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Autore: Stellalontana    18/09/2011    10 recensioni
-Pensa che Silente avesse previsto davvero ogni cosa?- [...]
-Credo che a forza di fare deduzioni ci abbia azzeccato- rispose alla fine.
-Tutto qui?-
-Tutto qui- ripeté Piton.

Ok, one-shot senza pretese, perché piove, fa freddo e mi sto leggendo la fine di HP7 in inglese e sto piangendo.... Mi stavo chiedendo se Harry, dopo la fine usasse per l'ultima volta la Pietra della Resurrezione. Mi lasciate un commentino piccino piccino alla fine??? Stella*
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lacrime d'Argento








Harry calpestò le foglie bruciacchiate che produssero un lieve schiocco sotto i suoi piedi.
Alzò la bacchetta e l’aura luminosa lampeggiò contro i rami degli alberi, sparendo nell’oscurità.
C’era ancora una cosa che doveva fare.
Sentiva che quella cosa doveva essere fatta, prima che tutto, veramente, finisse.
Abbassò la bacchetta contro il suolo, e tra le foglie, lì in mezzo brillò la Pietra della Resurrezione.
-Che buffo- ridacchiò fra sé, chinandosi -Il padrone dei Doni della Morte si è tenuto solamente il
Mantello dell’Invisibilità, invece di diventare il mago più potente del mondo-
Guardò la pietra che teneva stretta tra le dita. -Ma in fondo che importa essere l’uomo più
potente del mondo? Tutti abbiamo visto che cosa è successo all’ultimo che credeva di esserlo diventato-
-Non ti facevo così filosofico, Potter-
Harry sorrise. -Se non sbaglio è stato lei a insegnarmi ad esserlo-
Il volteggiare del mantello di Piton biancheggiò davanti a lui. Alzò lo sguardo e Piton arcuò le sopracciglia
in quell’espressione che si era cucito addosso in tutti quegli anni.
-Ho fatto del mio meglio- sussurrò Harry.
-È bastato?- domandò lo spettro. Harry alzò le spalle.
-Non lo so. Spero di sì-
Passò un minuto di silenzio, a fronteggiarsi.
-Tutti parleranno di lei adesso- mormorò Harry -Nel bene o nel male-
-Hanno già parlato, Potter. Lascia che parlino ancora. Non può più toccarmi- gli rispose il tono freddo di Piton.
Harry rialzò la testa, corrugando la fronte.
-Perché non me l’ha mai detto?- chiese.
L’espressione di Piton diceva che non capiva a cosa si stesse riferendo.
-Il suo Patronus. Perché non mi ha mai detto che era una cerva? Se lo avessi saputo…-
-Saresti riuscito a lasciarmi morire?- chiese Piton interrompendolo. Harry lo fissò per un momento.
-Che cosa intende dire?-
-Sapendolo, quel giorno, quando ho mandato il Patronus per farti prendere quella maledetta spada… se tu avessi 
saputo, se tu avessi capito avresti lasciato che io morissi? O saresti corso a salvarmi, in una pallida
imitazione di coraggioso eroismo, rovinando quello per cui Silente aveva lavorato?-
Harry si morse un labbro. -Se solo lo avessi capito prima sarei venuto…-
-Non sarebbe servito a nulla e Nagini avrebbe ammazzato anche te- replicò pratico Piton alzando le spalle
-Sai Potter ho sempre pensato che il tuo cuore Grifondoro alla fine ti avrebbe tradito. So che sarebbe successo-
-Perché?- sbottò Harry -Non tutti i Grifondoro muoiono da eroi-
Piton inclinò la testa. -No, hai ragione-
-Lei l’ha fatto-
-Non è vero- Piton scosse la testa -Ho fatto quello che qualcun altro mi ha detto di fare per tutta la vita.
Ho protetto quello che Lily avrebbe voluto che proteggessi-
Harry sentì le lacrime pizzicargli gli angoli degli occhi. Si tolse gli occhiali e si asciugò le guance bagnate.
-Risparmia le tue lacrime per qualcosa che le merita davvero- gli arrivò la voce di Piton -Non serve a niente
piangere per i morti, Potter. Piangi per i vivi, per coloro che sono rimasti-
-L’ho insultato e deriso per sei anni. Lei mi odia?- chiese. Aveva bisogno di sentirsi dire che sì, Piton lo odiava
con tutto il cuore. Sarebbe stato più facile così.
L’espressione di Piton per un momento parve addolcirsi, poi tornò tagliente e dura come al solito.
-No- rispose in un sussurro -Per quanto ci abbia provato. Non potrei mai odiare il figlio di Lily-
-Ma sono anche figlio di James- gli ricordò Harry con un mezzo sorriso. Piton alzò di nuovo le spalle,
come a dire che non gl’interessava.
-Mocciosus non ha più quindici anni, Potter, anzi, non ha più niente. Non serve a nulla odiare o amare adesso-
-Sì, ma lei mi ha odiato? Per quello che ero? Per quello che sono?- Harry fece un passo avanti e lo spettro
scoppiò in una risata.
Harry lo prese per un sì.
-Sembra che infine sia andato tutto secondo i piani, giusto?- chiese.
Piton annuì lentamente. -Così pare-
-Pensa che Silente avesse previsto davvero ogni cosa?-
Lo spettro si mosse appena in avanti, dando ad Harry l’impressione che Piton fosse a disagio.
Ma come poteva uno spettro essere a disagio?
-Credo che a forza di fare deduzioni ci abbia azzeccato- rispose alla fine.
-Tutto qui?-
-Tutto qui- ripeté Piton.
-Quindi lei pensa che comunque, sarebbe finita bene?-
Lo spettro sospirò, tirando per un momento la testa all’indietro. -Dipende da che cosa intendi per
“finita bene”, Potter. Voldemort è morto, adesso devi pensare al futuro non al passato-
Harry annuì. -Sì, immagino che lei abbia ragione- riconobbe mordendosi un labbro.
Sul volto dello spettro balenò un’espressione divertita. -Non credo di aver mai sentito uscire queste
parole dalla tua bocca, Potter. Dovevo morire per farti capire che io ho sempre ragione?-
Harry scoppiò in una risatina. -La prego, professore, adesso non esageri-
Rimasero in silenzio. Harry sapeva che doveva andarsene, lasciarlo andare. In sette anni, fino alla
fine, lui non aveva  capito nulla di Piton.  Non aveva capito quello che lui aveva passato in tutto
questo tempo e solo quando aveva davvero visto con i suoi occhi il dolore di quegli occhi neri, aveva
finalmente saputo chi era Severus Piton. Harry trasse un sospiro.
Era giunto il momento.
-Adesso devo andare- disse, fissando Piton negli occhi. -Lascerò la pietra qui nella foresta,
così che nessuno possa trovarla e rimetterò la bacchetta nella tomba di Silente-
-Molto Grifondoro da parte tua-
-Lei avrebbe fatto lo stesso- replicò in fretta Harry -Sa, spero di poter amare Ginny come lei
ha amato mia madre-
Passò un momento in silenzio e quando Harry guardò di nuovo il volto di  Piton vide che sulla
sua guancia era scesa una lacrima d’argento.
Una sola singola lacrima che andò a infrangersi sull’erba secca, mentre lo spettro svaniva per sempre.




FINE

 

Note dell'autrice: siete riusciti ad arrivare fin quaggiù....... muovete il muose ancora un po' più in giù e scrivete un commentino, DAI!!!! Bacioni a tutti!!

Stellalontana*


   
 
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