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Autore: Lully_93    18/09/2011    2 recensioni
Sara e Paolo, due ragazzi, due migliori amici, sin dall'infanzia.
Paolo come regalo per aver superato un esame all'universita porta Sara a cena fuori e le da una busta contenete...due biglietti aerei per Malta.
Questo viaggio, intensificherà il loro rapporto e farà emergere sentimenti, che entrambi ignoravano.
Bhè non vi dico tutto, leggete e conoscerete la loro storia.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon giorno! Questa è la mia seconda fanfiction e ad essere onesta credevo di pubblicare un'altra InuKago e invece eccomi qui...
Con una storia completamente inventata! ^_^ per quanto riguarda la InuKago c'è da aspettare...
Bhè per ora vi lascio al capitolo.
P.s. A causa di impegni scolastici non potrò aggiornare la storia molto presto, quindi per ora vi lascio al primo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ne sarei felice.
Un bacio Lully.



Destinazione...Malta.
 
Mi svegliai grazie ai raggi di sole che filtravano attraverso la tenda, mi sentivo bene, riposata, mi alzai, e uscii  in giardino e notai che c’era un sole stupendo, che illuminava tutto, gli uccellini cinguettavano spensierati, era semplicemente una giornata perfetta, se non fosse che a distanza di cinque ore avrei dovuto prendere un aereo per andare a Malta, non che la meta mi dispiacesse, anzi ho sempre sognato di andarci, ma non l’ho mai fatto per colpa del mezzo di trasporto, che io ho sempre odiato!!
 Non ero mai stata su un aereo, ma ne avevo il terrore! E Paolo, il mio migliore amico, lo sapeva bene!
Ci conosciamo da quando avevo tre anni, e sappiamo tutto l’uno dell’ altra, ma nonostante tutto mi fece questo regalo, tutto per via di una scommessa, mannaggia a me quando l’ho accettata.
...

“Allora Sara, facciamo così se non passi l’esame, avrai il permesso di dirmi ‘Te lo avevo detto’   e puoi dare fuoco alla mia moto, se invece lo passi, anche con il  voto più basso, ti faccio un regalo che te non puoi rifiutare!”
“Oddio! Se hai messo in gioco la tua amata moto, sei davvero sicuro di quello che dici!”
“Si, esatto...e-ei lo sai che io amo moltissimo quella moto vero?!”
“Si lo so Paolo, tu ami troppo quella moto, sono gelosa, comunque affare fatto! Ma...aspetta che tipo di regalo?”
“Nah, è inutile che ci provi, tanto non ti dirò nulla, nemmeno sotto tortura!”
“Uffa, va be tanto sono tranquilla”
E invece, mi sbagliai, avevo passato l’esame e anche brillantemente, quindi quella sera Paolo, mi portò a cena fuori e mi diede una busta, con dentro...due biglietti aerei, per Malta.
Inutile descrivere la mia espressione, un misto tra  paura, orrore, shock, insomma... ero a dir poco terrorizzata!
“Mi dispiace... tutto tranne questo!”
“A non ci provare, un patto è un patto!” mi pungevano gli occhi, per la rabbia e perché le lacrime  facevano a cazzotti per uscire, come poteva farmi questo!
“P-perché?” Riuscii a sibilare.
“E dai sono sicuro che ci divertiremo!”
Lo sapeva, sapeva il motivo della paura che avevo nei confronti dell’aereo, perché non soffrivo di vertigini, ma del vuoto, e sapere che stavo a chissà quale altezza da terra mi uccideva.
 
Ma Paolo è testardo, quando si mette in testa una cosa è quella, quindi...
 
Quindi eccomi qua, pregando che il volo venga annullato.
“Buon giorno” lui ovviamente era di buon umore, la faceva facile, non era lui quello che rischiava di morire a venti anni per colpa di un infarto.
“ Giorno” non era assolutamente un buon giorno, almeno non per me.
“Certo Sara, che  potresti fare un sorriso”
“E’ facile per te, e poi sai com’è ho vent’anni, ho tutta una vita davanti,vorrei un giorno, sposarmi e avere una famiglia...se trovo un santo che mi sopporti tutta la vita...comunque non ho alcuna intenzione di morire oggi!”
“Alla faccia del pessimismo”
“Lo sai non c’è bisogno che precipiti l’aereo, posso benissimo morire d’infarto al gate o sopra l’aereo!”
“Tranquilla, non lo permetterò, è il mio regalo e dobbiamo divertirci...al massimo ti lascerò morire sul volo del ritorno!” e iniziò a ridere a crepapelle.
“Carino... dico sul serio!”
“Dai facciamo colazione e andiamo a vestirci, che al massimo tra un'ora dobbiamo essere fuori casa!”
“Va bene!” ma non andava affatto bene, era un completo disastro.
Paolo era più grande di me di due anni ed era il mio migliore amico,ma se fossi morta la mia anima lo avrebbe perseguitato in eterno.
Mi ha sempre aiutato, e quando dico sempre dico sempre. Sin da bambini, quando il rapporto con mia madre, non era dei migliori, quando non riuscivo a smettere di piangere lui c’era e facendo una delle sue battute sceme che mi tornava il sorriso, all’età di tredici anni mi ha addirittura aiutato con il trasloco, è si avevo deciso di andare a vivere con mio padre, ma questo non fu un problema per noi, anzi così abitavamo ancora più vicini. E poi quando lui aveva bisogno di me io c’ero perché era una persona buona, unica la mondo e non si meritava di soffrire in quel modo. Ora frequentiamo la stessa università, quindi abbiamo deciso di andare a vivere insieme, in un appartamento vicino alla sede, anche per dividere le spese.
Una volta fatta colazione vado al bagno, per lavarmi e vestirmi.
Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi resi conto che Paolo era entrato in bagno.
“Lo sai non vedo l’ora di salire sull’aereo, sono a...” ma non poté terminare  la frase perché gli tirai un asciugamano.
“Paolo esci immediatamente!” inutile dire che ero diventata rossa come un peperone, visto che avevo addosso solo l’intimo.
“E dai, quante storie, ti ho già vista nuda, e la stessa cosa vale per te”
“Si ma ti sfugge un piccolo particolare...avevamo nove anni”
“E dai non dirmi che ti vergogni del tuo migliore amico?”
“S-si!”
“Va bene come vuoi, avvisami quando hai finito” il cuore mi batte all’impazzata, e non riuscivo a capirne il motivo, non ho mai avuto un’attrazione fisica verso Paolo, ma evidentemente con il passare del tempo e il crescere... cercai di non pensarci ero già abbastanza stressata, per il volo, ci mancava pure questo! Mi vestii velocemente, mi truccai un poco, anche per mascherare il colore bianco-fantasma del mio viso.
“Paolo io ho fatto, se vuoi andare il bagno è libero”
“Grazie” rimase per qualche istante a fissarmi, mi guardai, per vedere se ero senza i pantaloni, o cose del genere.
“Paolo, che c’è? Perché mi stai guardando in quel modo?” arrossì.
“N-niente” si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia, rimasi di stucco, non per il bacio in se per se, ma per la sensazione che provai, quando le sue labbra si posarono sulla mia guancia.
“Sta tranquilla, il volo andrà bene, ti stai stressando inutilmente” e sparì nel bagno.
Non mi riconoscevo più, ogni volta che mi si avvicinava, il cuore impazziva, e arrossivo ogni volta. Non potevo...non potevo innamorarmi del mio migliore amico.
“Io sono pronto! Hai preso la valigia?”
“S-si, ho preso anche la tua andiamo?”
Durante tutto il viaggio in macchina ero tesa, speravo che a causa di qualche volere divino l’aeroporto fosse sparito e che al suo posto ci fosse solo un enorme cratere, ma speranza inutile venti minuti dopo lungo l’orizzonte si ergeva in tutta la sua bellezza, per modo di dire, la struttura. Parcheggiata la macchina entriamo in quello che era il mio inferno, il mio incubo, Paolo evidentemente notò la mia espressione e mi strinse forte la mano.
“Tranquilla! E poi  vedila da questo punto di vista, che tra un’ ora e mezza, sarai sdraiata a prendere il sole sulla bellissima spiaggia di Laguna Blue”
“Te lo ripeto per te è facile” La fila per passare sotto il metaldetector era allucinante, mezzora di fila, pazzesco. Il gate era già aperto quindi passammo e ci dirigemmo sull’aereo.
“O mio dio, mi sto sentendo male!” mi ero fermata, non riuscivo a fare un altro passo e non volevo farlo, stavo per tornare indietro ma Paolo mi stringe ancora di più la mano.
“Andiamo Sara, lo so che sei una ragazza coraggiosa, sei il mio mito!” detto questo si avvicinò e mi diede un bacio a stampo, e mi sorrise, era stato un bacio veloce, ma allo stesso tempo, romantico, in qualche modo, ma soprattutto tanto dolce, nello stesso momento in cui posò le sue labbra sulle mie fui attraversata da un brivido, e fu li che ebbi la conferma, si mi ero innamorata di Paolo, mi ero innamorata del mio migliore amico.
...
Ero praticamente un tutt’uno con il sedile, con la mano destra tenevo il sedile, e con la sinistra stringevo quella di Paolo.
“Signori e Signore, stiamo per decollare, quindi si prega di allacciare le cinture”
Noooooooooo, annullate il volo, c’è una bomba sull’aereo!’ ero praticamente in preda al panico, non sapevo come gestire la situazione, ero in preda al panico più totale.
“Okay Sara, ce la puoi fare è solo un’ ora di volo e poi sarai sulla spiaggia a prendere il sole!”
“Hai ragione, sono grande, e vaccinata...” ma appena sentii il motore accendersi, il panico vinse.
“No, non è vero non ce la posso fare!”
“Ehi, guardami”  Paolo mi prese il volto tra le mani, e non so come, ma  mi sentii subito meglio, era pazzesco l’influsso che aveva su di me.
“Non dire stupidaggini! Te lo ripeto sei forte, sei sempre riuscita a superare i problemi a testa alta, quindi non farti sconfiggere da una cosa così stupida” ma non ebbi il tempo di rispondere che l’aereo decollò e mi ritrovai spiaccicata al sedile, strinsi la sua mano talmente forte, che avevo paura di fargli male, ma lui sorrideva. Il volo sembrava essere eterno e  nella mia mente stavo facendo il conto alla rovescia dei minuti che mancavano e poi avrei avuto nuovamente la terra sotto i piedi.
“Ehi Sara, guarda, che meraviglia!” è si era veramente eccitato, avevamo sempre sognato di fare una vacanza noi due da soli, sin da quando eravamo bambini, e anche io lo volevo, ma speravo di farlo in treno, in macchina, a piedi, avrei preferito farlo anche  in triciclo, tutto, ma non in aereo.
“Non se ne parla, se guardo giù, mi sento male” non volevo guardare, anche se sapevo che il panorama era da mozzar il fiato,ma già faticavo a respirare, e poi volendo c’era il volo del ritorno, motivo di ulteriore stress!
Chiusi gli occhi e con tutta me stessa cercavo di non pensare, mi immaginavo a casa mia, rilassata, insomma sulla terra ferma e stava funzionando, sentivo i miei muscoli rilassarsi, ma aprii gli occhi immediatamente, perché eravamo entrati in una nuvola, no noi, ma quel cretino del pilota...
“Ma dico, con tutto lo spazio che c’è in celo, ma proprio dentro a questa nuvola doveva volare!”
“Ahahaha, sei troppo forte Sara!” era felice e se la stava spassando.
“Ma come fai a stare così tranquillo?
“Non lo so! E’ vero siamo a chissà quanti metri da terra, ma non mi spaventa, e poi...sono con te!” riuscivo a sentire il battito del mio cuore nelle orecchie.
“C-come?”
“Bhe, perché ti stupisci? Te l’ho detto pure prima, Sara sei il mio mito! Sei riuscita a superare tutto e quando dico tutto sai benissimo a cosa mi riferisco, il fatto che ora ti trovi qui su questo aereo non è nulla in confronto a quello che hai superato! Dico sul serio!” ero sorpresa, da quanto mi credesse forte, e forse era così, avevo paura di soffrire ancora e così tutto quello che mi era successo me lo ero tenuta dentro di me, lo usavo come corazza, oltre a Paolo c’era un’altra persona che sapeva del mio passato...
 
...

Quando vivevo con mia madre la situazione non era delle migliori...va bene era un inferno! Non facevamo che litigare e come se non bastasse si sfogava su di me quando era nervosa, e a volte ci dava giù pesante, schiaffi,calci, una volta è arrivata addirittura a rompermi un labbro, fino a quando non mi ero decisa a scrivere la parola fine chiamando i carabinieri. Chiesi l’affidamento al giudice e dopo quasi un anno, tra colloqui con assistenti sociali e giudice fui finalmente affidata a mio padre, e quello significò la mia rinascita. Ero sempre stata bene con mio padre, sin da bambina, quando i miei divorziarono ero triste, ma non perché il loro amore era finito, ma perché non potevo vedere mio padre tutti i giorni, e da questo punto di vista può sembrare egoista. Mio padre era il mio mito e lui quando mi vide con il labbro rotto si senti morire voleva tirarmi fuori da quell’inferno e portarmi via da mia madre. E ora sono felice, è vero il passato non si può dimenticare o cancellare con un colpo di spugna, perché ogni volta che ci provi ritorna sempre, ma ora so che non mi potrà più fare del male e questo mi aiuta a andare avanti. Con Paolo era ancora tutto più facile, mi era sempre accanto, un giorno mi presentò un’amica Carolina frequentava alcune lezioni con lui, all’inizio stavamo bene noi tre era un trio perfetto, mi fidavo di Carolina,un giorno stavamo studiano e mi ero incantata e lei mi sventolò la mano davanti gli occhi e in un secondo mi ero alzata e allontanata, si era spaventata della situazione, in quanto riteneva la mia reazione esagerata, mi scusai e le raccontai a grandi linee il motivo del mio comportamento, ma non le dissi tutto perché nonostante fossero passati anni era ancora doloroso, mi fidavo di lei...pessima scelta...non potevo fare sbaglio peggiore, dopo qualche mese Carolina stava sempre con Paolo, non che la cosa mi innervosisse, Paolo era il mio migliore amico quindi poteva uscire con chi voleva, ma ogni volta che c’ero io si girava dall’altra parte facendo finta di nulla e portandolo con se, decisi di affrontarla...altro sbaglio colossale, perché in quell’occasione mi vomitò tutto quello che le avevo confidato, ovviamente Paolo mi difese e le disse che doveva stare alla larga da noi, Paolo non se l’è mai perdonato si sentiva responsabile, cercavo di dirgli che non doveva, perché non era colpa sua, ma era un testardo. Finalmente dopo parecchio tempo,troppo, tempo tornò il Paolo di sempre, chiudendo il capitolo Carolina per sempre.
...
 
“Ehi! Terra chiama Sara!”
“...”
“Sara...tutto bene?” Paolo mi sventolò la mano davanti, ma piano.
“S-si scusa...stavo solo pensando”
“A cosa? Se ti riferisci al fatto che al ritorno vuoi nuotare fino alla Sicilia per poi prendere il traghetto e poi  il treno scordatelo, non te lo permetterò!”
“Sai in effetti non ci avevo pensato...no comunque non era a quello che stavo pensando!”
“Allora a cosa, lo sai che puoi parlare con me”
“S-stavo pensando...a...si...insomma...uffi...stavo pensando a Carolina” e come temevo si irrigidì immediatamente, Carolina  ha  usato le mie sofferenze e il mio dolore contro di me per ferirmi e  Paolo come al solito si è ritrovato a curare le mie ferite e rincollare i pezzi del mio cuore.
“Mi dispiace Sara, non sapevo che persona in realtà fosse...e...” si sentiva ancora in colpa per quell’episodio.
“Non ci provare, non è colpa tua”
“Si, però...”
“Non voglio sentire, nessun però, ma...solo di una cosa puoi sentirti in colpa...” immediatamente impallidì,
“Se morirò su quest’aereo, sei tu l’unico responsabile, e ti avverto che se non sopravvivrò il mio fantasma ti perseguiterà in eterno!” e come previsto scoppiò a ridere, quello che non avevo previsto era il bacio che mi diede, all’angolo della bocca, subito dopo.
“Sai sempre come farmi tornare il sorriso sulle labbra...Grazie”
“Ho avuto un buon maestro” e scoppiammo a ridere entrambi, perché ovviamente il maestro era lui.
Era talmente concentrata che non mi resi conto del tempo e finalmente si illuminò la spia della cintura.
E si sentì la voce dell’hostess “Signori e signore, l’aereo sta per atterrare, quindi siete pregati di allacciare le cinture, grazie”



 

  
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