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Autore: guendy88    02/06/2006    0 recensioni
Harry trascorre i mesi alla ricerca degli horcrux e i suoi pensieri per ginny si esprimono attraverso una struggente lettera...
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cara ginny,
Solo ora ho potuto scriverti,perché soltanto oggi abbiamo messo a punto un sistema di codici che ci ha permesso di darvi notizie. Hermione ha di nuovo dato prova della sua intelligenza pensando di gettare un incantesimo invisibile su Edvige e criptando le lettere con l’alfabeto che vi abbiamo spedito nascosto in quel pacco regalo di natale intestato alla famiglia “Wizley”.
Vi abbiamo spedito due lettere,una da parte di Ron per la Tana e una per la famiglia Granger,perciò ti prego di non dire a nessuno di questa terza lettera. Questa è solo per te e non potevo permettere che altri la leggessero.
Ho tante cose da dirti,ma non so neppure da dove cominciare…dovrei dirti che sto bene,che le ricerche vanno alla grande e di non essere preoccupata per me ma la verità è che mi manchi immensamente e per giunta ho paura…ho paura di non farcela e ho paura di mettere a repentaglio la vita di Ron e Hermione per una guerra che non possiamo vincere.
Vorrei tanto essere li con te per tenerti stretta ed essere felice per sempre,invece ti sto scrivendo una lettera alla luce di un piccolo fuoco in una caverna, mentre veglio sul sonno dei miei amici,che sfiniti tentano di riposarsi un po’. Hermione mi ha assillato fino a un’ora fa. Dice che dovrei dormire anch’io perché sono giorni che camminiamo e questo rifugio è il posto più sicuro che ci potesse capitare,ma non ci riesco. Quando mi fermo,sono ancora più terrorizzato di quando camminiamo. Lo sai quanto sono impulsivo,quando faccio qualcosa mi sento meno vulnerabile e l’idea di riposarmi mi tormenta. Soprattutto perché ogni volta che mi stendo e chiudo gli occhi,non posso fare altro che pensare a te,a quanto sei speciale e a quanto mi manchi. Devi smetterla di sorridermi nei miei sogni,Gin…mi fai del male…no,non vero…non potrei mai fare a meno dei tuoi sorrisi…sono la mia aria.
Lo so che non dovrei dirti queste cose,per non farti soffrire visto che ti ho chiesto io di non seguirmi,ma capiscimi,Gin:sei la cosa più importante che ho e la sola idea di perderti mi uccide. Ma di cosa mi preoccupo,tu mi capisci sempre…è questo che mi sorprende di te ogni volta. Com’è strano vedermi scrivere queste cose…non le ho mai dette a nessuno,eppure con te mi sembra così naturale parlare di tutto.
Avrai notato che non ti ho chiesto niente di come stai tu,perché so che non potrai rispondermi e poi ho bisogno di ricordarti così,come il giorno del matrimonio di Bill e Fleur, bellissima e determinata,quando nessuna lacrima di addio bagnava il tuo dolcissimo volto. Non piangere,Gin.Non farlo mai perché tornerò da te,e non avrai più nulla da temere. So che sei forte e indipendente,ma ho bisogno di sapere che mi aspetterai,perché io ti raggiungerò ovunque
. Ti amo Harry Ginny trattenne il fiato alla vista di quelle ultime paroline. Gli ultimi cinque minuti erano stati per lei una girandola di emozioni diverse,tutte molto rapide e molto intense. Prima,allo schianto con un’invisibile Edvige che le beccava le mani in giardino,aveva provato spavento.Nel giro di un minuto,la vista delle lettere era divenuta preoccupazione e sollievo insieme,il nome dei destinatari fu davvero sorprendente: C’erano due lettere, una destinata alla famiglia “Wizley” e un’altra che portava solo un G sopra.
Era abbastanza sicura che il nome Wizley fosse un’ulteriore precauzione nel caso le lettere fossero finite in mani sbagliate,ma la lettera destinata a G era incredibilmente sospetta.
In un primo momento era anche stata tentata dal farla aprire da un membro dell’ordine,ma avrebbe riconosciuto la calligrafia ovunque,quella lettera era stata scritta dal pugno di Harry e doveva aprirla immediatamente.
Istintivamente,con un misto di adrenalina e calma esasperante,aprì il sigillo ed estrasse la lettera. Avere notizie di Harry e i ragazzi fu come riprendere a respirare dopo minuti di apnea. I mesi trascorsi senza alcuna traccia avevano creato in casa Weasley un’atmosfera tesa e irritata a cui la signora Weasley aveva contribuito con i suoi improvvisi pianti e le crisi di rabbia. Ginny aveva affrontato il distacco tentando di rassicurare sua madre con parole di conforto e un aiuto concreto a casa,visto che ormai erano si erano praticamente trasferiti al nuovo quartier generale. Ma di notte,al buio della sua stanza pregava con tutta se stessa affinché stessero bene, spesso senza trattenere le lacrime.
Lesse la lettera tutta d’un fiato,tremando.
Ti amo. Aveva scritto proprio così. Ti amo.
A colpo d’occhio non vi aveva dato peso,ma dopo un attimo lo sguardo si era prepotentemente fermato su quelle paroline facendole mancare un battito.
Ti amo. Harry,lontano chilometri da lei,aveva rischiato la sua sicurezza per mandare quelle righe solo a lei,per dirle che l’amava.
La prima volta che glielo aveva detto non vi aveva dato tanto peso.
Non se la sentiva di dare troppa importanza alle dolci parole pronunciate nell’euforia di un amplesso.
Era andata a trovarla nella sua camera il giorno prima della partenza,una settimana dopo il matrimonio di Bill e Fleur.
Harry l’aveva tenuta distante per tutta l’estate che avea trascorso alla tana,e Ginny si era sforzata di essere più spontanea possibile per non metterlo a disagio.
Ma Ginny era sicura che la guardasse di nascosto e questo la turbava molto,visti i sacrifici fatti per evitare di saltargli al collo.
Non si era aspettata nessun saluto particolare o preferenziale,per questo sentirlo entrare nel cuore della notte nella stanza che di solito divideva con Hermione la aveva sorpresa. Quella sera,però Ginny era sola. Hermione aveva infatti preferito passare l’ultima notte a casa con i suoi e si sarebbe materializzata all’alba alla tana.
“Harry!Che ci fai qui?E’ luna passata…domani dovete partire:che ci fai ancora in piedi?”aveva sussurrato assonnata coprendosi un po’ con un lembo della trapunta incondizionatamente. Harry era entrato facendo pochissimo rumore,aveva chiuso la porta dietro di se poggiandovi la schiena e aveva fatto un sospiro che sembrò esausto:
“Non potevo partire senza salutarti” aveva detto semplicemente.
Ginny si coprì ancora di più sentendosi stranamente esposta. Davanti alla profondità di quegli occhi verdi sarebbe sempre sembrata una bambina timida;ma non aveva più undici anni: capiva molte più cose rispetto ad allora e era pronta ad accettarle. Lo invitò quindi a sedersi sul letto vacante di Hermione con un gesto della mano.
Harry,per tutta risposta,si era seduto sul suo di letto tenendosi il capo tra le mani. Il gelo degli ultimi giorni era svanito in quell’istante,quando ginny lo costrinse a voltarsi per guardarlo negli occhi.
Con le mani intrecciate nei suoi capelli corvini aveva detto convinta:
“So che ti sembra assurdo,ma stai facendo la cosa giusta.Ed è solo questo che conta ora” “Vorrei non dover fare la cosa giusta. Vorrei…”
“Shh…Non contano i desideri,Harry. Conta cosa puoi fare per realizzarli”
“allora potrei provare a baciarti…”
“…”
E quella fu la loro notte.
Spiati da uno spicchio di luna,si amarono con trasporto per vivere quel momento prezioso fino in fondo,superando limiti e paure,sussurrandosi forse parole affrettate.
All’alba lei si svegliò torvandosi a un millimetro dal suo naso:si erano addormentati così,abbracciati,uniti nel corpo e nella mente.
L’idea di doversi separare da Harry la colpì in modo traumatico improvvisamente e non riuscì a trattenere una lacrima.Lui aprì gli occhi in quell’istante seguendo con lo sguardo il percorso segnato da quella goccia salata lungo la sua guancia e sul suo naso,mentre si perdeva a contatto con il suo. Le diede un lieve bacio a fior di labbrà sussurrando: “Tornerò”
E se ne era andato.
Non si vedevano e non si sentivano da quattro mesi,eppure lui si era esposto tanto da dirle che l’amava nero su bianco,come se fosse qualcosa di certo,quasi scontato.
Ginny si lasciò cullare per alcuni istanti da questa idea,stringendo la lettera al petto e le tornarono alla mente le immagini di quella notte trascorsa insieme,senza alcuna vergogna ma con la consapevolezza che anche lei l’amava e l’avrebbe atteso per l’eternità. Incurante delle precauzioni e di alfabeti criptati,corse di sopra,afferrò un pezzo di pergamena e scrisse di getto:

Caro Harry,
So che ti arrabbierai per questa lettera che ti ho scritto,ma mi conosci abbastanza da sapere che se ho qualcosa da dire niente può impedirmelo,neppure una stupida guerra.
Sapere che state bene ci ha sollevati molto. Non posso informarti su cosa sta facendo l’ordine perché ancora non mi permettono di partecipare alle riunioni ma l’importante,come tu sai,è che anche qui stiamo tutti bene. Non aspettiamo che un tuo cenno:tutti i membri dell’ordine della fenice sono pronti a intervenire appena lo permetterai e naturalmente,questa volta io sarò in prima fila perché voglio aiutarti e so di poterlo fare,che tu lo voglia o No.
Non mi perderai,Harry. Non mi hai mai perduta perché io ti ho portato sempre con me. E anche se ogni gesto quotidiano vissuto qui mi dilania io ti ho promesso di aspettarti e lo farò,ma non credo che riuscirai a impedirmi di raggiungerti per lo scontro finale,perché io ti amo e non potresti mai chiedermi di starmene in disparte mentre tu tenti di salvarci tutti.
Capisco la tua paura, perché ho paura anch’io senza Hogwarts,senza Silente e soprattutto senza di te,ma ho capito una cosa,Harry: stare dalla parte dei buoni non è mai facile,perché significa lottare per difendere ciò che hai con tutto te stesso, ed è la sola cosa che una persona buona può fare. E tu lo sei, lo sei sempre stato. E’ per questo che puoi farcela.
Abbiamo tanti bellissimi ricordi di momenti passati insieme,Harry.
Lotta per quelli e per tutti gli altri che potremo avere
E ricorda che io non ti lascerò mai.

Tua per sempre,Ginny


Tre mesi dopo,giunse il segnale.
Harry,Ron e Hermione avevano distrutto l’ultimo Horcrux, il serpente Nagini con un attentato ben progettato. Con la pozione polisucco avevano preso le sembianze di tre mangiamorte molto vicini a Voldemort e così si avevano scoperto il loro covo. Era stato Ron ad uccidere Nagini: fingendo di darle da mangiare aveva avvelenata il serpente con una razionalità sorprendente per il ragazzo emotivo che tutti avevano imparato a conoscere.
I tre erano riusciti a fuggire per un pelo dal maniero abbandonato a Nottingam dove i più vicini al signore oscuro si incontravano per torturare i nemici e per decidere i prossimi attacchi alla comunità magica.
Erano tornati nella capanna dove si accampati e si materializzarono nel giardino dei Weasley. Durante il breve tragitto di ghiaia che portava alla porta principale, Harry corse con tutte le sue forze, eccitato dall’esito positivo dell’impresa che avevano compiuto e dalla voglia di riabbracciare Ginny.
Ma non vi trovarono nessuno in casa. Ron cominciò ad urlare per casa chiamando i nomi dei suoi familiari prima con impazienza e poi con crescente paura.
Hermione, sfinita e preoccupata si accasciò sulla prima sedia che vide massaggiandosi le tempie. Harry seguì il suo esempio sul divanetto della cucina sussurrando: “torneranno, Ron. Stai calmo…sono soltanto usciti” .
Anche Hermione tentò di rassicurare se stessa e Ron dicendo “Ma si…non ci aspettavano,sono sicura che saranno tutti al quartier generale”
“Aspettiamoli qui allora” aggiunse Harry. Ron parve convincersi lentamente,si sedette accanto ad Harry guardandosi intorno per distrarsi.
L’attesa fu esasperante. L’orologio Weasley non era di nessun aiuto visto che erano quasi due anni che puntava sempre su “pericolo di vita” e questo non aiutava molto.
Hermione,dopo un quarto d’ora trascorso su quella sedia a guardarsi con Ron ed Harry aveva sentenziato: “non ce la faccio a stare senza far nulla: faccio un bagno e poi penserò ad un piano”. Ron aveva annuito dicendo: “si…forse hai ragione. Tanto non possiamo fare niente. Hary,tu non vieni?” Harry,con lo sguardo perso nel vuoto rispose: “arrivo tra un attimo…comincia a salire”. Il rosso aveva fatto spalluccie e si era avviato.
Seguendo l’amico con lo sguardo, Harry fu mosso da un moto di gratitudine verso di lui,per tutto quello che aveva fatto insieme ad Hermione. Aspettò il rumore della porta chiudersi alle sue spalle e si alzò diretto al piano di sopra. Entrò in silenzio nella camera che Ginny condivideva con Hermione d’estate e dal rumore di scrosci d’acqua che proveniva dal bagno capì che Hermione stava riempiendo la vasca. Con un occhiata sentì di nuovo la presenza di Ginny:in ogni oggetto esposto sulle mensole,su ogni abito in disordine e nel profumo delle lenzuola. Gli tornò alla mente la notte della sua partenza e si chiese con quale coraggio aveva avuto la forza di entrare di notte in camera sua, baciarla e fare l’amore con lei mentre sua madre,suo padre e cinque dei suoi sei fratelli dormivano al piano di sopra.. Si ritrovò a pensare con un po’ di imbarazzo che stare con Ginny in quel senso non era neanche lontanamente bello come si immaginava. Era stupendo. Spesso si era ritrovato a pensare che in queste situazioni sarebbe stato alquanto imbranato e incapace ma quella notte neanche per un attimo aveva pensato di non essere all’altezza perché lei era tutto quello che voleva e la passione che li animava li aveva condotti tutta la notte in un turbinio di emozioni sconosciute e bellissime che lo facevano scaldare al solo ricordo.
Come aveva potuto anche per un momento pensare di poterla lasciare? Ci aveva provato: l’istinto di proteggerla era più forte dell’istinto di possederla ma non aveva fatto i conti sul potere magnetico che Ginny aveva su di lui. Ma stranamente non era mai stato tanto felice di essere legato a qualcuno. E non vedeva l’ora di dirglielo.

Un rumore in cucina. Voci sommosse che parlottano. I Weasley erano tornati.
In un attimo gli tornò in mente quanto poco tempo avevano e si maledisse per aver perso tutto quel tempo in camera di Ginny senza pensare a un piano; probabilmente a quell’ora Voldemort aveva già scoperto il cadavere di Nagini e stava meditando vendetta, mentre Harry si perdeva tra i ricordi della sua ragazza. Si precipitò giù per le scale e in un baleno si ritrovò in cucina, davanti agli occhi stupefatti della signora Weasley, Ginny e Tonks con un pancione appena accennato. Col fiatone le osservò senza dire niente,conscio del suo aspetto orribile.
Le donne lo guardarono scioccate alcuni secondi, immobilizzate nell’atto di sfilarsi i mantelli, come se avessero visto un fantasma.
La prima a distogliersi dall’incanto temporaneo fu la signora Weasley che scosse la testa commossa mentre gli correva incontro per tutta la cucina: * Harry!sei tornato…come stai?* urlò abbracciandolo.
Ginny osservava immobile
Anche Tonks gli corse incontro mantenendosi con una mano il pancione con un sorriso enorme.
E Ginny osservava immobile. Continuava a osservarlo sconvolta dal fondo della cucina, le labbra leggermente socchiuse dallo stupore e con una folle paura che fosse tutto un sogno. * E Ron? E Hermione? Stanno bene? Dove sono?Che ci fate qui?...* continuava ripetere la signore Weasley mentre lo abbracciava.
Harry non riusciva distogliere lo sguardo da Ginny,immobile sull’uscio della porta ancora stretta nel mantello e rispondeva a monosillabi: * Si…sono…di sopra…bene,tutto bene…*
Vedere Ginny gli aveva ancora fatto dimenticare l’urgenza di quella situazione. Avevano scoperto il nascondiglio del più grande mago del male, doveva ucciderlo per porre fine a tutto il male che aveva fatto e per vendicare la morte della sua famiglia per mano sua…eppure davanti ai suoi occhi aveva perduto ogni facoltà di azione.
Quando si dice amore…non esistevano più voci,ne abbracci, ne pareti…finalmente dopo mesi di lontananza i suoi occhi si erano posati di nuovo su di lei e come se il tempo si fosse fermato l’aveva vista chiudere per un secondo le palpebre e riaprirle mostrando dei bellissimi occhi lucidi e arrossati. Aveva colto il suo respiro, prima bloccato e poi sollevato e si era sentito onnipotente. Ginny non poteva ancora crederci. Lo vedeva osservarla con un’intensità sconvolgente e sentiva il cuore scoppiarle in petto.
Dopo quelli che parvero secoli,la voce di Ron tornò lontanissima: *Mamma……*
La signora Weasley lasciò andare un attimo Harry e abbracciò suo figlio commossa. Finalmente libero dalle coccole di quella mamma acquisita attraversò la cucina a grandi passi,trascinandosi anche qualche sedia portandosi a un centimetro da Ginny ancora avvolta dal mantello, senza toccarla, temendo di colpire in qualche modo la sua fragilità.
Con un singhiozzo sommesso Ginny lo abbracciò poggiando la testa sul suo petto ansante e stanco della battaglia. Lui la strinse forte a sé chiudendo gli occhi posandole un bacio sui capelli profumati. Non era mai stato mai tanto felice di essere legato a qualcuno.
  
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