Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: IchigoBlisss    19/09/2011    3 recensioni
Melissa e Lisa, due ragazze completamente diverse, che eppure riescono a capirsi perfettamente perchè legate da un quasi perenne senso di inadeguatezza. Entrambe indossano maschere che le impediscono di ottenere ciò che vogliono e l'impressione forte che ognuno ha di loro non rende loro la cosa più facile.
Una tenera storia d'amore tra ragazze che troveranno reciprocamente la libertà nell'altra.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Silly reasons Silly reasons

capitolo 1


Era passata un'altra giornata di merda, quel posto faceva schifo, Lisa lo odiava con tutto il cuore.

I suoi genitori l'avevano costretta a frequentare l'alberghiero, per poter poi gestire il piccolo ristorante di famiglia.
Lei avrebbe voluto frequentare il liceo artistico, sin da piccola aveva sempre amato disegnare.
Non che i suoi genitori non avessero incoraggiato la cosa: le regalavano sempre tutto il necessario per disegnare e aveva appreso - da autodidatta- qualche tecnica, aveva sempre avuto una predisposizione per l'arte, e i suoi genitori ne erano fieri, ma erano davvero intransigenti su una cosa: lei avrebbe gestito la piccola attività appartenente alla sua famiglia da molteplici generazioni, e per mantenerla sempre al meglio avrebbe dovuto studiare.

Non che la scuola in sè fosse così insopportabile, era la gente: gli alunni, i bidelli e soltanto pochi insegnanti si salvavano dal suo giudizio severo di quindicenne abbastanza presuntuosa.


Detestava i suoi genitori per averla costretta a quel posto pieno di ragazzi tracotanti e sgualdrine, abbastanza deficienti da sbavare dietro a quegli esseri tanto la cui vuotezza era paragonabile solo alla loro inutilità.

Veniva presa in giro perchè a differenza della altre ragazze non si metteva il trucco con una cazzuola da muratore come se fosse stucco, perchè non le interessava la cintura della Prima Classe o la borsa di Louis Vuitton, perchè non indossava il Columbia o le Nike Air che quell'anno sembravano avere tutti, non aveva piercing (anche se l'avevano sempre attratta), i suoi capelli, una volta molto lunghi, ora le coprivano a stento le orecchie.

Non che fosse diversa in qualche modo, lei si considerava normale, non era appariscente, indossava quasi sempre jeans e una t-shirt o canottiera pescata al momento dall'armadio.

Era in un momento in cui dato che pensava che badare troppo al proprio aspetto fisico rendesse una persona superficiale e probabilmente vuota, era passata dall'altro estremo, risultando sciatta e poco curata.

Per questo i ragazzi l'avevano presa di mira.

In quanto ad amici, ne aveva qualcuno conosciuto alle medie, con cui si sentiva quasi ogni fine settimana tramite cellulare, ma dopo medie non aveva stretto molte amicizie; Lisa era introversa,la sua poca voglia di fare qualsiasi cosa non la aiutava, tantomeno non lo faceva la sua presunzione: insomma non era proprio un animale sociale.

Quel giorno la madre l'aveva trascinata giù in paese per comprarle un nuovo paio di scarpe, aveva sempre voluto vedere la figlia più curata o più femminile, ma quando provava a prendere qualche iniziativa in quella direzione Lisa rifiutava ogni sua proposta.
Alla fine, la madre, le aveva comprato due paia di scarpe: un paio di scarpe da ginnastica in sconto che Lisa aveva scelto solo a causa del prezzo basso, e un paio, un nuovo arrivo, di ballerine, che nonostante le speranze della madre, aveva pensato Lisa, sarebbero finite accatastate tra le altre scarpe che le avevano comprato e che non aveva intenzione di indossare.

Tornata a casa, entrò nella sua stanza, chiudendo la porta alle sue spalle, appoggiò la busta con le nuove scarpe sul cassetto, appese la giacca all'attaccapanni, si sfilò le scarpe usando i piedi, per poi riporle in ordine nella scarpiera.

Guardò il sacchetto appoggiato al mobile alla sua sinistra, estrasse la scatola parallelepipoidale cercando di non fare rumore accartocciando il sacchetto, la aprì e fisso qualche secondo le ballerine, per poi metterle via, nella parte bassa della scarpiera, quella delle scarpe che non usava.

Si sedette alla scrivania, la sua postazione di lavoro, voleva disegnare.

Era ottobre, e il cielo era azzurro-grigiognolo e spoglio di ogni nuvola, il vento fischiava e le finestre sbattevano, la distraevano, Lisa si alzò per chiuderle, anche perchè faceva freddo.
Da quella angolazione si fermò a fissare il foglio pieno di cancellature: oggi l'ispirazione sembrava proprio non arrivare.
Sbuffò.

Si prese qualche secondo, guardò prima i suoi piedi nudi, pensò che avrebbe dovuto mettersi un paio di calze, poi camminò verso la scrivania, con la flemma che la contraddistingueva quando era nella sua stanza prese il foglio, diede un'ultima occhiata alle linee che non era riuscita a cancellare del tutto, e con la stessa lentezza lo accartocciò, per buttarlo nel cestino con un gesto rabbioso.

Lisa adorava la sua stanza, le pareti di legno rosso erano quasi interamente ricoperte dalla sua roba, davanti a sè aveva uno specchio sui cui, con dei pennarelli indelebili aveva scritto e fatto scrivere frasi e dediche; la parete alla sua destra era ricoperta di disegni e quadri, quella alla sua sinistra era occupata da una finestra e delle mensole sui cui erano riposti tutti i suoi libri, il suo materiale per il disegno e alcuni giocattoli di quando era piccola; sulla parete a cui dava le spalle c'era un'enorme bacheca, a cui appendeva ricordi vari: biglietti del cinema o di concerti, foto, fogliettini delle medie, cartoline e altre cose che trovava in giro; sempre a quella parete era appoggiato la scrivania, che una volta chiusa si trasformava in un letto a scomparsa.

Lisa si sdraiò sul tappeto steso sul parquet, guardò il soffitto e ripensò alla sua giornata, si era svegliata presto dopo aver dormito male, aveva dovuto aspettare al freddo uno stupido autobus che l'avrebbe -percorrendo una marea di curva e tornanti- portata in uno stupido paese, dove sarebbe scesa con la nausea prima di dover camminare fino allo stupido istituto che tanto odiava.
Aveva litigato furiosamente con un suo compagno di classe, un certo Michele, probabilmente quello che odiava più di tutti, fino a quando lui aveva gridato "Dopo ti riempo di botte lesbica di merda" e la prof aveva messo una nota sul registro (un'altra) a entrambi.
Quanto cazzo odiava quell'essere? Troppo, Lisa pensava che sarebbe stato più giusto se non gli avesse dato importanza, ma non riusciva a smettere di rimuginarci sopra.
Poi alle due era uscita da quell'inferno, Michele non si era fatto vivo, anche perchè sua madre la aspettava fuori per andare al negozio di scarpe, alle tre e mezza avevano già finito e alle quattro erano già a casa.

Lisa tornò alla normalità e alla solita calma che quella stanza, il suo unico rifugio, le infondeva.
Adorava quei silenziosi momenti (che a volte duravano più di un'ora) di solitudine e riflessione, in cui trascendeva tutto e si sentiva solo pensiero puro.
Dentro quelle quattro mura c'era la sua libertà e la sua serenità, la sua mente si liberava dal peso del suo corpo e viaggiava.
Era in pace con se stessa, non doveva rendere conto a niente e a nessuno.

Era sola, e in quella stanza che così pregna della sua essenza le dava la sicurezza che le serviva, sapeva di non avere limitazioni oltre al suo corpo.
Si alzò, aprì l'armadio, prese la più pizzosa e frivola gonna che sua madre le aveva regalato (invano), la indossò sopra i pantaloni e mise le nuove ballerine, prese dalla mensola la corona e la bacchetta magica da "principessa delle fate" che i suoi genitori le avevano regalato quando a quattro anni credeva di vivere in una fiaba, e indossando la corona e sventolando la bacchetta si mise a ballare e canticchiare su una melodia inventata, fino a quando il bussare di suo padre che la chiamava per chiederle aiuto al ristorante, la riportò brutalmente alla realtà.
Si sentì incredibilmente stupida.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: IchigoBlisss