La vanità del ventilatore
Si
erano incontrati per caso in un negozio di elettrodomestici. Per Tsubaki era stato amore a prima vista.
Era
piena estate e lei e Black*Star non dovevano
combattere contro uova di Kishin, streghe e altre
creature poco simpatiche, ma dinanzi a loro si presentava comunque
un’incredibile difficoltà: la temperatura.
Tsubaki non ricordava di aver mai avuto tanto caldo, sembrava che Death City
fosse stata gettata in un altoforno.
Le
aveva davvero provate tutte per combattere l’afa. Aveva provato ad aprire
il frigorifero e a mettercisi davanti, ma
l’unico risultato che aveva ottenuto era stato quello di far andare a
male gli yogurt.
Poi
aveva provato a mettere nella vasca da bagno del ghiaccio, ma l’acqua
diventava così fredda che era davvero impossibile entrarci, e appena la
temperatura si faceva accettabile e lei si decideva ad immergersi, diventava
subito calda e si sentiva più sudata di prima.
Parallelamente
a questi esperimenti doveva anche controllare che il suo maister
non facesse nulla di azzardato, l’aveva fermato appena in tempo, prima
che riempisse il salotto d’acqua per farsi una piscina in casa. Cosa
piuttosto sconveniente.
Death
the Kid, del canto suo, si rendeva antipatico dicendo
che essendo un dio non aveva grandi problemi, e per di più era stato nel
deserto in missione insieme a Patty e Liz, tempo
prima, nulla di quello che stava succedendo in città poteva turbarlo.
Patty del canto suo, nonostante avesse pure lei affrontato il deserto, dava in
escandescenza ogni cinque minuti, e Liz non aveva
tonnellate di sabbia con cui distrarla come aveva fatto in precedenza.
Ma
comunque, dopo il suo fortunato incontro, Tsubaki non
aveva più motivo di preoccuparsi.
Un
ventilatore. Un ventilatore era la soluzione a tutti i suoi problemi. Non si
esauriva mai il vento che produceva, bastava solo tenerlo attaccato con la
spina alla corrente e lui l’avrebbe servita in eterno, o almeno fino
all’autunno.
Era
lucente, bianco e possedeva tre magnifiche pale. Le pale più belle che
la buki avesse mai visto. Si chiese come non le fosse
venuto in mente prima di comprarne uno.
Messa
in disparte la sbadataggine l’aveva subito acquistato e messo al lavoro.
Se avesse potuto muoversi avrebbe fatto la parte del Pifferaio magico.
“Tsubaki è pronta la cena?” urlò Black*Star dalla cima di un armadio.
“Sì…quasi…”
rispose lei con un filo di voce, nel pieno dell’estasi, mentre i
surgelati che aveva comprato da tenere nel freezer per ogni evenienza si
squagliavano a tempo record per colpa della temperatura.
“Sei
sicura?” chiese una voce che Tsubaki
rilevò con un angolo del cervello come quella del suo maister.
“Certo”
rispose senza aver capito davvero la domanda.
Aveva
la testa vuota, quello probabilmente era il momento più bello della sua
vita. Aveva avuto dei bei momenti con Black*Star, ma
forse il tempo passato col ventilatore li stava battendo.
Fu
più o meno in quel momento che ci fu uno schianto e il vento
s’interruppe.
Tsubaki, inginocchiata sul parquet a occhi chiusi li sgranò dallo
spavento sobbalzando.
Il
ventilatore giaceva esanime sul pavimento, le pale erano partite in varie
direzioni e Black*Star la sovrastava con il pugno
chiuso che dalla posizione era chiaro che quella mano avesse appena colpito
l’elettrodomestico.
Tsubaki alzò gli occhi a guardarlo.
Era
incredibile, che si trattasse di un amico, un nemico, un animale o un
ventilatore nessuno poteva rubare la scena al grande Black*Star.
La
ragazza si grattò la tempia perplessa. Sapeva che Black*Star
non aveva cattive intenzioni, ma distruggere il ventilatore…
“Black*Star…che ne dici di andare a cenare in un
locale con l’aria condizionata stasera?” domandò.
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Originariamente
questa one-shot era stata
scritta per il concorso estivo, ma alla fine avevo deciso di non pubblicarla
perché mi sembrava troppo idiota. Oggi lambiccando per caso nella mia
cartella delle fan fiction l’ho ritrovata e ho deciso che era inutile
farla marcire nella memoria del pc, molto meglio
condividere la mia idiozia col resto del mondo! XD
Grazie
per essere passati di qui!
Aki_Penn