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Autore: chaska    17/09/2011    3 recensioni
Come ad un preciso quanto inconscio comando si staccava dal mondo reale, per dare una sbirciata in un qualcosa di strano e tanto grande. Era come un palco, un grande palco vuoto e pieno di colori, dove con uno sbuffo di fumo rosa apparivano così tante figure da farlo confondere.
E allora appariva un cavaliere dall’armatura scintillante, con una grande piuma sull’elmo che buffa oscillava ad ogni minimo sussulto della testa. Si guardava confuso quanto lui, in quel palco dove non c’era nessuno tranne lui, non capendo cosa ci facesse lì tutto da solo. E allora appariva, appariva un altro cavaliere che partiva alla carica contro l’eroe.
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è che le fiabe dicono ai bambini che esistono i draghi, no!
I bambini che esistono i draghi lo sanno già da soli.
Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.

 

A volte, quando stava seduto sulle sue ginocchia con gli occhi sognanti e la bocca aperta per lo stupore, a volte Alfred si staccava dalla realtà.

Allora semplicemente dimenticava di guardare i suoi occhi che brillavano come le stelle fuori dalla finestra, dimenticava la sua voce eccitata che gli riempiva la testa, dimenticava tutto, pure se stesso.

Come ad un preciso quanto inconscio comando si staccava dal mondo reale, per dare una sbirciata in un qualcosa di strano e tanto grande. Era come un palco, un grande palco vuoto e pieno di colori, dove con uno sbuffo di fumo rosa apparivano così tante figure da farlo confondere.

E allora appariva un cavaliere dall’armatura scintillante, con una grande piuma sull’elmo che buffa oscillava ad ogni minimo sussulto della testa. Si guardava confuso quanto lui, in quel palco dove non c’era nessuno tranne lui, non capendo cosa ci facesse lì tutto da solo. E allora appariva, appariva un altro cavaliere che partiva alla carica contro l’eroe.

-Non voglio un altro cavaliere. Voglio un drago!

Un attimo di esitazione, un attimo che i due eroi ricoperti da scintillanti armature colsero al volo, rimanendo immobili nelle loro scomode posizioni. Un solo attimo e il secondo cavaliere sparì con un puff! con dell’altro fumo colorato, e al suo posto comparve un drago! Un drago di quelli grandi e con le ali spalancate, i denti enormi e fin troppo sporchi, di quelli che fanno una puzza tremenda.

E allora il cavaliere rimasto lo guardava serio, con un ghigno di rabbia sulla faccia mentre estraeva la magnifica spada che portava sempre al fianco, bella e luminosa sotto la luce del palcoscenico, la spada di un vero eroe. E allora cominciava a correre, con la piuma che ballava al ritmo della sua corsa, e l’acciaio brillante cozzava contro le squame verdastri e gli artigli possenti.

L’eroe combatteva fino allo stremo delle sue forze, ma alla fine la sua spada trovava il sangue del cuore della bestia, e l’incontro finiva così come doveva, con l’eroe che trionfava su tutto e tutti.

 

-E poi?

-E poi l’eroe andò a letto.

L’eroe e la fidata spada svanirono nel fumo colorato, così come il drago ormai morto. Tutte le luci si spensero, e sul palco calò un buio desolante.

-No! Per favore, un’altra storia, solo un’altra!

Il buio tentennò un attimo, come se fosse indeciso se andare al bagno o meno. Poi improvvisamente le luci colorate lo inondarono una seconda volta.

Stavolta però non vide nessuna armatura luccicante o strane bestie, stavolta il palco venne sommerso da alte onde, mentre l’acqua ricopriva tutto il legno che prima faceva da pavimento. E mentre due luci si riversavano su quelle strane onde capricciose, comparirono due enormi navi, con il legno decorato, con splendide sirene che sembravano cantare, scolpite sulla prua e con neri cannoni che sbucavano dai lati.

Dopo l’apparizione di quelle magnifiche navi ci furono altri due sbuffi di fumo rosa, e dal nulla comparvero due pirati, ognuno sulla propria ammiraglia.

Si guardavano in cagnesco quei due combattenti del mare, l’uno con scarmigliati capelli castani e con grandi occhi verdi, l’altro con una benda nera su un occhio, mentre l’altro era chiaramente verde, e con i capelli biondi non meno scarmigliati dell’altro pirata.

Non c’era dubbio su chi fosse l’eroe, le grandi sopracciglia del biondo non lasciavano spazio all’immaginazione. E poi non c’era tempo per pensare! Subito i cannoni sibilarono facendo un rumore insopportabile, mentre i due pirati si scontravano a suon di spada. Non erano però come la spada del cavaliere di prima, erano più piccole e parevano dei fulmini bianchi di quant’erano veloci.

 

-E allora? Allora?!

-Un grande capitano inglese non potrà mai perdere contro un cane spagnolo!

Sopravvisse una nave sola alla fine, mentre il biondo eroe inglese festeggiava la vittoria a gran voce, con un piede che gravava sullo stomaco del perdente.

Poi l’acqua cominciò a girare vorticosamente su se stessa, mentre ingoiava avida la bella nave con sopra l’eroe che ancora rideva e l’altro svenuto sotto i suoi piedi.

-E adesso a letto! Anche gli eroi devono riposare!

-Ma io non sono stanco, voglio sentire un’altra storia!

-Se fai il bravo domani ti racconterò una storia con un kraken.

-Un che?

-Ehm, e una con Re Artù?

-Re Artù e kracchen insieme!

E il palco scomparve, con le luci che si spegnevano lentamente, una dopo l’altra, e alla fine si sentiva solamente la risata sincera di un pirata inglese.

 

 

A volte, quando fuori pioveva e faceva davvero freddo, quando per pura casualità si ritrovava con un vecchio libro di antiche storie cavalleresche fra le mani, a volte Alfred ricordava.

Ricordava un passato vecchio di centinaia di anni, ricordava quei pochi minuti prima di addormentarsi, stretto fra le calde coperte del letto.

Ricordava come ancora cavalieri e pirati combattevano vorticosamente contro grandi bestie sconosciute. Ricordava come tutte quelle storie non lo abbandonavano nemmeno nel sonno.

Ricordava come ogni eroe che sognava avesse delle strane sopracciglia e grandi occhi che ricordavano degli smeraldi. Ricordava come Arthur fosse il suo solo eroe.

-Sarò un eroe!

Ricordava che sin da piccolo aveva quel profondo desiderio che gli torturava il cervello.

-Proprio come Artù!

Ricordava il sorriso di Arthur quando gli leggeva quelle storie, quando accarezzava il bordo di quei libri che così tanto amava, ricordava gli occhi smeraldini che si velavano di malinconia.

E ricordava il suo sorriso entusiasta quando gli raccontava tutte quelle antiche avventure, tutta la sua eccitazione nel ricordare qualcosa di così lontano che non aveva mai visto.

-Così quando mi vedrai sorriderai sempre Arthur!

Ricordava quel sorriso sincero che mostrava solo quando parlava di quegli eroi.

-Così sarai fiero di me!

Ricordava e ricordava e ricordava ancora. Alla fine lo era diventato, un eroe, vero?

E un sorriso giusto un po’ più triste delle sue solite risa gli si dipingeva sulle labbra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Post-it

Quella frase là all’inizio, è stato a causa sua che ho ideato questa storia. Fra l’altro, io adoro quella frase. Poi la canzone (che potete sentire cliccando sulla citazione stessa) ha contribuito molto, devo ammetterlo.

Beh…Alfred e Arthur. A parte che ho notato solo ora che il sopracciglione e il mitico re Artù hanno lo stesso nome °-° Comunque non avrei mai creduto di scrivere ancora su di loro. Che dire, mi stanno piacendo insieme, sia come coppia, ma ancora di più come rapporto fraterno, sono adorabili. Poi come potevo non citare Antonio xD

Eh beh, non ho nient’altro da dire, solo che le recensione sono graditissime, già *w*

Per il resto mi defilo gente!

Stay tuned people! chaska~

   
 
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