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Autore: Sunny_Blue    21/09/2011    2 recensioni
Draco Malfoy ha dovuto prendere la decisione più dura della sua esistenza. Hermione ha il cuore a pezzi dopo che lui l'ha lasciata con male parole, ma le motivazioni di Draco sono per una volta delle più nobili...
Un sequel -anche se di fatto le due ff si svolgono nello stesso periodo- di "Io son per te l'amore".
Perchè fare la scelta giusta non è sempre facile, quasi mai indolore...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Mi ritorni in mente

Qualcuno mi aveva chiesto un "continuo" di Io son per te l'amore... ed eccolo qua! ^^

I pensieri di Draco durante la separazione da Hermione (le parole della canzone sono di Lucio Battisti!)
Spero che vi piaccia... Buona lettura!

Mi ritorni in mente

Mi ritorni in mente bella come sei,
forse anche di più.

Mi ritorni in mente dolce come mai,
come non sei tu.

Un angelo caduto in volo questo tu ora sei,
in tutti i sogni miei...



Cammino da solo per le strade di Londra. 
Il clima è in perfetto stile inglese – gelido, nebbioso e umido. Siamo solo alla metà di ottobre, ma il sole estivo è già un lontano ricordo.
Il quartiere dove mi trovo è tutt'altro che raccomandabile. Edifici putrescenti, vicoli stretti e bui, tizi loschi dietro le finestre polverose dei bar. In giro non si vede un'anima, solo qualche raro passante, cencioso e ingobbito.
Con il mio cappotto nero dal taglio elegante e il portamento fiero stono come non mai con tutto ciò che mi circonda. Sento gli occhi delle persone appuntarmisi a dosso e scrutarmi con insistenza.
Mi alzo il collo della giacca fino a metà viso e aumento il passo.
Giunto all'angolo della strada, a riparo da sguardi indiscreti, rileggo l'indirizzo scritto sul pezzo di carta che ho in tasca. 
Per quanto sembri strano, il posto è proprio questo.
Perché diavolo mio padre abbia deciso di mandarmi qui, lo sa solo il cielo. Mi ha fatto intendere ben poco, prima di spedirmi fuori. 
Qualcuno si farà trovare nel posto indicato. Sa già cosa offro.
Fine delle informazioni. 
La persona che cerco saprà anche di cosa parliamo, ma io non ne ho idea – mettermi al corrente di tutti i dettagli deve essere sembrato al mio sadico genitore una mossa non necessaria.- e questo mi mette tremendamente in allarme. Ho i nervi a fior di pelle.
Stringo la bacchetta dentro la tasca dei jeans, pronto ad ogni evenienza. Con quello che mi è successo in passato, meglio essere prudenti.

Mentre cammino a testa bassa fendendo la nebbiolina grigia, la mia testa continua ad appuntarsi sul latore di questa mia misteriosa missione. 
Lucius Malfoy – l'uomo che più di tutti ho stimato e idolatrato. 
Lucius Malfoy – l'uomo che meno di tutti si è dimostrato degno di quella mia infantile infatuazione. 
Mio padre... 
Buffo come tutto quello che è riuscito a fare da quando sono al mondo sia stato complicarmi le cose. Non è mai stato affettuoso, non è mai stato amorevole. C'è sempre stato un ordine superiore ben più grande e importante del suo unico figlio da perseguire per lui.
Mi ha messo in mezzo decine di volte. E io, prima bambino inconsapevole, poi ragazzino sciocco, ero felice di lasciarlo fare. Credevo stupidamente di contare qualcosa per lui, mentre invece...
Non sono mai stato altro che una pedina, sacrificabile se necessario. Come mia madre, come ogni altro essere, eccetto lui. 
Con gli anni, cresceva anche la consapevolezza del genere di mostro senza cuore che lui è. 
Quando dopo la caduta del Signore Oscuro è scomparso nel nulla, credevo di essermi finalmente liberato della sua ingombrante presenza. Ho tirato un immaginario sospiro di sollievo, e sono andato avanti. Burattino finalmente libero dai fili, da marionetta inerme a padrone delle proprie scelte. Per la prima volta sono riuscito a respirare, a non svegliarmi nel cuore della notte urlando. 
Ho trovato un lavoro che mi piace, soprattutto ho trovato lei
Credevo di avere iniziato una nuova vita, di essere finalmente libero...

Ma era un'illusione. 
Non si possono chiudere i conti col passato a così basso prezzo. Non avevo ancora pagato abbastanza il fatto di essere un Malfoy.
Un biglietto simile a quello che ora tengo in mano si è materializzato nel mio appartamento una soleggiata mattina di primavera.

Tuo padre è tornato. Vieni da lui prima che sia lui a venire da te.

Poche parole vergate in una grafia familiare, quella di mia madre. Dietro, un ordine, non una scelta. 
Lui mi voleva. Aveva per l'ennesima volta bisogno di me. E io ho dovuto agire di conseguenza.
Tornare alla vecchia vita, fare i conti con i fantasmi che pensavo di avere scacciato.

"Sei cresciuto, Draco. Ora sei un giovane uomo..." le sole parole di riconoscimento che quell'uomo è stato capace di rivolgermi. 
E poi ha domandato, come sempre. Ha preteso da me qualcosa. 
Che io fossi il suo braccio -dal momento che per il resto del mondo magico lui è scomparso-; lo strumento del suo piano di rivincita. 
“Questi babbanofili e traditori mi hanno privato della mia vita. È giusto che mi prenda almeno una piccola buona uscita, non pensi?!” 
Domanda a cui non era prevista alcuna risposta. 
Dalle sue poche frasi in risposta al mio sguardo interrogativo, ho capito che nel periodo della sua assenza doveva avere messo le mani su una partita di oggetti oscuri e pericolosi, e ora voleva piazzarli sul mercato nero. 
Inimmaginabile quanti pazzi ci sono ancora in giro pronti a sborsare un occhio della testa per un feticcio, per un amuleto, per una pozione letale e illegale. Nonostante l'Oscuro Signore sia stato sconfitto, i revival del passato sono all'ordine del giorno. 
Ho capito anche che il mio compito sarebbe stato principalmente quello di fare da tramite. Contattare i compratori, incassare i pagamenti, consegnare la merce. Cose da niente. Sotto gli occhi dei funzionari del ministero alla spasmodica ricerca di merce del genere. Rischiare il collo insomma. Ma per l'ultima volta.

Quando avrò il mio vitalizio, me ne andrò per sempre. 

Strano pensare che fosse tornato solo per bisogno di denaro - per un uomo ricco come lui questo non era mai stato un problema.
Ma era il passato. Visto il nostro coinvolgimento nei piani di Voldemort la nostra cassetta di sicurezza è tenuta sotto sorveglianza costante, ogni prelievo è registrato e tracciato, lui era dovuto scappare senza niente.
Un'ultima missione quindi, poi davvero sarà finita. 
Lucius Malfoy sparirà nelle tenebre e non lo rivedremo più. 
Vale la pena di aiutarlo, vista la posta in gioco.


Me lo sono ripetuto milioni volte in questi mesi lunghi come decenni, per dare forza alla mia risoluzione, per non cedere. 
Me lo sono detto e ridetto, mentre il mio cuore era come spaccato a metà dalla nostalgia. 
Nostalgia per la sola persona al mondo che abbia saputo guardare oltre il mio deserto e le mie tenebre, che abbia saputo accendere una fiamma. 
Nostalgia per la giovane donna che lo stesso giorno di primavera in cui ho ricevuto il biglietto con la notizia del ritorno di mio padre, ho dovuto abbandonare.

Riandare con la mente a quel momento mi fa ancora male. 
Buffo. Pensavo di essere abituato a tutto, pensavo di avere visto tutto. Ho mentito, ho tradito, ho fatto soffrire decine e decine di persone, senza rimorso, senza pietà. Da quando sono al mondo ho conosciuto solo dolore. La mia pelle si è fatta spessa come quella di un drago, per sopportare ogni privazione, ogni punizione, e non dare mai a vedere cedimento alcuno. 
Credevo che ormai fosse impossibile per me provare una qualche emozione. 
Ho dovuto spezzarti il cuore a metà, mia dolce e combattiva Gryffindor, per capire che fino a quel momento non avevo toccato il fondo, ma che lo stavo facendo solo in quel momento.

Ti ho detto delle cose orribili.
Ho negato tutto quello che avevamo condiviso fino a quel giorno; l'ho ridotto in cenere, con poche parole, studiate apposta per fare male.
Sono arrivato a negare persino l'amore.
Io non ti amo, non ti ho mai amato.” Mai bugia è stata per me tanto dura da pronunciare.


Ma ho dovuto agire così.

Nelle notti di solitudine nella mia stanza a Malfoy Manson, quando il sonno non voleva saperne di venire a lenire almeno in parte le mie ferite, e tutto quello che potevo fare era fissare l'oscurità fuori dalla finestra e maledire questa mia vita tanto difficile, sono arrivato a gridarlo nella notte.
Per convincermi di avere compiuto, per una volta, la scelta giusta - e non giusta per me, ma giusta per lei. 
Per convincermi di non avere fatto solo uno stupido sbaglio.

So che se l'avessi fatta scegliere, lei non avrebbe preso la mia stessa decisione.
So che avrebbe voluto essere coinvolta, e starmi vicino.
Non solo, so che l'avrebbe preteso, che non avrebbe proprio voluto sentire ragioni.
Si sarebbe messa in prima linea, si sarebbe messa in mezzo - dannazione al suo carattere ostinato e al suo altruismo Gryffindor.

Forse io sono solo un vigliacco, uno che scappa, come sono sempre stato... 
Anche stavolta invece del confronto ho scelto di voltarle le spalle e sparire. Ho deciso io per tutti e due e a volta penso che non sia stata una buona idea. Ma è solo un attimo. 
Perché questa volta la mia fuga, se di fuga si vuol parlare, ha avuto un motivo più nobile del semplice volersi salvare la pelle.

Ho dovuto farlo.
Hermione Granger non avrebbe mai accettato di stare alle mie condizioni.
Non avrebbe mai acconsentito a farsi da parte, per lasciarmi da solo a fare i conti con mio padre e con le sue richieste. Sarebbe stato chiedere troppo. Inconcepibile per la sua mentalità l'agire da soli. Impensabile per il suo cuore lasciarmi andare così.
In ogni caso non so nemmeno se sarebbe servito, nella remota ipotesi che lei avesse detto si.
Lui avrebbe sempre potuto trovarla.

Per questo ho dovuto troncare in modo tanto netto, non darle possibilità di appiglio.
Perché questo è un gioco pericoloso, e lei non poteva in nessun modo entrare a farne parte.
Se solo mio padre avesse saputo che in un piccolo appartamento nel cuore della città io ho vissuto per quasi un anno con Hermione Granger, che io amo alla follia quella ragazza... sarebbe stata la fine. Non avrebbe esitato un solo istante ad usare la cosa a proprio vantaggio, ad usare lei per ottenere da me ciò che desidera. Le avrebbe fatto del male, me l'avrebbe portata via senza rimorso. 
Non avrei potuto vivere sapendola in mano sua – e pensare che si parla di mio padre.
Ammesso che non avesse semplicemente deciso di farla fuori, come ritorsione per la mia decisione sconsiderata di innamorarmi di una mezzosangue. 
Io, discendente di una casata dal sangue purissimo. Io traditore senza possibilità di redenzione agli occhi delle persone come lui.

Non potevo permetterlo... Non potevo esporla ad un simile rischio.
Ho affrontato di tutto nella mia seppur breve esistenza. Privazioni, torture, dolore, sono all'ordine del giorno per me. Dopo anni di apprendistato, ora so che posso fronteggiare qualsiasi cosa sia a livello fisico che mentale, e che posso sopravvivere.
Ma lei... come avrei potuto esporre ad un simile rischio un fiore tanto delicato?
Lei è troppo importante per me, non potevo neppure pensare di perderla.
Una delle lezioni di vita che mio padre mi ripeteva spesso da bambino era la seguente: amare qualcuno, avere a cuore qualcuno, ti espone al doppio dei rischi. Ti rende debole, ti rende manovrabile. È il tuo stesso sentimento, la tua debolezza, Draco, che ti rende schiavo. Patetico. 
Per anni non erano rimaste che vuote parole, troppo egoista, troppo individualista per avere problemi di questo tipo.

Ma quel giorno di aprile, provandolo sulla mia pelle, ho dovuto concordare, almeno in parte.
È tutto più difficile quando hai a cuore il benessere di qualcun altro. Essere soli ha dei vantaggi. Pensare solo per sé è infinitamente più semplice.
Se sei in due... ti trovi davanti a bivi davvero difficili da affrontare.
E infatti ho dovuto prendere una decisione immediata.
Allontanarla da me nel peggiore dei modi pur di metterla al sicuro?
Fare si che mi odiasse persino, così che non mi venisse a cercare?
Ho dovuto decidere tra la sua salvezza e il suo amore, e ho scelto la prima.

Ho aspettato che tornasse a casa -la nostra casa, dove ogni oggetto, ogni arredo parla di lei e di noi – e ho agito. Tirando fuori quella freddezza e quella malvagità che erano stati il mio marchio di fabbrica Slytherin negli anni di scuola. Colpo su colpo, senza pietà, senza tirarmi indietro.
Lei ha cercato di non farsi sommergere dalla piena, di farmi ragionare. Non sapeva che non aveva alcuna possibilità di farlo.

Perché io ti amo troppo Granger, e per questo devo sparire dalla tua vita.

Me ne sono andato via lasciandola lì, ferita, piegata, una giovane donna distrutta.
Ma chiudendo la porta dietro di me mi sono accorto che quello messo peggio ero di certo io.
Il mio cuore sanguinava, come non era mai successo, come non credevo più che potesse succedere.


Da allora ogni giorno è un tormento. 
Devo lottare per non pensare a lei incessantemente, da mattina a sera, ma per concentrarmi sul piano di mio padre che è abbastanza rischioso da richiedere tutta la mia attenzione. 
Devo lottare per portare avanti una parvenza di vita normale e non farlo insospettire. 
Ma sono solo l'ombra di me stesso e lo vedo bene.
Sono riuscito a sopportare più di sei mesi, pensando alla meta, solo alla meta.

Ma per quanto mi sforzi di non pensare a lei, a volte un colore mi richiamano alla mente un frammento del passato, e allora posso fare ben poco per non farmi trascinare alla deriva.


Bianco – La neve che cadeva fuori dalla finestra, il Natale di quasi un anno fa. 
Tutto era nuovo per me. L'albero addobbato, i regali, le luci. Non avevo mai festeggiato quella ricorrenza prima. Mi sentivo un po' strano, un po' impacciato. 
Lei seduta a gambe incrociate sul pavimento, sembrava il ritratto della felicità e della naturalezza. 
Mi passa un pacco colorato, con gli occhi che le brillano. Sorride, non solo con le labbra, della mia buffa espressione mentre lo scarto. Dentro c'è un bellissimo orologio magico. 
Sa che quello che avevo avuto in dono per i miei 17 anni è andato perduto. Mi domando quanto possa esserle costato. Ma non dico niente. 
Lei mi accarezza una guancia e dice solo “Buon Natale, Draco.”


Giallo - le pareti della nostra camera da letto. 
Avevo storto un po' la bocca per la sua scelta di quella tinta così forte così stravagante – avvezzo a toni più neutri, più signorili. 
Non aveva voluto sentire ragioni, tipico. 
“Così ci sembrerà di svegliarci ogni mattina in un bagno di sole...” 
E mi si era avvicinata, baciandomi dolcemente sulle labbra e premendo il suo corpo contro il mio. 
L'avevo trascinata a terra, visto che ancora mancava il letto. L'ora dopo mi aveva fatto del tutto dimenticare le mie obbiezioni. 
E giallo era stato.


Rosso - “Non voglio quella bestiaccia in casa, Granger.” 
Mi aveva guardato con occhi supplichevoli, come una bambina che chiede di poter tenere l'animaletto dei sogni. 
Peccato che il suo gatto aveva dimostrato in meno di cinque minuti di essere tutt'altro che carino e coccoloso, e di avercela a morte con me – i graffi sulle mie braccia ne erano una chiara testimonianza.

“E' inutile che mi guardi in quel modo, sono irremovibile.”
Aveva sbuffato, posando l'animale a terra. 
“Draco Malfoy che ha paura di un gatto. Da non credere.” 
Il lieve broncio sul suo viso era davvero delizioso. 
Mi ero avvicinato a lei prendendola tra le braccia. “Non si tratta di paura, honey. Ma io ci tengo alla mia vita.” 
Aveva cercato di sfuggire al mio abbraccio, e al mio bacio, ma senza reale intenzione. 
Era finita come al solito con noi che facevamo l'amore, e il gatto era rimasto.


Blu - “Chiudi gli occhi. Sto per uscire.” 
Con le labbra increspate in un leggero sorriso, stavo appoggiato al divano aspettando che lei facesse la sua comparsa. Eravamo già in ritardo, ma non era poi così importante. 
Il ballo annuale dei praticanti avvocati, più una formalità a cui attendere per obbligo che un reale piacere. 
Ma lei si era dimostrata così felice. E allora...

“Granger, ci sei?” iniziavo ad essere impaziente. Non aveva voluto che vedessi niente della sua mise di quella sera. Una novità.
Silenzio. 
Poi il ticchettio dei tacchi sul pavimento.
“Si, si, eccomi. Puoi aprire gli occhi.” 
Ero rimasto quasi senza parole. 
Un morbido abito blu notte avvolgeva il suo corpo perfetto, fasciandola come una seconda pelle. Le scarpe alte slanciavano ancora di più la sua figura snella. I capelli fissati sulla nuca in un morbido nodo lasciavano scoperto il collo e le spalle. 
Era fantastica.
“Allora, come sto?” Gli occhi scuri spiccavano sul suo viso come non mai, evidenziati da un trucco leggero, ma azzeccatissimo. 
“Non hai proprio niente da dire?” il mio silenzio le aveva strappato un sorrisetto divertito. 
Mi ero riscosso dal torpore.
“Dico che se non mi ricordi perché dobbiamo uscire di casa, potrei anche pensare di tenerti tutta per me stasera...” 
Mi ero fatto vicino con movimenti fluidi da felino, anche io perfetto nel mio smoking scuro. 
Le avevo dato un bacio leggero sulla guancia. Poi eravamo andati alla serata.
(“Tutta questa fatica per niente? Eh no Malfoy te lo scordi. Stasera usciamo!”)


In quei momenti vorrei solo tornare indietro. 
A quel piccolo appartamento nel cuore di Londra dove credo che lei ancora viva – non ho potuto accertarmene di persona, ma non riesco a immaginarla in nessun altro luogo, forse perché non posso combattere anche con il pensiero di tornare e non trovarla più.
A quelle stanza che ci hanno visto insieme in tanti momenti felici.
A lei...

È buffo rendersi conto di come la lontananza e lo scorrere del tempo tendano a trasformare ogni momento in un ricordo bello, a trasfigurare quasi i tratti dell'altro.
Certo Hermione Granger non è un angelo sceso in terra, ma ha anche lei i suoi bei difetti.
E' cocciuta, puntigliosa, vuole avere sempre l'ultima parola su tutto. Pulizie è la sua parola d'ordine e se qualcosa non va come lei vuole... si salvi chi può. Conviverci non è sempre una passeggiata. 
Eppure... più passa il tempo e più alla mente mi torna solo il buono. Come i fotogrammi di una storia d'amore perfetta, come le scene di un film. Sono talmente fuori che a volta mi sembra di sentire anche una musica di sottofondo...
E non mi riconosco affatto in questo uomo nostalgico e sentimentale, ma ho capito da tempo che l'amore ha degli strani effetti collaterali.

E così... 
A sei mesi di distanza, lei mi manca come se fosse l'essere più perfetto sulla faccia della terra. Per me, adesso, lo è davvero (nel pensare questo, ogni volta scuoto la testa e mi dico di riparlarne quando mi scaglierà di nuovo contro una padella lavata male).
Provo nostalgia anche dei suoi difetti.
Mi manca la sua bocca, anche se è capace di regalarti il più angelico dei sorrisi l'attimo prima e poi di inveirti contro per un nonnulla.
Mi mancano i suoi occhi color nocciola, così profondi, così intensi, anche quando si increspano di rabbia come un mare in burrasca.
Mi manca il suo profumo, quello sempre, e il tocco delle sue mani sulla pelle.
Mi manca la sensazione del suo corpo stretto al mio in un abbraccio- quel gesto così semplice eppure così unico che per tutta la vita mi era stato negato e dopo ho imparato ad amare.


Penso che se solo potessi vederla per un attimo, parlarle... mi farei bastare questo secondo per una vita intera. 
Basterebbe così poco... smaterializzarmi e comparire fuori dalla finestra del soggiorno e gettare uno sguardo all'interno e...

Niente.
Devo costringere la mia mente a fermarsi, a riflettere.
Me ne sono andato per un motivo. Non posso tornare sui miei passi.
Per quanto ogni minuto senza di lei sia lungo come un'agonia.
Per quanto ogni giorno che passa potrei perderla davvero - perché potrebbe rifarsi una vita, trovare un altro. 
Ho pensato anche a questo quando ho scelto di lasciarla senza una parola, senza una spiegazione. Potrebbe odiarmi e non volermi vedere più, dopo. Anche di fronte ad uno scenario del genere, la sua vita restava la priorità. 
Ho deciso di rischiare. Sperando con tutto il cuore di trovarla ancora lì al mio ritorno, ma pronto anche all'evenienza contraria.

Se non ci sarai, Granger, io ti capirò.

Ma spero intensamente che questo non succeda.
Mi aggrappo al ricordo del nostro amore così forte, così vero, per affrontare il mio destino a testa alta, come ho sempre fatto, e convincermi che sei mesi non sono poi così tanti, che potremmo tornare alla vita di prima...
Ma mentre aspetto in questo sudicio vicolo nel gelo di novembre che un non ben precisato tizio mi si palesi davanti, non sono poi così certo delle mie convinzioni. E spero solo che tutto questo finisca in fretta.
Spero di poter tornare presto dalla mia dea, tra le mura della nostra casa...
Perché il mio esilio volontario dal paradiso non si tramuti in una condanna eterna all'inferno.
Perché il primo gesto di vero altruismo che ho fatto nella vita non mi si ritorca contro portandomi via la vita stessa... lei.


“Salve signor Malfoy” una voce familiare mi strappa dalle mie riflessioni. 
Alzo la testa e incrocio lo sguardo cinico e controllato di Sinister.
Erano quasi due anni che non lo vedevo - non mi era mancato. Avevo passato anche troppo tempo in sua compagnia, nel mio sesto anno ad Hogwarts, per non averne abbastanza per tutta la vita.
Allora è lui il misterioso compratore che mio padre voleva che incontrassi. 
Mi scruta senza dire altro, soppesandomi forse. 
Poi si volta. “Mi segua, prego” e mi fa strada attraverso i vicoli sudici di questa Londra così povera, così misera. 
Verso la sua nuova bottega, immagino. Avrà dovuto abbandonare di gran fretta quella in Diagon Halley, quando gli Auror hanno ripreso il controllo del Ministero ed è cominciata la lotta agli ultimi sostenitori del Signore Oscuro. Molti dei suoi tesori devono essere irrimediabilmente perduti, naturale che ne cerchi di nuovi.

Mentre cammino, sempre tenendomi ben avvolto nel cappotto, cercando di non strusciare contro le pareti del vicolo che si fanno sempre più strette intorno a me, penso che la mia decisione di lasciare la Granger fuori da tutto questo sia stata quella giusta.
Non avrei mai potuto esporti ad un simile spettacolo. 
Il degrado, la povertà, la sofferenza. Ne hai già sperimentate troppe di cose negative, per avere bisogno di una nuova dose.
È più facile per me fare quello che devo, sapendoti al sicuro. Questo mi dà la forza di continuare.
Nei mie sogni ti vedo come quella sera, avvolta in un abito blu notte, bella come una dea. 
Ti immagino felice, spensierata. Come deve essere una ragazza di nemmeno vent'anni. E questo mi basta per non perdere la speranza.

Quando Sinister si ferma davanti ad un'insulsa porta di legno, bisbiglia qualcosa per farla aprire, e sparisce nel buio, lascio che ancora per un attimo l'immagine della donna che amo affiori nella mia mente per farmi compagnia.

Tornerò da te Granger, te lo giuro.

Poi faccio il primo passo oltre la soglia, e sono solo.

Come ti vorrei...
come ti vorrei...

- - - - - - - - - - - -  - - - - - - -

Se avete letto la prima versione, vedrete che questa è un pò diversa.. Riguardandola, mi sono accorta di avere altre cose da dire e allora.. Ho aggiunto!! Direi che così è moooolto meglio!! ^^

Diciamo che Draco è bello nostalgico, ma non ho rinunciato ad un pizzico di ironia (se no c'è da spararsi.. :)

Fatemi sapere cose ne pensate!! ^^
   
 
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