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Autore: LadyBracknell    18/09/2011    5 recensioni
D'accordo, il titolo è il primo che mi è venuto in mente e, in un certo senso, è legato alla storia.
I Personaggi sono di Hetalia: America e Bielorussia.
Storia scritta, probabilmente, in un pomeriggio piovoso, il 14 Febbraio 2011.
E' la prima FF che pubblico qui...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Bielorussia/Natalia Arlovskaya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddo. Faceva freddo. E come non poteva?
Minsk: Bielorussia.
Neve che cadeva silenziosa e si adagiava in terra.
Lei era lì, su quella panchina gelida, il coltello lucido fra le mani. La lama rifletteva il candore dei fiocchi ghiacciati che si poggiavano ai suoi piedi. Sospirava piano piano, e il vapore denso le usciva dalla bocca, disperdendosi nella nebbia attorno a lei.
Ringhiò sommessamente, quando la sua mente fu sfiorata da un pensiero. Quel pensiero che cercava di scacciare.
Lui.
Si alzò e lanciò il coltello verso l'albero innevato che si innalzava bianco di fronte a lei: la lama si piantò nella corteccia, senza far rumore.
Natalia ghignò e guardò il coltello vibrare leggermente all'impatto con il legno, inclinando lievemente la testa da un lato. Prese il coltello, si allontanò di qualche passo e lo lanciò nuovamente.
Ancora.
Ancora.
E ancora.
Lanci precisi e silenziosi. Perchè? Per non pensare. Mosse il polso e lasciò la presa, facendo volare il coltello verso l'albero.
Un piccolo grido si levò da dietro di esso.
''Pazza! Faccio chilometri per venire fino qui, abbandonando il calduccio del Mc Donald's per disperdermi fra la neve, bevendo solo vodka perchè la coca-cola qui non si trova...e tu? Mi lanci un coltello addosso? Potresti almeno salutare!'' Natalia rimase ferma, con le mani lungo i fianchi. Le mani erano blu dal freddo, ma non le importava. Fissò la figura che avanzava verso di lei: attraverso sciarpe e giacconi, intravide un paio di occhiali. Un ciuffo ribelle spuntava dal cappello di lana.
Lui.
''Che ci fai qui, America?'' sbottò, infilando il coltello nel fodero.
Lui rise. Divertito. La neve poteva sciogliersi sotto il calore di quella risata.
''Che domande! Sono venuto a trovarti!''
''Cosa vuoi?'' incrociò le braccia, fissandolo con sufficienza.
Non rispose subito. Si passò la mano dietro la testa e sorrise alla ragazza, avvicinandosi di qualche passo.
''Stare qui...con te''
Lei chiuse gli occhi e deglutì appena.
''Ci sei. Ci sei da cinque minuti. Credo che bastino''
Lui scosse la testa e le prese un polso, con dolcezza.
''Non mi sono spiegato bene, forse.'' disse, sospirando, come fa una maestra a un bambino, rispiegandogli per la terza volta lo stesso argomento ''Io voglio stare con te. Qui. E in qualsiasi altra parte del mondo.''
Gli occhi di ghiaccio di Natalia incontrarono quelli di Alfred, che la scrutavano con desiderio e impazienza.
Sentiva il suo cuore battere irruente nel petto e le labbra bruciavano frementi, impazienti di incontrare quelle calde di Alfred. Ma cercò di resistere, strattonando il braccio, come per sfuggire da quel momento. Dai suoi sentimenti. Fece per parlare, ma l'indice dell'americano si poggiò deciso sulla bocca dischiusa.
''Ti amo. Ti amo più di qualsiasi altra cosa. E ti desidero, come non ho mai desiderato altro...'' premette ancora di più il dito sulle sue labbra, intimandole di rimanere in silenzio. ''Sei la cosa più desiderabile di questo mondo.
Più di tutti gli hamburger del McDonald's, di tutti i frappè al cioccolato, di tutti i donuts glassati...con e senza cioccolata''
Perchè ogni cosa che diceva, si trasformava irrimediabilmente in una lista della spesa?
Natalia allontanò con dolce decisione il suo dito dalle sue labbra.
''Tu non sarai mai meglio della vodka, però'' disse, fredda. Il suo volto si avvicinò a quello di Alfred, finchè le loro labbra non furono tanto vicine da sfiorarsi.
Lui increspò le labbra, costringendo Natalia a baciarlo appena.
''Perchè?'' sbottò piano lei. A bassa voce, sì. ''Perchè devi averla sempre vinta tu...con tanta facilità?''
''Perchè io sono l'Eroe'' rispose lui, ridendo, con un sussurro.
Lo fissò, con gli occhi socchiusi.
''Stai zitto, Eroe...'' disse, premendo a sua volta il dito freddo sulle sue labbra ''Zitto...''
Gli afferrò la nuca, spingendolo verso di lei, incastrando le labbra con le sue. Rabbiosa. Desiderosa. Perchè anche lei lo voleva, lo desiderava. Ma non voleva darlo a vedere, anche se il suo cuore batteva velocemente, tradendola. Un piccolo uccellino in gabbia. E il cuore di Alfred era la chiave di quelle sbarre.
Le loro lingue si sfioravano, si picchiavano, si intrecciavano. Lottavano senza sosta. Rabbia, amore, odio, desiderio. Tutto. Agglomerato di sentimenti. Forti e contrastanti.
Natalia gli morse il labbro e sentì il caldo sangue bagnarle la lingua. Succhiò la piccola ferita provocata dai suoi denti avidi. Alfred gemette appena, intensificando il bacio.
Sospirò di piacere. -Sì- pensò -è molto meglio della vodka-
  
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