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Autore: AmhranNaFarraige    17/09/2011    2 recensioni
Siamo giunti alla fine della gloriosa saga dei combattimenti ninja, o quasi. Il tanto atteso scontro tra Naruto e Sasuke s'è concluso da poco, con una vittoria sofferta del primo, sia perchè ne è uscito parecchio ferito, ma soprattutto perchè s'è ritrovato tra le braccia il compagno perduto che aveva cercato per tanto tempo, morto.
Una breve fic sui pensieri e le preghiere di Naruto che accopagnano la morte del suo migliore amico (quasi un fratello), nonchè ninja traditore: Sasuke.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Fratelli della Foglia

Non é un addio



Tenebrose nubi nere, che avevano affollato il cielo durante il pomeriggio prima, per poi scatenare una fitta pioggia durante la notte, si stavano ormai diradando con l’ingresso dei primi raggi del sole sulla valle rocciosa e spoglia di qualunque respiro vitale. L’unica anima che ancora occupava quel luogo dimenticato da Dio era il nostro eroe, quel biondino testardo e ingenuo che aveva scatenato il finimondo pur di proteggere il villaggio che tanto amava.
Era inginocchiato a terra, grondante di sangue che fuoriusciva copioso dalle innumerevoli ferite che portava sulla sua pelle e nella sua carne, fin dentro il suo cuore, col capo abbassato e gli occhi, impossibili da vedere, lucidi di lacrime e gonfi: aveva pianto parecchio. Solo allora aveva potuto dare sfogo a tutta la sofferenza che era stato costretto a portare nel corso degli anni, solo allora che era incredibilmente solo, nel più totale nulla, con solo il corpo morto di un uomo tanto amato a tenergli compagnia. Un uomo che non sapeva di essere amato, un uomo triste e confuso, un uomo cieco, un uomo defunto tristemente quella stessa notte, brutalmente per mano di Naruto. Il suo volto stanco, che già iniziava a farsi bianco e secco, era colorato da rivoli rubini e gocce brillanti appartenenti tanto a lui quanto al suo assassino che gli teneva saldamente la mano.
Sciocco! Non poteva certo percepire quella stretta morto com’era! Ma il giovane paladino non poteva fare a meno di quel contatto: lo aveva atteso per quattro lunghi anni, dopo essere stato respinto, dopo essere stato schernito e dopo aver subito le ingiurie peggiori dalla persona che più al mondo aveva desiderato accanto.

Era il suo migliore amico, colui che gli era stato accanto sin da quando tutti al villaggio lo temevano come se fosse un mostro. Era come lui: senza famiglia, senza amici… In poche parole era solo. La differenza però era che non sempre era stato così, un tempo la sua vita splendeva ai raggi caldi e lucenti del giorno.
Finché un giorno tutto era cambiato e il tradimento del sangue lo aveva reso l’essere incapace di amare che era diventato, una bestia che si nutriva solo di rancore e vendetta. Aveva perso un fratello, rompendo i legami che non desiderava, senza accorgersi che un altro era sempre rimasto nascosto nell’ombra. Non era un fratello di carne, ma il loro legame andava ben oltre e raggiungeva ciò che solo caratterizza un individuo: l’anima, che risiede nel cuore e nella mente.
Erano davvero cresciuti quei due ed erano cambiati così tanto! Ma certo Naruto non si lasciava scoraggiare da ciò, e l’aveva inseguito per tutto quel tempo, attraverso tutte quelle terre fino a quando il Giorno del Destino era giunto e il luogo predestinato si era materializzato sotto i suoi piedi, mentre la sua bionda chioma veniva scompigliata da un vento e le sue armi affilate si godevano gli ultimi attimi di riposo.
Lo scontro era inevitabile.

Forti braccia muscolose s’avvilupparono attorno al corpo straziato che giaceva così miseramente sul suolo bagnato dalla pioggia mentre parole di conforto e speranza in qualche vita eterna facevano da colonna sonora ad un momento così toccante della storia di questo ninja traditore tanto odiato e beneamato.



Uno di noi doveva morire, era necessario, ed io non potevo essere: ho un villaggio intero che conta su di me, che dipende dalla mia forza e dalle mie decisioni. Finalmente, uccidendoti, il mio sogno diventerà realtà! Mi hanno promesso il copricapo di Hokage in cambio della tua testa ed io non ho intenzione di deludere chi crede in me. Tu hai smesso da troppo tempo di farlo.
Ho aspettato da lungo di incontrarti, volevo riallacciare i legami che tu avevi tagliato. Hai voltato le spalle ai tuoi amici, alla tua patria, al tuo stesso clan. Dovevi aspettartelo che non avrei avuto pietà. Lo so che la colpa non è tua, sei stato abbindolato ed usato come una marionetta da un nemico troppo forte anche per te, anche per me, anche per i più valorosi ninja che la Foglia abbia mai visto. Sangue del tuo sangue ho corrotto il tuo cuore e così la tua mente, indeboliti da un passato ricco di dolore e rancore. Hai sofferto per così tanto ed ora io pongo fine alle tue sofferenze. Spero davvero che troverai la pace, ovunque tu andrai.
Non rattristarti, quello è compito di tutti noi: dovremo ricoprirti di terra e piangere su quella, per mantenere vivo il ricordo di un grande ninja, amico e traditore, ma sempre un grande ninja. Incontrerai uomini degni di fama quanto lo sei tu, così convinto di essere il migliore. Tu faccio solo un’ultima preghiera: ringrazia il maestro Jiraya da parte mia per tutto ciò che ha fatto, almeno finché non lo potrò incontrare io di persona. Rallegrati, perché infine anche tu ti ricongiungerai con tuo fratello, con la tua amata famiglia e potrai chiedere loro perdono per tutto ciò di cui non sei riuscito a scusarti quando eri in vita e credimi se ti dico che loro te lo concederanno.
Ora tocca a me scusarmi, però. Ho intenzione di debellare il clan Uchiha una volta per tutte! Devo uccidere Madara, lo farò per salvare questo bel mondo che ti accingi ad abbandonare, per donarti infine la vendetta che tanto hai cercato durante la tua difficoltosa vita. E così facendo porrò la parola “fine” a tutta questa storia che mi accompagna dai giorni dell’accademia, dai giorni in cui io e te ci siamo conosciuti, ricordi? Oh, mi piacerebbe da morire poter sedermi accanto a te e parlare, null’altro, solo sentire la tua voce, poter essere nuovamente amici. Tranquillo, non pretendo di disturbarti più, ora. Riposa, te lo meriti proprio.
Hai dimostrato di essere l’uomo che hai sempre sostenuto di essere, ma alla fine ti ho battuto! Non ci credi ancora, vero? Oh Sasuke, non cambi mai!

Ma adesso dormi.

Ti prometto che ci rivedremo presto!

In qualità di Hokage impedirò a bambini nati sotto una cattiva stella, proprio come noi due, di soffrire come c’è toccato. Lo faccio per te, Sasuke, fratello mio! E’ solo merito tuo se ho scoperto in me una forza che non conoscevo, mi hai dato una ragione di esistere fino ad ora ed adesso che ho compiuto ciò che era nei nostri piani, ora che è stata fatta la tua volontà le permetterò di perdurare e di risuonare forte e chiara dentro le mura del nostro villaggio, del mio villaggio, del tuo villaggio.
Oh, ma non starò ancora per molto qui a impedirti di raggiungere il paradiso che non hai mai sognato.

Sasuke…

Va per la tua strada!

Addio.



Sul viso stremato dal combattimento smisero di cadere calde gocce di tristezza liquefatta. Il nostro Naruto era l’uomo più forte e coraggioso che il mondo ninja avesse mai visto, di quelli che non si affidano esclusivamente alla spada, ma che sanno riconoscere il peso e l’importanza delle parole. Per questo motivo aveva deciso di lasciare l’amico con rispettose parole di rispetto per un nemico valoroso.
Ora che aveva sconfitto le emozioni che tentavano di impossessarsi del suo viso sapeva che avrebbe dovuto portare via quel corpo tanto amato per permettere ai colleghi di accertarsi della morte e dell’identità del ninja traditore, tuttavia sentiva forte nella sua anima il desiderio di lasciare il ragazzo in un luogo più appropriato, di impedire a chiunque di toccare le sue membra disfatte, se non lui stesso, il suo crudele assassino.
Tanti uomini aveva ucciso, perché questa differenza di emozioni, allora? “Un ninja non deve mai lasciarsi coinvolgere emotivamente”, ecco perché Sakura non aveva potuto accompagnarlo, come lei invece desiderava, ecco perché non stava bene che lui si sentisse in colpa per aver sconfitto la minaccia alla pace della sua patria… Viaggiando tra questi pensieri si sentì profondamente come un traditore, al pari di quel uomo che era giusto che perisse.
No. Naruto Uzumaki, figlio del quarto hokage Minato Namikaze e della precedente forza portante della volpe a nove code, Kushina Uzumaki, quel Naruto Uzumaki che aveva sconfitto molti dei membri dell’organizzazione più spettrale che s’aggirava per i meandri del globo, quel Naruto Uzumaki che era in procinto di divenire il prossimo hokage nonché il più grande di tutti i tempi, quel Naruto Uzumaki che aveva ucciso il suo migliore amico per la salvezza del villaggio non era affatto un traditore! Sasuke desiderava la morte, glie lo aveva letto negli occhi: quella disperazione, quella follia che andava man mano facendosi strada tra le sue viscere ed in mezzo ai suoi organi vitali. Gli aveva donato la vita con la morte, una vita nuova in cui potersi riscattare e dimostrare che c’era qualcosa di più importante della mera vendetta.

Il biondo lasciò perdere i suoi pensieri impuri di ribellione e lasciò infine la valle del dolore represso, che s’era liberato quella notte con il temporale. Con il corpo esanime dell’ex-compagno ben caricato sulla spalla destra e col volto fiero di un vero eroe si caricò per saltare poi sulla fronda dell’albero più vicino alla sua rampa di lanciò, e così via, dentro il bosco attraverso le foglie verdi di speranza, la speranza di una redenzione dopo la morte.
Corse veloce da un ramo all’altro, guadagnandosi la fama di figlio del Lampo Giallo, fino all’accampamento dei suoi compagni di squadra.
La bella Sakura si concesse al pianto non appena vide colui che aveva tanto amato ed allo stesso tempo odioato defunto davanti ai suoi occhi, il glorioso Kakashi aiutò il giovane Naruto a trasportare il suo vecchio discepolo prediletto, la nuova matricola, Sai, ormai iniziava a capire cosa volesse dire la tristezza, imparando a distinguerla dal senso di giustizia.

Ma il nostro eroe sorrideva, in mezzo a tutta quell’angoscia. Ripensava alle promesse fatte alla persona per lui più importante al mondo, che sarebbe rivissuta in quelle e nel suo cuore dolorante. Sasuke finalmente era riuscito a trovare la pace e se la sarebbe goduta, finché un giorno sarebbe giunta anche l’ora del suo migliore amico e si sarebbero ricongiunti, sulle rive di un lago celeste, e per mano si sarebbero giurati amicizia eterna.

Ora mancava solo Madara e poi la pace, quella che Sasuke avrebbe dovuto vedere con occhi vivi, ma che avrebbe visto comunque tramite lo sguardo blu del sesto hokage del Villaggio della Foglia, il suo fratello della Foglia.



Possa tu, e così tutti noi, raggiungere la pace!
Vivrai per sempre nei nostri cuori, fratello mio.

A presto.
  
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