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Autore: alessiasc    20/09/2011    1 recensioni
Heath Ledger il giorno della sua morte. Non sa di essere morto e la sua anima va a trovare Jake.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Look at me, feel me.
My eyes are watching you.
My eyes are crying.
They're beggin' you to see them.
Can't you see me?
I need you to survive.


Mi alzo daldivano e mi dirigo verso la cucina. Hannah è andata a casa per qualche ora e così l'appartamento è solo mio, finalmente.
Prendo il cesto in cui tengo i medicinali e ne tiro fuori tre flaconi; uno di questi è nuovo, me l'ha dato il dottore stamattina, assicurandomi che le pastiglie che esso conteneva mi avrebbero aiutato con il mio recente problema di insonnia. “è la volta buona che riesce a distruggerla, ne sono certo signor Ledger” mi ha detto, e così le ho comprate. Il secondo flacone è pieno di calmanti, sempre prescritti dal solito ometto buffo con gli occhiali che mi segue da anni. Il terzo contiene ansiolitici, per l'ansia e lo stress. Prendo un bicchiere e ci verso dell'acqua, poi da ogni flacone estraggo una pastiglia. Le mando giù una alla volta, con un sorso d'acqua a testa e le sento scendere giù per la gola.
Metto il bicchiere nel lavandino e i flaconi al loro posto, nella cesta, poi mi dirigo verso il salotto. Mi gira un po' la testa così mi fermo a metà strada perché non so dove mettere i piedi. Facci un passo, poi un altro e prima di rendermene conto vedo tuto nero e con un tonfo cado a terra. Il mondo si è capovolto.


Apro gli occhi. La mia faccia è spiaccicata sul parquet e sento tutti i muscoli intorpiditi. Ma che è successo? Mi chiedo, e poi ad alta voce dico qualcosa come “volevo dormire, non morire sul colpo, santo Cielo!” guardai l'ora. 13.55. Penso di chiamare Jake o Michelle per sapere di Matilda ma mentre mi alzo sento ancora la testa che mi gira e decido semplicemente di andare a dormire sperando di dormire fino alla mattina dopo. Mi butto sul letto, chiudo gli occhi e mi addormento istantaneamente.
Faccio un sogno strano: c'è tanta gente intorno a me, qualcuno urla, alri piangono ma non vedo nessuno in volto.Ci sono
agenti della polizia ovunque e sento una voce familiare dire: “non può essere morto”. E' una donna.
Poi mi sveglio, apro gli occhi di colpo e sobbalzo.Tutto è normale. Mi alzo e guardo l'ora: 7.00. Almeno le pastiglie nuove funzionano.
Mi strofino gli occhi e poi mi butto letteralmente giù dal letto. Vado in bagno e mi lavo i denti, mi spazzolo i capelli e senza guardarmi allo specchio per vedere come sono ridotto, mi tolgo la canottiera e mi infilo una camicia bianca, con sopra un'elegante cravatta nera, sotto dei jeans e, ovviamente, non metto la camicia dentro i pantaloni ma la lascio rigorosamente fuori, che svolazza. Mi infilo una giacca e delle scarpe pesanti.
Prendo le chiavi della macchina e esco di casa. Cinque minuti dopo sono imbottigliato nel traffico di New York e mi dirigo verso l'ufficio del mio manager, per discutere di una questione non troppo urgente ma abbastanza da essere discussa. Quando finalmente arrivo davanti all'enorme palazzo nessuno si interessa del mio arrivo. Nessuno mi guarda o mi saluta, il che mi sembra strano, ma non abbastanza interessante o eccezionale da farci troppo caso. Prendo l'ascensore e scendo al secondo piano, dove lavora la mia gente. Tutti gli uffici sono vuoti, anche quelli di David, il mio manager. Eppure avevamo un appuntamento. Cazzo! Infilo nuovamente la giacca e decido di fare un giro nei dintorni nell'attesa di essere chiamato o avvertito da qualche essere umano competente che mi dica cosa cazzo devo fare questa cazzo di mattina del 22 Gennaio.
Passo davanti ad un edicola e mi metto a leggere qualche titolo di giornale. E poi uno attira la mia attenzione.
“HEATH LEDGER, famoso attore Australiano, nel bel mezzo del progetto -Parnassus- è stato ritrovato morto nel suo appartamento a New York ieri verso le due del pomeriggio.”
Scoppio a ridere. Ma che cazzo significa tutto ciò? La prima cosa che penso è di comprare il giornale e correre a casa di Jake per farci due risate sopra, ed è quello che faccio. Metto il giornale davanti all'edicolante ma lui fa come se io non esistessi. Grazie eh. Penso, così lascio qualche spicciolo nel piattino per il resto e corro verso la mia macchina. Ci salgo e in poco tempo raggiungo la casa di Jake. Entro senza problemi, la porta è aperta ma anche se non fosse saprei dove sono nascoste le chiavi di riserva.
«Jake! Jake sono Heath!» dico ad alta voce chiudendomi la porta alle spalle. Nessuna risposta. Penso che sia al lavoro, ma poi sento dei singhiozzi e dei rumori provenire dalla sua stanza da letto così mi avvicino alla porta socchiusa e la spalanco. E lui è lì seduto sul letto con le spalle appoggiate al muro e le ginocchia al petto strette dalle braccia che le circondano. Piange e le lacrime gli scorrono veloci sul viso. Ha gli occhi rossi ed è pallido. Mi avvicino e mi siedo davanti a lui. Ha lo sguardo perso nel vuoto, sembra che nemmeno sappia che sono entrato da quella porta.
«Jake, perché piangi?» dico, con una stretta al cuore allucinante. Quelle lacrime, quel dolore, sono mio dolore. Il mio migliore amico sta soffrendo e vorrei solo poter fare qualcosa.
Lui alza lo sguardo e guarda verso di me. Non me, solo verso di me. Sempre come se non mi vedesse.
«Heath.. io.. io sento la tua voce.. ed è nella mia testa.. ma.. se tu sei qui.. io.. dimmi qualcosa, cazzo. Mi sento una bambina, Heath, fammi capire che non mi sto sbagliando, o illudendo, che tu sia davvero qui... con me..» e allora realizzo tutto. E mi rendo conto di tutto, e capisco che ho passato il limite e che non posso tornare indietro.
E mi odio così tanto che comincio ad urlare, mi alzo in piedi e percorro a grandi passi la stanza, urlo, batto i piedi, ma senza fare alcun minimo rumore. L'aria rimane ferma dov'è e Jake guarda sempre nel punto in cui ero seduto qualche istante prima. E allora mi risiedo lì, convincendo me stesso che lui stia guardando me, proprio me, e non il vuoto, cercandomi.
Allungo una mano per sfiorargli i capelli e asciugargli le lacrime, per fargli capire che ci sono, che sono lì con lui e che ci sarò sempre, cerco di sbollire la rabbia con questo pensiero. Ma qualcosa mi blocca. Allora comincio a battere le mani su questa barriera che sembra vetro e ricomincio ad urlare. Non voglio vederlo così. Non voglio che sia colpa mia. Voglio prenderlo tra le braccia e baciargli la fronte, accarezzargli le guance e dirgli che va tutto bene. Voglio farlo sentire al sicuro. Il cuore mi scoppia nel petto mentre batto le mani sul vetro, bastardo. 
«Sono qui Jake, io sono qui» dico, e mi concentro sul suo viso, i suoi occhi gonfi azzurri mi riempiono l'anima. L'unica cosa che mi è rimasta è piena di quegli occhi oceano.
«Heath?» ora i suoi occhi si illuminano e lui si guarda in giro.
«Jake..» sussurro, e le lacrime mi pungono gli occhi come tanti piccoli e fastidiosi aghi.
«Heath, sei qui» dice. E sorride. Un sorriso umido, un sorriso vero. Amo il suo sorriso con ogni parte di me.
«Sarò sempre qui, Jake, sempre. Cosa è successo?» Lui non mi vede e tutto ciò mi distrugge. Non ci capisco niente. Sono morto? Perché riesco a vederlo, perché mi sente?
«Sei morto, Heath. Perché riesco a sentirti? Cosa sta succedendo? Sono pazzo?» scuoto la testa.
«Come mi senti, Jake?»
«Come un sussurro» e piange. China la testa e piange, le sue spalle tremano così forte che sento il lampadario cigolare. E ancora una volta le mie mani sono attratte da lui, come una calamita, e cercano di oltrepassare la barriera.
Lui alza lo sguardo.
«Sento che sei qui» dice, alza le mani e sembra che cerchi le mie. Le tiene in aria ma a me sembra proprio che le appoggi sopra la barriera, che ora è l'unica cosa che le divide dalle mie.
«Sono morto, Jake, cazzo sono morto. Che cosa devo fare?» dico, e mi sento stupido, così stupido che rido, e al suono della mia risata, lui piange ancora, ma non muove le mani dalle mie.
«Non lo so. Non lasciarmi» e mentre lo dice sento che la barriera cede e riesco a sfiorare le sue dita. Il suo sguardo è ancora perso nel vuoto e i miei occhi stanno pregando i suoi di incontrarli per un ultimo sguardo. Ora non mi sento più in vena di fare battute o pormi domande. Sento come se sapessi tutto quello che mi sta per succedere, e sono tranquillo. Non ho paura di morire, non ho paura di lasciare la vita terrena.
Una cosa mi spaventa, e nemmeno quel senso di pace riesce a cacciarla via. Mi ha intrappolato il cuore e lo stringe forte. E' la paura di non vederlo più. Di non incrociare più quegli occhi. Mi guardo. Il mio corpo, o almeno, la mia anima, ciò che rimane di me, sta svanendo, lentamente. La barriera è quella cosa che divide la vita di prima, a quella del presente, quella che stanno vivendo tutti, senza di me. E io devo sparire, per lasciare ogni spazio al suo posto.
Eppure non mollo la presa, infilo le dita tra quelle di Jake e lui le sente, e le stringe. Sono calde, non le sento come le avrei sentite se fossi stato davvero lì fisicamente, ma quasi mi basta. Quasi, perché ora sento il desiderio di abbracciarlo e di essere con lui davvero.
«Non voglio lasciarti, Jake, non voglio vivere – o morire – senza di te. Non voglio che tu viva senza di me, non lasciarmi andare via» dico, e piango, piango così forte che comincio a sentirmi debole.
«Non andare via Heath, rimani qui, non voglio restare da solo» lo dice guardando la sua mano intrecciata nella mia. Ma la mia non la vede, e comincio a non vederla più nemmeno io.
«Non sarai mai solo, Jacob. Promettimi che non ti dimenticherai mai di me» piango e piango.
«Te lo prometto»
«Ti amo Jake» dico, e lo penso. Lo penso perché lui non è solo il mio migliore amico, lui è il mio amante, il mio segreto, la mia vita.
«Heath.. anche io» e poi sparisco, e l'ultima cosa che sento e vedo è la sua mano che si chiude sul nulla e la mia anima viene risucchiata lontano da lui, lontano dai suoi occhi cristallini e il suo sorriso meraviglioso. E mi sento così perso, ma non riesco a provare niente.


Tell me you won't forget me,
I'll be there with you all the time,
I'll wait for you to come.
I am your angel, waiting for you to come.
Be happy, forever.
   
 
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