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Autore: MademoiselleSolitude    19/09/2011    1 recensioni
"Ti perderò, ma in fondo, non ti ho mai posseduta davvero."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una cancellazione, totale o parziale che sia, comporta sempre una fine. La conclusione, d’un capitolo irrecensibile, d’attimi lacerati dall’imperizia del tempo. Ora svelerò a me stessa l’altro lato della medaglia, quello in ombra, costretto alla sepoltura dal desiderio disperato di credere in Te, quella repressione che ora intendo sfogare. Ho sempre pensato, tessendo realtà menzognere persino a me stessa, che in fondo non fossi altro che infantile. Con i tuoi sciocchi tentativi d’agitare il mio mare, di sfogliare l’album della mia vita per sgualcirlo e strapparlo, per fare di lembi illusori il tuo magnete personale. Non riesco a tollerare chi gioca a dadi con i sentimenti; che avvenga per un battito di ciglia, tramite parola impressa su di uno sciocco social network, a voce, o peggio per breccia di uno sguardo, chi deride l’animo altrui nel disperato bisogno di mascherare la propria debolezza, non ha diritto che ad un contrappasso crudele. Quante volte ho concluso con me stessa d’essere inappropriata? Quando privilegiavi una compagnia frivola esacerbando aride scuse, quando fuggivi alle indagini che rivolgevo al centro del tuo petto, quando mentivi fingendo ingenuità. Quel tuo modo, d’agire nella confusione, suscitando in me altrettanto smarrimento, in una propagazione rapida d’onde d’acqua smosse da un sasso, io, venivo scagliata da forze a me sconosciute al suolo. Non si trattava di gravità, come sai, a quella le mie spalle hanno saputo abituarsi, così come la terra sostiene il peso d’ogni suo abitante, anch’io sapevo fare la mia parte. E sai, ero spesso silenziosa, mai consentivo agli atri del mio cuore d’essere invasi da ventate di nuovo ossigeno. Però tu, parlando di scelte, t’eri fatta spazio, ed io, con scarsa loquacità e disperato bisogno d’essere amata, ti avevo lasciata entrare. Mai debolezza venne ripagata in modo tanto amaro. E’ stata una progressione, una digressione verso il silenzio congiunto ad indifferenza. E’ vero, provai rancore, ma lo abbandonai subito. Non amo nutrirmi di sentimenti tanto deleteri, ciononostante è davvero un peccato, che sia finita così. Mi fa bene sai, parlare della vera Te, di ciò che hai finto d’essere mascherandoti dietro all’eroe che sarebbe giunto a salvarmi. Nella vita vera non esistono eroi, né tanto meno tu rappresentavi la perfezione. Ho compreso che il tuo essere è simile a quello di molti altri, hai a cuore soltanto ciò non mina il tuo Io, ciò che non ti pervade e ti fa dimenticare il tuo senso di esistere per qualche breve bracciata nel mare dei tuoi sogni. Sei debole, iniettarti calde facciate non feconderà la tua forza. Raggiungerai l’apice irta di crepe, la tua corazza non saprà reggere. Ed un giorno cadrai, forse come caddi io allora, non trovando alcun paracadute a frenare il tuo abisso. E sarà allora, che il tonfo che udirò dalle alture che con le mie sole forze avrò conquistato, mi risuonerà gelido e lontano. Ti perderò, ma in fondo, non ti ho mai posseduta davvero.

  
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