Titolo: Intervista col Mangiamorte
Coppia: Barty/Rita
Genere: Romantico, introspettivo, generale
Rating: Verde
NdA: //
A
lui annoiavano i processi di suo padre.
Pensava
che nessuno di quei Mangiamorte condannati – un tempo suoi
compagni, ma troppo stupidi per riuscire a fuggire come aveva sempre
fatto lui – avrebbe avuto mai il fegato di fare il suo nome.
Era
lì solo per fare presenza, per mostrarsi. Non provava il
minimo
interesse per il mestiere di suo padre – e forse questo era
il vero
motivo per cui quest'ultimo era deluso da lui.
E
poi... Poi era arrivata lei.
L'aveva
vista ad un processo – all'apparenza uguale a tutti gli altri
– e
probabilmente doveva essere nuova del mestiere; indossava una
minigonna celeste, una giacchetta elegante e aveva il volto
completamente truccato.
Sembrava
una bambola.
Barty
aveva sempre creduto di essere bravo a leggere il carattere delle
persone dalle movenze o dalle sole espressioni, ma con lei aveva
miseramente fallito: aveva creduto fosse una tipa da aspetto
esteriore, sempre pronta a mostrarsi in pubblico, ma non immaginava
nemmeno che fosse tutto il contrario; lei ricercava ciò che
era
intrinseco nelle parole delle persone, non quello che essi dicevano o
mostravano.
Peccato
trovasse parole nascoste anche dove non vi erano.
"Tu
scovi la menzogna nella verità,"
le disse una
sera, riprendendo in mano la sua bacchetta.
La
lasciava andare solo durante l'amplesso – sapeva che lei era
inerme, in quel momento -, ma tornava a brandirla il prima possibile.
Non si fidava di nessuno, Barty.
Lei,
a quelle parole, aveva fatto uno strano risolino, guardandolo con
l'espressione furba.
"Dovrebbe
essere il contrario."
"Tu
non sei come gli altri, è per questo che non ti ho ancora
uccisa."
Non
seppe mai se Rita l'avesse interpretata come una verità
– quale
effettivamente era - o come uno scherzo, ma la sua risata divertita
risuonò acuta nel silenzio della stanza.
Da
quel giorno aveva cominciato a frequentare regolarmente ogni singolo
processo.
Si
sedeva lì e la fissava; la fissava scrivere, la fissava
ascoltare
con il viso contratto in una smorfia d'interesse, la fissava mordersi
le labbra per la concentrazione.
Immaginava
sempre come sarebbe stato vederla con il trucco calato a causa delle
lacrime o con le labbra gonfie di baci e morsi.
Il
suo collo da cigno deturpato da segni rossi, invece, quanto sarebbe
risaltato in quel corpo bianco come la purezza?
Si
chiedeva sempre cosa ne avrebbe pensato, lei, di quei pensieri
così
violenti.
Avrebbe
riso o ne sarebbe rimasta scandalizzata?
Non
lo sapeva.
Lei
era il suo mistero, era la parte oscura dei suoi ragionamenti.
E
Barty amava l'oscurità e il lato oscuro,
questo era certo.
"Tutti
pensano che io sia una cattiva giornalista."
Barty
trattenne una risata sarcastica. "Lo sei," si voltò verso
di lei, rotolando leggermente sul letto che dividevano. "Mi
stupisce che te ne sia accorta ora."
"Tutti
coloro che finisco per intervistare sono dei piagnucolosi senza
carattere che credono di potermi fregare. Io sono più furba
di
loro, racconto solo quella verità che loro non hanno il coraggio di ammettere."
"Tu
che dici la verità? E da quando?"
"Potrei
dirla su di te ad ogni momento. Di come ti diverti a cruciare la
gente, per esempio."
L'aveva
detto per provocarlo ed era riuscito nel suo intento. Lo vide
irrigidirsi notevolmente e fissarla con uno sguardo assassino
–
assassino come lui.
"Non
tirare la corda, Skeeter, potresti farti male."
Ed
ora eccola lì, ferma e poggiata sulla porta d'ingresso dell'
ufficio
dove suo padre condannava l'ennesimo Mangiamorte.
O
lo interrogava, come invece sarebbe accaduto quel giorno.
I
suoi vestiti erano simili, ma di un colore completamente diverso: erano
gialli.
Barty
schifò quel colore come mai nella sua vita e
desiderò strappargli
via di dosso quegli insulsi indumenti più di ogni altra
cosa. Non
doveva, non poteva desiderla così tanto.
Dallo
sguardo furbo con cui lei lo guardò, Barty capì
che l'aveva fatto
apposta.
E
la odiò. E desiderò ucciderla.
Si
prendeva gioco di lui.
La
rabbia lo colse improvvisamente, mentre tirava fuori dalla fodera la
sua bacchetta e gliela puntava dritta in gola.
"Ti
avevo avvertito."
"Dai,
Barty, uccidimi qui, con tuo padre a pochi passi," gli
riversò
contro uno sguardo di sfida.
E
lui la baciò; la baciò con violenza, rudemente.
Era
la sua piccola vendetta prendere possesso della sua bocca e
toglierle, per una volta, quell'aria da maestrina che spadroneggiava su
di lui.
Durò qualche
secondo.
Quando poi entrarono in silenzio nell'ufficio, infatti, lei aveva
già il
trucco sistemato perfettamente.
Che
Barty sarebbe uscito da quella stessa stanza bloccato da ben cinque
Auror, non potevano saperlo.
Rita
avrebbe scritto, in seguito, delle parole su di lui, costretta nel
suo dovere di giornalista.
"Era
impazzito per un solo motivo..." aveva
scritto sulla Gazzetta del Profeta, "era un uomo
profondamente solo."
Chissà
se quella era una menzogna o, per una volta nella carriera di Rita,
una verità.