Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: thenotebook    16/09/2011    1 recensioni
E' la prima FF che scrivo sui One Direction, in realtà è proprio la prima FF che scrivo in generale, haha. Spero che vi piaccia. :)
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
'Tocca a Emily la sfigatella' disse Kevin ridendo insieme al suo gruppetto.
Era il mio momento, dovevo salire quelle scale e raggiungere il palcoscenico del teatro.
Ero tanto abituata a quegli insulti gratuiti da parte dei miei compagni di canto.
Non mi avevano mai apprezzata, ma non mi dispiaceva.
Non volevo avere a che fare con gente così meschina.
Percorsi metà del palcoscenico fino a quando non mi posizionai al centro, dove c'erano il microfono, lo sgabello e la mia chitarra. Era l'oggetto a cui tenevo di più e non avrei mai permesso a qualcuno di romperla.
Iniziai a suonare Enchanted della Swift, la mia cantante preferita. Taylor mi ha sempre aiutata a fregarmene di ciò che pensa la gente, a non essere crudele con gli altri ma semplicemente ignorarli.
Le devo la mia felicità.
Iniziai a suonare le prime note e prendendo fiato cantai le prime strofe.
'I was enchanted to meet you, please don't be in love with someone else, please don't have somebody waiting on you...' dissi guardando verso il basso.
Il mio insegnante di canto e chitarra mi applaudì.
Era un signore di cinquant'anni coi capelli neri e un viso buffo e tondo.
Molto probabilmente era l'unico in quel teatro che credeva davvero in me e nel mio talento.
'Sfigata!' sentii urlare da dietro le quinte.
'Fai schifo, tornatene a casa' disse una voce femminile. Non sapevo da chi provenivano questi insulti gratis ma ero certa che provenissero dal gruppetto di Kevin.
Diciamo che il 'gruppetto' era composto da tutti i ragazzi che studiavano in quel teatro ed io ero sola. Ero sola da quando l'unica amica che io abbia mai avuto ha deciso di abbandonare gli studi perché non riuscita a sopportare quegli insulti.
Ammetto che non sempre riuscivo a far finta di niente e spesso, mi rinchiudevo a piangere nel mio camerino.
Ero una persona troppo buona che non amava offendere, per questo me ne dicevano di tutti i colori senza farsi problemi.
'Non dargli retta, sei stata magnifica' disse il signor Wesh, il mio insegnante sorridendomi.
'Grazie mille...' dissi fingendo un sorriso.
'Ci vediamo domani, mi raccomando non tardare!' disse mentre scendeva gli scalini per dirigersi verso i posti degli spettatori che erano vuoti..o almeno così credevo.
Annuii e mentre facevo finta di aggiustarmi il vestito che indossavo osservai alcune persone sedute ai primi posti. Erano cinque ragazzi, questo mi permise di capire la mia vista. Riuscii ad individuare i loro lineamenti e cercai di memorizzare quei visi anche se le luci accecanti che illuminavano il palco mi rendevano il lavoro difficile.
Quando notai che uno di loro mi stava osservando, mi girai di scatto ed alzai gli occhi al cielo pregando di farmi sparire.
Scesi velocemente le scale che mi dirigevano al camerino e lo raggiunsi in poco tempo.
Ero riuscita ad ignorare gli insulti di Kevin ed i suoi amici e tranquillamente mi preparai per tornare a casa dove mi attendeva la mia amica, quella che aveva lasciato la scuola di canto per colpa degli insulti.
Vivevamo insieme da circa un anno in un appartamento nel centro di Londra.
Dopo una bella corsa fatta per raggiungere l'autobus che mi avrebbe condotta a casa, sfinita più che mai raggiunsi l'appartamento.
'Chi è?' disse la mia amica.
'Vicky, sono io, Emily! Apri!' dissi senza fiato.
'Oh, subito' disse Vicky aprendo la porta.
'Non starai mica morendo?' disse osservando la posizione da peso morto che avevo preso.
'Ho solo corso per dieci minuti cercando di non perdere l'autobus che mi avrebbe portato dietro l'angolo e camminato lungo tutta la strada per arrivare qui, niente di che' dissi cercando di prendere una posizione eretta mantenendomi con la mano destra alla porta e mantenendo la chitarra con la mano sinistra.
'Ah, okay.' disse lei trattenendo una risata.
'Posso entrare?' dissi sarcastica guardandola storta.
'Certo, non voglio che mi fai una brutta fine. Dammi la chitarra e intanto riposa un po' sul divano. Ma ricordati che oggi pomeriggio la porti tu Lilly giù.' disse mentre saliva le scale per raggiungere la mia stanza e poggiare la chitarra sul letto.
Io ero stesa sul divano del soggiorno e alzai gli occhi al cielo. Mi ero dimenticata che oggi toccata a me portare il cane a far i suoi bisogni.
'Non lo dimenticherò' dissi dopo aver preso abbastanza fiato per avere un tono di voce alto.
'Ma domani la porti tu!' dissi mentre si dirigeva verso il divano affianco a quello dov'ero seduta.
'Ovvio. Abbiamo i turni, oggi tu, domani io.' disse sorridendo.
'Va bene, ora cucina qualcosa. Qualsiasi cosa, ho fame' dissi guardandola.
'E' già pronto, puoi già mangiare se vuoi. Oppure mangi dopo, se magari vuoi riposare.' mi propose.
'No, no. Mangiamo ora. Ho troppa fame.' dissi ridendo.
Il pomeriggio passò in fretta e la passeggiata con cane non era stata molto faticosa. Passammo la serata a mangiare pop corn e guardare 'Le pagine della nostra vita' il film preferito di Vicky. Piangevano ogni volta che lo vedevamo. Appena finì il film, calammo entrambe in un sonno profondo.
'Che ore sono?' chiesi ad alta voce mentre salivo le scale per prendere la mia chitarra. Era ora di andare a scuola di canto ed ero leggermente in ritardo.
'Sono le nove e mezza!' mi gridò Vicky dalla cucina.
Ero dieci minuti in ritardo.
'Ci vediamo più tardi!' dissi facendole l'occhiolino e dandole un bacio sulla guancia destra.
Sapeva esattamente a cosa si riferisse quell'occhiolino.
Doveva venire a teatro, doveva farlo.
Volevo che trascorresse almeno per una volta un po' di tempo con me in quel posto, anche se Kevin l'aveva fatto prendere la scelta di mollarlo per i troppi insulti.
Arrivai lì e il signor Wesh mi osservò serio. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: thenotebook