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Autore: ScentlessCamelia    18/09/2011    5 recensioni
Adoro Madame Red/Angelina Durless
Una persona travolgente, passionale piena di risorse che nasconde le sue "debolezze" dietro efferati omicidi.
La sua storia mi ha davvero toccata. Sara' , di certo, uno di quei personaggi che rimarra' sempre nei miei pensieri.
Detto questo..Enjoy it!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelina Durless
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per tutta la vita ho dovuto reprimere i miei sentimenti. 

Non sono mai riuscita ad apprezzarmi veramente. 

Quando i miei occhi incontrarono l’amore, tutto attorno a me sembro’ trasformarsi in dolcezza infinita. Per la prima volta una  parola  risuono’ dolce e raggiunse silenziosa e piena di speranza il mio cuore, ma con un gesto insensibile, freddo e indifferente mi fu portata via, rubata dalla mia adorata sorella. Non se ne rese mai conto, ma quel suo aggraziato sorriso creo’ un vuoto dentro di me, impercettibile, ma devastante. 

Andai avanti. Continuai a vivere, passivamente, cercando una nuova identita’, vagando alla ricerca di me stessa.
Cercai di diventare piu’ forte.
Mi sposai. 

Non sono mai riuscita ad amare il mio sposo come avrei dovuto. L’intensita’ scaturita dal mio cuore non era nulla a paragone di quella piccola e breve speranza che mi fu strappata via. Ma la mente del barone era anch’essa offuscata da un’altra persona, esattamente come la mia. Ci sostenevamo, ma la nostra coppia non poteva basarsi sul vero amore, quello passionale, dolce,forte che  col suo tepore avvolge dolcemente il cuore facendolo galoppare lieto.

Infine, arrivo’. La magia, la fortuna se vogliamo chiamarla cosi’, busso’ anche al mio capezzale, accarezzandomi come un leggero soffio di vento. 
Scoprii di portare in grembo un bambino. Un bambino che di certo mi avrebbe regalato tanta serenita’. Mi sentii realizzata, bellissima, e piu’ forte . Finalmente qualcosa di buono, splendido, mi attendeva a braccia aperte, ed era tutto per me. Ma cio’ che poteva sembrare un piccolo sogno scomparve in un baleno, tramutandosi nel peggiore degli incubi. In poco tempo la mia breve e felice realta’ fu straziata. Si dissolse anche questa occasione di essere serena. Persi il bambino, e la possibilita’ di mettere al mondo il frutto della vita. Ma Dio, non contento, si accanii ancora contro di me. 
Perche’? Cosa mai avevo fatto di male per meritarmi tutto questo?
Scomparve anche lei, mia sorella, assieme a quel uomo che tanto amai e al loro piccolo figlio, inghiottiti dalle fiamme. Pure la morte fu dolce per loro. 
Cercai di riprendere padronanza di me.
Incredibile quanto una persona riesca a nascondere se stessa agli altri e fingersi totalmente un’altra. 
Dopo un periodo di tempo ritrovai il nipote che credevo morto nell’incendio. Mio nipote, il piccolo Ciel.  Ricordava tanto il mio amato, ma gli occhi.. gli stessi occhi color zaffiro di mia sorella. Come potevo non adorarlo.

Poi, arrivo’ quella notte. 
Devo tutto a quel fatale incontro. Quella notte rischiarata dalla luna, come potrei scordarmela? Quel sanguinario Dio della Morte, si offri’ come mio aiutante. Gli piacque la mia sete di vendetta, la mia voglia di morte. Di certo non persi l’occasione, quindi acconsentii di buon grado. Grell Sutcliff divenne la mia forza.

La mia doppia vita, le mie facciate.

Di giorno: la frizzante zia di un perfetto nipote; la dottoressa caparbia, la donna intelligente, brillante, apprezzata da tutti, notata, invidiata da un sacco di donne insignificanti e adulata da un sacco di uomini inetti. Reprimevo la mia sofferenza, la nascondevo. Un animale in gabbia. Soffocare senza darne l’impressione. Patetica. 

La notte...La notte, invece, la mia liberazione. E’ la mia forma di evasione.
Tutto mi e’ concesso. 
Posso straziare, lacerare quei vuoti involucri che camminano vendendosi al primo offerente, non rendendosi conto del prezioso dono che hanno; gettandolo via senza ritegno. Anime luride, non meritevoli di vita. Non meritevoli di clemenza. Disfarsi del regalo piu’ prezioso ad una donna per poca miseria. Non erano donne, erano alla stregua dei peggiori animali esistenti sulla faccia della Terra, nemmeno si potevano considerare tali. Erano solo sozzura. Io che desideravo immensamente avere un bambino, mi fu strappata via anche quella opportunita’. Non potevo di certo ignorare questa squallida situazione. Ne approfittai, uccidendole e dilagnandole, trovando cosi’ fugaci attimi di pace.

La notte, la mia vita, la mia valvola di sfogo; ma in cuor mio sapevo che nemmeno la notte era in grado di farmi gioire, se non, appunto, per brevi fulgidi, intensi attimi di folle pazzia.

Il profumo della morte: inebriante.

Uccidere divenne la mia droga.

  
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