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Autore: V e r m o u t h    18/09/2011    1 recensioni
Tanto tempo fa, in un paese lontano, viveva un re molto ricco, con un'unica figlia. Era bella, la fanciulla, bella quanto crudele. Ogni uomo del paese voleva la sua mano, ma per sposarla essi dovevano superare una prova. In molti provavano, ma nessuno faceva ritorno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tanto tempo fa, in un paese lontano, viveva un re molto ricco, con un'unica figlia. Era bella, la fanciulla, bella quanto crudele. Ogni uomo del paese voleva la sua mano, ma per sposarla essi dovevano superare una prova. In molti provavano, ma nessuno faceva ritorno.
Raphael, il figlio del fabbro, era appena entrato nell’età da matrimonio e bramava di sposare la bella principessa.
«Ascolta, Raphael» gli diceva il padre «Non ci guadagnerai nulla, nello sposare la principessa, se non i soldi. È crudele quella donna, più di quanto immagini.»
«Ma padre, lei è così bella, così posata! È proprio la donna giusta per me! Devo sposarla ad ogni costo.» gli rispondeva sempre il figlio. Cosicché un giorno il giovane volle andare al castello per chiedere la mano della fanciulla.
«E va bene, figliolo, ma rammenta ciò che ti ho detto, tieni gli occhi aperti e forse tornerai con la pelle ancora attaccata alle ossa.» gli disse il padre, poi continuò:
«Sapevo che non ti saresti dato per vinto e per questo ti ho forgiato questa spada, questo scudo e questa corazza. Ti saranno d’aiuto, ma solo in parte: la principessa ti proporrà una prova molto difficile e piena di perigli e tu, oltre alle armi, dovrai utilizzare l’astuzia e rimanere sempre lucido, non aver timore e credere in te stesso e sulla tua spada.»
Quella mattina il giovane partì con il suo mulo e verso sera fu ai cancelli del castello. Al cospetto del re e della principessa si inginocchiò con una mano al petto.
«Baldo giovane, cosa ti porta qui?» gli chiese il re.
«Sono venuto a chiedere la mano di vostra figlia, maestà.» tra i cortigiani si alzò un mormorio collettivo, mentre la principessa emise una lunga ed esasperante sbuffata.
«E sia. Preparate una stanza per il giovane, poiché domani mattina comincerà la sua prova.»
Tutta la notte non chiuse occhio. C’era così silenzio che si sentiva solo il battito del suo cuore. Era impaziente ed emozionato: non si sentiva tanto attaccato alla vita, pur sapendo di andare incontro alla morte per una fanciulla che nemmeno conosceva. Forse sarebbe dovuto rimanere con suo padre all’officina, ma ormai non poteva più voltarsi indietro, doveva andare incontro alla sorte.
Presto apparsero le prime luci dell’alba e una balia lo venne a svegliare per portarlo nel giardino del re, davanti al cancello.
«Baldo giovane, che il tuo coraggio sia robusto e che la tua spada ti sia fedele, poiché stai andando incontro alla morte. Se riuscirai avrai in sposa mia figlia e nelle mani il mio regno.» gli disse il re, poi, dopo un inchino del giovane, il vecchio sovrano gli indicò la strada e Raphael partì.
Il suo compito era uccidere un drago, un classico, pensò. Doveva superare la foresta e andare verso le montagne, per raggiungere la grande grotta che vi era scavata al centro, lì stava il feroce drago che tante morti aveva provocato.
A metà strada, nel bel mezzo della foresta, Raphael si sedette per rifocillarsi. Poco dopo a lui si avvicinò una vecchia dall’orribile aspetto, ricurva, sdentata con pochi denti marciti, il naso lungo e deforme, il capo aveva qualche filo bianco come capelli e si reggeva con un bastone, stretto nelle sue mani nodose.
«Bel giovanotto, potresti dare un po’ di pane e acqua a questa povera vecchia affamata?» gli disse con la voce fragile e roca.
Il ragazzo la guardò terrorizzato. E se fosse stata una strega?
Ma suo padre gli aveva sempre insegnato di non giudicare mai dalle apparenze e, con molta cautela, prese la sua borraccia e la porse alla vecchia, poi il pane. Lei, si buttò sulle vivande con foga e divorò il pane in pochi istanti, poi bevve un lungo sorso d’acqua e fu sazia.
«Sei stato buono e gentile, non mi hai mandato via e non mi hai umiliato, come avevano fatto gli altri giovani prima di te. Per questo ti svelerò un segreto.» si avvicinò lentamente all’orecchio di Raphael.
«Il drago non è un drago come gli altri, è fatto di ghiaccio! E al posto del fuoco sputa folate gelide che congelano al solo tocco. All’entrata della grotta prendi della legna e prepara del fuoco, mettici sopra la tua spada e quando sarai davanti al drago colpiscilo al cuore con la lama ardente, sarà un colpo fatale! E rammenta questo: la principessa è vittima di un incantesimo: quel drago è la ragione per cui il suo cuore è di ghiaccio, se tu ucciderai il drago lei tornerà ad essere quella di sempre, una fanciulla bella e dall’animo nobile e generoso.»
Il giovane fu affascinato ma allo stesso tempo impaurito dalle parole della vecchia.
«E se poi non ci riesco? Che ne sarà di mio padre? Come farà senza il mio aiuto nella fucina?» le chiese quasi con disperazione. La vecchia ridacchiò.
«Dovevi pensarci prima, giovanotto, ma sono sicura che tu ce la farai. Sii coraggioso e segui i miei consigli. Vedrai, non fallirai.» detto questo scomparve in mezzo agli alberi, lasciando Raphael da solo.
Dopo aver finito di mangiare, il giovane continuò il suo cammino, e presto arrivò al sentiero della montagna, dove scorse la grotta da raggiungere. A pochi metri dall’entrata si diede da fare per procurarsi del legno, tagliando gli alberi circostanti con la spada. Quando ebbe accumulato abbastanza legna prese un fuscello abbastanza robusto e cominciò a sfregarlo su un pezzo di legno lungo e piatto. Dopo poco che continuava ad infierire su di esso cominciò a emettere del fumo, poi arrivò la fiamma. Ci soffiò sopra delicatamente per alimentare il fuoco, che quasi subito cominciò a bruciare gli altri pezzi di legna.
Sentì un verso possente provenire dalla grotta e vide spuntare la testa del drago in mezzo all’oscurità. La sua pelle era bianca e i suoi occhi gialli accesi, mentre dalle narici usciva del fumo gelido. Raphael doveva fare in fretta!
Prese la sua spada e la mise sul fuoco. Proprio in quell’istante il drago cominciò ad uscire dalla grotta, era furente. Raphael tolse la lama dalle fiamme, ma il drago era troppo vicino e gli impediva di muoversi liberamente. Prese uno dei pezzi di legno roventi e lo buttò addosso drago, che urlò dal dolore. Raphael schizzò di lato e poté avere un inquadratura perfetta del drago. Fu allora che gli si avventò addosso, mentre l’orribile creatura era impegnata a riprendersi dal male atroce. Il giovane alzò la spada e la lanciò nel petto dell’animale, forando il cuore. Quella bestia emise un ultimo, fortissimo urlo, dopo di che si accasciò a terra e lentamente si sciolse come al sole. Raphael ce l’aveva fatta. Prese la spada e la rinfoderò e con un sorriso trionfale si avviò per il castello.
Il giovane fu accolto con gioia e con festeggiamenti dal villaggio e dalla corte. La principessa era tornata quella di sempre: il volto roseo, le labbra a forma di cuore e sorridenti, gli occhi scuri, dolci e timidi. Presto allestirono le nozze e Raphael sposò la sua amata principessa, diventando il re della regione, così, lui e la principessa vissero per sempre felici e contenti.

  
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