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Autore: Little Cookie    17/09/2011    2 recensioni
Per prima cosa vorrei fare una breve introduzione a ciò che sto per raccontare. Questa è sicuramente la prima volta che tento di mettere un sogno per iscritto, perché è stato quello che senz'altro mi ha colpita più di tutti. Innanzi tutto perché a tratti era confuso e talvolta ripetitivo e poi perché ha avuto un suo sviluppo e ne è uscita fuori una bella storia.
Non solo: con questo voglio parlare del mio amore per Steven Tyler e gli Aerosmith, perché li amo sul serio!!
Tutte le cose che ho scritto sono frutto della mia fantasia... anche se devo ammettere che parecche cose sono vere xD
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quella sfuriata, Steven era rimasto piuttosto imbronciato per la maggior parte del tempo, tanto da non permettermi nemmeno di parlargli. Grazie a Dio, però, si era calmato. Nonostante tutto gli rimasi accanto e tentai di farlo riflettere. Il mio cuore batteva all’impazzata e le parole mi rimanevano bloccate in gola: “Ste-Steven?”. Era lì fermo con la testa abbassata tra le mani. Al suono della mia voce la sollevò leggermente, guardandomi con la coda dell’occhio. Rimase immobile, senza proferire parola, così ritentai: “Hey, Steven” gli dissi poggiandogli una mano sulla spalla.
Improvvisamente mi afferrò la mano e mi guardò con espressione furente. Ero seriamente preoccupata e intimorita che mi mettesse le mani addosso o che comunque avrebbe combinato qualcosa di losco. Per mia fortuna non fece niente, ma quell’istante che sembrava non finire mai mi aveva terrorizzata.
Successivamente si alzò e andò a versarsi un altro bicchiere di Jack. Sentivo che qualcosa stava cambiando in Steven, era un presagio che non mi avrebbe abbandonata. Decisi di non creargli angoscia ed evitai di fargli pressione, così lo lasciai solo e uscii dalla stanza. Una volta varcata la soglia mi voltai per guardare verso di lui e lo notai mentre buttava giù il bicchiere tutto d’un fiato.
Che diavolo gli stava succedendo?
Il pomeriggio all’insegna dell’incontro con Joe si stava avvicinando ed io attendevo impaziente. Ero elettrizzata al massimo! Nel frattempo decisi di dare un’occhiata alla mail, ma poi pensai di lasciar perdere e di farlo più tardi dopo essere tornata dalla lezione con Joe.
Il tempo passò e le cinque si fecero vicine, così mi apprestai a prepararmi e a rendermi più presentabile possibile agli occhi di Joe. Proprio non riuscivo a fare a meno di schiodarmi la sua figura dalla mente. Era semplicemente perfetto e finalmente stavo per realizzare il mio sogno, ovvero riprendere a suonare il mio strumento preferito fin dall’infanzia con un grande maestro del Rock. Ne avrei senza dubbio tratto beneficio.
Alla fine optai per la scelta di dare una lettura ad una delle mie numerose riviste di musica e con mia grande felicità ce ne era una che parlava proprio di chitarre e chitarristi Rock e Metal. Tra questi venne menzionato proprio lui: Joe Perry e non potei fare a meno di leggere cosa c’era scritto. Mi soffermai con puntigliosa attenzione e una volta terminata la lettura presi una forbice e ritagliai quella parte dedicata a lui. Io ho sempre conservato tutte le riviste, ma per gli articoli che mi avevano interessata maggiormente avevo creato delle cartelle apposite affinché potessi tornare a leggerli e trovarli più facilmente.
Finalmente arrivarono le cinque! Era tutto il giorno che attendevo e adesso stavo per prendere la mia prima lezione con Joe! Mi diedi l’ultima sistemata e il suono del campanello mi fece sussultare: “Vado io!” risposi. Mi affrettai ad andare verso il citofono: “Sì?”. Ci fu un attimo di silenzio, che poi lasciò spazio alla voce allegra di Joe: “Hey, Miriam! Sono Joe! Che fai? Scendi?”. Presi un bel respiro e poi mi misi una mano sul petto prima di replicare, ma con mia grande sorpresa fui bloccata da Steven, che mi prese per il polso: “È Joe, vero?”. Io annuii e lui prese in mano la cornetta del citofono: “Joe! Vieni su, dai. Ti offro qualcosa”. “Beh, Steven. Vado abbastanza di fretta. Ho premura e devo portare a termine una cosa” ribatté lui. “Insisto, Joe. Fai un salto su” incalzò Steven. Joe esitò al principio, ma poi acconsentì: “Hmmm, d’accordo salgo. Però facciamo presto”.
Detto questo salì le scale e non appena giunse alla soglia della porta salutò: “Heeey! My friend!”. Si avvicinò a Steven e si scambiarono un caloroso abbraccio, poi volse lo sguardo verso di me e rimase a fissarmi per un po’: “Ciao, bella. Allora, sei pronta?”. Naturalmente non sto a descrivere l’espressione sul mio volto e come mi sentivo in quell’istante. Vi lascio immaginare… Ma perché tutte le volte che vedevo Joe la sua presenza mi intimidiva così? Mi bloccavo totalmente. Poi si vestiva sempre da Dio, infatti, non a caso veniva soprannominato Mr. Style. Sti cazzi se lo era! Lo era proprio! Era una statua: bello, ben fisicato, longilineo, armonioso, elegante. Per sintetizzare l’elenco azzarderei un solo vocabolo: perfetto. Anche la sua voce era molto calma e rilassante.
Una volta terminati i saluti, Steven ci accompagnò tutti a prendere qualcosa da bere. Inizialmente guardò me, ma era giusto che servisse Joe prima, così: “Joe, che cosa prendi?”. Si portò la mano al mento: “Hmmm, hey ce l’hai un po’ di birra? Ho voglia di qualcosa di fresco”. Steven annuì e tirò fuori una Guinness: “Tieni, eccola qui”. Gliela versò nel bicchiere, poi si rivolse a me. Oh cazzo!: “E tu cosa vuoi?”. Nel frattempo Joe sorseggiava dal bicchiere e ci guardava. “I-io bevo dell’acqua, grazie”. Alzò gli occhi al cielo, espressione che poteva avere una lunga serie di interpretazioni. Prese un bicchiere e ci versò dentro l’acqua, dopodiché me lo porse fissandomi negli occhi: “Grazie” risposi quasi mormorando. Steven chinò il capo poi intervenne di nuovo Joe: “Tu, Steven che bevi?”. Si grattò la testa e replicò: “Oh, già… Io mi faccio un buon bicchiere di vino. Sai, per richiamare le mie vecchie origini hehehe” ridacchiò. Joe sorrise e mandò giù l’ultimo sorso di birra rimanente. Poi si leccò le labbra e infine disse: “Ok, dai. Andiamo, Miriam. Ti aiuto a prendere tutto l’occorrente così lo carichiamo in macchina”. Steven ci guardò perplesso: “Come scusa? Di che occorrente stai parlando, Joe?”. Joe rimase leggermente sbigottito: “Come? Miriam non te l’ha detto? Viene da me per le lezioni di chitarra e questa è la prima”. Abbassai lo sguardo e potevo sentire il mio cuore che palpitava. Riuscii a scorgere lo sguardo inceneritore di Steven, che dopo aver strizzato gli occhi si morse morbosamente il labbro. Joe lo osservò preoccupato: “Tutto a posto, Steven? C’è qualcosa che non va?”. Scosse la testa: “No, no! Tutto ok, grazie. Andate pure, allora se no fate tardi”. Tese la mano all’amico, il quale fece altrettanto, poi si salutarono, mentre quando fu il mio momento andai verso di lui. Mi regalò un sorriso forzato e mi accorsi che si sentiva a disagio: “Ciao” mi disse freddamente. “Ciao, Steven” gli risposi di rimando. Presi quello che mi serviva e Steven ci accompagnò alla porta accomiatandoci ulteriormente per l’ultima volta e quando non fummo più visibili ai suoi occhi chiuse la porta.
Una volta usciti Joe mi mise il braccio attorno al collo e mi fece un sorriso raggiante. Dio, quanto era bello! “Sei pronta?” mi domandò. “Sì, certo!” risposi senza esitare. Anche se risultava tremendamente complesso stavo imparando a sciogliermi e ad essere particolarmente disinvolta con lui.
Joe mi aiutò a caricare la roba e una volta fatto montammo in macchina. Eravamo diretti verso il suo studio e giungemmo a destinazione dopo un po’ di tempo.
Dopo essere scesi ed aver sistemato e preparato tutto quello che ci serviva, ci rimaneva solo da cominciare la lezione: “Bene, a noi due adesso” mi disse Joe chiudendosi la porta dietro le spalle e sfregandosi le mani mentre mi si approssimava.





Ecco qui! Questo è Joe pronto ad iniziare il suo ciclo di lezioni.
Scusate si vi ho fatto attendere così tanto prima di aggiornare la storia, ma purtroppo ho avuto una serie di impegni che mi hanno impedito di farlo. Spero di essere più costante nel tempo. Ringrazio tutti coloro che mi seguono :)
Non dimenticate di continuare a farlo perché la storia si infittisce di mistero e di tanti colpi di scena!
Alla prossima!

Little Cookie

 

 
   
 
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