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Autore: Kuchiki Chan    20/09/2011    1 recensioni
- La sua migliore amica? - la scimmiottò Chizuru, con tono sarcastico - Sei sicura che Orihime sia solo questo, per te? -
Tatsuki sentì un brivido gelido scorrere lungo la schiena. Aveva capito, aveva capito immediatamente dove la rossa voleva andare a parare. Strinse i pugni, frustrata ed impotente, e rimase in silenzio, guardandosi la punta delle scarpe. Era stata furba, Chizuru. Era riuscita a zittire Tatsuki Arisawa dando voce a una domanda che la ragazza si poneva da tempo, ma a cui non era stata ancora in grado di dare una risposta.
(TatsuHime)
[One-shot] [Shoujo-ai]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Arisawa Tatsuki, Chizuru Honsho, Inoue Orihime
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You guardian angel




Premessa:

Udite udite, Kuchiki Chan è tornata! So che la maggior parte di voi non sarà molto felice di questo mio ritorno, ma purtroppo non riesco a stare troppo tempo senza intasare la sezione Bleach dei miei obbrobbri, mi dispiace per voi ^^
E, incredibile ma vero, con una One-shot Shoujo-ai!
E' la prima volta che scrivo una storia del genere, per di più su un paring come il TatsuHime, quindi non scannatemi, per cortesia T.T
Sono consapevole del fatto che la storia non sia un granchè, del resto era solo un esperimento per scoprire se riuscivo a scrivere qualcosa di questo genere, ma spero lo stesso che vi piaccia!
Come al solito, le recensioni sono sempre gradite ^^


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- BUONGIORNO, HIME-CHAN!!! -

Nel sentire quella voce acuta e pimpante già di prima mattina, Tatsuki Arisawa si passò una mano sul volto, esasperata.

Affondò la testa sul banco, in mezzo alle braccia incrociate: non aveva per niente voglia di girarsi, sapeva già a chi appartenevano quelle urla. Quel momento si ripeteva in ogni santissimo giorno di scuola: sapeva che girandosi avrebbe visto una perennemente entusiasta Chizuru abbracciare (e nel frattempo palpare) una imbarazzatissima Orihime.
Sapeva che fra qualche secondo la rossa avrebbe sparato un’altra di quelle battute piene di doppi sensi che mandavano letteralmente in crisi la sua amica, e che lei sarebbe intervenuta con un arrabbiatissimo “Lasciala stare” o qualcosa del genere.
Se Chizuru avesse continuato ad insistere, le avrebbe tirato un pugno, o un calcio, in proporzione allo spazio che aveva a disposizione.
O a quanto era arrabbiata.

- B..Buongiorno  Chizuru-chan-

Tatsuki sentì chiaramente il balbettio della sua migliore amica, che era imbarazzata proprio come lei aveva previsto.
Le attenzioni della rossa mettevano a disagio Orihime, ma la ragazza era troppo gentile per allontanarla.

Era sempre così, Orihime Inoue: generosa con tutti, pura fino all’inverosimile, ma anche esageratamente ingenua e autolesionista. Aveva sempre considerato il bene degli altri più importante del proprio, e faceva di tutto per non ferire le persone che le stavano vicino.
Persino se la persona in questione era la fastidiosa Chizuru Honsho.

- Come mai siamo così giù di corda stamattina, Hime-chan? Quel ragazzaccio di Kurosaki ti ha fatto qualcosa di male? Ma quando riuscirai a capire che sprechi solo il tuo tempo andando dietro a quello lì? -

Tatsuki strinse i pugni, mentre cercava di calmare la rabbia che aveva iniziato a scorrerle lungo le vene.

Non capiva, Chizuru.
Non capiva niente.
Non riusciva a comprendere che il sentimento che Orihime provava verso Ichigo Kurosaki andava oltre un semplice “andare dietro”.
Non capiva che la sua amica non era superficiale come lei, e che diceva di amare qualcuno solo quando era veramente innamorata.
Non capiva che le sue parole riuscivano solo a turbarla, e che mai avrebbe potuto avvicinarsi a lei mantenendo un atteggiamento del genere.

Credeva di conoscere Orihime, ma in realtà non la comprendeva affatto.
Non era molto diversa dai ragazzi che le sbavavano dietro solo a causa del suo corpo mozzafiato. 

- Non preoccuparti, Chizuru-chan, Kurosaki-kun non mi ha fatto proprio nulla. Stamattina sono solo stanca, tutto qui! -

Anche se non poteva vederla, Tatsuki riusciva benissimo a tracciare nella sua mente l’espressione che doveva avere Orihime in quel momento: un sorriso impacciato e imbarazzato, come se stesse cercando di scusarsi per qualcosa. Come se quella ragazza considerasse una colpa il non poter accettare e ricambiare le attenzioni della compagna di classe. Credeva troppo negli esseri umani, e troppo poco in sé stessa.
Con quello strano modo di pensare, Orihime sarebbe crollata in fretta se non avesse avuto vicino persone come lei. Tatsuki le stava sempre vicino, la difendeva a spada tratta contro chi osava prenderla in giro o ferirla.

In un certo senso, era il suo angelo custode.

- Non credere di poter sviare il discorso in questo modo, Orihime!  Sai benissimo che Kurosaki non merita le attenzioni di una ragazza perfetta come te. Del resto, gli uomini sono tutti uguali! Possiamo vivere benissimo anche senza di loro! Dai, vieni un attimo con me, che ti insegno con calma le gioie di essere una donna! -

Ecco.
Era arrivato il momento.

Tutte le conversazioni tra Orihime e Chizuru si interrompevano sempre grazie al suo intervento, tra lo sguardo infastidito della rossa e quello colmo di gratitudine della sua amica.
Come al solito, toccava a lei tirarla fuori dai guari, era un impegno giornaliero al quale non poteva sottrarsi.

Alzò di scatto la testa dal banco e si alzò in piedi, facendo strisciare rumorosamente la sedia sul pavimento. Chizuru aveva preso Orihime per un braccio, con un’espressione entusiasta sul viso. La sua amica aveva esattamente la faccia che Tatsuki aveva immaginato: quel sorriso timido e un po’ tonto che sfoderava quando si trovava in difficoltà.

- Giù le zampe da Orihime, sottospecie di maniaca! Non vedi che non ha alcuna voglia di essere toccata da te? - sbottò, incrociando le braccia sul petto.

Chizuru si girò di scatto verso di lei, sbuffando sonoramente.

- Oh, ma guarda un po’ chi si vede! Quando la smetterai di metterti sempre tra me e Orihime? Fatti gli affari tuoi! - protestò, con tono scocciato, però liberò piano il polso della ragazza dalla sua stretta.

A nessuno studente di quella scuola piaceva mettersi nei guai con Tatsuki Arisawa, e la rossa, pur ostentando tranquillità, non faceva eccezione.

- Orihime è troppo gentile per dirti quanto in realtà le dai fastidio, quindi l’essere la sua migliore amica mi da il diritto di farlo al posto suo. Hai capito, razza di pervertita? Deciditi a lasciarla in pace - rispose la ragazza dai capelli corti, cercando di contenere la rabbia che in realtà provava.
Del resto, ripetevano quella scenetta tutte le mattine. Allora, perché quella volta si era arrabbiata più del solito?

Forse, dipendeva dal fatto che quella depravata avesse menzionato Ichigo.

Nel sentire la risposta della compagna di classe, il viso di Chizuru si contrasse in un sorriso furbo che mise subito Tatsuki in allarme. La sua espressione aveva un che di viscido e fastidioso, come se avesse all’improvviso capito qualcosa che a lei era sfuggito. La ragazza si preparò mentalmente, pronta al peggio.

Anche Orihime, avvertendo nell’aria una strana tensione, lanciò uno sguardo ansioso all’amica, come se la stesse supplicando di non mettersi nei guai per lei. Tatsuki avvertiva quasi fisicamente gli occhi dell’amica fissi su di lei, e i sentimenti che stava cercando di passarle scorrere lungo le sue vene. Era sorprendente la connessione mentale che aveva sviluppato con quella ragazza e, sebbene si conoscessero ormai da molti anni, non poteva evitare il fastidioso groppo alla gola che sentiva ogni volta che realizzava quanto profondo fosse il loro legame.

Dannazione.
Perché Orihime doveva sempre farle quell’effetto?

- La sua migliore amica? - la scimmiottò Chizuru, con tono sarcastico - Sei sicura che Orihime sia solo questo, per te? -

Tatsuki sentì un brivido gelido scorrere lungo la schiena.

Aveva capito, aveva capito immediatamente dove la rossa voleva andare a parare. Strinse i pugni, frustrata ed impotente, e rimase in silenzio, guardandosi la punta delle scarpe.
Era stata furba, Chizuru.
Era riuscita a zittire Tatsuki Arisawa dando voce a una domanda che la ragazza si poneva da tempo, ma a cui non era stata ancora in grado di dare una risposta.

- Non è che cerchi sempre di allontanarmi da Orihime solo perché la vuoi tutta per te? E’ questa la verità, sei gelosa di lei! E’ per questo che non sopporti che io le giri intorno! Ma perché non me l’hai detto subito? - esclamò Chizuru, con tono da vincitrice.

Tatsuki rimase immobile, con lo sguardo rivolto verso il pavimento e le unghie dolorosamente conficcate nei palmi delle mani.
Perché non parlava?
Perché non riusciva ad uscire da quel torpore e a negare tutte le affermazioni di quella maniaca?
Sapeva bene che Orihime la stava guardando con ansia, sentiva il suo sguardo su di sé. Il pensiero che quella conversazione stesse mettendo a disagio la sua amica le strinse il cuore in una morsa dolorosa. Se si fosse ripresa e avesse detto qualcosa per difendersi, magari nel suo solito tono aggressivo, avrebbe ancora potuto salvare la situazione.

Ma non ci riusciva.
O meglio, non voleva.
Perché i dubbi che la tormentavano da mesi erano finalmente venuti alla luce, e tornare a seppellirli nelle profondità della sua anima non sarebbe servito a niente. Sarebbero rimasti, e l’avrebbero tormentata fino a quando non avesse preso una decisione. Tatsuki continuava ad avere paura, paura di quello che avrebbe potuto scoprire su sé stessa. Per questo, continuava a posticipare la decisione e ad evitare di dare voce alle proprie preoccupazioni.

Del resto, non voleva che Orihime soffrisse, o si sentisse in colpa.
Ed il bene della sua migliore amica era più importante di qualunque altra cosa.

Alzò lo sguardo di scatto, cercando di assumere un’espressione naturale. No, Orihime non avrebbe dovuto preoccuparsi nemmeno quella volta.

- Non osare paragonarmi a te, brutta pervertita! - ringhiò con rabbia, tirandole un violento calcio in testa che fece volare Chizuru dall’altra parte della classe.

Sentì dietro le sue spalle la risata liberatoria di Orihime, contenta di assistere ad una delle solite scenette tra le compagne di classe. Tatsuki tirò un sospiro di sollievo: a quando pare la ragazza non era stata eccessivamente turbata dalle parole della rossa. Se era in condizione di ridere così spensieratamente, poteva solo significare che quelle affermazioni non l’avevano toccata più di tanto.

Orihime Inoue non aveva dubbi sull’affidabilità della sua migliore amica, sapeva che se avesse avuto un problema si sarebbe subito confidata con lei.

Sei una persona orribile, Tatsuki pensò la ragazza dei capelli corti, mentre una strana malinconia cominciava a scorrerle sottopelle Non meriti di essere amica di una ragazza così fantastica.

Osservò distrattamente Orihime che raggiungeva saltellando l’altra parte della classe e tirava fuori da un cumulo di banchi una Chizuru stordita e boccheggiante. La ragazza aveva un enorme sorriso sul volto, un sorriso che solo quella soddisfacente normalità poteva regalarle. Non era pronta per scioccanti rivelazioni, non ancora.

Tatsuki avrebbe continuato a volerle bene come aveva sempre fatto, proteggendola dal mondo come un angelo custode, offrendole la sua spalla su cui piangere in caso di necessità.

Perché, in fondo, era questa la vera essenza dell’amore che provava per lei.
 
  
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