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Autore: roxy_xyz    19/09/2011    11 recensioni
[Questa storia partecipa al HBH- Happy Birthday, Hermione- iniziativa ideata da Vikichan e Jaybree88 nel gruppo “Cercando chi dà la roba alla Rowling”]
Missing moment del Principe Mezzosangue: sappiamo tutti dell'abilità di Harry in Pozioni... e se Hermione si intromettesse, come al suo solito, che cosa succederebbe?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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[Questa storia partecipa al HBH- Happy Birthday, Hermione- iniziativa ideata da Vikichan e Jaybree88 nel gruppo “Cercando chi dà la roba alla Rowling”]

Citazione scelta: _Maria_ da Armony
“Cerchi Hermione?”
“Hermione? Perché dovrei?!”
“Ah non lo so. Forse perché state sempre appiccicati”



Vicini, vicini

 

 

“Hai visto Harry?” La voce di Hermione Granger vibrò forte e decisa nella Sala Comune.

“No.” aveva risposto Dean Thomas. Era ancora mattina presto e la maggior parte degli studenti doveva fare il suo ingresso per consumare la prima colazione.

La strega aveva già finito di mangiare da tempo e stava aspettando, con la pazienza arrivata agli sgoccioli, il suo migliore amico. Dove poteva essere finito Harry?

Quando aveva scorto la testa rossa di Ronald fare il suo ingresso in sala, si era illuminata, pensando di trovare i suoi due migliori amici insieme. Fu tanta la delusione quando vide che, invece, era solo.

“’Giorno.” Il rosso sbadigliò più di una volta, tenendo la bocca aperta e Hermione gli gettò uno sguardo disgustato.

“Buongiorno, Ron. Sai per caso che fine ha fatto Harry?”

Ancora mezzo addormentato, si strofinò gli occhi per svegliarsi un po’. “E io che ne so! Dovresti saperlo tu meglio di me… siete sempre appiccicati!”

“Ma che vai farneticando? Ultimamente, mi evita.” Il tono era triste, perché per la prima volta Harry preferiva dare ascolto a un vecchio libro di Pozioni piuttosto che alla sua amica di sempre. C’era qualcosa in quel libro a inquietarla, o, forse, era semplicemente il fatto di non accettare il nuovo comportamento di Harry. Se ne stava sempre isolato da tutti, intento a leggere quelle pagine e a provare gli incantesimi che il proprietario del libro annotava ai margini. Una vocina nella sua testa le ricordava che non bisognava mai fidarsi di un libro, o magari era solo il suo istinto che le diceva di andare cauta. Purtroppo Harry Potter si gettava a capofitto in ogni situazione, lui non pensava, non si chiedeva chi fosse questo “Principe”, anzi lo ringraziava perché in questo modo era il preferito del Professore Lumacorno.

“Stai tranquilla, Hermione. A parte qualche scherzetto mattutino, non ha più provato a usare uno degli incanti del Principe.”

“No, che non mi tranquillizzo, invece! Ha provato qualcosa che non conosceva sul suo migliore amico, come può essere così incosciente?”

A Hermione Granger non piaceva questo cambiamento. Bastava un vecchio libro mal ridotto per mettere in dubbio la sua opinione?

Solo lei temeva che quel manuale potesse avere una cattiva influenza su Harry?

“Vado a prendere i libri per la lezione, ci vediamo in aula,” disse a Ron, decidendo di avviarsi verso il Dormitorio di Grifondoro. Il suo amico non le rispose neanche, preferì fare un semplice cenno con la testa e continuò a consumare la sua colazione.

Neanche lì, Harry sembrava presente e uno strano nodo all’altezza dello stomaco le suggerì che era alquanto strano. Recuperati i propri libri, si diresse verso il sotterraneo per la lezione di Pozioni.

Solo un alunno era arrivato, a parte lei, e Hermione riconobbe subito la zazzera corvina del suo migliore amico. Seduto nel suo banco stava sfogliando le pagine e con in mano la bacchetta provava un qualche incantesimo. Arrabbiata perché tutte le sue parole erano state inutili, gli si accomodò vicino facendo cadere pesantemente la pila di libri.

“Buongiorno, Harry.” Il tono era freddo e distaccato, era pressoché impossibile nascondergli la sua profonda delusione.

“Oh, ciao, Hermione. Anche tu sei arrivata in anticipo!”

“Se avessi saputo che eri qui, mi sarei goduta di più la colazione.” aveva detto con le labbra strette.

Le sopracciglia del ragazzo si erano aggrottate non capendo il significato delle parole della sua amica. “Mi stavi cercando?”

Hermione lo guardò a lungo e ogni traccia di fastidio sembrò abbandonarla, non riusciva a essere arrabbiata con lui per più di mezz’ora, era più forte di lei. Non era come Ron, a cui sembrava non importare se lei non gli rivolgeva la parola, attribuendo i cambi di umore al carattere femminile. Harry, invece, si domandava sempre cosa passasse nella testa della ragazza.

Lui era un buon amico.

“Lo sai il perché.” Fece cadere lo sguardo sul libro malridotto per fargli capire che era quello a preoccuparla.

“Ancora, Hermione? Ti ho detto di fidarti di me, è così difficile?”

Hermione chiuse il libro di scatto prima di parlare. Aveva pensato a lungo cosa dire, si era preparata un bel discorso, ma alla fine quando si decise ad affrontarlo, aveva dimenticato ogni cosa.

“Io mi fido di te, ma non di lui. È pericoloso… ho paura per te, Harry.”

“Paura per me?”

La ragazza era stata in pensiero per lui, da giorni non faceva altro che osservarlo di nascosto e Harry non capiva il perché di tutto questo interesse. Sapeva che in qualche modo riguardava il vecchio manuale di Pozioni, ne avevano discusso più di una volta, ma Hermione era diventata quasi ossessionata. Voleva scoprire chi fosse il Principe Mezzosangue.

“Paura?” Harry le aveva preso le mani, guardandola a lungo, come se volesse darle l’opportunità di leggergli dentro. Non voleva preoccuparla con queste cose futili, quando c’era altro di più importante di cui preoccuparsi. “Sono sempre io, solo Harry.”

“Harry Potter, o almeno quello che conosco io, non prende ordini da un libro! Harry Potter mi ascolta, mi chiede i consigli e soprattutto non è il primo a entrare in classe,” aveva concluso ironicamente la ragazza.

Il mago non poté evitare di sorridere. “Finché non otterrò quel ricordo dal professore Lumacorno, ti chiedo solo di essere paziente. Sono sempre io e tu sei sempre Hermione, l’unica che mi capisce. Mi aspetterai?”

La ragazza non ebbe il tempo di rispondere perché un baffuto Lumacorno fece il suo ingresso in aula seguito dagli altri studenti.

“Oh, i miei alunni preferiti!” Aveva gongolato felice, osservando i due ragazzi.

Con qualche tocco di bacchetta, ben presto tutti si ritrovarono di fronte il proprio calderone e pronti per la lezione del giorno.

“Bene, oggi preparerete la pozione della Corrente della Tranquillità. I pregi, come dice il suo stesso nome, sono quelli di calmare e di donare alle persone che ne fa uso di un’improvvisa tranquillità. Ideale per chi ha un carattere ansioso. Dunque, dunque, lavorerete in coppia e dato che non è difficile farla, voglio solo vedere dei bei calderoni fumanti color argento, intesi?”

Harry guardò Hermione che non sembrava contenta di dover lavorare insieme, forse non aveva creduto alle sue parole e aveva bisogno di tempo per calmarsi un po’. La pozione sarebbe stata perfetta per placare le sue paure.

Sfogliando le pagine e arrivando a quella richiesta, vide i soliti scarabocchi del Principe, che come al solito aveva da ridire con chi aveva scritto il libro.

Hermione si era già messa all’opera prendendo tutti gli ingredienti e cominciando a lavorare senza aspettarlo. “Hermione, cosa ti sfugge dalla parola lavoro di coppia?”

Adocchiando la pagina scarabocchiata, sbuffò dicendo: “Sarebbe un lavoro in tre, piuttosto!”

Innervosito dal comportamento della ragazza, le prese di mano gli ingredienti buttandoli tutti all’interno del calderone senza leggere le istruzioni.

La ragazza aveva sbarrato gli occhi incredula. “Ma cosa hai combinato?”

Non dovette aspettare molto per capire che aveva agito, come al solito, in maniera impulsiva.

Un piccolo botto segnalò che la loro pozione sarebbe stato un disastro, creando una grossa nube nell’aula.

“Sei un idiota, Harry! Hai rovinato il nostro compito,” aveva esclamato piena di rabbia la ragazza non riuscendo a trattenere la sua rabbia, neanche se si trovava in classe con i compagni e al cospetto di un insegnante.

“Sempre colpa mia, eh? Harry di qua, Harry di là! Era un lavoro di coppia o no?”

Sapeva di essere in torto, ma il ragazzo era così nervoso che non avrebbe mai ammesso di aver sbagliato, preferendo piuttosto litigare con Hermione.

Fu il professore a intervenire. “Ragazzi, ragazzi, calmatevi. Non è successo nulla che non si possa riparare… certo mi ci vorrà un po’ per creare la pozione adatta a separarvi, ma non temete!”

I due ragazzi l’avevano guardato con lo sguardo confuso. Separarli? Cosa intendeva? “Siete così carini vicini, vicini. Ora, Hermione non dovrai più chiedere dov’è Harry,” aveva scherzato Ronald, indicando i loro corpi e suggerendo loro di guardare in basso.

Seguirono il consiglio del loro migliore amico quasi con timore e fu tanta la loro esasperazione alla vista delle mani unite per magia. Ecco, cosa intendeva il professore!

“Vicini, vicini!”

Harry e Hermione si guardarono in preda allo sconforto, anche perché avrebbero dovuto stare tutto il giorno appiccicati e sopportato le battutine dei loro compagni.

“E se devo andare in bagno?” Aveva domandato Harry Potter in un sussurro.

 

 





Mi sono dovuta rileggere Il Principe Mezzosangue per scrivere questa storia, e soprattutto le parti inerenti a Lumacorno… una noia mortale. Comunque, la mia storia si colloca dopo che Harry prova il Levicorpus su Ronald e Hermione è parecchio seccata con lui.
Un grazie enorme va a Jaybree che mi ha aiutato in alcuni passi… grazie di cuore!
Infine, questa storia ha subito l’influenza anche di City Hunter, soprattutto nelle battute finali. In un episodio Rjo e Kaori sono rimasti ammanettati e devono aspettare che la purga faccia effetto sul cane (ha ingerito la chiave!) e devono stare sempre vicini vicini… alla povera Kaori le tocca accompagnare Rjo in bagno e sopportare la puzza!!! Mitico quell’episodio, quanto ho riso.
Grazie mille e alla prossima
   
 
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