“Guarda le mie mani. Io volevo solo continuare a dipingere,anche se ti facevo male”.

Mi sono sempre chiesta “mani così piccole e delicate,cosa saranno mai in grado di fare?”.
Shuu da quando ho preso in mano la matita rossa che mi avevi comprato a quella fiera estiva, avevo capito. Mani così delicate possono utilizzare solo se stesse.
E lavorare con le mie sole mani voleva dire dipingere. Lo facevo così spesso e mi appagava così tanto, che ero diventata “la specialista delle pitture a olio”. Eppure se pensavo al futuro,  finivo per piangere, e per farmi venire la febbre: dipingere significava farti spendere dei soldi che nessuno avrebbe più reso. E io odiavo parlare di soldi. Così finivo per chiedermi “Ma perché non fai anche qualcos’altro? Perché non impari a fare qualcosa di diverso? Qualcosa che frutti di più che un disegno,qualcosa che lo aiuti”. 

“Guarda le mie mani, Shuu. Io volevo solo continuare a dipingere. Di strada ne esiste solo una”.

Ricordo che all’inizio lo dicevano tutti, e io non riuscivo a difendermi. “Il tuo futuro costruiscilo con le tue mani”.
Ma Shuu, io continuavo a chiedermi “Con queste mani così piccole e delicate, cosa mai potrò fare di utile?”.
Shuu quando tenevo tra le mani l’ultimo pezzetto di quella matita rossa e lucida che mi avevi regalato tu, continuavo a capire. Ed era una verità dalla quale non potevo fuggire.
Mani così delicate possono utilizzare solo se stesse. L’utilità non fa parte del mio mondo. È questa la luce che mi acceca.

“Shuu, guarda ogni curva, ogni linea di contorno delle mie mani, poi guarda la pelle. Toccala. E poi dimmi Shuu, mani così piccole e delicate non ti saranno mai d’aiuto.  Continuerai a perderti in quello che le mie mani creeranno e io non potrò salvarti. E non potrò darti niente in cambio. Nonostante ciò quando è sera mi ringrazi e vai a dormire. E adesso? La matita è finita e le mie mani servono ancora meno. Ti prego Shuu,tu continua a guardarle, così che anche io riuscirò a trovare in me stessa. Qualcosa di utile per te”.