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Autore: BlackPearl    17/09/2011    13 recensioni
Lui è Johnny Depp.
Lei è la sua anima gemella.
Loro sono Cupido.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui è Johnny Depp.
Lei è la sua anima gemella.
Loro sono Cupido.





Capitolo uno - Fay McAdams



«Un attimo, un attimo, CALMATEVI PER L'AMOR DEL CIELO!»
In un nanosecondo la hall dell'Artemis Hotel diventa più silenziosa di un mortorio. Dieci ragazze deglutiscono all'unisono e Bob Earring, impiegato alla reception, tira un sospiro di sollievo.
«Allora, signorine, potete mostrarmi i vostri documenti di riconoscimento? UNA ALLA VOLTA.» Vedo la vena a forma di "v" che gli pulsa furiosamente sulla fronte e mi faccio avanti con la mia carta di identità.
«Sì, ma non c'è bisogno di agitarsi tanto.» Dico, guardandolo dritto negli occhi. Lui mi rivolge uno sguardo forse un po' mortificato, per aver fatto una tale scenata in pubblico. Magari è stressato e magari noi stavamo facendo davvero tanto casino, ma insomma, un po' di contegno, no? Dunque sì, avete letto bene. Sono in gruppo con le nove scapestrate alle mie spalle, le quali fremono e scalpitano perché è il nostro primo incontro e perché siamo qui a Los Angeles per vedere Johnny Depp. Suona un po' megalomane come cosa, in effetti, ma ogni dettaglio sarà rivelato a tempo debito.
«Va bene, la prossima?»
Le ragazze si sono acquietate un po' e ora scorrono una dopo l'altra davanti al bancone per mostrare al diligente Bob i loro documenti. Christine mi si avvicina, con un sorriso che le parte da un orecchio, vaga per tutto il corpo e arriva all'altro.
«Non. Fiatare.» Le dico. So già che appena aprirà bocca inizieremo a saltare e a urlare come due pazze scalmanate, per cui è meglio aspettare di essere in camera.
«Ma tu ci credi?» Mi dice sottovoce, con le guance piene di risate isteriche che minacciano di uscire perfino dalle orecchie. Annuisco e do un'occhio alle due piccole del gruppo, Allison e Ophelia, che insieme a Nicole, più grande di loro di un anno, si apprestano a registrare i loro nomi. Joy è al telefono col suo ragazzo e sprizza cuoricini svolazzanti da tutti i pori. Sospiro, gustando il pensiero di queste due fantastiche settimane che ci aspettano. Spero davvero che ne valga la pena, anche se già essere qui tutte insieme è un traguardo inimmaginabile.
«Ecco le vostre chiavi.» Sfiata infine Bob, porgendoci due chiavi dorate nuove di zecca alle quali sono agganciati i numeri 242 e 243. Tenendo conto che l'albergo in tutto ha 250 camere dobbiamo essere capitate all'ultimo piano, dove ci sono le suite. Possibile?
«Avevo programmato di darvi la 91, la 92 e la 93, ma qualcuno qui ha fatto casino con le prenotazioni e ora ho dovuto sbarcarvi all'ultimo piano in due camere più grandi, spero non vi dispiaccia.» Dice, dopo aver rifilato un'occhiataccia al ragazzo accanto a lui, forse il suo assistente o qualcosa del genere.
«Ci accontenteremo.» Dice Avril, col sopracciglio alzato di chi è un tantino infastidito dal disguido, ma negli occhi le leggo uno sguardo ironico. Brava, prendilo in giro e fatti valere!
Tutte eccitate corriamo verso gli ascensori con le nostre chiavi in mano, e ci stipiamo in due di questi, grandi come la mia camera a New York, trascinandoci dietro le valigie enormi.
«STATE ZITTE O CONSUMERETE L'OSSIGENO!» Strillo, zittendo di colpo Christine, Rachel, Jenna e Dakota che sono qui con me. Se non lo sapevano l'hanno scoperto adesso, che ho paura degli ascensori. Mi guardano interrogative e quasi offese, per il modo in cui ho urlato disperata. Nel frattempo, siamo arrivate all'ultimo piano.
«E' Hitler pure da vicino, non c'è niente da fare.» Dice Jenna, scuotendo la testa con un sorriso. Ci siamo conosciute grazie a Johnny, su un sito internet di fanfiction. In seguito ho creato un gruppo su facebook, per loro e le mie storie, che ci ha legato irrimediabilmente. Abbiamo scritto storie su di lui, parlato di lui, pensato a lui, abbiamo abusato di lui col pensiero tutte insieme. E poi è arrivata la notizia del nuovo film, girato a relativamente pochi chilometri da noi, che abitiamo chi nel Maryland, chi a New York, chi nel New Jersey. Neanche a farlo apposta, abbiamo pubblicato tutte la notizia nel gruppo, pregando le altre di intraprendere il viaggio con noi. In più capitava nel periodo estivo, quindi non avrebbe dato problemi a chi lavorava o a chi andava ancora a scuola. L'occasione ci era stata servita su un piatto d'argento. Tornando a noi, e dunque a Hitler, questo soprannome mi è stato affibbiato dal mio comandante in seconda, Christine - soprannominata poi Mussolini - che prendeva in giro i miei modi un po' dispotici e talvolta intransigenti. Ma mi volevano bene lo stesso.
Le stanze 242 e 243 sono ovviamente adiacenti ma non disponibili, almeno non entrambe. Una donna delle pulizie esce da una delle camere e ci chiede scusa per il disagio: «Finirò di pulirla in un attimo, devo cambiare solo lenzuola e asciugamani. Potete aspettare nell'altra camera, nel frattempo.»
Noi ringraziamo e ci infiliamo tutte in quella che sarà la mia camera, che condividerò con Christine, Allison, Rachel e Jenna.
«Vi va bene questa divisione? Così siamo miste, piccole e grandi insieme. Che dite?» Le ragazze annuiscono e iniziamo a saltare sui letti. La camera ha due stanze separate: una con un letto matrimoniale e l'altra con tre letti singoli. Il bagno è unico ma è abbastanza grande, con una vasca idromassaggio e due lavandini.
«Benediciamo Dio per l'errore del tizio alla reception, perché questa camera è bellissima!» Dice Joy battendo le mani, seguita a ruota dalle altre che evidentemente concordano. Ci lasciamo cadere tutte e dieci sul letto matrimoniale e dopo un cozzare di teste, gomiti e quant'altro riusciamo a trovare pace.
«Ragazze.» Esordisce Christine dopo un attimo di silenzio.
«Eh.» Rispondiamo in coro io e Nicole.
«VEDREMO LO ZIO!» E di nuovo tutte a urlare come matte. Ci cacceranno prima di sera, lo so.

La mattina seguente ci prepariamo ad andare sul set. A colazione Avril e Rachel, le più grandi del gruppo, ci dicono che hanno letto che le riprese non inizieranno prima di domani. Christine e io ci guardiamo e alziamo le spalle, per noi è uguale. Oggi possiamo andare a fare un giro per i negozi, siamo contente lo stesso. Le piccole invece - Nicole, Allison e Ophelia - sembrano pensarla diversamente.
«E se iniziano oggi?! Andiamoci lo stesso, dai!» Si lamenta Ophelia, saltellando sulla sedia. Guardo le altre e alzo le sopracciglia, in cerca di altri pareri.
«Va bene, ma se non c'è ce ne torniamo immediatamente qui e andiamo a fare shopping!» Ordina Christine, che ormai mi legge nel pensiero.
«Ben detto, Benny.»
Come predetto da Avril e Rachel, il luogo del set è completamente sgombro, salvo delle transenne che ne delimitano i confini. Per il resto, non c'è un'anima viva. Scocco un'occhiata fulminante a Ophelia e Allison che mantengono lo sguardo basso e colpevole. Vabbè, non abbiamo fatto chissà quale trasferta, ma è pur sempre una perdita di tempo. Prendiamo armi e bagagli - ovvero macchine fotografiche, taccuini, poster e quant'altro - e ci prepariamo per una giornata di follie.
Iniziamo da Rodeo Drive, con le sue boutiques esclusive e tanto care da farti cadere le braccia solo a guardare le vetrine. Poi scendiamo a Beverly Hills, dove i prezzi continuano a salire ma i negozi sono da sbavo - e noi entriamo apposta a provarci capi che non potremmo permetterci mai, ma solo nei negozi dove non c'è il portiere - e infine a Downtown, dove i prezzi sono più accessibili. Entriamo da H&M, Forever 21, Abercrombie e infine Gap, dove Christine insiste per provarsi un vestito stupendo: rosso, senza spalline, con dei ricami al bordo superiore e inferiore... una favola.
«Cioè, ho preso la 14, possibile che non si chiuda?!» Entro nel camerino e la aiuto a tirar su la cerniera che diventa dura sul seno.
«Per forza, hai le tette più grandi del mondo!» La sfotto e lei sospira appena quando riusciamo a chiuderlo.
«Ora capisco Elizabeth Swan e il suo vestito del cacchio. Devo prendere la 16 mi sa... anzi, la vengo a provare con la fascia per il seno che magari mi dà meno fastidio...»
«Fay! Vieni a vedere queste scarpe!» Sento la voce di Jenna che mi chiama e lascio aperta a metà la zip di Christine, che mi dice di poter fare da sola. Mentre mi avvicino alle ragazze, urto l'unico commesso etero del negozio - un figo stratosferico - e senza pensarci troppo mi infilo tra Ophelia e Nicole che ammirano un paio di sandali col tacco alto semplicemente meravigliosi. Devo farli vedere a Chris!
E' questione di un secondo.
Mi dirigo verso il camerino e, troppo tardi, vedo il commesso figo che apre la tendina di Christine e sgrana gli occhi prima di richiuderla di nuovo.
«Scusa scusa scusa, ho bussato e tu non hai risposto!» Le dice, ridendo, e lei dal camerino risponde isterica: «Ma non ti ho sentito! E poi questa è una tenda, dove cacchio bussi?!»
Lui ride e continua a scusarsi. «Comunque è stata una bella visione!»
Oddio. Sono morta al posto suo.
Mi avvicino al commesso e lo spingo appena per farmi passare. Entro nel camerino e vedo Chris di fuoco che si sveste borbottando qualcosa di poco udibile e sicuramente non ortodosso.
«Che figura di merda!» Esce dal camerino verso le altre col viso dello stesso colore del vestito e incrocia il commesso che le chiede ancora scusa. Lei alza la mano in un gesto distratto e mi spinge fuori dal negozio. Solo allora riprende fiato.
Dopo aver sommariamente raccontato l'episodio alle altre, decido - perché sono il Boss e io posso - di andare a vedere la Walk of Fame. Tutte eccitate ci dirigiamo verso la famosa Hollywood Boulevard; appena troviamo la stella dello Zio quasi ci buttiamo a terra a baciarla.
«Guardala quant'è bella!» Strilla Ophelia sedendocisi accanto per farsi una foto. Una dopo l'altra ci sediamo tutte, e perdiamo minimo tre ore a guardarle tutte e a fotografarne almeno la metà. Infine, stremate e sporche di polvere ci buttiamo in uno Starbucks.
Al nostro ritorno saliamo in camera per prepararci per la cena e io sono la prima a infilarmi nella vasca.
«Ho faticato più di tutte oggi!» Urlo, quando sento le proteste delle altre. Davvero, sono stata sempre davanti a chiedere indicazioni, guardare cartine, mappe e Gps, sono entrata in almeno cinquecentomillantanove negozi e ora ho i piedi che fumano.
Dopo la doccia rigenerante, esco avvolta da un asciugamano e Christine si fionda verso il bagno trascinandosi Rachel che le si è appesa al braccio. Ridacchio e apro l'armadio. Sono talmente stanca che scenderei in pigiama, ma per non fare la figura della barbona scelgo una camicetta bianca e una minigonna nera. Comoda e semplice. Sotto rigorosamente delle ballerine o rischio l'ammutinamento dei miei piedi.
«Sembri una cameriera, ti manca solo il cravattino nero.» Mi sfotte Jenna dal balcone, con la solita sigaretta in bocca. Fuma come una ciminiera e fa venire le crisi isteriche a Christine che sta cercando di smettere. Noto che Rachel ha ceduto a quest'ultima il posto in bagno e ora è al cellulare col suo fidanzato. Sospiro contagiata dal suo sguardo innamorato e penso a Steve, il mio ragazzo da circa sei mesi. E' una storia un po' complicata, dato che lui vive in Canada, ma ci stiamo provando. Stasera dovrei chiamarlo, visto che stamattina ero troppo impegnata a dissuadere le pargole dall'andare sul set.
Dopo un'ora e mezza - record! - siamo tutte pronte per andare a cena. Joy e Dakota scendono a braccetto cincischiando tra loro, Ophelia e Allison contano quante foto devono farsi con Johnny, e il resto di noi è semplicemente troppo assonnato per pensare a qualcosa di sensato. Mi siedo al tavolo e mi verso un bicchiere d'acqua frizzante. Un guizzo di piacere mi attraversa lo stomaco al pensiero che domani vedremo Johnny. Proprio lui, lui in persona!
«Se non me lo fanno toccare giuro che torco le palle a tutti i bodyguards.» Borbotto, raccogliendo il consenso delle altre che pianificano strategie di guerra e poi ovviamente fantasticano su cosa potrebbero fargli una volta agguantato a dovere.
«Io lo legherei al letto per analizzare i tatuaggi. O anche no. Secondo me senza Vanessa è uno che si dà da fare...» Annuisce Rachel con sguardo sognante e perso nel vuoto. Manca solo il rivolo di bava a completare il quadretto.
«Io me lo porterei a casa e me lo farei su ogni fottuta mattonella!» Interviene Chris, beccandosi nove occhiate complici. Otto e mezzo, va. Questi discorsi mi mettono sempre un po' in allerta, sembro essere l'unica con la testa in testa qui dentro!
«Ma io mi accontento anche di un bel bacio, cioè, mica mi fa schifo...» Commenta Joy, alzando le spalle.
«No, siamo d'accordo che nessuna si sbilancerà con manifestazioni d'affetto. Ricordate?» Cerco di riportare l'ordine prima che inizino a sbarellare. Loro sbuffano e annuiscono.
«Ma perché, un'orgia non ti piace?» Dice Jenna con un sorrisone. Christine la appoggia ridendo come una pazza.
«Ti ricordo che ci sono le minorenni.» Le indico con lo sguardo e loro mi rispondono con una linguaccia. «E poi chi lo sa se lo Zio ce la fa ancora... con tutto il rispetto per il Principe Albert, è ovvio.»
«E che sarà mai, al massimo qualche pasticca blu e passa la paura!» Fa Nicole, semplice e diretta come al solito. Scoppiamo a ridere, attirando l'attenzione dei camerieri e degli altri presenti in sala. Ci zittiamo con ancora il sorriso sulle labbra, solo perché non vogliamo essere mandate via a calci o ne andrebbe del nostro piano per il rapimento di Johnny.
Una volta terminata la cena, ci ritiriamo nelle nostre stanze e ci affacciamo ai rispettivi balconi che danno sulla via principale. La brezza serale ci scompiglia i capelli portandosi via anche qualche traccia di stanchezza. Improvvisamente mi sento capace di fare follie. E l'occasione non tarda ad arrivare.
«Oh, guardate che macchinone!» Allison, sveglia e pimpante come se avesse passato la mattinata in una beauty farm e non in giro per Los Angeles, indica una Mercedes scura e tirata a lucido.
«Chissà chi è il riccone di turno che deve sparare le pose...» Commento schioccando la lingua, lingua che mi cade a terra quando l'autista apre lo sportello dell'auto e lui ne esce dopo qualche istante. Sui balconi, nessuna osa fiatare. Oh mio Dio.
Neanche ci fossimo messe d'accordo, usciamo tutte dalle stanze e ci fiondiamo sul pianerottolo a guardare giù nella hall. Dalla cassa delle scale riusciamo a intravedere un Johnny visibilmente incazzato che dice qualcosa a Bob della reception e si appresta a salire con l'ascensore. Fissiamo l'ascensore dal nostro piano come se potesse esplodere da un momento all'altro.
«Ragazze, mi sa che non è educato stare qui ad aspettarlo.» Borbotta Rachel, timorosa.
«Aveva una faccia che sembrava Sweeney Todd e Scream messi insieme!» Mormora Joy, sbattendo le lunghe ciglia.
La luce che si avvicina al nostro piano ci fa capire che l'ascensore sta per fermarsi, quindi entriamo tutte silenziosamente in camera e lasciamo la porta socchiusa per sbirciare. Un Johnny Depp come non l'avevamo mai visto ci passa davanti a passi svelti e pesanti, borbottando qualcosa tra sé, e impreca quando non riesce a infilare la chiave nella serratura della sua suite al primo colpo. Quando finalmente ci riesce, entra dentro e sbatte la porta così forte che tutte e dieci saltiamo come grilli.
«Oh Signore.» Christine.
«Ma quello è Jo-Jo-Jo... - tiro uno schiaffo a Jenna e lei si sblocca - JOHNNY DEPP!»
«Dammi un pizzico! E' appena entrato lì davanti!» Rachel.
«E' incazzato nero!» Allison.
«Sì, ma è appena entrato lì davanti!» Pausa di Rachel. «Secondo voi è incazzato o è proprio così?»
«Se è davvero così gli infilo il posacenere nel didietro!» Nicole.
«Adolph, hai detto che volevi fare follie, perché non vai a origliare?» Christine mi dà di gomito e le altre annuiscono e mi spingono fuori.
«Ma siete impazzite?!» Urlo in un sussurro, e proprio in quel momento la porta della suite di Johnny si apre e contemporaneamente quelle delle nostre due camere si chiudono. Deglutisco a vuoto e mi volto verso la mia camera dopo aver incrociato il suo sguardo di fuoco.
«TU!» Johnny Depp punta il dito contro di me e mi guarda senza l'ombra di uno sguardo amichevole. «Portami una bottiglie di vodka e una di Jack Daniel's, SUBITO!» E rientra nella sua stanza sbattendo di nuovo la porta.
La mia mascella ormai tocca la moquette del corridoio. Le porte delle stanze si aprono dopo qualche minuto e ne escono nove ragazze impazzite che mi chiedono cos'abbia detto. Entro in camera e prendo il portafogli di Rachel. Senza fiatare, mi infilo in ascensore e scendo in cucina, dove esibisco il codice fiscale che attesta i "miei" ventidue anni e chiedo le due bottiglie che porto in ascensore con un ghigno sadico e a tratti scazzato. Le ragazze mi aspettano in camera, tutte insieme, e si alzano contemporaneamente quando entro da loro.
«Vuoi ubriacarti?» Chiede Dakota con sguardo interrogativo.
«Johnny Depp mi ha scambiato per una cameriera e mi ha ordinato di portargli dell'alcool.» Spiego, con un diavolo per capello.
«Allora avevo capito bene...» Dice Avril, sconvolta.
«Ma sputagli nella bottiglia, che stronzo!» Rachel sta già per strapparmela di mano e farlo lei stessa, ma io le zittisco tutte e spiego loro cos'ho in mente.

Due minuti dopo, sto bussando alla porta della camera di Johnny Depp.
Dieci secondi dopo, lui mi apre in mutande, e si trova davanti dieci ragazze arrabbiate. O meglio, un paio sono quasi svenute e una sembra aver visto le porte del Paradiso, ma tutto sommato siamo abbastanza compatte nel pensare che mi abbia trattata da stronzo.
«Cos-»
Non gli do nemmeno il tempo di fiatare che mi fiondo in camera e mi porto dietro il codazzo papale.
«Okay, stammi bene a sentire, Johnny Depp.» Inizio, racimolando non so dove il coraggio e la faccia tosta. «TU sei un essere umano, non puoi trattare la gente come feccia, DEVI mostrare rispetto anche se occupano una posizione inferiore alla tua e anche se hai avuto più disgrazie di Giobbe in persona, non mi importa NIENTE, hai capito?! E NON SONO NEMMENO UNA CAMERIERA!» Mi fermo, col fiatone. Lui mi guarda sconvolto. «Le bottiglie te le ho portate ma non te le scolerai tutte da solo, neanche per sogno. Tu forse non ci tieni al tuo fegato, ma noi sì, cazzo.» Termino il mio sermone e aspetto una risposta a braccia incrociate. Johnny sbatte le palpebre e guarda la porta che è ancora mezza aperta.
«Ti conviene chiuderla quella mi sa.» Interviene Jenna, sedendosi sul letto accanto a me.
Mi schiarisco la voce e riprendo la parola: «E ora... dove sono i bicchieri?»


Benissimo, siore e siori, benvenute nella nuova follia targata BlackPearl & Co. Eh sì, perché questa sarà una fanfiction mai vista prima, una fanfiction a ben venti mani. Come avete fatto?, Chi sono queste venti mani?, direte voi. Le venti mani appartengono a dieci ragazze, me compresa, che ho conosciuto meglio attraverso il gruppo che ho creato su Facebook. Insieme abbiamo deciso di buttarci in questa avventura ed eccoci qui. Dunque, di seguito trovate la lista delle ragazze coi rispettivi nickname su Efp. Ognuna di noi scriverà un capitolo, il cui punto di vista sarà indicato nel titolo.
Ecco la lista, siamo divise in due gruppi secondo la divisione nelle camere d'albergo:
BlackPearl - Fay McAdams (19 anni)
Christine_ - Christine Thompson (20 anni)
Sh_NT - Allison Parker (15 anni)
Cocchi - Rachel Jackson (22 anni)
June_ - Jenna James (17 anni) 

Cohava - Ophelia Williams (15 anni)
Nihal_11 - Avril Smith (22 anni)
Alan_McStarlenson - Dakota Miller (17 anni) 
Ireth_Mezzelfa - Joyceline (Joy) Mattress (18 anni)
maccioccafrancesca - Nicole Caulfield (16 anni)
Scriveremo seguendo quest'ordine, quindi il prossimo capitolo sarà scritto da Christine_, secondo il punto di vista del suo omonimo alterego.
Vi invito anche a sbirciare i profili delle ragazze, ci sono diverse fic interessanti da seguire! :)
Questo è quanto, spero che la storia vi piaccia, perché noi ci stiamo divertendo un sacco a scriverla. E, ovviamente, chi vuole entrare a far parte del gruppo è sempre ben accetto!
Un bacione,
Sara.
   
 
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