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Autore: Calcifer92    20/09/2011    1 recensioni
Jack Wheeler, per gli amici Jacky, viaggia su una nave pirata come mozzo insieme ad una ciurma i cui membri tutto sembrano, tranne che dei veri pirati. Sono in mare da molto tempo e le provviste stanno per finire, finché...
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terra in vista!
28 Settembre 1536, dal diario di bordo di Jacky. Navighiamo ormai da mesi sull’onda di questo fantastico vascello, ma se non fosse per queste pagine non ricorderei l’ultima volta che abbiamo toccato o solamente visto terra. Ogni giorno che passa fa sempre più caldo ed il cielo è sempre chiaro e limpido, neanche una nuvola… il tutto sarebbe perfetto se non fosse per il fatto che la cambusa si è ormai svuotata. Nonostante ciò, tutti i giorni, all’ora di pranzo, tutta la ciurma si dirige puntuale verso la sala grande e inizia la solita cantilena: il capitano a capotavola, il navigatore alla sua destra e tutti gli altri membri dell’equipaggio che forchetta nella sinistra e coltello nella destra, sbattono a ritmo i pugni sul tavolo facendo saltare qualunque oggetto vi sia sopra e manifestando così il loro desiderio di volersi riempire lo stomaco. Oggi abbiamo scoperto che le provviste erano davvero poche e quindi il nostro capitano ha deciso di… farci saltare i pasti… che fame… se penso che dovrò mangiare pesce e bere acqua salata per il resto della mia vita mi viene la nausea. Il capitano però è stato corretto e i suoi ordini impeccabili: - per quest’oggi nessun membro di questa nave, me incluso, toccherà cibo… sperate solo che abbocchino -. Nessuno sa qual è il suo vero nome, ma tutti lo chiamiamo Polly, sì, è un nome buffo per uno come lui, però deve questo appellativo a Cracker, il pappagallo che porta sulla spalla destra, lo chiama sempre così! Da quando faccio parte dell’equipaggio però non l’ho mai visto cambiarsi i vestiti, ha sempre indossato una giacca blu scura, un paio di pantaloni blu scuri tirati su dalla cintura della sua fidata sciabola, e un cappello dello stesso colore con una piuma cerulea che gli dà un tocco di classe. La cosa che lo contraddistingue dagli altri è quella rosa vermiglia che porta nel taschino sinistro della giacca, a volte mi chiedo se a Cracker sia venuta mai la voglia di beccarla; ad ogni modo tutto ciò fa di lui un vero gentiluomo, bisogna infatti sapere che è uno dei pochi qui su questa nave che non ha né tatuaggi, né orecchini, né denti d’oro, né bende sull’occhio, né cicatrici, né uncini, né gambe di legno, solo un bel paio di stivaloni neri sporchi di alghe. Curioso, vero? Una nave pirata il cui capitano potrebbe essere scambiato per tale solo perché ha un pappagallo variopinto sulla spalla, mai sfidare la sua spada però, c’è una sola cosa che a questo mondo è più affilata della sciabola che tiene sempre stretta alla vita anche quando dorme: la sua lingua. L’unico che sembra davvero un pirata qui è il navigatore, Roger, un ometto di statura media, barba grigia abbastanza folta e riccia come i capelli e dalla corporatura robusta, indossa di solito un paio di occhiali piccoli piccoli sul naso e una maglia a strisce orizzontali blu e bianche, il classico bucaniere insomma! Ancor più caratteristica la sua tenuta notturna, pigiama verde chiaro con tanto di cappellino con il pompon e il… - Nave a prua! Nave a prua! - era la voce del pirata che stava sulla coppa dell’albero maestro, ero così entusiasta, così felice, così… insomma… aspettavo una notizia del genere da così tanto tempo che lasciai questa pagina a metà per precipitarmi fuori, sul ponte. A prua c’era il buon vecchio Polly che aguzzava la vista all’orizzonte per scorgere la suddetta nave – Jacky, passami il cannocchiale! – mi disse mentre lo stavo estraendo dal taschino, e dopo aver scrutato in lontananza aggiunse – è più di una semplice nave… - ed esclamò estasiato – terra in vista! È una banchina! -. Il resto della ciurma scoppiò in un sonoro e felice canto di gioia mentre si dava da fare per ammainare le vele e aggiustare la rotta verso quella penisoletta, dalla contentezza i pirati saltavano da una parte all’altra del veliero appesi ad una corda e brindando con l’ultimo barile di birra che tanto gelosamente era custodito nella cabina del capitano. Ormai era quasi il crepuscolo e ci stavamo avvicinando alla terraferma, chiunque sulla nave aveva il sorriso stampato sulla fronte, la stessa cosa non si poteva dire però del capitano… o almeno non era più così fino a qualche nodo fa… era di nuovo a prua e stava lì impalato fissando l’orizzonte con il cannocchiale. – C’è qualche problema Polly? – gli chiesi d’istinto. Non rispose. Mi passò solamente il cannocchiale come per invitarmi a guardare all’orizzonte. Ok, era senz’altro il più bel tramonto che avessi mai visto e le varie sfumature di rosso, giallo e arancione che si riflettevano nell’acquamarina e tingevano d’oro la nostra bellissima barca erano molto suggestive, così come lo era il cielo che stranamente aveva cominciato a coprirsi di nuvoloni rosastri, però potevo ammirare quello spettacolo anche ad occhio nudo… - la… quello è… là fuori… sono… - dopo aver visto la stessa cosa che aveva fatto impallidire il volto del capitano, volsi lo sguardo verso di lui, si limitò a fare un cenno di sì con la testa. Sull’altro lato della banchina, una galera la quale bandiera portava lo stendardo di Justin T. Thriller, il pirata più spietato, più malvagio, più angusto, più avaro, più sudicio e più meschino di tutti i tempi.
  
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