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Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    22/09/2011    0 recensioni
«Avevi un vestito rosso.»
«Sì, l’hai già detto.»

{Glitch/DG ♥}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: DG, Glitch/Ambrose
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER!: La miniserie in tre parti Tin Man è stata trasposta in italiano nel lungometraggio Ritorno al mondo di Oz, che tuttavia non ha praticamente nulla a che vedere con l’opera originale – al di là delle traduzioni a dir poco scandalose (Glitch è diventato ‘Tilt’, Raw è diventato ‘Leo’, e DG è stata erroneamente ribattezzata ‘Dorothy Gale’) anche moltissimi eventi relativi al passato dei personaggi, e di una certa importanza, sono stati tagliati. Se non conoscete il fandom originale state leggendo questa shot a vostro rischio e pericolo. Lettore avvisato... ^^’

 

 

 

 

 

 

Il giorno perfetto ~

prompt: #072, pebbles

 

 

 

Forse i ricordi non sarebbero stati così chiari, se DG non avesse insistito per fermarsi a Finaqua per qualche ora. La prospettiva di incontrare Ahamo – suo padre – la spaventava più di quanto volesse mostrare, e alla fine si era fermamente opposta alla sollecitudine di Cain: aveva bisogno di fermarsi, aveva bisogno di stare semplicemente ferma, a pensare. Glitch conosceva bene quella sensazione. Era ciò che gli succedeva ormai sempre più spesso, fin dal momento in cui la ragazza lo aveva sciolto dalle corde e portato con sé.

Forse non sarebbe stato così facile lasciarsi andare alla metà intatta del proprio cervello saccheggiato, se DG non fosse stata là accanto a lui, seduta sulla vecchia altalena. Ora che lo sguardo poteva di nuovo spaziare sul lago, anche il vento fluiva più veloce, senza ostacoli, ed era facile persino credere che potesse portarsi via i mormorii impazienti di Cain – era quasi possibile credere di essere soli, loro due, a condividere qualcosa che gli altri non conoscevano, o comunque non allo stesso modo.

Ricordava quel posto. Era lì che aveva vissuto gli ultimi momenti con la Regina dagli occhi di lavanda, prima che Azkadellia gliene togliesse la memoria.

Era DG, era sicuramente DG. Da quando l’aveva incontrata – da quando l’aveva ricordata – la sua testa s’inceppava di rado, i suoi pensieri erano continuamente sostenuti dal fatto che la priorità era aiutare DG a salvare l’OltreZona. Non poteva che essere merito suo se ogni sasso di Finaqua si associava a un colore, a un sentimento, a una parola, a un alito di passato sbiadito ma vivo.

«Avevi un vestito rosso.»

Lo disse senza premeditarlo; e dopotutto come avrebbe potuto? Si vide ricambiato dal suo sguardo pulito e curioso, quello di sempre, e la sua espressione distesa e il cigolio costante dell’altalena in movimento lo incoraggiarono a proseguire.

Si alzò, le si portò alle spalle e accompagnò quel suo dondolare.

«Era il giorno del tuo compleanno e nessuno poteva giocare con te. Tua sorella aveva la febbre. Tua madre non si allontanò dal suo letto per tutto il giorno. Eri così piccola, non potevi capire cosa stesse succedendo: ti sembrava soltanto di essere stata abbandonata.» Una spinta più forte; la schiena di DG era esile e calda sotto le sue dita aperte. «Mi trovasti qui e mi chiedesti di stare con te. Lanciamo i sassi nel lago, Ambrose? Mi dicesti che ti piaceva il mio nome. Avevi un vestito rosso.»

DG non parlò subito. Quando lo fece, la sua voce fu sorprendentemente tranquilla.

«Sei molto profondo, oggi.»

Glitch sorrise. «Oh, no... Credo di essere solo felice di poter ricordare le piccole cose che Azkadellia non ha giudicato abbastanza importanti da togliermi.»

DG puntò i piedi a terra, fermando l’altalena, così che Glitch se la ritrovò improvvisamente tra le braccia. Non si ritrasse quando lei si voltò a guardarlo – e i suoi occhi vicinissimi erano splendenti di una luce che Glitch aveva visto solo un paio di volte in quelli di Raw.

Non si ritrasse neppure quando si sentì ricambiare da un abbraccio leggero, quando le labbra di lei gli sfiorarono la guancia.

Ne ebbe conferma in quel momento: mentre DG lo baciava, centinaia di immagini dai mille colori gli esplosero nella mente e gli ricordarono una vita trascorsa ad aspettarla.

«Lanciamo i sassi nel lago, Glitch

Sorrise ancora e la lasciò andare, accennando un rispettoso inchino. «Dopo di voi, principessa.»

DG si alzò e lo prese per mano. Ora più che mai sembrava che nessun altro conoscesse Finaqua quanto loro due.

«Avevi un vestito rosso.»

«Sì, l’hai già detto.»

I sassi piatti rimbalzavano, quelli tondi affondavano...

 

 

[ 600 parole ]

 

 

 

 

 

 

Nota: È venuta alquanto nonsense, questa cosa. E Glitch non mi sembra esattamente lui; forse è un po’ troppo malinconico, anche se alla fine è innegabile che la sua storia abbia del tragico. Mmm. Dovrò lavorarci su. (Oh, sì, perché Glitch e DG sono amore.)

Il titolo si riferisce alle parole di DG e Azkadellia bambine sul ‘sasso perfetto’ da lanciare durante il ‘giorno perfetto’ – giorno che poi è la rinascita di Finaqua. Sono fermamente convinta che non solo i ricordi di DG si smuovano nel corso della storia, ma che anche Glitch – soprattutto a Finaqua, appunto, dove ha vissuto anche lui – ricordi perlomeno ciò che non gli è stato strappato, e che ricordi maggiormente in virtù della vicinanza di DG.

   
 
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