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Autore: _Breath    16/09/2011    3 recensioni
«Ciao, vuoi essere mio amico?».
Un bambino moro, dagli occhi verdi, un sorriso cortese e una mano allegramente in avanti attirò l’attenzione di Scorpius che alzò un sopracciglio, scettico.
Era un bambino di al massimo quattro anni, ma guardandolo Scorpius capì che era suo coetaneo.
Era infantile- aveva dei lineamenti così decisamente poco marcati- ma tuttavia qualcosa gli suggerì che quel bambino era diverso da come appariva.
Nonostante tutto quella mano posta stupidamente avanti a lui gli fece storcere il naso.
Il bambino moro sorrise ancora quasi non si rendesse conto di essere ridicolo.
«Io sono Albus, ma tutti in famiglia mi chiamano Al.»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Hi, do you want to be my friend?
«Ciao, vuoi essere mio amico?».
Un bambino moro, dagli occhi verdi, un sorriso cortese e una mano allegramente in avanti attirò l’attenzione di Scorpius che  alzò un sopracciglio, scettico.
Era un bambino di al massimo quattro anni, ma guardandolo Scorpius capì che era suo coetaneo.
Era infantile- aveva dei lineamenti così decisamente poco marcati- ma tuttavia qualcosa gli suggerì che quel bambino era diverso da come appariva.
Nonostante tutto quella mano posta stupidamente avanti a lui gli fece storcere il naso.
Il bambino moro sorrise ancora quasi non si rendesse conto di essere ridicolo.
«Io sono Albus, ma tutti in famiglia mi chiamano Al.»
Scorpius non accennò a volergli stringere la mano.
In testa gli rimbombavano le espressioni gelide di suo padre, i suoi divieti nel diventare amico di tutti.
“Solo i migliori possono diventare amici dei Malfoy. I Malfoy non hanno amici, solo alleati.”
Non aveva mai capito perché, ma suo padre era sempre stato molto settico e rigido per quanto riguardava i sentimenti; sua madre gli diceva che era il suo carattere, ma Scorpius non ci credeva appieno.
Eppure stava in silenzio.
Cosa poteva fare, dopotutto, un bambino di sei anni?
Albus – Al –o – come –diamine – voleva –essere –chiamato lo guardò attentamente in attesa di una risposta, il suo sorriso cordiale e sdentato ancora in bella vista.
Scorpius inclinò leggermente la testa in silenzio, poi spostò lo sguardo su quella ridicola giostra babbana che sua madre incitava a fargli usare- Astoria Greengrass non era assolutamente come Draco, razzista e purosangue fin dentro le vene, ma anzi sembrava (anche se con un leggero sforzo, era stata pur sempre una Serpeverde) accettare di buon grado quei.. quei Babbani- ma della quale lui provava un malsano odio; una bambina dai capelli rossi e ricci e gli occhi celesti stava allegramente arrampicandosi su una scala.
Scorpius pensò fosse ridicola, ridicolamente carina.
«Ehy bimbo, come ti chiami? Perché non mi rispondi?» Albus aveva lentamente iniziato ad abbassare la mano, una smorfia triste a sostituire piano piano il sorriso.
Scorpius lo guardò attentamente.
«Non vuoi essere mio amico?»
Sbatté violentemente le palpebre,senza parlare. Albus restò in silenzio prima di abbassare la testa imbarazzato e deluso.
«Non vuoi venire a giocare con me e i miei cugini sui giochi?», chiese ancora sempre con la voce più mozzata, ma Scorpius non lo degnò di una qualsiasi risposta.
Albus gli diede le spalle, tristemente, un piccolo sussulto di delusione sulle spalle.
Guardandolo il biondo pensò che quel bambino fosse veramente stupido a piangere solo perché lui non gli aveva dato una risposta; lui non piangeva per quelle cose, lui non piangeva per niente!
Suo padre diceva che i Malfoy non piangevano mai.
Eppure mentre vide quel ragazzino allontanarsi, quella bambina rossa ridere mentre scivolava via da una lunga rete metallica colorata, un altro bambino molto simile ad Albus chiamarlo allegramente sospeso a mezz’aria con le gambe attaccate ad una sfera gialla, Scorpius si sentì stringere forte in petto. Lì, vicino al cuore.
Immediatamente aprì la bocca e prima ancora che potesse pensare a cosa stesse per fare si ritrovò a chiamare quel bambino moro a grande voce.
Albus si voltò, un ginocchio sbucciato e la mano graffiata.
«Io comunque sono Scorpius…»
E nonostante avesse una voce arrogante, il tono annoiato e non lo guardasse in faccia quasi non lo ritenesse sufficientemente all’altezza, Albus capì che sarebbero diventati grandi amici.



 Okay, questa storia non è niente. Niente di sensato almeno.
Sinceramente non posso darle della  storia perché mi è venuta così, in mente, in cinque secondi che mi sono sdraiata sul letto stanca dalla scuola. Ho solo pensato: “Ehy, sarebbe bello immaginare- diversamente da come molti e me compresa hanno già fatto- l’incontro di Al e Scorpius da bambini invece che sul treno. E così mi sono immaginata Albus, bello, dolce ed infantile, porgere la mano a lui, arrogante e più scorbutico, ma pure sempre amabile.
Non ho resistito a mettere un lieve accenno di Rose e Scorpius.
Quella bella ragazzina rossa dagli occhi celesti- e ci tengo a sottolineare che sono come quelli di Ron- è Rose non Lily. Rose.
E poi come non citare James? Io amo James!
Ma nonostante tutto non si parla di loro, quindi by the way.
La storia non è stata scritta a scopi di lucro, come tutte le mie storie che non sono originali, e non vorrei offendere nessuno con questo sfogo privo di senso.
Non mi soddisfa particolarmente, ma lo pubblico perché mi sono gasata ultimamente e anche perché questo è il primo scritto che riesco a stendere da.. ehm.. tre settimane?
Dunque, mi accontento.
Saluti immensi- queste note sono più lunghe della storia, mai successo prima d’ora?- Manu.
  
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