Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Occhi Cielo    20/09/2011    2 recensioni
Era una giornata piovosa alla Wammy's. Non che la cosa fosse strana.
I ragazzi si annoiavano. Più di tutti un bambino biondo dagl'occhi come il ghiaccio. Mello osservava la pioggia assorto nei suoi pensieri, fino a quando qualcosa di colorato lo distrasse. Una macchia Rossa.
Questa è la storia di come Mello conobbe Matt, di come i due divennero amici, delle loro avventure e del loro amore che a poco a poco sbocciò, portando nella loro vita un tocco di colore. Come il rosso dell'amore e il rosso dei capelli di Matt che Mello tanto amava. "Pioveva.
Un po' come sempre d'altronde.
Le gocce violente si abbattevano sui vetri della mia finestra. Fuori era grigio. Tutto era avvolto da quest'alone di colore. Grigio.
Grigio come gli alberi, come l'asfalto, come l'erba, come i muri.
Grigio. [...]
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Near | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Il capitolo è stato MODIFICATO! Il giorno 2 Novembre 2011




2.Nero 




Il suo nome era Matt.  
Aveva 5 anni.
A me non sembrava.  Ne dimostrava qualcuno in più,  ma forse era a causa dell'abbigliamento.  Lo faceva sembrare grande.
 
Io l'osservavo seduto sul mio letto, mentre si impegnava a disfare le poche cose che la sua piccola sacca conteneva. 
Era arrivato solo con quello e un cappotto.  Nient'altro.
Era accucciato accanto all'armadio e con cura riponeva le sue magliette nello scomparto a lui assegnato.  Vidi che ne tirò fuori 3,  quasi tutte simili,  semplici, senza nessun disegno particolare e di diversi colori.  
Poi mise a posto i suoi due paia di pantaloni. Notai che erano un paio di Jeans azzurri e uno kaki.
Li aveva piegati amorevolmente accarezzandone il tessuto, prima di riporli nel cassetto. Lo sguardo lanconico.
Sospirò, strofinandosi con la manica il naso lucido e arrossato.
Poi si mise in piedi e chiuse l'armadio. Poggiò la sacca vuota per terra, al centro della mia stanza, sul tappeto bordoux.
Lo guardai finchè non mi diede le spalle con indifferenza.
Con tutta sincerità,  la cosa mi infastidiva.  
Non il suo comportamento privo di educazione ma... la sfacciatagine con cui aveva invaso il mio territorio.
Quella era la MIA camera,  il MIO spazio,  il MIO rifugio dove scappare dal mondo.. e lui senza dire una parola, nemmeno una scusa o un ringraziamento, si era appropriato di una metà. Una grande metà!
Non mi andava giù la cosa.  E poi era silenzioso.
L'entusiasmo di poco prima si era dissolto non appena Roger mi disse che avrei condiviso la camera con lui.  Lui, che guardandomi con i suoi occhioni verdi, nemmeno mi diede una mano a rialzarmi dopo la caduta.  E io che avevo fatto tutte quelle scale solo per capire chi era... 
 
Mi ero portato le ginocchia al petto e avevo appoggiato la testa al muro guardandolo con sufficienza.  Se non avesse parlato,  non l'avrei fatto nemmeno io.  
E lui non parlava.
Se ne andava su e giù per la stanza mettendo a posto le sue cose  senza mai guardarmi, senza mai lanciarmi anche solo una piccola occhiata.
"Cavolo,  il sosia colorato di Near"  Pensai.
Solo l'idea mi chiudeva lo stomaco.  
Io non avrei condiviso tutto questo con lui.  
Lui chi era? Un estraneo! Appena arrivato e già si voleva impadronire di ciò che non gli apparteneva?
Non glie l'avrei permesso.
Continuai ad osservarlo aspettando sempre che mi rivolgesse la parola.  Ma niente.
Sbuffai rumorosamente e abbandonai la testa all'indietro chiudendo gli occhi.
Tutta quella novità mi innervosiva terribilmente. Ero abituato alla monotonia scura della Wammy's, alle sue giornate lente, allo scorrere pesante delle ore.
Alle solite facce, le solite voci.
Lui era sbagliato. Distruggeva tutto.
Così mi abbandonai a me stesso, per distrarmi, ascoltando i rumori.
Ascoltai i passi leggeri del rosso sul pavimento,  i lamenti dei ragazzi che avevano finito di vedere il film, la pioggia, che ancora scendeva veloce e sbatteva sulle tegole con insistenza.. a ritmo costante.  Il vento,  i tuoni che sembravano come tamburi tanto, troppo vicini.
 
Il silenzio di poco prima si era dissolto come per magia.  Matt aveva rotto quell'incantesimo e ora io al posto di provare noia,  provavo irritazione.  Incominciava a darmi i nervi la sua presenza.  E dire che nemmeno lo conoscevo o ci avevo mai parlato.
Era solo.. LUI!
Ed era strana come cosa perchè non c'era bambino al mondo che mi irritasse più di Near.
 
Socchiusi un occhio per scrutare i suoi movimenti.  Feci vagare lo sguardo per la stanza,  ma per quanto fosse piccola,  lui non c'era.
Aprii bene entrambi gli occhi.  
Possibile che fosse sparito? 
Da una parte il fatto mi rallegrava,  ma tenni in considerazione la probabilità che fosse uscito per andare in bagno o che fosse andato a salutare l'uomo dall'impermeabile nero.
Quell'uomo mi ricordava vagamente qualcosa,  ma in quel momento non mi andava di pensarci troppo su.
Mi alzai di scatto tirando un sospiro.  Non avevo sentito la porta aprirsi ne i passi allontanarsi.  Forse con tutto questo fracasso del temporale non li avevo notati, ma per sicurezza controllai sotto al letto e nei cassetti del comò.
Ma di Matt niente.  Alzai anche il tappeto.
Sbuffai esasperato. 
Di uscire in pigiama non se ne parlava,  anche perchè ero ancora tutto bagnato e non avevo alcuna voglia di gironzolare per l'istituto sembrando interessato al nuovo arrivato.  No signore,  sarei rimasto lì ad aspettare che rientrasse.
Se fosse tornato bene, saremmo andati alla mensa insieme,  sennò io sarei sceso a cena anche senza di lui.
 
Il temporale si era avvicinato ancora di più. I fulmini cadevano luminosi nei dintorni della Wammy's,  e i tuoni risuonavano potenti sopra le nostre teste.  
Quello spettacolo mi affascinava.  Mi erano sempre piaciuti i lampi,  il rumore dell'acqua che scendeva forte giù per le grondaie per poi infrangersi sull'asfalto.
I fulmini. 
Decisi di scendere in cortile. 
Sapevo benissimo che non dovevo farlo, che era contro le regole, che era pericoloso e che Roger mi avrebbe messo in punizione a vita.  Ma della cosa me ne infischiavo completamente.  Mi legai i capelli con un elastico e cercai il giaccone che in teoria doveva essere appeso all'appendiabiti dietro alla porta. Ma non c'era.  Per un attimo sospettai che me l'avesse preso il Rosso.  Ma poi pensai che non era corretto incolparlo ingiustamente, così aprii l'armadio per vedere se l'avevo per sbaglio messo a posto. 
 
 
Se per la prima volta non avessi rimesso il giaccone nell'armadio,  se l'avessi messo dietro la porta dove lo mettevo di solito, o sotto il letto,  probabilmente non mi sarei mai accorto di lui.  Ne avrei mai pensato che si potesse nascondere lì.
Matt era in un angolo in fondo all'armadio,  rannicchiato con le ginocchia strette in petto e la testa sopra di esse.
Lo notai solo grazie alla sua folta chioma rosso fuoco. Lì da solo,  in quell'armadio.  Che stava facendo?
In quel momento un fulmine si abbatté nel cortile della Wammy's.  Sobbalzai per un secondo emettendo una specie di singhiozzo, voltandomi verso la finestra che si era spalancata a causa del forte vento.
Quando mi girai lo vidi ancora più stretto alle sue gambe che tremava come una foglia in balia di una tempesta.  Lo guardai curioso.
Lui alzò di poco la testa,  quel giusto per notare che piangeva. Inclinai la testa di lato avvicinandomi a lui.  Misi un piede nell'armadio,  poi l'altro,  fino a ritrovarmi completamente dentro.  Chiusi l'anta lentamente e mi misi seduto nel lato opposto al suo. 
Era buio.  Non si vedeva niente.  Lui non vedeva me e io non vedevo lui.  Si udivano solo i nostri respiri.  Uno più affannato rispetto all'altro.
Rimanemmo così per non so quanto. Anche quando vennero a bussare alla nostra porta per dirci che era l'ora di cena noi non ci muovemmo.  Rimanemmo in silenzio,  lui immobile,  io che cambiavo ogni volta posizione non riuscendo a rimanere fermo.
Forse passarono le ore prima che io mi decisi a parlare.  Ragionai che ero stato io a infilarmi nell'armadio,  magari lui voleva restare solo.. ed era giusto che se dovevamo parlare,  fossi io a farlo per primo.
 
« Non lo dico a nessuno » dissi a bassa voce cercando di distinguere la sua sagoma nel nero dell'armadio.
« Mhm mhm »
Lo sentii mugugnare dopo qualche minuto in risposta alla mia affermazione.
« Se ci pensi bene,  i tuoni non possono farti niente.  Sono solo i tamburi del cielo, e non possono farti del male... i fulmini, bhe.. quelli fanno un po' più paura »
Da dove veniva tutta quella voglia di conversare? Forse dal bisogno di rassicurarlo? Non lo so. 
Aspettai che rispondesse,  ma dall'altro lato non arrivò niente.  Sospirai frustrato,  mi chiedevo perchè lo facessi se dall'altra parte non ricevevo nient'altro che silenzio o qualche verso.
« Sai, tutti hanno paura di qualcosa.  Pensa che io ho paura di  Roger e delle sue punizioni.  L'hai conosciuto Roger?» feci una pausa « No,  forse non l'hai conosciuto.  Ma fidati,  lui fa più paura di un temporale.  Almeno il temporale passa.  Lui non passa mai,  è sempre qui. » Conclusi con un sorriso, anche se sapevo bene che non poteva vederlo.
Ma sempre,  non ricevetti nessuna risposta.

Il nero ci avvolgeva
Fuori e dentro la stanza era nero.  
Il grigio di prima stava facendo posto a questo colore più scuro,  più pesante, più triste.  L'interno buio dell'armadio era come un'ombra che incombeva intorno a noi e ci faceva sentire vicini.  Quasi da poterci toccare.  Sentivo il suo respiro  tornare regolare,  distinguevo appena la sua schiena alzarsi e abbassarsi in quel nero così opprimente.  Il vento fuori urlava, la pioggia applaudeva.
Tutto era un circolo ti puntini luminosi, come quando chiudi gli occhi e guardi attreverso le palbebre. 
Un nero che brillava. Come lucciole che si univano.
Il tessuto scuro che ci legava l'un l'altro era spesso. Lo avvertivo sulle spalle. Sentivo il sapore dell'alito caldo di Matt sulle mani.
Eravamo lontani.. ma abbastanza vicini.

Sospirai.

Ci avevo provato, non funzionava.  Che andasse al diavolo con i suoi pianti allora.
Scrollai il capo sbuffando e mi spostai per aprire l'anta dell'armadio... quando una mano, prima che mettessi il piede fuori,  mi afferrò.
Si asciugò le lacrime con il dorso della manica e mi guardò con i suoi intensi occhi verdi.  Io ricambiai lo sguardo e mi voltai verso di lui.
Matt sorrise e mi tirò per farmi sedere sul bordo dell'armadio. Prese una boccata d'aria e io rimasi in attesa.
« Scusami. Non ti starò facendo di certo una bella impressione.  E' solo che,  i tuoni mi mettono davvero paura e..e..» balbettò incerto « Mi dispiace.  Scusa...» concluse abbassando gli occhi. Io rimasi in silenzio a guardarlo.
«Tu ti chiami Mello vero? Tu sai già il mio nome immagino » Continuai a non rispondergli.  Lo fissavo.
«Bhe piacere Mello. Spero di non darti troppo fastidio questa notte.  Se vuoi posso dormire per terra... posso dormirci fino a quando non mi danno un lett..»
« Non c'è problema » lo interruppi svelto con la voce ferma e indifferente. 
« Possiamo dormire insieme,  non mi darai fastidio - dissi sempre con aria fredda- al massimo ti butterò giù dal letto se occuperai troppo spazio» Sorrisi distruggendo un po' l'immagine da duro che mi ero creata in quegli ultimi pochi minuti. In fondo che me ne importava? Avrebbe imparato a conoscermi per quello che ero realmente.
Riuscii comunque a strappargli un sorriso. 
E per la prima volta lo sentii ridere.
Aveva una risata cristallina e squillante.  Non ne avevo mai sentite di così belle e sincere.  Mi piacque da subito la sua risata.  Era vera e mi trasmetteva allegria, tanto che spuntò un sorriso anche sulle mie labbra. 
«Tranquillo, non sono molto ingombrante.  Mi adatto facilmente» Disse.
« Mhm, bene, meglio così » dissi scrollando le spalle tornando a fare l'indifferente.
 
Ormai era passata l'ora di cena ed era tardi per scendere a mensa anche solo per sgranocchiare le poche cose che erano avanzate nel frigo. 
Il mio stomaco non se ne capacitava.  Avevo fame, ma facevo di tutto per nasconderlo.
Matt dal letto mi guardava con lo sguardo interessato e ad ogni brontolio scoppiava in una risata soffocata.
Io gli lanciavo occhiataccie e lui puntualmente si zittiva.  Poi si alzò e andò a prendere la sua sacca che era rimasta al centro della stanza. 
Frugò al suo interno alla ricerca di qualcosa,  il suo sorriso si illuminò quando finalmente riuscì a trovarla.  Tra le sue mani riuscii ad intravedere due rettangoli argentati.
Lui si avvicinò a me.  Ero seduto a gambe incrociate sul muro al lato opposto del letto.  Lui si sedette accanto a me e mi porse un rettangolo.
« Ecco.  Questo l'avrei dovuto mangiare durante il viaggio.  Ma non avevo fame.  Così l'ho conservato.  Prendilo è tuo..me l'ha regalato Watari. » 
Io guardai prima il rettangolo e poi i suoi occhi verdi, che sembravano sempre più innaturali. Allungai insicuro la mano e l'afferrai. Scartai la carta metallica molto lentamente,  fino a scoprire un qualcosa di marrone scuro. La guardai incuriosito.. anche un po' disgustato. Che mi stava rifilando il rosso? Non volevo pensarci. Lo guardai con aria schifata.
« Mai assaggiato il cioccolato? » 
Alzai un sopracciglio.  Il cosa? Non era mai circolato del cibo di quel colore alla Wammy's,  a parte nei bagni..ma quella non si mangiava.  Mi veniva da vomitare al solo pensiero. Guardando quel cioccolato,  mi veniva in mente solo quello.
« Assaggia.  Non poi dire che non ti piace se non lo assaggi prima»
Forse si era accorto della mia espressione perplessa.  Il Rosso mi guardava speranzoso.  Che si aspettava che l'assaggiasi davvero? A quanto pareva si.  Ma io non assaggiavo mai niente che non mi ispirasse la voglia di mangiarlo.  Lo portai al naso e l'annusai.  Non aveva un cattivo odore.  Almeno non puzzava.  Guardai ancora una volta Matt e incrociai i suoi occhi sorridenti. 
Quasi a farlo a posta, il mio stomaco protestò.  Sospirai.  Storsi la bocca e fissai quella roba marrone.  
Poi ne assaggiai un pezzo.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Occhi Cielo