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Autore: Eliessa    16/09/2011    0 recensioni
Questa storia si ricollega alla shot “Tutto è finito quando ancora doveva iniziare –Parte seconda-”
Tempo fa, a quella storia ho voluto dare un finale triste, invece questa l’ho riscritta, e ripartendo dal punto in cui sono passati 16 anni, ho capovolto un po’ il finale.
Spero che abbiate il coraggio di leggerla anche così (non amo ciò che scrivo, ma amo quello che scrivono gli altri xD).
Ripubblico anche la parte iniziale della storia, in modo tale che chi non l’abbia letta, possa farlo, ed ora…
[Personaggi: Luca Benvenuto, Anna Gori, Carlo Fiorentini, Alessandra Fiorentini-Benvenuto]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nove mesi dopo
 
Dopo due giorni in ospedale finalmente sono tornata a casa con mia figlia Alessandra.
Carlo è un amore, in questi mesi si è sempre preoccupato per me, che tutto andasse bene e fortunatamente così è stato.
Da qualche mese non sto neanche andando al lavoro, perché sono in maternità, ma è lì dove vorrei essere.
Pensavo che il tempo avrebbe guarito tutto e invece il mio pensiero va sempre a lui.
Forse quella notte è stato un errore, però mi ha regalato la cosa più bella, Alessandra.
Somiglia a Luca, ed ogni volta che la guardo sembra di specchiarmi nel suo volto.
In ospedale non è venuto a trovarmi, a differenza degli altri miei amici, ma lui non è un semplice amico.
Ma la vita ti riserva sempre delle sorprese. Luca è venuto a trovarmi a casa, quando Carlo era in ospedale e con se ha portato un mazzo di fiori e qualche regalo per Ale.
Addormento la bambina e poi ci sediamo a parlare. Lo guardo fisso negli occhi, adesso siamo soli e potevo dirgli la verità, ma non posso. Avrei dovuto pensarci bene prima di prendere una decisione del genere e poi non avevo la forza di dirgli come se niente fosse: Sai, Ale è tua figlia.
In questi mesi Carlo mi è stato molto vicino, è vero; ma Luca c’era anche quando non era presente.
Quando Carlo lavorava di notte, lui mi teneva sveglia al telefono, oppure veniva la sera a dormire da me, ed andava via prima che io mi svegliassi, lasciandomi la colazione pronta ed il suo solito biglietto.
E poi ho paura, perché la verità potrebbe allontanarlo da me una volta per sempre.
 
-Luca, tu mi vorrai sempre bene?- gli chiedo una volta seduti vicini.
-Anna, sicura di star bene? Che sono questi gli ormoni sballati?- mi chiese ridendo.
-No Luca, non sono gli ormoni.- gli rispondo con faccia seria. –E’ che il questo periodo sono un po’ confusa, ho molte incertezze e vorrei che tu fossi una certezza assoluta nella mia vita.-
-Io e te saremo sempre insieme, qualsiasi cosa accade.- mi risponde lui.
-Qualsiasi?-
-Se ti riferisci al passato…-
-No Luca, sto parlando del presente.-
-Io ci sono Anna, non mi perderai.-
-Quanto ti voglio bene! Te l’ho mai detto?- lui annuisce. In effetti gliel’ho sempre detto.
-Allora, cosa si prova ad entrare per la prima volta a casa con Alessandra?-
-È bellissimo! Sai, pensavo non saresti venuto.-
-So che in ospedale è venuta a trovarti molta gente, ma io volevo stare da solo con te. In mezzo agli altri è difficile parlarci con lo sguardo. Invece quando siamo da soli non c’è neanche bisogno di parlare.- È vero. Molte volte Luca ed io non abbiamo bisogno delle parole per capirci.
-Hai ragione. Ma al X?Riusciranno a stare senza di te?- chiedo ridendo, dato che senza Luca si sentono tutti un po’ persi.
-Beh è rimasta Elena, quindi se la cavano alla grande. Però sono qui anche per dirti una cosa che non riguarda la sfera privata, ma quella lavorativa.-
-Dimmi.-
-Sai bene che con il trasferimento di Raffaele non abbiamo più un Vice Questore, e quindi le alte sfere mi hanno chiesto di fare un nome, ed io ho fatto il tuo.-
-Come il mio? Io?!-
-Anna tu puoi fare una carriera stupenda, sei in gamba, lo hai dimostrato più volte, puoi arrivare molto lontano.-
-No, io non sono come te. Non sono forte come te. Ricordi? Quando sono arrivata al Decimo non potevo vedere il sangue. Una poliziotta che non può vedere il sangue…-
-Anna.- mi blocca lui. –Quella è un’altra storia, sappiamo il perché, ma ora è passata, ora tu puoi fare carriera.-
-E se accade di nuovo?-
-Di sentirti male alla vista del sangue?- mi chiede ridendo.
-No. Se succede che non sono all’altezza del mio lavoro?-
-Tu sei sempre stata all’altezza del tuo lavoro. Sempre. Quanti casi abbiamo risolto insieme grazie a te. Te ne sei dimenticata? Comunque puoi sempre rifiutare l’incarico.-
-Perché è effettivo?-
-No, ti avevo portato le carte per far diventare effettivo il tuo nuovo incarico.-
-Allora non rinuncio, voglio mettermi alla prova e dimostrerò di essere una buona moglie, madre e poliziotta, in grado di saper gestire tutto.-
-Brava Anna, così si parla. Ora però devo andare. Tra mezz’ora dovrebbe arrivare il PM al distretto.-
-D’accordo, vuoi tornare per cena?-
-No, questa sera è meglio di no. Dovete godermi questo momento in famiglia. Ci sentiamo, al massimo passo domani.-
-Luca!.- intuendo un po’ di tristezza nella mia voce, mi fa segno con il capo di non dire altro. –A domani Lù.-
-Ciao Anna.- mi dice Luca uscendo. Una volta andato via, mi avvicino alla mia piccola Alessandra e la guardo dormire tranquilla e beata.
-Come dormi tranquilla. Deve essere bello essere neonati, perché molte cose non si conoscono, e si evita di far del male alle persone. Quanto sei bella, sei tutta tuo padre, ma questo dobbiamo saperlo solo io e te. Piccola mia, chissà se un giorno riuscirò a dirti la verità.- e così, per questa mia incertezza, inizio a scriverle una lettera.
 
Cara Alessandra,
a scriverti è mamma e non so se sarò viva quando tu leggerai questa lettera. Tu hai solo due giorni ed io sento il bisogno di dirti una cosa che non ho e non avrò mai il coraggio di dirti a voce, per questo preferisco scriverti.
Ale, io ti vorrò sempre bene, sarai sempre mia figlia, la mia principessa.
Ma tu hai una storia particolare e voglio raccontartela e se un giorno ti farà soffrire, ti chiedo di perdonarmi fin d’ora.

Quello che devo dirti non è facile, una persona più forte sarebbe riuscita a tenersi questo segreto dentro, ma io non c’è la faccio.
La tua storia è particolare, ed io voglio raccontartela.
Te lo scrivo così come mi viene e scusami per non aver un modo diverso per dirtelo.
Ale, tuo padre non è Carlo, ma Luca, il mio capo sul lavoro, ed il mio migliore amico nella vita privata.
Tu sei il frutto di una notte d’amore con lui, il giorno prima del matrimonio con Carlo.
Non ti chiedo né di volergli bene, né di rinfacciargli di non aver mai fatto il padre,, lui non sa niente, non gliel’ho mai detto. Io e te siamo le uniche a condividere questo segreto.
Ho preferito lasciare tutto così. Forse quando leggerai la lettera potrai capire perché l’ho tenuto all’oscuro di tutto, altrimenti con il tempo capirai, ma ricordati che lui non ha nessuna colpa, sono io la colpevole.
Ho sempre amato Luca, ma non potevamo stare insieme.
Ti voglio bene figlia mia.
Mamma


Finita di scrivere la lettera, la ripongo nel cassetto del comò tra i miei vestiti, ma una voce mi distrae. È Carlo appena rientrato dal turno in ospedale.
-Sono tornato Anna, dove sei?-
-In camera da letto. Non gridare, Alessandra dorme.-
-Hai pianto?- mi chiede vedendo i miei occhi rossi e gonfi.-
-Si.-
-È successo qualcosa?-
-Mi hanno offerto di diventare il Vice Questore del Decimo.-
-Questa è una bella notizia.-
-Si, ho deciso di accettare l’incarico.-
-Complimenti amore, te lo meriti.- mi dice stringendomi a sé. Lui, così innamorato di me, ed io legata a lui da un sentimento chiamato affetto ma non amore. Non amo Carlo e forse mai lo saprà. Io amo quell’uomo con cui l’ho tradito la notte prima delle nozze. La notte del concepimento di Alessandra. Ma non posso dirglielo, non se lo merita.
Non posso dirglielo, oramai siamo marito e moglie, non posso spezzargli il cuore dicendogli questo segreto inconfessabile.
Due mesi dopo torno di nuovo a lavorare. Quando entro non sono più l’ispettore Gori, ma il vice Questore Gori, insomma la solita Anna di sempre, la solita amica delle persone che lavorano lì. Non sono cambiata, sono sempre la stessa.
Diventando Vice Questore automaticamente lavorerò fianco a fianco con Luca, il mio amico, il migliore, quello di sempre, che sa farmi ridere nei momenti tristi e sa farmi prendere la decisione giusta quando sono in difficoltà.
Sembra che io e lui siamo gli Anna e Luca di un tempo…
Ma alla fine chi volgiamo prendere in giro? Basterebbe tornare indietro di poco meno di 2 anni per essere gli Anna e Luca d’un tempo, ma è andata così e vivere con i rimpianti sembra essere l’unica soluzione.
 
 
16 Anni dopo

Il mio rapporto con Carlo non ma molto bene ultimamente. È un periodo un po’ così… Siamo in crisi. Sarà che invece di arrivare al settimo anno, è arrivato al quattordicesimo?
Ormai siamo arrivati al punto che litighiamo per tutto. Abbiamo avuto una discussione molto violenta, a causa del lavoro di entrambi e non solo, è da tempo che non stiamo insieme, che non usciamo, che non facciamo qualcosa insieme… E così, una sera a cena, è scoppiata quella che poi si è rivelata una catastrofe.
La mia più grande fortuna è stata quella che Alessandra non era a casa, perché Carlo ha iniziato ad urlare, ad insultarmi, a chiamarmi in modo poco carini, non l’avevo mai visto così, era fuori di se, e quando non ne ho potuto proprio più, sono uscita n lacrime e sono andata da Luca

A casa di Luca, busso insistentemente alla sua porta.
-Chi è?- Luca apre la porta. -Oh Anna, che è successo?-
-Ho litigato con Carlo.-
-Ormai è all’ordine del giorno.-
-Posso stare qui?-
-Certo, dai, entra. Mettiti sul divano, ti preparo la tua tisana e poi mi racconti.-
-Ok.-
-Sicuro di non averti disturbato?-
-No, stavo andando a letto, ma posso aspettare.-
-Scusa, ma non sapevo dove andare. –
-Anna, calmati. Va tutto bene, sei con me ora.- Dopo un paio di minuti –Allora,  che è successo?-
-Il lavoro ci sta separando ultimamente, ma…- La voce di Anna si fa sempre più strana, più triste e sofferente. –Ma la verità è che ho anche scoperto che ha iniziato di nuovo a prendere farmaci pesanti, gli ho parlato più di una volta, ma non c’è stato nulla da fare. Credo di non essere più innamorata di lui. –
-Credi o ne sei sicura?-
-Ne sono certa.-
-Ma come?-
-Non c’è più amore, non c’è più passione tra di noi. È finita. Basta, non ne posso più di tutto questo.-
-Anna, calmati.-
-Si, scusa, ma… Non so, non riesco più a reggere questa situazione, sono stanca, e per di più con Ale devo far finta che va tutto bene, ma lei ha capito che qualcosa a casa non va e ci sta male. –
-Vedrai che capirà.-
-Si, ma non voglio farla soffrire ancora, già…-
-Già cosa, Anna?- Mi stavo lasciando sfuggire il segreto più importante della mia vita, lo porto dentro e lo custodisco gelosamente. Vorrei liberarmene, ma non posso, so bene che rivelare la verità ora potrebbe far si che io rimanga veramente da sola, senza neanche più Luca. Ma adesso, prima di ogni altra cosa, dovevo risolvere la situazione con Carlo.
-Niente, sono stanca.-
-Andiamo a dormire? –
-Si, grazie.-
-Vieni, ti accompagno.- In camera di Anna. –Se ti serve qualcosa, anche una spalla su cui piangere, chiamami, io ci sono.-
-Grazie Lù.-
-Buonanotte. –
-Notte. –
 
Per me però la notte fu molto agitata, non riuscivo ad avere un sonno tranquillo. Mi svegliavo spesso, e non andavo mai oltre la mezz’ora di sonno continuativa, tanto che alle 04.30 decido di alzarmi e di andare nel salone. Luca sentendo i miei passi si alza e mi raggiunge. Mi vede sul divano, si siede accanto a me, e mi abbraccia, nient’altro. Mi rassicura nelle sue braccia, mi fa capire che lui è con me, sta dalla mia parte, qualsiasi cosa decida di fare. Vorrei potermi confidare con lui, il mio più caro amico, ma non ci riesco, è impossibile.
Da un po’ di tempo non faccio altro che pensare a lui. Mi sarò innamorata? No, non può essere, abbiamo capito che fra di noi poteva esserci solo una splendida amicizia, non potevamo andare oltre. Ora però che le cose vanno male con Carlo, tutto potrebbe cambiare.
E con questi pensieri finisco per addormentarmi con al testa poggiata sul suo petto.
La mattina mi ritrovo da sola. Luca si stava preparando per andare al lavoro. Quando mi alzo, lo trovo davanti a me, pronto per iniziare una nuova giornata.
 
-Anna, io vado al lavoro, però se vuoi resto con te. –
-No, tra poco vengo anche io.-
-Prenditi la mattinata libera, non ti preoccupare.-
 
Qualcuno bussa alla porta
 
-È Carlo, lo so, ti prego, non aprire.-
-Anna, lo so che sei lì.-
-Luca, non farlo.- dice con una voce molto sottile e le lacrime agli occhi.-
-Anna, ti prego, apri.-
-Gli apro, ma tranquilla, rimango con te.-
-Grazie.- Luca apre la porta.
-Dov’è Anna?-
-Che sei venuto a fare qui?-
-Sono venuto a chiederti scusa. –
-No, basta Carlo.-
-Anna, ti giuro, sono pentito e non toccherò più nulla che possa far male alla mia salute..-
-Troppe volte ti ho già perdonato, ora basta, non ne posso più.-
-Ma Anna…-
-Basta, vai via.-
-Anna!-
-Vai via.- Dice orma piangendo –È finita.-
-No.-
-Oggi vengo a prendere le mie cose e quelle di Alessandra. –
-Non puoi allontanarmi da mia figlia. –
-Si, se il padre è un’irresponsabile che s’imbottisce di medicinali. Ora vattene.-
-Non puoi farmi questo.-
-Vattene!-
-Carlo, è meglio se vai.- Dice Luca con un tono di calma apparente. Non poteva credere che continuava a far soffrire Anna.
-Ciao. – Carlo va via.
-Anna, è finita. Non piangere più.-
-Mi accompagni a casa?.-
-Si, tranquilla.-
-E poi dovrei andare a prendere a scuola Ale e dovrò parlarle.-
-Facciamo così, andiamo a casa, ti aiuto con le tue cose, poi vado a prendere Ale, le parlo e la porto da me, così poi torno ad aiutarti. –
-Grazie.-
-Anna, non ti lascio sola. Questa sera vieni qui e ci stai per tutto il tempo che vuoi anche tutta la vita. –
-Luca, ti voglio bene.- Si abbracciano. –Mi aspetti così mi preparo?-
-Si, dai, però non metterci molto.-
 
Insieme loro due andarono nella ex casa di Anna e iniziarono a raccogliere tutto dalla stanza di Ale, libri, oggetti vari, vestiti, tutto.
Verso le 12.30 Luca si dirige verso il liceo classico, per andare a prendere quella che ha sempre considerato sua nipote, che ha sempre coccolato, protetto, a cui vuole bene.
 
-Luca, come mai qui?-
-Sono venuto a prenderti. Che c’è, non sei contenta di vedermi?-
-Che scherzi. Mi piace quando mi fai queste sorprese. Allora, dove andiamo? Dove mi porti?-
-A casa mia.-
-Mamma ha di nuovo litigato con papà?-
-Si, ma questa volta…-
-Si son lasciati, vero?-
-Hai capito tutto.-
-Bhè, meglio così, non ne potevo più di vedere mamma soffrire in quel modo.-
-Non l’hai presa tanto male.-
-No, ma dimmi, mamma come sta?-
-Dobbiamo starle vicino. Adesso ti porto da me, e stasera ti raggiungiamo.-
-Ok.- Sotto casa di Luca.
-Allora, le chiavi sono queste, mi raccomando non distruggermi casa.-
-Spiritoso, tranquillo. Ci vediamo stasera. –
-Ciao.-
 
Luca, dopo aver lasciato Ale, tornò da Anna per aiutarla con il mini trasloco. Arrivato in quella casa, Luca bussa al campanello.
 
-Anna, aprimi, sono io.-
-Si, un attimo. Eccomi. Allora, come l’ha presa?-
-È matura abbastanza da capire che hai fatto la scelta giusta. Non vuole vederti più soffrire.-
-Che tesoro che è.-
-Allora, a che punto sei?-
-Devo finire di svuotare solo due dei miei cassettoni.-
-Ci penso io.-
-No, tranquillo.-
-Riposati due minuti, finisco io.-
-Grazie allora.- Dopo un paio di minuti, dopo che Luca ha finito di svuotare un cassetto, trova la busta di una lettera.
-E questa lettera? Non mi avevi detto di avere un ammiratore segreto.- Luca riuscì a strapparmi un sorriso.
-Ma quale ammiratore, questa è… lascia perdere.- Dico mentre lentamente cerco di prendergliela tra le mani e riponendola nella borsa.
-Ora sono curioso.-
-No, Luca, prometto che un giorno ti dirò il contenuto della lettera.-
-Allora è proprio un segreto.- Entra Carlo a casa di soppiatto, si era accorto della presenza di Anna e Luca, così si limitò solo ad ascoltarli.
-Si, un segreto che conosci molto bene. – Questa era la frase che mi sono fatta scappare a bassa voce e a denti stretti.
-Come scusa? Un segreto che conosco molto bene? Ma di cosa stai parlando?-
-No…-
-Anna, mi vuoi dire che succede?-
-No Luca, non posso, scusami.-
-Come non puoi, siamo qui, io e te, parla.-
-Ora mi dici così, ma appena ti parlerò, mi dirai sicuramente di stare fuori dalla tua vita, e in quel momento io sarà completamente sola., senza nessuno.-
-E’ tanto grave quello che devi dirmi?-
-Mia figlia è nostra figlia. –
-Cosa? Non può essere!-
-Invece si. Ricordi quella notte in palestra? Bhè è bastato per renderti padre di Alessandra. Ed io non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.-
-Anna…-
-Non odiarmi, ti scongiuro, già è difficile così.-
-E’ la lettera per chi è?-
- Per Ale, l’ho scritta quando sono tornata a casa dall’ospedale, dopo aver partorito. Ricordi, sei venuto a trovarmi, e quando sei andato via l’ho scritta. Volevo che un giorno sapesse la verità.-
-Anna mia, potevi dirmelo. Certamente non ti avrei mai chiesto di farmela riconoscere o mi sari intromesso nelle vostre vite, ma potevamo parlarne, almeno io e te.-
-Luca, non lo sa nessuno, neanche Elena, la mia migliore amica, lo sappiamo solo io e te.- Entra Carlo.
-Così oltre a lasciami, mi hai anche tradito?-
-Carlo!-
-Ora sono io che non voglio vederti.-
-Tranquillo, ti accontento subito. Porto via gli scatoloni e non torno più.-
 
In macchina
 
-Luca, mi odi?-
-No, non potrei mai.-
-Neanche se ti ho tenuto nascosto questo grande segreto?-
-Non ci riuscirei. Però, se lo avessi saputo prima.-
-Che vuoi dire?-
-Non è che io ho avuto molte possibilità per fare figli, anche perché ero sicuro di aver perso per sempre la donna che amavo.-
-Eri? Ora non lo sei più?-
-Bhè, dipende. Io orami ho chiaro da tempo ciò che voglio. E se anche tu lo vuoi, ti aspetterò per tutto il tempo che vorrai.-
-Sei un uomo fortunato, lo sai. Con me non devi aspettare. Ti amo.-
-Anche io.- Ci siamo dati solo un piccolo bacio, ma conteneva tutto l’amore che abbiamo dovuto nascondere per 16 anni. Dopo esservi dolcemente allontanata dalle labbra di  Luca, mi viene in mente Alessandra.
-Ale!-
-Che c’è?-
-Alessandra…-
-Anna, lei è tua… nostra figlia, ma due minuti dedichiamoceli.-
-Hai ragione.-
- E comunque, visto che l’hai nominata, ne hai di cose da dirle.-
-Si, anche se credo non l’accetterà.-
-Ma come, prima non voleva più vederti soffrire, e adesso che sei felice non l’accetta?-
-No, non dico questo. Ma come faccio a dirle che Carlo non è nessuno per lei? Come faccio a dirle che il padre sei tu? –
-Come lo hai appena detto a me. In modo semplice, efficace, e senza molti giri di parole che spesso e volentieri finiscono con il confonderti ancora di più. Però ricorda, Carlo l’ha cresciuta e l’ha amata come una figlia. L’amore paterno che prova per lei non potrai mai metterlo in discussione, anche se il padre biologico sono io.-
-Lo so, dai raggiungiamola. Prima le dirò la verità, prima finiranno tutti i miri pensieri.-
 
A CASA
 
-Ale, sono arrivata, ci sei?-
-Si, sono qui.-
-Aiutami con gli scatoloni, ho portato tutto, non è rimasto più niente nella vecchia casa.-
-Sai, mi mancherà papà.-
-Ma tu puoi passare tutto il tempo che vuoi, quando vuoi, non t’impedirò mai di vederlo.-
-Grazie mamma.- Dopo aver portato le scatole dalla macchina, in casa, è arrivato il momento di parlare, ma riesco a farlo solo a cena.-
-Ale, a te sta bene vivere qua?-
-Si, mi piace, così possiamo vedere di più Luca, e non scappa via dopo cena, come faceva a casa.-
-E saresti disposta a stare qui anche a vita?-
-Si, te l’ho detto, mi piace qui.-
-Senti, se una persona ti nascondesse un segreto, tu come la prenderesti?-
-Dipende dal segreto. Tu ad esempio, mi stai nascondendo qualcosa?- Mi volto verso Luca e faccio cenno di no con la testa, non riesco a più a parlare, le parole mi si fermano in gola e non riesco a farle uscire.
-Io e tua madre stiamo insieme.- Dice subito Luca. Faccio un sospiro, almeno metà verità è venuta fuori, anche se è l’altra metà che mi fa paura.
-Sapete che non mi dispiace per niente. Siete sempre stati una bella coppia d’amici.-
-Bene, però vedi…-
-Basta, è meglio così. Ha capito, il resto si vedrà.-
-C’è altro.-
-Diciamo che era sicura che tu l’avresti presa molto male.-
-Ma mamma! L’avrei presa male se ti fosse messa insieme ad un altro, e forse per gelosia te l’avrei fatta pagare non accettandolo a casa, perché se devo essere sincera sono un po’ gelosa di te; ma di Luca non sono gelosa affatto, con lui è diverso.-
-Meglio così.-
-Visto che abbiamo finito di cenare, vado in camera mia, domani la prof di filosofia interroga a sorpresa e se pesca me, non voglio abbassare la media. –
-Passo dopo per la buonanotte.-
-Ok, ti aspetto.- Alessandra va in camera sua.
-Perché non me l’hai fatto dire?-
-Eri in difficoltà, quindi ho preferito dirle che stavamo insieme, una cosa per volta.-
-Ma tanto non riuscirò a dirglielo.-
-Allora dalle la lettera, in fondo non era per lei?-
-Si, ma ora è tutto diverso. Nella lettera le parlo come se stessi ancora con Carlo.-
-Meglio, capirà che in fondo l’hai amato veramente.-
-Ok, gliela lascio in camera. Ora finiamo di mettere a posto la cucina.- Verso le undici, dopo aver riordinato la cucina, prima di andare a dormire, vado da Ale per darle la buonanotte, ma anche per lasciarle la lettera, do so che quelle parole la feriranno, le faranno tanto male, da portala all’odio verso di me, e il nostro rapporto non sarà più lo stesso. In camera sua.
-Dormi?-
-No, sono sveglia ancora.-
-Sono passata per la buonanotte. Però, quanti ricordi in questa stanza.-
-Davvero?-
-Si. Qui ho passato gli anni più belli della mia vita. Questa casa l’abbiamo presa insieme, io e Luca, nel lontano 2006. Pensa, quando sono andata via, lui non ha toccato nulla. Vederla ora, o all’ora, non ha alcuna differenza. Vabbhè, adesso questa stanza è la tua, io vado.-
-Ed io che pensavo che dormissimo insieme, almeno per questa notte. - Dice sorridendo.
-Se vuoi resto.-
-Per poi questa notte, fuggire di nascosto facendo attenzione a non svegliarmi, per andare da Luca che ti aspetta, magari seduto sul letto, addormentato, con un libro tra le mani? Non ne vale la pena.-
-Ah però!-
-Dai, vai, ci vediamo domani.-
-Notte.- Nell’andare via, avevo lasciato la lettera accanto il suo zainetto, quello che avrebbe indossato l’indomani mattina per andare a scuola. Uscita dalla stanza, ovviamente, avevo raggiunto Luca.
-Tutto bene?-
-A parte il dolore che le sto per provocare? Si, tutto bene.-
-Però qui, adesso siamo soli, e siamo la coppia che credevamo, anzi eravamo certi di non formare mai, la coppia in cui tutti ci hanno sperato fino alla fine.-
-Adesso siamo insieme.- Luca si avvicina sempre di più a me, sento il suo buon odore, l’odore per cui sono sempre uscita pazza, che mi ha fatto innamorare, che ho dovuto dimenticare, e finalmente è di nuovo mio, solo mio.
-Scusami per tutto il tempo che abbiamo perso e che ti ha fatto soffrire.- In quel momento stava per accadere quello che è successo più di 16 anni fa. Ci stavamo per amare di nuovo.
La mattina seguente, alle sei arrivò una chiamata al telefonino di Luca, una chiamata per cui dovevamo correre al Decimo.
Un risveglio del tutto fuori del normale. Di solito ci si sveglia, ci si guarda negli occhi, senza parlare, o molte volte ci si ritrova con la colazione a lette; invece quella mattina, senza neanche salutarci, ci siamo prepararti per andare al lavoro. Ale ancora dormiva, ma le avevo lasciato un biglietto in cucina, anche se era abituata ogni tanto ad alzarsi ed a non trovare nessuno a casa.
 

(Alessandra)
Un’ora dopo mi alzo ancora assonnata. Spengo la sveglia, afferro il lega-capelli che è sul comodino e vado in cucina.  Sulla scrivania vedo una lettera, la prendo senza farci molto caso, e vado in cucina. Sul tavolo trovo un bigliettino: mamma e Luca sono al lavoro. Mi preparò il caffè, e quando mi siedo per prenderlo insieme ai biscotti apro questa misteriosa lettera.
Senza iniziare a leggere, riconosco la calligrafia, è di mia madre. Ma appena inizio a capire il senso, rimango incanta. Con la mano destra tengo la lettera, con gli occhi puntati su quelle parole, mentre con la sinistra tengo la tazzina. Non ci poso credere. Sarà un brutto scherzo penso, ma lei non farebbe mai una cosa del genere.
Mi frego della scuola, mi vesto di corsa e contro al decimo. In guardiola come al solito, trovo Ugo, gli chiedo di Luca, ma è fuori, così vado ad aspettarlo nel suo ufficio.
Arriva dopo una buona mezz’ora e fortunatamente è in compagnia di mia madre, come sempre.
 
-Non dovresti essere a scuola?- dice mamma.
-E tu non dovevi sposarti con Luca?- dico
-Hai letto la lettera, bene.-
-Almeno spiegami.-
-È semplice. Il giorno prima del matrimonio con Carlo ho fatto l’amore con Luca. Sei sua… nostra figlia. Non ci siamo sposati perché…-
-Perché ero gay!- continua subito Luca. –Non ammettevo di amare Anna, così anche se amareggiato e rassegnato, ci siamo detti addio, forse un addio diverso, particolare; ma era troppo tardi per cambiare le cose.-
-È stato un addio molto particolare.-
-Ale, basta. Non l’ho mai detto a Carlo, ma ieri l’ha scoperto, mentre ne parlavo con Luca. Nessuno sa di questa storia.-
-Ovvio, non potevi dire a papà di averlo tradito prima del matrimonio.- Mi rendo subito conto che il termine che ho appena usato, papà, non è proprio quello adatto, visto che la persona che era davanti a me, era mio padre. –Papà, cioè, mi riferivo all’altro, non a te.-
-Abbiamo capito, tranquilla.- dice Luca.
-Tu sei libera di fare quello che vuoi, di stare con noi, con Carlo, non t’impongo nulla, devi essere libera di poter scegliere, e poi, prenditi tutto il tempo che vuoi.- dice mamma
-Vado a casa, è meglio.- Dico un po’ confusa. È vero, devo schiarirmi le idee. Ma invece di schiarirle, mi aumenta il caos che ho in testa, soprattutto quando a pomeriggio inoltrato, quasi sera, arriva Carlo.
-Ah, sei tu.- Il mio tono di voce è molto strano.
-Sai tutto?-
-Si.-
-Ricordati che tu per me resterai la mia principessa, ricordi? Ti ho sempre chiamato così.- Annuisco alle sue parole.
-Come mai qui?-
-Volevo parlare con te e la mamma.-
-Non c’è, è al lavoro.-
-Allora lo dico a te. Tra due giorni parto. Ho ottenuto il posto di primario a Milano.-
-Sono contenta, era quello che volevi.-
.Io non so cosa tu abbia deciso, cosa tu voglio fare, ma su di me puoi contare sempre.-
-Io vorrei stare con mamma e ora anche Luca, ma voglio continuare anche a stare con te, quindi se dovessi venire a Milano, non chiudermi le porte in faccia.- Dico con una voce triste e con qualche lacrima che mi scende dagli occhi e continua a cadere sulle guance.
-Questo mai.- Entrano mamma e Luca.
-Sto andando via, ero venuto solo a salutarvi. Sto per partire.-
-Hai ottenuto il trasferimento?-
-Si.-
-In bocca al lupo.-
-Crepi. Ah, ci tenevo a dirti che sono pulito. Ciao.- E andando via si chiude la porta alle spalle.
-Guarda che puoi andare con lui.-
-No, solo quando ne ho voglia, pretendo di andare da lui e rimanerci quanto tempo voglio, anche due mesi.-
-Certo, va bene.-
-Allora papà, ci porti a cena fuori?-
-Aspetta, sarò anche tuo padre, ma delle parole non m’importa nulla. Io sarò per te sarò sempre e solo Luca.-
 
E così, una nuova famiglia si era appena formata. Carlo avrebbe sempre fatto parte di noi, soprattutto per Alessandra, era ovvio.
L’amore impossibile che tutti avevano sperato, finalmente è arrivato, è questa volta non ci avrebbe separato niente e nessuno.
Iniziammo subito le pratiche per il divorzio con il mio ex-marito, così che in pochi anni posso far si che il mio Luca diventi mio marito a tutti gli effetti.. L’uomo della mia vita, ma che ho dovuto amare in silenzio, per 16 lunghi anni.

 

Fine.

   
 
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