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Autore: Jill_BSAA    19/09/2011    3 recensioni
Sorrido, perché sento che lentamente mi sto trasformando in ciò che sei tu. Una belva assetata di sangue che preme per uscire. Eppure io cercherò di sopprimerla, farò ogni cosa per evitare che incontri te, il suo creatore. Non vi riunirete voi due, lo giuro sulla mia vita. Se però ciò accadesse, non esitare a puntarmi la pistola al cuore, compagno fedele, so che riuscirai a seppellire il mio odio con il mio sangue.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jill Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo con un'altra riflessione di Jill! Questa volta, ho evitato di aggiungere parti melense e l'ho resa più simile al reale carattere di Valentine^^ 
p.s. L'ispirazione mi è venuta da questa immagine!
pps. buona lettura!^^
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Le persone cambiano, l’ho imparato a mie spese, provandolo sulla mia pelle.
Sono simili alla luna che non mostra mai la sua faccia, e quando lo fa appare perfetta e luminosa, non una sola macchia la deturpa. Quanto ingannano gli occhi degli esseri umani che non distinguono quella superficie irregolare e brul. Così, allo stesso modo, io non sono riuscita a distinguere la tua intrigata rete d’inganni. La tua malvagità, io, non riuscivo nemmeno a immaginarla. Tu sei stato accanto a me, ti veneravo, ti ho amato perfino … Ora di tutto questo cosa mi è rimasto? Un pugno di freddo odio, e una morsa che mi chiude lo stomaco quando osservo allo specchio il mio viso che così tante volte hai guardato. Mi sento piccola come una bambina indifesa, troppo spaventata e tremante per riuscire a scappare dalle grinfie del lupo cattivo, ma se non sbaglio, quella stessa bambina, si è avvicinata di sua spontanea volontà alla bestia, e ora ferita, piange. Mi hai strappato il cuore, non lo nego, ma quanto sei stato superbo nel pensare che quel cuore appartenesse solo a te … Posso vederti chiaramente mentre con un ghigno di puro divertimento alzi la mano e l’affondi nel mio petto tremante e con estrema facilità mi estrai l’organo vitale ancora caldo e io cado mollemente sul pavimento. Quante volte l’ho sognato? Dieci? Cento? Mille? Eppure ogni notte in cui mi sveglio sudata e pallida per l’angoscia, la mia mano corre all’altezza del cuore per controllare se il battito accelerato dall’incubo ancora è presente.
In tutti i modi ho cercato di debellare questa malattia, ma è difficile da curare se si è da soli.
 E non posso fare a meno di pensare che, in questo stesso momento, mentre io mi danno l’anima e sento che la mia mente perde lucidità, tu ti bei della tua felice condizione di creatura divina. Quante persone hai ucciso per far si che i tuoi occhi brillino di quel sinistro colore acceso? Quante volte hai guardato con quelle stesse iridi le tue prede e poi, come se nulla fosse, le hai posate su di me, infettandomi fin dentro l’anima. 
Sorrido, perché sento che lentamente mi sto trasformando in ciò che sei tu. Una belva assetata di sangue che preme per uscire. Eppure io cercherò di sopprimerla, farò ogni cosa per evitare che incontri te, il suo creatore. Non vi riunirete voi due, lo giuro sulla mia vita. Se però ciò accadesse, non esitare a puntarmi la pistola al cuore, compagno fedele, so che riuscirai a seppellire il mio odio con il mio sangue.
Non ho paura della morte, ho paura dell’oscurità che comincia ad avvolgermi e finirà per risucchiarmi, Ma tu, se mai ci rincontreremo premi il grilletto senza esitare. La morte è un attimo, l’agonia dura per sempre.
  
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