Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: the ghost of Bonnie    21/09/2011    2 recensioni
Eccomi qui, di nuovo. Questo è il punto di vista di Fred Weasley davanti alla sua morte, è come se fosse uno spirito. Ma non finirà come tutti si aspettano.
Dal testo: "Rivoli di freddo mi gelarono la pelle. Volevo urlare alla notte, volevo che Hermione e tutta la mia famiglia sapessero che ero lì, che sapessero che stavo bene. Volevo essere fermato, portato indietro, a casa... Hermione era in ginocchio accanto a me e mi teneva la mano. Con uno sforzo enorme, mi costrinsi a proseguire. Mi parve di vedere Hermione e George voltarsi al mio passaggio: forse avevano avvertito la mia presenza?"
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SE OGGI FOSSE IL TUO ULTIMO GIORNO.

Se oggi fosse il tuo ultimo giorno
e domani fosse stato troppo tardi
potresti dire addio al tuo ieri?
vorresti vivere ogni momento come il tuo ultimo?
lascia le vecchie foto al passato.

L'aria esplose. Erano tutti vicini: Harry, Ron, Hermione, Fred e Percy, i due Mangiamorte ai loro piedi, uno Schiantato, l'altro Trasfigurato; e in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi. Harry si sentì volare e non potè far altro che tenersi stretto con tutte le forze a quel sottile bastoncino di legno che era la sua sola e unica arma, e ripararsi la testa con le braccia: udì le urla dei suoi compagni senza sapere che cosa stava succedendo... Poi il mondo divenne dolore e penombra: Harry era semisepolto nel crollo di un corridoio colpito da un tremendo attacco. Capì dal vento freddo che il fianco del castello era esploso e un calore appiccicoso sulla guancia gli disse che stava sanguinando copiosamente. Poi sentì un grido lancinante che gli strappò le viscere, l'espressione di un dolore che nè le fiamme nè le maledizioni potevano provocare, e si alzò, incerto, più spaventato di quanto non fosse ancora stato quel giorno, più spaventato, forse, che in tutta la sua vita...

Perdoneresti i tuoi nemici?
Vorresti trovare ciò che sogni?
Giura su e per giù su Dio
che finalmente ti sei innamorato.

Hermione cercava di rimettersi in piedi in mezzo a quella devastazione e tre uomini con i capelli rossi erano a terra, vicini, nel punto in cui la parete era esplosa. Harry afferrò la mano di Hermione e avanzarono barcollando sopra cumuli di legno e pietra.
- No.. no... no! - urlò qualcuno - No! Fred! No!
Percy scuoteva il fratello, Ron era inginocchiato accanto a loro, e gli occhi di Fred li fissavano senza vederli, lo spettro dell'ultima risata ancora impresso sul volto.

Lasceresti un segno ricucendo un cuore infranto?
Sai che non è mai troppo tardi per le stelle cadenti
Indipendentemente da chi sei
Quindi fai tutto ciò di cui c’è bisogno
Perchè non puoi rivivere alcun momento in questa vita
Non lasciare che nulla sia sulla tua strada
Perchè le mani del tempo non sono mai dalla tua parte.

Il mondo era finito, e allora perchè la battaglia non era cessata, il castello non era ammutolito per l'orrore e tutti i combattenti non avevano deposto le armi? La mia mente era in caduta libera, incontrollabile, incapace di cogliere l'impossibile, perchè io non potevo essere morto, l'evidenza di tutti i miei sensi doveva essere falsa... Mi alzai. Qualcun altro si muoveva non lontano, chino su un corpo che mi assomigliava terribilmente: un pensiero agghiacciante mi attraversò la schiena. Non poteva essere George, non poteva essere morto. Poi mi sono voltato, e George era abbracciato a Ron e piangeva. Ma allora... ero io ad essere morto. Ero a pochi metri dal mio corpo quando mi resi conto che quella figura china su di me era Hermione. Mi fermai di botto. Piangeva, mentre mia madre mi accarezzava i capelli e Ginny si aggrappava a Hermione, quasi cercando una forza che non aveva. Rivoli di freddo mi gelarono la pelle. Volevo urlare alla notte, volevo che Hermione e tutta la mia famiglia sapessero che ero lì, che sapessero che stavo bene. Volevo essere fermato, portato indietro, a casa... Hermione era in ginocchio accanto a me e mi teneva la mano. Con uno sforzo enorme, mi costrinsi a proseguire. Mi parve di vedere Hermione e George voltarsi al mio passaggio: forse avevano avvertito la mia presenza?

Se oggi fosse il tuo ultimo giorno
e domani fosse stato troppo tardi
potresti dire addio al tuo ieri?
vorresti vivere ogni momento come il tuo ultimo?
lascia le vecchie foto al passato.

E poi un corpo cadde attraverso lo squarcio nel fianco della scuola, accompagnato da maledizioni scagliate dal buio, che finirono contro la parete dietro le loro teste.
- Giù!
Aveva urlato Harry, mentre altre fatture schizzavano nella notte: lui e Ron hanno afferrato Hermione e l'hanno gettata a terra, ma Percy era disteso sul mio corpo, a proteggermi, e quando Harry lo chiamò - Percy, su dobbiamo muoverci! - scosse il capo.
- Percy!
Ho visto le lacrime solcare lo strato di fuliggine sul viso di Ron, che ha afferrato Percy per le spalle e lo ha strattonato; ma Percy non si è mosso.
- Percy, non puoi fare nulla per lui! Dobbiamo...
Hermione ha urlato ed io mi sono avvicinato a lei. Lei si è voltata verso di me, quasi sentendo che le mie dita avevano sfiorato le sue. Avrei voluto proteggerla, mentre uno dei discendenti di Aragog era sceso in campo.
- Andiamo, ORA!
Harry ha spinto Hermione davanti a sè con Ron, poi mio fratello ha preso in braccio il mio corpo. Percy ha capito le sue intenzioni: si è alzato dal mio cadavere e lo ha aiutato. Insieme, curvi per evitare le maledizioni che arrivavano dal parco, mi trascinarono fuori dalla linea del fuoco. Voltato l'angolo, Percy lanciò un urlo belluino:
- ROOKWOOD!
E la rabbia mi assale. Percy si è gettato dietro a un uomo alto che inseguiva due studenti. Poi ho sentito la voce di Hermione.
- Harry, di qui!
Poi aveva spinto Ron dietro un arazzo. Sembrava che lottassero; poi ho visto che Hermione stava trattenendo Ron, per impedirgli di inseguire Percy.
- Ascoltami... ASCOLTA, RON!
- Voglio aiutarlo, voglio uccidere i Mangiamorte...
Era stravolto, sporco di polvere e fumo, e tremava di rabbia e dolore.
- Ron, solo noi possiamo far finire tutto questo! Ti prego... Ron... ci serve il serpente, dobbiamo uccidere il serpente!
Lo implorava Hermione. Ma Harry lo capiva, l'ho notato nella sua espressione. Cercare un altro Horcrux non poteva dare la soddisfazione della vendetta; anche lui voleva lottare, punire chi mi aveva ucciso, voleva trovare gli altri membri della mia famiglia, specialmente voleva trovare Ginny. Adesso sono sicuro che Hermione non è.. non posso nemmeno permettere che l'idea prenda forma...
- Combatteremo! - continuava Hermione. - Dovremo combattere, per arrivare al serpente! Ma non perdiamo di vista il nostro scopo! Siamo gli unici che possono porre fine a tutto!
Anche lei piangeva, asciugandosi le lacrime sulla lacrima lacerata e bruciata, ma respirò profondamente per calmarsi, senza lasciare la presa su Ron.

I morti erano disposti in fila al centro della Sala. Non vedevo il mio corpo, perchè era circondato dalla mia famiglia. George era inginocchiato vicino alla mia testa; mia madre era accasciata sul mio petto, scossa dai singhiozzi. Mio padre le accarezzava i capelli e aveva le guance inondate di lacrime. Senza dire una parola, Hermione è andata da Ginny, che aveva il volto gonfio e arrossato, per abbracciarla. Ginny e Hermione si sono avvicinate al resto della famiglia e Harry ha visto i corpi distesi accanto al mio: Remus e Tonks sembravano addormentato sotto il buio soffitto incantato. Ho guardato Harry, e ho capito: non riusciva ad unirsi alla mia famiglia, a guardarli negli occhi, si sentiva in colpa: se si fosse consegnato subito, forse non sarei morto... Ma se si fosse consegnato non glielo avrei mai perdonato. Ho preferito morire io al posto suo. Ho visto Hermione ancora scossa dai singhiozzi, mentre Ron la abbracciava. George piangeva disperatamente: non avrei mai voluto che piangessero per me, per me che ho sempre cercato di donare sui loro volti almeno un sorriso.

E' il pomeriggio del 3 maggio. Sei da sola, passeggi per il cortile deserto della scuola. Sono appena finiti i funerali, la McGranitt ha fatto un discorso per ricordare tutte le vittime. Io ero lì, nascosto, in un angolo della Sala Grande. Eravate tutti vicini: George non c'era. E' rimasto nel cortile della scuola. Partecipare al mio funerale sarebbe stato come accettare la mia morte, e lui non voleva. Ti vedo, ora lasci che le lacrime abbiano la meglio su di te. Tiri calci alle pietre, scaricando su di loro la colpa della mia morte, ma sai che è ingiusto. Alzi lo sguardo e vedi George davanti a te. Sta cercando di trattenere le lacrime, ha il viso pallido, il che mostra le ferite sul viso ancora in modo più forte. Sento un calore forte e mi guardo istintivamente le mani: non sono più trasparente, sto cominciando ad avere la carnagione rosea e posso iniziare a sentire il contatto della mia pelle con i vestiti stropicciati, quelli che avevo la scorsa notte. Non mi importa quello che mi sta succedendo. Sorrido, e mi avvicino a loro due, che non si sono accorti della mia presenza perchè sono avvolti in un abbraccio. Quando si sciolgono, Hermione sbarra gli occhi e inizia a boccheggiare, senza sapere esattamente cosa dire. George segue il suo sguardo e la stessa espressione di Hermione si era dipinta sul suo volto.
- Ehi...
Saluto io, allegro. George si guarda intorno, sbatte le palpebre, poi guarda Hermione, che scambia lo sguardo felice e spaventata.
- E' un'illusione? Non la posso reggere.
Sussurra, con la voce improvvisamente rauca. Non gliel'avevo mai sentita usare, prima d'ora. Faccio cenno di no con la testa. Entrambi hanno gli occhi rossi e le lacrime adesso sono di gioia. Corrono ad abbracciarmi ed io rimango incantato da quella stretta.
- Non farlo mai più...
Mi sussurra George, che sta ancora piangendo, è sconvolto; io sorrido e mi sento pizzicare al naso, come se le lacrime stessero venendo anche a me, come se volessero uscire e manifestare la loro gioia anche loro.
- Perché te nei sei andato?!
Mi urla Hermione, la voce rotta dal pianto, mentre mi stringe ancora di più.
- Non avrei voluto..
Rispondo io, e sento che sto iniziando a piangere. Mi sciolgo dall'abbraccio e in lontananza riesco ad individuare Ginny, Ron e Harry. Avanzano verso di noi, e un sorriso più aperto mi si dipinge sul viso quando vedo che Ginny si ferma di botto, sgranando gli occhi. Poi urla il mio nome:
- FRED!
- Ginny!
Rispondo io, mentre lei corre da me e mi abbraccia, piangendo. Mentre cerca di sciogliersi dall'abbraccio, inizia a darmi dei pugni sul petto, e si inginocchia a terra.
- Perché... perché... perché...?!
Urla contro di me, singhiozzando, mentre Ron e Harry mi sorridono increduli. Una volta che Ginny si allontana da me, anche i due mi abbracciano.
- Come mai sei qui..?
Chiede Ginny, ancora sconvolta, sta ancora piangendo, ma si sta calmando. Istintivamente guardo Hermione, che mi sorride con gli occhi lucidi.
- E' da quando ieri notte sono morto... che ho continuato a vedervi. Ho visto come Voldemort si è praticamente suicidato, come voi vi siete chinati sul mio corpo quando quella parete è esplosa vicino a me, troppo vicino a me. Ero un fantasma, fino a poco fa. O almeno, credo di essere stato un fantasma.
- I fantasmi di Hogwarts si vedono...
Commentò Ron.
- O forse ero semplicemente la mia anima. Non so cosa mi sia successo. E' successo tutto in pochi secondi. Sono tornato.
- Una parete non poteva ucciderti, Gred.
- Non c'è ombra di dubbio, Forge.
Tutti ridono, e George mi abbraccia di nuovo. Mentre ripenso a quello che è successo, riesco a capire.
- Ci sono!
Esclamo improvvisamente, e tutti si scambiano uno sguardo interrogatorio.
- Ho capito perché sono qui!
- Cioè?
Chiede Ron, mentre vedo Hermione ed Harry annuire. Ginny sta continuando a sorridere, curiosa. George semplicemente non vede l'ora che inizi a parlare.
- Quando è morto Voldemort, è morto tutto insieme a lui! Compreso quello che i Mangiamorte avevano fatto. L'esplosione è stata causata da Rookwood, e quindi io sono stato ucciso da lui, per questo sono tornato! Quelli che sono morti per un tragico incidente non so se torneranno, so solo che quando è morto Voldemort sono tornato!
- Ma è impossibile, non c'è magia..
Accennò Hermione, ma venne interrotta da Fred.
- .. che possa far tornare in vita i morti? Eppure io sono qui, Hermione!
- Tu avresti potuto usare il Giratempo, Hermione..
Esclamò Harry, colpito da un flash back del loro terzo anno. Hermione arrossì, non ci aveva pensato... Hermione si avvicinò a Fred, e mentre gli altri si allontanavano, lui la strinse a sè.
- Non voglio chiudere gli occhi, non voglio addormentarmi, perchè mi mancheresti, e non mi voglio perdere niente. Perchè persino quando ti sogno, il sogno più bello non basterebbe, perchè mi mancheresti ancora, Hermione.
Le sussurro dolcemente, finalmente dichiarandomi, accarezzandole una guancia, mentre sulla sua pelle sentivo le lacrime di lei. Ci separammo dall'abbraccio, ed io presi il volto di Hermione fra le mani, mentre con un dito le sfioravo la guancia. Mi avvicinai lentamente a lei e chinai la testa su un lato, mentre le nostre labbra si incontravano, si sfioravano e finalmente entrambi ci sentivamo liberi, liberi di amarci.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: the ghost of Bonnie