Una nuvola passò. All'improvviso sul suolo si allungarono tenui ombre...
La luna sorse lenta, inaspettata, e la sua luce colpì in pieno il volto pallido di Lupin.
Sentì qualcosa dentro di lui muoversi e di colpo la bestia nascosta al suo interno, la bestia con la quale conviveva da anni, si risvegliò.
Seppe in anticipo cosa stava per succedere: Lupin rimase fermo, immobile, mentre qualcos'altro cominciava lentamente a prendere il controllo del suo corpo, la sua coscienza veniva relegata in un angolo della sua mente, e un'ombra grande, nera, oscurava i suoi pensieri.

No, non voleva, non voleva sparire, disse debolmente una voce sul fondo della sua testa, ma sapeva già di essere condannato, che non c'era nulla da fare: e mentre sentiva il suo corpo allungarsi e coprirsi di peli, si aggrappò con tutte le sue forze a quello spiraglio di luce nel fondo della sua coscienza, che si faceva sempre più piccolo, sempre più stretto.

Voci, voci confuse sembravano chiamarlo, Remus, Lupin, ma chi era Lupin? Chi era lui? Nessuno, solo una voce messa in un angolo, un angolo oscuro, e stretto, stretto! 
Cercò di riscuotersi, di rimanere lucido, presente, ma si sentiva stordito, debole, e non riusciva a resistere a quella forza che cercava in tutti i modi di impossessarsi di lui. Doveva stare attento, avrebbe messo tutti in pericolo, doveva combattere...

Ma già un fumo nero copriva tutto, la voce dentro di lui era sempre più debole, e la confusione si spegneva, sostituita da un silenzio pesante e totale.

Ogni cosa venne coperta dalla nebbia.

Poi, un ululato riempì il vuoto, dentro e fuori.