreca, ma il cielo non lo ascolta.
La
pioggia continua a cadere e si mischia con le lacrime dei presenti.
Sirius
spera solo che Marlene ora sia altrove; in un posto senza paradiso o
inferno, splendida
e sola e lontana.
Lontana,
sbiadita.