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Autore: Occhi Cielo    18/09/2011    5 recensioni
Near. Scusami. Non sono mai stato giusto con te, e nemmeno con me stesso. Solo ora me ne rendo conto.
Quell'odio..quello che provo tutt'ora, è dovuto dal fatto che non ti potevo avere, che non ti ho mai potuto avere...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mello, Near | Coppie: Mello/Near
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Near,
non avrei mai pensato di poterti scrivere una lettera.
Francamente,  non era nemmeno mia intenzione farlo.  In tutta la mia vita non ne ho mai avuto il desiderio,  o anche solo la voglia di sprecare del tempo per scrivere qualcosa.  Soprattutto se era per te.
Ma ormai sono qui,  ho questa maledetta penna tra le dita e non riesco a fermarmi.  Forse perchè ho troppe cose da dirti,  cose di cui non sono mai riuscito a parlarti.
L'ultima volta che ci siamo visti ho quasi pensato di poterti uccidere.
Avevo quella pistola tra le mani e il grilletto era quasi premuto.  Lo sento ancora che si avvicinava sempre di più,  che io lo stringevo,  e che ti guardavo.  Tu impassibile per terra,  il tuo trenino che ti girava attorno,  sei paia di occhi che mi fissavano pronti a sparare se solo io l'avessi premuto.
Poi Halle si mise in mezzo.  Giuro che non fu per lei che mi fermai.  Non fu per la foto che io venni li. 
 
Ti odio Near.  Ti ho sempre odiato.
"Come i Montecchi odiano i Capuleti!
Ora non credere che io sia diventato un filosofo,  o che mi sia messo a studiare Romeo e Giulietta.  Non ci penso neanche!
Mi sono solo ricordato di quel giorno alla Wammy's House.  Durante l'ora di filosofia,  quando al pronunciare di quelle parole,  Roger mi lanciò un'occhiata di sfuggita.  Poi fissò te.  Ovviamente tu eri perso nelle tue fantasie,  e questo mi fece perdere la testa.
Avevo 10 anni all'ora.
Mi alzai dal banco facendolo rovesciare e ti venni incontro.  Gli altri mi guardavano allibiti.  Roger rimase a bocca aperta. 
Povero vecchio.
Ti presi per il tuo pigiama bianco,  ti guardai attentamente cercando di incrociare il tuo sguardo.  Ma te non mi guardavi,  te non reagivi,  non parlavi... così ti sferrai un pugno.
Ricordo che cadesti.. e solo in quel momento,  per la prima volta mi guardasti.
Io ti odiavo, tu lo sapevi.  I tuoi occhi erano lucidi e la tua guancia gonfia.
Mi veniva da ridere.  Ti guardai a lungo prima che le mani di Roger mi afferrassero il braccio e mi trascinassero via.
Rimasi a guardarti finchè non sparisti alla mia vista.  Tu mi stavi guardando.  Ancora.
 
Non mi andava più di ridere. 
Le mie nocche facevano male. Forse te l'avevo sferrato troppo forte quel pugno.  Ma ero arrabbiato.  Avevo l'odio che cresceva giorno per giorno nei tuoi confronti, ma a te la cosa non ti scalfiva.. e allora questa macchia nera che mi cresceva dentro aumentava, e si impossessava di me.  Del mio cuore.  Di quella che oggi potrei definire un'anima.
Mi chiedo se io ne abbia una...
 
Roger era di fronte a me.  Seduto sulla sua sedia di pelle nera,  era concentrato ad accendersi una pipa.  Non l'avevo mai visto fumare, e la cosa mi disgustava. I suoi occhi piccoli incontrarono i miei,  azzurri e freddi come il ghiaccio.  Io sostenni il suo sguardo, lui con un mezzo sorriso continuava a boccheggiare la sua pipa.  Stavo di nuovo per perdere al calma.  Tutto quel silenzio, quel tepore nella stanza.. era un'inverno che non sarebbe mai finito per me.  Sentivo lo sfrigolio della legna nel camino,  e il fuoco che emanava quel calore.
Strinsi i pugni per non aggredire anche il Vecchio...
Lui abbassò lo sguardo su alcune schede sulla scrivania.
Io invece,  lo spostai verso la finestra.  Sembrava che da un momento all'altro dovesse nevicare.  Il cielo era pesante come il piombo,  grigio e soffocante.. non c'era il sole.  La cosa mi rallegrava.
« Mello, perchè odi tanto Near? »
La voce di Roger mi distolse dai miei pensieri.  Lo guardai con aria interrogativa,  inarcando un sopracciglio.
« Cos'ha fatto per meritarsi il tuo odio? Mello..»
« Lo odio e basta »
« Forse ti ignora Mell..?» « Lo odio e basta Roger! Non C'è un dannatissimo motivo!!» Urlai sbattendo le mani sulla sua scrivania.
Lui le fissò per qualche attimo.  Poi abbassò di nuovo lo sguardo sulle schede.  Io lo guardai per un'ultima volta,  poi mi girai e andai verso la porta.
« Niente punizione?» Dissi senza voltarmi e con lo sguardo gelido,  impassibile.. una volta arrivato all'uscio.
« No.»
«Perfetto» aprii la porta e poco prima che uscissi Roger parlò di nuovo.  La voce ferma.  Per la prima volta sembrò avere molti più anni di quanti ne avesse in realtà.
« Non puoi nasconderti per sempre »
Lo guardai, il fiato corto,  sospeso a metà tra lo stupore e la paura.
Si,  io Mello,  ho provato paura.  Non quella paura che ti gela le gambe,  che ti impedisce di ragionare.  Quella paura che si incontra solo una volta di fronte la morte..No.
Avevo paura come un topo in trappola,  come un ladro beccato a rubare.. non mi ero mai sentito così.  Provavo vergogna e mi sentivo nudo.  Si Near, mi sentivo così, privo di difese,  completamente allo scoperto.  Nudo su un palco in una piazza ghermita di gente. 
Il fiato mi ritornò dopo poco.
« Sta zitto » Sibilai,  chiudendomi la porta con forza alle spalle.
Non potevo crederci,  per un attimo quel vecchio mi aveva messo con le spalle al muro.  Mi aveva messo in difficoltà.
Ma non l'avrei mai ammesso.  L'orgoglio che tutt'ora porto dentro mi impedisce di essere lì ora. 
 
Quando tornai nella mia stanza, tu eri in corridoio,  accasciato a terra.  La guancia era più gonfia,  l'occhio aveva assunto uno strano colorito violaceo. Tra le braccia tenevi il tuo robottino.
Odiavo anche quello.
Io ti guardai,  tu non lo facesti.  Strinsi i pugni nelle mie tasche e ti passai di fianco. 
Non una parola,  non un'occhiata.  Eri appoggiato al muro,  vicino la porta della mia stanza,  in silenzio a contemplare il vuoto.
Girai la chiave nella serratura,  e la aprii.  Ti guardai per un'ultima volta.  Sperando non so cosa.  Probabilmente che mi rivolgessi la parola. 
Non lo facesti.  Non facevi mai quello che mi aspettavo.  Quello che desideravo.
Poi entrai nella mia stanza.
« Mello.. »
Prima che la porta si richiudesse alle mie spalle,  sentii una voce chiamarmi.  Mi voltai,  il cuore che per un attimo aveva smesso di battere in quel momento ricominciò con il suo solito ritmo..forse un po' più accelerato.  La riaprii. 
Tu eri di fronte a me,  il tuo pigiama bianco,  un po' sporco sulle gambe,  i capelli arruffati di un insolito argento,  i segni del mio pugno.. e i tuoi occhi neri. Stringevi forte il tuo giocattolo tra le braccia,  premendolo contro il tuo petto.  Ti guardai da capo a piedi con aria schifata.  Ma ero stupito..e dentro di me, sentivo qualcosa.  Qualcosa che non era l'odio profondo che provavo nei tuoi confronti.  Una sensazione diversa.  Come quando per la prima volta mi diedero la mia prima barretta di cioccolata.  O quando Roger mi regalò i guanti neri di pelle che mi stavano grandi. 
Non sapevo bene cosa fosse.  Ma volevo sorridere.
Volevo, ma non lo feci.  Ti guardai e ti disprezzai.  Ancora una volta.
Respinsi questa sensazione per fare posto alla rabbia, al rancore.
« Che vuoi? »
Lui non rispose,  lo sguardo a terra, l'espressione neutra.
« Immaginavo..Vai all'inferno Near. »
Mi voltai e chiusi la porta.
Qualcosa la bloccò,  mi girai nuovamente
L'avevi fermata con la mano,  e per la terza volta,  ti ritrovai a guardarmi.
Io ero immobile. 
Successe tutto così in fretta.
Ti avvicinasti,  e lasciasti cadere il tuo robot sul pavimento,  di nuovo con lo sguardo basso. 
Stringevo i denti così stretti che per un attimo credetti di poterli rompere..le mie unghie erano penetrate nella carne della mia mano,  tanto erano serrati i miei pugni.
E poi si.. tu mi prendesti.
Le tue mani sulle mie spalle,  come le tue labbra sulle mie.
Avevo gli occhi sbarrati,  avevo sciolto i pugni e stavo perdendo l'equilibrio.
Near, che ti era preso?! Perchè facevi tutto ciò?!
Ti spinsi verso l'anta della porta cercando di opporre resistenza.  Ma non ce la stavo mettendo tutta.  Stavo recitando..e non capisco perchè tu non te ne sia accorto.
Appoggiai le mani sul legno ruvido,  tu davanti a me premesti più forte le tue labbra e io mi abbandonai per un secondo a te.  Lasciandomi guidare dal movimento morbido della tua bocca.
Le tue mani sfiorarono i miei capelli e mi avvicinasti di più al tuo viso.  Che stavamo facendo?! Perchè Near, il mio cuore sbatteva contro il mio petto quasi volesse uscire? 
Non lo so.  Non so che mi prese,  non so perchè feci tutto questo.. ma ti baciai anch'io.  Ti strinsi,  il mio corpo aderente al tuo,  appoggiati sul muro con le mie mani intorno al tuo collo. Mi resi conto poi.. che tu eri Near.  Che ti odiavo.  Che odiavo i tuoi capelli,  il tuo profumo,  il tuo modo di fare.  Odiavo il tuo pigiama,  odiavo i tuoi occhi,  le tue labbra,  i tuoi giochi.  Odiavo te.  Odiavo Near.
Ti spinsi e tu cadesti. Mi guardasti con gli occhi lucidi,  le guance arrossate..
Anche io mi sentivo caldo in faccia,  ma credevo fosse per rabbia.
« Che cavolo fai stupido! Sei un'idiota! Come ti salta in mente? Esci fuori da questa stanza prima che ti riprenda a pugni! » Sbraitai mettendomi al centro della stanza.  Ma tu non rispondesti.  I tuoi occhi neri non facevano altro che osservare il movimento dei miei.
« Hai sentito scemo?! Ti ho detto di andartene! Vattene! » 
Tu ti allungasti per prendere il tuo giocattolo,  lo spolverasti dallo sporco e ti misi a fissarlo.  Lo sguardo vacuo, inespressivo.
Io persi la pazienza.  Ti sollevai per un braccio e ti scaraventai fuori dalla porta.
« Non farti più vedere Near »
La porta si chiuse.
Fu come se io per te non fossi più esistito.
Prendesti alla lettera le mie parole.  Per te Mello, non esisteva più.
In classe io mi mettevo sempre all'ultimo e tu sempre in prima fila.
A mensa, a messa.. era sempre così.  Perfino in corridoio quando per sbaglio ci incontravamo tu ti fermavi,  senza guardarmi.. e tornavi indietro,  aspettando che io me ne andassi.
Mi sei sempre stato indifferente da allora.  Più di quanto tu lo fossi stato di solito.
Ma tu non lo eri per me.
Io continuavo ad osservarti,  continuavo ad odiarti in segreto. 
Ti guardavo giocare,  studiare in biblioteca,  pregare.. per questo io mi mettevo sempre all'ultimo,  sempre in fondo.  Così che io potessi guardarti senza che tu te ne potessi accorgere.
Ma potrei giurarlo,  che una volta ti vidi.  Ti vidi spostare lo sguardo dietro.  Verso di me.  A messa.
Ti girasti per un attimo. Io ti stavo fissando.  Quando te ne accorgesti ti voltasti subito verso l'altare.  Indifferente,  ovviamente.  Quando tutti fummo usciti, te eri ancora lì,  seduto.  Il tuo robot tra le mani.
Non so se fu un effetto della luce,  non so cosa vidi esattamente.  Ma...sembrò che una lacrima solcasse il tuo viso.  Bianco e pallido,  come la neve,  che in quel momento stava cadendo.  Discreta e silenziosa,  cancellava i segni nella terra del passaggio dei ragazzi.  Io la osservai,  mi rimboccai il giaccone e mi infilai i guanti di pelle che mi entravano perfettamente.
Avevo 14 anni.
L era morto.  E io me ne andai.
 
Near.  Scusami.  Non sono mai stato giusto con te, e nemmeno con me stesso.  Solo ora me ne rendo conto. 
Quell'odio..quello che provo tutt'ora,  è dovuto dal fatto che non ti potevo avere,  che non ti ho mai potuto avere.  Che anche quando ne avevo l'occasione,  il mio mio orgoglio ha avuto il sopravvento.  Near,  potevi essere mio,  ma non ho voluto.  Avevo paura.
Che non è come la paura che provo in questo momento,  la paura di abbandonare tutto,  di lasciare questo mondo.  Per andare in un'altro,  dove la mia anima, sempre che io ne abbia ancora una,  vagherà per sempre nell'oscurità.
Sto per compiere la mia missione Near.  Sto per morire.  E mi sembra ora che tu sappia.
Ti odio come i Montecchi odiano i Capuleti, ma ti amo come Romeo amava Giulietta.
Solo che io,  non sono Romeo,  non lo sono mai stato e non lo sarò mai.. 
 
Ora scusami Near, devo andare.  Spero che questa lettera rimanga un segreto tra noi.  Spero che la riceverai, che la leggerai da solo, che la conserverai e ti ricorderai di me.  Ma nascondila, ti prego.  Non vorrei perdere la faccia confessando tutto ciò...

Sai.. fuori dalla finestra ora nevica..
  
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