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Autore: Mikelina Hatake Jackson    20/09/2011    1 recensioni
Mi coprii con il mio morbidissimo piumone arancione e iniziai a scrutare la sua foto: i suoi capelli lisci e neri cadevano delicatamente lungo il suo viso contratto in un sorriso, i suoi occhi sembravano mi fissassero ed avevano un’espressione felice. La sua mano era in alto e l’indice con il medio formavano una “V”. Feci un sorriso come per ricambiare il suo, chiusi gli occhi e mi addormentai.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< No, non va bene, proviamo questa traccia, mi sembra molto più trascinante. >> disse Michael.
<< Ok. Senti questa, potrebbe andare bene? >>
<< Sì, bisogna modificare solo qui, perché sembra che la melodia si interrompa. >> continuò il cantante, riascoltando di continuo la traccia.
Erano le dieci di sera e Michael, insieme ai suoi collaboratori, stava ancora lavorando per il suo nuovo album.
<< Mike, sembri molto stanco, che ne dici se riprendessimo domani? >> chiese Bill con molta tranquillità.
<< Oh, sì forse è meglio, come si suol dire: la notte porta consiglio >> Michael sorrise e chiuse tutti gli attrezzi, aiutato dai suoi collaboratori, poi ad un tratto Sam domandò:
<< Sai, ti invidio molto, grazie al tuo successo puoi avere tutto ciò che desideri. Sei amato, sei idolatrato e sei riuscito ad esaudire tutti i tuoi sogni. >>
<< Ti sbagli. >> replicò Michael senza guardarlo.
<< Come, scusa? >> domandò senza capire Sam.
<< Vedi Sam, è vero. Io con il successo ho ottenuto moltissime cose, ma avere tutto o tanto non significa avere quel che si vuole davvero. Alcuni dei miei sogni li ho realizzati, altri li vedo irraggiungibili, il successo mi ha dato tantissime cose ma mi ha tolto quella che più desidero a questo mondo, ora come ora. >>
<< Sarebbe? >>
Michael fece una pausa. Sembrava un po’ infastidito non tanto dalle domande del suo collega, bensì dalla sua incomprensione nei suoi confronti.
<< L’infanzia. >> concluse infine l’artista pop.
<< Ti ha strappato l’infanzia?! Dico, sei matto? Tu a dieci anni già eri famoso, cantavi in tv  e… >>
<< E’ proprio questo il punto! Facevo solo quello, Non avevo amici, compagni di gioco, secondo te è una bella infanzia? >> Michael si innervosì, il suo viso si rabbuiò e per un momento i suoi occhi diventarono lucidi. Prese le sue borse e finì di mettere a posto alcuni attrezzi, poi disse:
<< Mi sento ancora un bambino, ma la mia infanzia mi manca comunque, certe volte ho desiderato realmente di non essere Michael Jackson, bensì una persona qualsiasi, un bambino qualunque, un comune mortale! >>
Lo guardarono tutti stupiti e lo fissarono per un minuto abbondante, non riuscivano a capire come, una star di quel calibro potesse essere così tanto, (o forse troppo) umile; poco dopo uno di loro disse:
<< Se non fossi stato Michael Jackson non avresti mai regalato così tante emozioni a te stesso e ai tuoi fans. >>
<< Lo so e ne vado fiero, loro sono tra le mie gioie più grandi. Io vivo per loro. Ma nella vita ci sono sempre delle scelte e purtroppo la maggior parte delle volte sono dolorose. Io però non ho avuto scelta del mio destino. >> corrugò la fronte e distolse lo sguardo dai suoi colleghi.
<< Allora se tu avessi avuto la possibilità di scegliere, che cosa avresti scelto? >> domandò insistente Sam.
Michael gli lanciò un’occhiata confusa ed ignorò la domanda:
<< Comunque è ora di andare, ci vediamo domani. Buona notte. >> Uscì dallo studio senza aspettare la risposta dei suoi colleghi.
<< ’Notte. >> fecero in coro.
Michael tornato a casa , sprofondò sul suo comodo divano in cuoio di colore beige nell’enorme salone illuminato da un lampadario fatto di strass che emanava una luce piena di sfumature di colori, poi si addormentò di colpo.
<< Signor Jackson buona sera, vuole qualcosa da mangia.. >> la badante, Flora vide Michael addormentato sul divano. La donna sorrise e poi afferrò una coperta bianca di lana che si trovava su una sedia molto elegante di legno lucido e gliela mise con cura addosso. Si guardò intorno, come se si fosse accorta solo in quel momento che si trovava in un salone con il pavimento in parquet lucidissimo. Sulle pareti erano appesi dei quadri molto grandi che rappresentavano paesaggi naturali. Al centro della stanza c’era un grande tavolo rotondo anch’esso di legno lucido  con sopra un centrino fatto in merletto. Flora era una signora dolce e sempre molto gentile, aiutò molto Michael in tanti periodi di difficoltà. Era una delle persone affidabili nella vita del cantante. Dopo la contemplazione della stanza, la badante spense la luce ed uscì.
Michael immerso in un sonno profondo, iniziò a sognare.

  
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