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Autore: Zich    18/09/2011    0 recensioni
Erano passati anni dalla perdita del pianeta Reach, e ora che i Brute si erano ribellati agli Elite, per la resistenza umana era il momento giusto per colpire. Non tutti erano d'accordo, ma erano ugualmente pronti a combattere. Cosa potrà mai accadere? (dedico questa storia a Phoenix_619)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Hey bellezza, non è che puoi darci un po di latte?? Ha ha!
-Il prossimo che fa questa battuta del cazzo si ritrova un proiettile tra gli occhi...
L'atterraggio non era stato dei migliori, e ora toccava anche viaggio a piedi per delle miglia fino al campo base. Ark era allo stremo, usava l'ascia da guerra come bastone per non cadere a terra sfinito, non poteva bere ne mangiare dato che tutte, o quasi tutte, le provviste che erano sul Pelican sono andate perdute.
-Fa...caldo...dovevate propio trasformarlo in un deserto questo povero pianeta!?
-Umano non so di cosa tu stia parlando, a me non sembra che faccia poi tanto caldo! Haha!!-
-Ti prego risparmiaci anche la tua ironia... già ci basta il caldo e il deserto se poi ti ci metti anche tu...
-Ironia? Chi sta facendo dell'ironia? Io non sento questo "caldo" di cui parlate tanto, sarà forse perché siete esseri inferiori e quindi siete più deboli rispetto a me... oppure perché io sono addestrato meglio rispetto a voi...
-Fatelo tacere o gli apro la testa con la mia ascia!
Dopo la perdita della squadra Nobel gli Elitè avevano trasformato Reach in un deserto semovente, e nessuno sa come hanno fatto. 
Il caldo si faceva sentire, e i Marines erano alquanto irascibili. Alcuni stavano anche delirando. Ma a un tratto, si sentì uno strano rumore. Una specie di ruggito.
-Qualcuno ha sentito ciò che ho sentito io?
-Si. Umano, vi conviene proteggermi o tra poco vi ritroverete dimezzati e senza un prigioniero...
-Cosa intendi dire? 
-Sciocco Umano. Lo scoprirai presto...
In pochi secondi, da dietro a delle rocce, un centinaio di Jeckal e dei Brute si fiondarono sui Marines.
-Uomini, in posizione! Difendete il pacchetto!!
Ark era stanco, non haveva abbastanza energie per attaccare corpo a corpo, ma ciò non bastava fermato, e ,carabina alla mano, iniziò a sterminare i Jeckal da lontano. Un Brute armato di Martello gravitazionale (Martellone) si gettò in mezzo alla loro formazione, dividendola in due parti. Ark fu spazzato via dall'onda d'urto del Martello gravitazionale. Era ancora esausto dal precedente combattimento nella torre Covenat. 
Afferrò una siringa, contenente del liquido arancione, da uno scompartimento segreto della corazza.

Subito dopo iniziò a contorcersi e a dare di matto.
Il Brute si lo fissò come si fissa un pollo arrosto dopo un mese di digiuno totale. Preparò la lama del Martellone e si fiondò verso di lui, alzando un immensa nuvola di polvere. La lama si conficcò nella roccia. Ark si era ripreso e aveva schivato il colpo spostandosi leggermente a sinistra, alzandosi mollò un cazzottone alla bocca dello stomaco del Brute. Si aggrappò al collo e gli tirò una ginocchiata dritta in mezzo agli occhi.
Il Brute vacillò sul posto, Ark intanto impugnò il Martellone, e con un salto colpì il nemico in testa, frantumandogliela con l'onda d'urto.
Roteando su se stesso scagliò il il martello gravitazionale su un gruppo di Jeckal armati di scudo e pistola ad aghi, alcuni riuscirono a schivarlo, ma gli altri furono scaraventati il più lontano possibile dall'onda d'urto.
Ark lanciò un urlo disumano, estrasse l'ascia e si lanciò sui Jeckal. Con la mano destra reggeva l'ascia, che disarmava lo scudo nemico, con l'altra prendeva a pugni i Jeckal che , intontiti, venivano decapitati al volo.
Due Brute gli saltarono a dosso bloccandolo. Lui, in preda alla furia, tirò un calcio nei "paesi bassi" di uno e strappò a morsi la mano dell'altro. Riuscì a liberarsi e gettandosi con la schiena a terra, impugnò la sua carabina, mirò alla testa del Brute che aveva calciato, facendogli un grosso buco al posto della fronte. 
L'altro si era appena ripreso, e caricò un potente pugno verso il ragazzo che si getto sotto di lui e lo colpì con un calcio sotto la mascella, e con una sorta mossa di break-dance saltò sulla testa del Brute e iniziò inumanamente a prenderla a morsi, finché il poveraccio non cadde a terra morto.
I Jeckal impauriti si ritirarono, e i suoi compagni lo guardavano increduli.
-Ma tu... sei umano?
Ark non rispose, gli fischiavano le orecchie e vedeva tutto di un rosso sangue acceso. Pian piano la vista gli si annebbiava sempre di più finché non cadde a terra stremato. 

  
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