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Autore: Marauders    02/06/2006    22 recensioni
Una romanticissima serata mandata a monte da una serie di imprevisti! Una mirabolante Tonks ai fornelli tutta per voi! Prongs
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 10

Mamma, papà, lui è Remus…Remus, i miei genitori!

 

Oggi è una giornata speciale…quasi magica, direi! È il 22 dicembre, vi chiedete cosa c’è di tanto speciale in questo? Bhe…per me è un giorno molto importante visto proprio il 22 di sei mesi fa io e Remus ci siamo messi insieme! Sei mesi…ho superato di gran lunga il mio record personale delle due settimane e mezzo, quindi oggi deve essere tutto perfetto!

Butto un occhio sull’orologio a forma di gatto (quello che muove gli occhi e la coda!) appeso alla parete della mia stanza, sono le sei, lui sarà qui per le otto, è ora che mi mette ai fornelli.

Perché cucinare io e non un bel ristorante? Devo ammettere di averci pensato molto ma alla fine mi sono detta che era meglio cosi, dopotutto il mio nuovo appartamento deve essere inaugurato, no?

Vado ciabattando in cucina, è un po’ piccola, lo devo ammettere , ma io non sono una gran cuoca quindi per me va più che bene.

Apro il frigo, fortunatamente sta mattina mi sono ricordata di fare la spesa altrimenti potevo offrirgli solo un avanzo di sformato di non so quanto tempo fa e una cosa indefinita di un non rassicurante colore verde che ancora non ho avuto il coraggio di buttare…credo che inizialmente fosse formaggio!

Ora che ho uscito la carne mi serve il libro di cucina che la mitica Molly mi ha prestato, cosa farei senza di lei! A leggere questa ricetta sembra facile, tutto quando si legge è facile!

Prendo la bacchetta e incomincio.

 

Stranamente ancora non è scoppiato niente, mi stupisco di me stessa! Mi hanno detto che per far bene una cosa bisogna crederci e io, in questo momento, ci sto credendo con tutte le forze. Credici Tonks, credici! Se poi però il filetto non crede in te allora lì si che cominciano i problemi e il mio filetto appunto non collabora per niente!

Invece di assumere il bel colorito della foto del libro è diventato nero carbone e duro, sembra una suola di scarpa.

Prendo il mio primo tentativo culinario della giornata e lo faccio levitare fino alla spazzatura, poi apro la finestra, il fumo sta per soffocarmi.

Proviamo qualcos’altro…questo mi sembra buono.

 

Ce l’ho fatta! Ho una portata! Ci ho messo quasi un’intera ora ma ci sono riuscita! Ecco lì, il mio primo arrosto che mi guarda e sorride, mi fa quasi commuovere! Ho già dimenticato tutti i precedenti disastri che stanno marcendo nella spazzatura piena.

Bene, ho scoperto che in fondo (molto in fondo) sono una discreta cuoca, devo ammettere che questo mi rincuora un pochino specialmente se penso al fatto che mi rimane ancora tutto il resto della cena da preparare. Ora tocca al contorno, il puré di patate sarà perfetto e…ARGH! Le patate! Le avevo messe a bollire sul fuoco, mi sa che ora sono un po’ troppo bollite!

Nel tentativo di prendere la pentola senza scottarmi sono riuscita a farla cadere per terra o più precisamente sul mio piede.

Devo ricredermi, sono un disastro in cucina!

 

Sono le sette e mezza, do un’occhiata a ciò che ho combinato: l’arrosto c’è ed è sempre felice, le patate lo sono un po’ meno però sono pronte, gli aperitivi sono a posto, il vino è in frigo, il dolce l’avevo comprato già pronto a Mielandia (mica scema, non vi pare?). La tavola è apparecchiata con tanto di candela al centro. L’unica cosa che non mi convince è la cucina…è in uno stato pietoso ma è tardi per fare pulizie approfondite, durante le quali per altro farei più danno di quello che già ho fatto, quindi colpo di bacchetta, gratta e netta e almeno le pentole e le padelle sono pulite.

Certo che se ho fatto tutta questa confusione per una cenetta per due non oso immaginare cosa potrei fare con degli altri ospiti!

 

Torno in camera a cambiarmi, ho deciso di mettere un corto vestitino nero, col collo alto e le mezze maniche, anche se siamo a dicembre ho il riscaldamento talmente alto che potrei girare in costume senza soffrirne.

Messi anche i tacchi dello stesso colore dell’abito, non mi resta che pensare ai capelli. Invece del solito rosa credo che opterò per un look più sobrio, adatto alla cenetta, credo che biondo scuro possa andare bene. Mi concentro un attimo ed eccoli qui, lì lego in un alto chignon e mi guardo allo specchio. Santo cielo! Sembro veramente una persona seria e sistemata, a guardarmi ora non direste mai che sono la solita sbadata Tonks.

Faccio un passo indietro per osservarmi meglio a figura intera e cado nel tappeto! Come non detto, non importa come mi vesto, per quanto raffinata possa sembrare, alla fine sono sempre io!

Sento un trillo…non è il campanello, ma il timer del forno, avevo messo l’arrosto a riscaldare, non posso bruciare pure questo! Mi materializzo in cucina e lo tiro fuori immediatamente, per fortuna è salvo.

Altro trillo, questa volta è il campanello. Sorrido da sola, devo sembrare piuttosto scema, ma sono così contenta! Accendo la candela sul tavolo con un colpo di bacchetta e mi avvio verso l’ingresso.

 

Un altro tappeto…ma perché ne ho messi tanti se ci cado regolarmente?! Mi rialzo e, dopo essermi data una veloce aggiustata, apro la porta.

“Ciao amo…mamma? Papà?” invece del mio affascinate fidanzato, davanti agli occhi ho una sorridente coppia, una sorridente coppia di miei genitori! Che cavolo ci fanno qui?!

“Ciao tesoro” mi dice mamma abbracciandomi, “Lo sai che stai benissimo vestita così? E bionda stai decisamente meglio che con i capelli rosa! Hai fatto tutto questo per noi?”

Bhe…non proprio, penso, ma non mi sembra una cosa carina da dirle così mi limito ad un sorriso.

“Visto che non se n’è dimenticata?” dice papà durante il suo turno di saluto, “Tua madre credeva che avresti avuto la testa talmente tra le nuvole da dimenticartene, ma io sapevo che non era così.”

Oh mannaggia, cosa ho dimenticato? Calma, respira, fai mente locale. 22 dicembre, cosa doveva succedere oltre la cena con Remus? Pensa, pensa, pensa…cavolo, venivano loro a cena per vedere la casa nuova! Stupida, stupida, ma perché non mi compro un’agenda!

“Non ci fai entrare?”

“Certo” rispondo facendomi da parte, “Accomodatevi.”

 

“Hai una casa bellissima, Ninfadora”

Rabbrividisco, “Grazie, mamma” le dico mentre appendo i loro mantelli all’appendiabiti all’ingresso, poi ci accomodiamo in salotto dove, per mia sfortuna c’è anche il tavolo apparecchiato.

“Dora, hai dimenticato un piatto” mi fa notare il mio previdente padre.

“Oh, si” dico in fretta, “Stavo apparecchiando quando avete suonato” meno male che controllo il mio naso altrimenti mi sarebbe già diventato lungo quanto Pinocchio in quella favola babbana.

“Allora” esordisce mia madre, “Cosa ci racconti di bello?”

Sto per aprire bocca ma il campanello mi precede suonando di nuovo facendomi quasi cadere il piatto che avevo in mano.

“Chi può essere a quest’ora?” mi chiede papà guardando l’orologio, “Aspetti qualcuno?”

“No” mento spudoratamente, “ Vado a vedere. Mamma, puoi finire di apparecchiare, per favore?”

Così almeno la tengo occupata per un po’.

 

“Ciao Ninf” questa volta, aprendo la porta, ho avuto una visione paradisiaca. Remus è qui, mi guarda e sorride, in mano ha pure una rosa, ma quanto è carino! Vorrei saltargli al collo e riempirlo di baci, ma ripenso subito a chi c’è dentro casa e mi trattengo. Esco un attimo e mi socchiudo la porta alle spalle, il tempo necessario per informarlo della situazione. Porca miseria, certo che qui si gela!
”Remus scusami” gli dico facendo gli occhioni da cucciola, spero di intenerirlo, “C’è stato un contrattempo” fa una faccia strana, non crederà mica che ho annullato la cena?! Questo non me lo farebbe fare nemmeno Lord Voldemort in persona, figurarsi Andromeda e Ted Tonks!

“Cos’è successo?” mi chiede.

“Ecco, vedi” perché temporeggio? Così non gliela addolcisco di certo la pillola, “Avevo dimenticato che i miei dovevano venire a vedere la casa e…sono dentro.”

“Vuoi che vada via?”

“No” non mi scappi mica, bello, “Tanto li conosci, sarà una specie di rimpatriata, non ti pare?”

“Non gli hai detto che stiamo insieme, vero?”

Quest’uomo mi fa quasi paura, come fa a sapere sempre tutto? “Bhe…non ho ancora trovato l’occasione giusta.”

“Ninfadora, chi è alla porta?” Mi sa che mamma ha finito con la tavola! Non venire…non venire…cavolo, eccola!

“Remus Lupin, non posso crederci!” sono io a non poterci credere, che c’entra lei? Sotto i miei occhi vedo mia madre che sta praticamente per stritolare il mio ragazzo, se non la fermo mi ritroverò vedova prima ancora di sposarlo!

“E tu che ci fai qui?”

Mi verrebbe voglia di dirle che la mia cenetta era con lui e, dalla sua faccia, credo che anche lui vorrebbe dirglielo.

“Ehm…dovevo consegnare alcuni fascicoli a Tonks, da parte dell’Ordine” risponde lui, non avrei mai creduto che potesse mentire su due piedi così spudoratamente. Oddio, dov’è finita la mia rosa? Ora ha veramente un plico di fogli…preferivo la prima versione.

“Lavoro, lavoro, lavoro” dice la mia mamma, “Dovreste darvi una calmata. Ho un’idea, perché non ti fermi a cena qui?”

Incredibile, ha fatto tutto lei! Remus mi guarda un attimo incerto, ma davanti al mio smagliante, incoraggiante sorriso non può fare a meno di accettare.

“Se non sono di disturbo…”

“Ma quale disturbo?! Entra, entra” dice la persona di disturbo.

 

Siamo tornati in salotto, questa volta in tre, mio padre si alza dalla poltrona e va incontro a Remus , “Remus Lupin” gli dice stringendogli la mano, “Quanto tempo.”

“Salve Ted” risponde lui.

“Come mai da queste parti?” Non so perché, ma tutto ad un tratto Remus impallidisce, che gli sia venuto in mente solo ora che quelli che ha appena salutato così calorosamente sono i miei genitori ovvero i suoi forse futuri suoceri?

Tenta di recuperare la calma e bofonchia qualcosa sull’Ordine, è in evidente imbarazzo, ci penso io a dargli una mano.

“Remus perché non ti siedi?” che brava ospite che sono! “Io intanto vado a prendere un vaso.”

“Un vaso?” mi fa eco mia madre, “E che ci devi fare?”

Il mio sguardo scende su ciò che tengo in mano…ops, “Ho detto vaso?” cerco di salvarmi in corner, “Volevo dire…caso! Non è il caso che degli appunti così importati stiano in giro per la casa. Scusatemi un attimo.”

 

L’aperitivo è andato tutto bene, non ci sono stati danni eclatanti, apparte il mio bicchiere andato in mille pezzi e drink in esso contenuto addosso al mio amabile ragazzo che, con un sospiro e un colpo di bacchetta ha sistemato tutto.

Possiamo metterci a tavola, sono pronta a servire le portate…oh cielo! Le portate erano per due, non per quattro!

“Vado di la a prendere la cena” dico quasi sudando freddo, mi spiace lasciarti solo con i miei Remus, ma abbi pazienza , è per il bene comune.

Mi barrico in cucina, non voglio certo che i miei ospiti vengano a sapere cosa ho in serbo per loro…forse perché non lo so bene neanche io!

Forse…e dico forse…ho trovato una probabile soluzione, mi sono improvvisamente ricordata di un incantesimo molto carino. Prendo la mia fida bacchetta magica e la punto sull’arrosto, “Engorgio!”

Ed ecco che il precedente micro-arrosto  è diventato di una dimensione più adatta per i miei due ospiti in più. Spero che il trucchetto funzioni anche col il puré di patata…no, non ha funzionato, come dimostrano le pareti coperte da poltiglia giallognola.

“Ninfadora, tutto a posto?”

Credo che abbiano sentito l’esplosione. “Si” rispondo ripulendomi il vestito, ma non posso dire lo stesso delle patate. Bene, ora mi ritrovo senza contorno. Che faccio? Che faccio?

Riprendo il libro di ricette. Pagina dopo pagina non trovo niente, come è possibile che questa volta neppure Molly abbia la soluzione giusta?!

Un momento…Molly!

So che posso sembrare scortese piombando alla Tana così all’improvviso ma non avrei mai fatto niente del genere se non fossi stata disperata.

“Tonks, che ci fai qui?” mi chiede continuando a mescolare non so che cosa in un enorme pentolone, che meraviglia! Sul tavolo c’è un ben di Dio! Ci sarà da mangiare almeno per un esercito!

“Molly ma quante cose hai preparato?” chiedo raccogliendo la mia mandibola caduta a terra per aver spalancato troppo la bocca.

“Bhe…sai” dice lei, “Sto preparando tutto per il cenone.”

È una meraviglia, magari sapessi cucinare bene come lei! C’è proprio di tutto, carne, pesce, verdure, patate…patate!

“Molly scusa se sono piombata qui all’improvviso” le dico, “Ma ho avuto un po’ di problemi a casa. Ecco, vedi, ho Remus e i miei a cena solo che…ho fatto saltare in aria il contorno e ora non so come fare?” faccio una di quelle espressioni tenere, tenere che di solito fanno intenerire le mamme, “Ti prego, dammi una mano!”

Lei sospira e mi mette tra le braccia quell’enorme vassoio di patate al forno, credo che mi stia per scendere una lacrimuccia, “Grazie!” vorrei abbracciarla ma credo che farei volare tutto per terra e mi troverei punto e a capo. “Vedrai che saprò sdebitarmi, te lo prometto.”

“Vai Tonks” mi dice lei sorridendo, “E buona cena.”

 

Sono di nuovo a casa mia e, questa volta è davvero tutto pronto. Un colpo di bacchetta e le due portate si alzano in volo davanti a me.

“Hai fatto tutto tu, Dora?” mi chiede papà guardando i piatti che ho poggiato in tavola.

“Certo” gli dico sorridendo, “Ci ho messo quasi tutto il pomeriggio ma ce l’ho fatta” e dobbiamo ammettere che anche Molly ce l’ha fatta ma questo io non glielo dirò mai.

 

Dopo quasi un’ora che siamo seduti, arriviamo finalmente al dolce, questo però l’ho dovuto ammettere di averlo comprato, altrimenti  le decorazioni sulla torta mi spruzzavano di nuovo la panna sul naso.

“Allora Ninfadora” che spiritosa, mamma ha fatto una rima, “Visto che ora hai una bella casa grande, non credi sia ora di trovare un marito?”

Aiuto! Soffoco! Mi è andato il marzapane di traverso! Prendo il bicchiere d’acqua lo svuoto tutto d’un fiato, “Come hai detto, mamma?” faccio finta di non aver capito, magari demorderà.

“Un marito cara” ripete lei serafica, evidentemente non ha notato la faccia di Remus che sta sfoggiando una gamma di colori dal bianco latte al viola melanzana, “Hai quasi 24 anni.” Lo dice come se tra un poco vado in pensione.

“Mi sembra un po’ presto per pensarci” rispondo cercando di controllarmi, è risaputo che quando provo forti emozioni i miei poteri sbarellano e di solito sono i capelli a risentirne per primi, in questo momento infatti temo che potrebbero diventare rosso fuoco per l’imbarazzo.

“Presto” fa lei come annoiata, “Tuo padre ed io ci siamo sposati a 18 anni.”

Mi sembra quasi cattivo rinfacciarle il fatto che si sono sposati perché lei era incinta di me, comunque…

“E tu Remus?” dice questa volta mio padre, “Non hai ancora trovato una bella moglie?”

Ed ecco il mio secondo principio di soffocamento in meno di due minuti, signore e signori un nuovo record!

“Ancora no” risponde lui, “Però sono felicemente fidanzato.”

Ehi, si parla di me! Sta guardando da questa parte, sono quasi tentata di ricambiare il sorriso ma temo che il radar di mia madre o peggio di mio padre, possa captarlo.

“Sicuramente è una ragazza sistemata” dice la mamma…quanti complimenti mi sta facendo senza saperlo, “Non pasticciona come Ninfadora” ritiro.

“Bhe, devo ammettere che in realtà è un po’ pasticciona” i miei occhi si alzano dal piatto vuoto per incrociare quelli di Remus, ma che cavolo sta dicendo?!, “Qualche volta mi fa pensare a Tonks.”

I miei ridono e anch’io rido, sarcastica però!

Per fortuna abbiamo finito anche il dessert, manca solo il caffé e la cena potrà dirsi conclusa.

“Perché non vi accomodate sui divani?” dico facendo levitare i piatti l’uno sull’altro, “Io intanto sparecchio e preparò il caffé.”

“Hai bisogno di una mano?” mi chiede la preventiva mamma.

“Ci penso io” Remus scatta in piedi prima che uno di noi potesse replicare.

“No” gli dico, che leggendo fra le righe vuol dire : ‘seguimi subito in cucina senza fiatare ’.

“Remus, sei l’ospite” continua mia madre.

“Insisto” replica lui interpretando correttamente la mia occhiata, “Devo pur sdebitarmi in qualche modo per la cena.”

Da bravo cucciolo mi ha seguita in cucina.

“Molto divertente la battuta di prima” gli dico imbronciata e lui che fa? Ride.

“Non te la sarai mica presa?” passa le mani intorno alla mia vita e mi stringe a se. Ah, quante ore ho dovuto aspettare!

“E se i miei lo capivano?” non ho certo voglia di litigare, però poteva fare un po’ più di attenzione.

“Avevano deciso di dirglielo, mi pare”

“Magari un’altra sera” bacio, bacio, bacio! E finalmente arriva il mio tanto agognato premio!

“Sei bellissima con questo vestito” mi dice e mi bacia di nuovo. Vuole farmi arrossire più di quanto già non lo sono?

Sono quasi dieci minuti che siamo in cucina, forse è meglio preparare sul serio quel caffé!

 

Rientriamo in salotto, io facendo molta attenzione dato che il vassoio lo tengo con le mie mani e non con la magia, non vorrei di certo fare cadere il mio nuovo servizio di tazzine!

Mamma e papà ci stanno guardando.

“Da quant’è che state insieme?”

CRASH!

“Come…come sai che…?” farfuglio imbarazzata guardando il rivoletto di caffé che si sta espandendo sul mio parquet. Con un colpo di bacchetta Remus sistema tutto.

“La porta della cucina era aperta” spiega mio padre.

Sono una benemerita deficiente…la porta aperta! Sono riuscita a coprirmi per un’intera sera e cosa faccio? Dimentico la porta aperta mentre sto pomiciando con il mio ragazzo!

“Ci frequentiamo da circa sei mesi” dice Remus sedendosi sul divano, mi fiondo accanto a lui, “Avevamo intenzione di dirvelo.”

I miei non sembrano averla presa troppo male, anzi! Dicono che la differenza di età non è un problema, piuttosto mamma dice che un uomo maturo fa proprio al caso mio. Forse li rassicura un po’ il fatto che il mio ragazzo sia andato a scuola con loro, almeno sanno per certo che è un tipo apposto.

Ora però non li sto ascoltando più, Remus mi ha preso per mano e la mia mente sta già viaggiando lontano, le parole di mio padre suonano così lontane…lontane…ehi! Ha tirato di nuovo fuori quella vecchia storia, la vogliamo smettere di parlare male della mia prima cotta? Va bhe che aveva qualche piercing di troppo, ma per il resto non era male!

Mamma non si sa spiegare perché questo mio improvviso cambio di gusti però…che sta facendo? Ringrazia il cielo?! Vedo che lo approva, dice che preferisce il modello tranquillo e sistemato a quello punk rocker!

“Su Ted, andiamo, lasciamoli soli”

Cosa? Non credo di aver capito giusto, ha detto andiamo?!

Lei e papà si alzano, naturalmente anche noi appresso a loro.

“Mi sa che la cenetta che avevi preparato era solo per voi due” e ci hai messo tutta la sera per capirlo?

“Sono felice che siate venuti” le dico mentre l’abbraccio, è vero dopotutto così, oltre ad aver visto la mia nuova sistemazione hanno pure conosciuto il mio ragazzo.

“Mi raccomando” sento papà parlare con Remus, “Trattamela bene.”

 

Ora si che siamo finalmente soli, soletti. Ci risediamo sul divano, questa volta abbracciati.

“Allora” gli dico, “Che te n’è sembrato della cena?”

“Proprio buona, sei sicura di averla cucinata tutta tu?”

Il cuscino in faccia non glielo toglie nessuno, “Scemo” e gli do un bacio.

“Puoi tornare con i capelli rosa?” mi chiede, “Sai, non sono abituato a vederti in questa versione.”

Ai tuoi ordini, desiderio esaudito in un lampo.

“E la casa ti piace?” gli chiedo ancora.

“È bellissima” risponde guardandosi in giro, “E ti riflette perfettamente “ questa volta sono le sue labbra a cercare il contatto con le mie.

“Oh, che sbadata” mi stacco all’improvviso e gli sorrido maliziosa, “Non ti ho ancora fatto vedere la mia camera!”

 

Fine

  

          

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