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Autore: Erin    22/09/2011    10 recensioni
Immaginate Hogwarts come sarebbe stata durante l'ultimo anno dei protagonisti senza gli avvenimenti dei libri. L'avete immaginata tranquilla e propositiva? Avete sbagliato. Il settimo anno sarebbe stato tempestato da continue scorribande, litigi e odi reciproci. Un caos continuo, insomma. Come ovviare a ciò?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Take a look at my body

Take a look at my body
look at my hands

there's so much here

that I don't understand.

***


« Russell Crome, faccia scendere subito Francis Lowes da quel lampadario! Perdincibacco! » urlava la McGranitt mentre il – a suo dire – delinquente, dopo aver lanciato l'incantesimo se l'era filata via tra urti e spintoni di una folla ridacchiante. L'anziana professoressa dovette perciò eseguire un incanto affinché Francis Lowes fosse sbrogliato dalle corde che lo tenevano avviluppato al lampadario, cosa che avvenne con un bel tonfo del ragazzo per terra.
« So benissimo che lei, Lowes, aveva riempito il bicchiere di Crome con Lavilla Urticante questa mattina, perciò non sarà esonerato dalla punizione! » esclamò, davanti al Grifondoro dolorante che si massaggiava le natiche.
Si fece largo in tutta la sua austerità nella moltitudine di studenti accorsi a controllare la situazione, richiamando qua e la i prefetti affinché incanalassero i ragazzi alle lezioni o ai dormitori.
Durante l'ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts questi eventi accadevano con una frequenza altamente esponenziale. Solo il giorno prima, Bruce Loonder e Christina Wolfe di Serpeverde erano stati sorpresi a corrompere gli elfi delle cucine per far si che ai Grifondoro arrivasse carne avariata. E sempre ventiquattro ore prima, Lucas Sterne aveva rischiato di morire per mano di Persefone Bounce; Matilda Leoni era stata trovata ubriaca nel bagno dei prefetti e le fotografie erano circolate per la Scuola; Neville Paciock era stato legato e buttato nel Lago Nero, salvato in tempo da un suo compagno di dormitorio ma troppo terrorizzato non aveva saputo dire chi era stato; Ronald Weasley era stato rinvenuto nella Torre di Astronomia coperto di Pus di Acromantula e tremava bisbigliando un “ Draco Malfoy” e “Io odio i ragni” alternandosi spesso in un “I ragni” e “Io odio Draco Malfoy”; Harry Potter era stato colto sul misfatto, mentre con la Mappa del Malandrino cercava di entrare nel dormitorio Serpeverde con una busta piena di esplosivi Salta e Brucia dei fratelli Weasley. Era giunta anche voce di una certa Hermione Granger, trovata ricoperta di pelo fulvo con i denti allungati fino al seno, che cercava di liberarsi da uno stretto e fitto intreccio di liane dietro le Serre di Erbologia.
La McGranitt parlava ogni sera con Silente e gli altri professori, spesso anche fino a notte inoltrata, cercando di trovare una soluzione. Avevano già sperimentato che punizioni del tipo “Annullare le gite ad Hogsmeade” non sortivano effetto perché erano stati scoperti festini abusivi nella Stanza delle Necessità. Quando avevano caricato gli studenti di compiti, avevano scoperto che i più avevano minacciato i secchioni affinché li facessero per loro. Quando avevano detto che gli studenti avrebbero ricevuto punizioni corporali – e a Gazza gli si erano illuminati gli occhi – i ragazzi avevano parlato di sindacati dei minori.
Il vero problema, a dire di Silente, non era cercare una punizione migliore che potesse ammutolire tutti e farli rigare dritto, senza ostacoli, fino al diploma. Il vero problema era la socialità. A sentire quest'ultima parola, Severus Piton aveva alzato gli occhi al cielo e aveva fatto una smorfia di disgusto. Pomona Sprite sembrava entusiasta, invece. In cosa consisteva?
« Abbiamo compreso, » iniziò il Preside « che i problemi stanno alla base della mancata socialità tra gli studenti. Perché accade ciò? Perché si sono creati solamente piccoli gruppi e ognuno persegue il suo utile a discapito dell'altro. E noi, cosa dovremmo insegnare noi? Come si fa la pozione di Girilacco oppure come comportarsi nella vita? Noi siamo maestri di vita prima che di scuola e dobbiamo fare in modo che, oltre i concetti, i ragazzi imparino a comportarsi. D'altronde saranno i Maghi di domani e non possiamo sostenere che le antipatie nate qui nella Scuola vengano portate nei posti di lavoro del Mondo Magico.»
Il discorso di Silente filava. Anche il professor Piton, dopo un'iniziale disappunto, aveva convenuto che, risolti i problemi di convivenza, sarebbe tutto tornato a posto. Ma come fare? Cosa avrebbero potuto inventarsi per far andare d'accordo gli studenti? Per far si che tra loro si volessero bene?


Sala Grande,
20:03 del 02 Ottobre.


« Ehm, ehm » si scandì la voce il Preside, dall'alto del suo pulpito scolpito nell'oro, i professori alle sue spalle attenti e vigili e i quattro tavoli davanti a lui che dovette richiamare più volte, pizzicando il bicchiere di vetro con la forchetta almeno dieci volte.
« Tutti noi professori abbiamo una comunicazione da farvi. Una novità che vi piacerà sicuramente... »
Intanto, al tavolo Grifondoro, Harry, Ron ed Hermione avevano gli occhi fissi sul Preside ma parlavano tra loro a denti stretti della vendetta da compiere su un gruppetto di Corvonero che si erano permessi di uscire dalla propria Torre alle tre di notte, con le scope, per terrorizzare la Torre Grifondoro. Infantile quanto spaventoso.
« …e perciò vi comunico che adesso appariranno vari calderoni qui davanti a me e che a turno tutti verranno a pescare un bigliettino. Quando lo avrete tra le mani, passerò a spiegarvi la fase successiva. »
Dopo pochi secondi, insieme ad una nebbiolina fioca, dieci calderoni apparvero orizzontalmente al Preside e lui fece segno ai primi di avvicinarsi. Almeno, l'attenzione era stata catalizzata. Il vociare sommesso s'era spento e le candele sopra il magico soffitto s'erano sciolte.
Hermione fu una una di quelle che restano indietro ad osservare cosa pescassero gli altri. Harry tornò indietro con un bigliettino di carta chiara con sopra un numero in cifre romane. Un tre, seppe dirgli l'amica. Lui poco convinto se lo mise in tasca. Ron aveva pescato un cinquantasei e sembrava felice perché nella sua testa valeva di più del tre di Harry.
Hermione Granger si avvicinò lentamente ad uno dei calderoni, lasciando che quelli prima di lei perdessero la mano nel fumo denso che usciva fuori dalle pentole per poi estrarla con il famoso bigliettino. A cosa aveva pensato stavolta il Preside? Infilò la mano in quello che adesso le pareva latte. Il suo numero era un novantatré scritto con inchiostro nero. Guardò Silente che sorrideva compiaciuto e qualche professore che, attento, non si perdeva nessuna espressione di nessun alunno. Poi tornò al suo posto e attese.
Il vociare ricominciò. E continuò per tutto il tempo finché tutti non furono seduti con il bigliettino tra le mani.
« Bene, ragazzi. Vi spiego le regole di questo progetto. Non so se ve ne siete accorti, ma su alcuni biglietti, i numeri sono scritti in rosso. Su altri, in nero. »
Tutti cacciarono i biglietti dalle tasche e controllarono il proprio. Lavanda e Calì non furono contente di avere colori diversi l'una dall'altra.
« I numeri vanno accoppiati a due a due. Se avete pescato il numero uno, siete legati all'altro numero uno che ha pescato un altro ragazzo. »
« Chi ha il numero cinquantasei? » gridò Ron sopra il vociare della Sala Grande. Silente lo fulminò con lo sguardo per zittirlo e lui chinò la testa.
« Dicevo... di numero uno ce ne sono, quindi, due. Un numero uno rosso e un numero uno nero. Così, si formeranno le coppie. Quelli che hanno il numero rosso saranno le guardie del corpo della coppia. Mi spiego meglio, » chiarì, alzando le mani per smorzare sul nascere le crescenti esclamazioni.
« Signorina Hermione Granger venga qui, per cortesia. Facciamo una dimostrazione pratica, così capite meglio. »
La signorina Hermione Granger tremava. Non le succedeva tanto spesso di tremare, ma quando si trattava della scuola le sue priorità lampeggiavano e temeva sempre il peggio dopo gli ultimi avvenimenti che l'avevano trascinata nel girone degli irosi. Troppe ne aveva sopportate da Malfoy e la sua cricca e troppe ne aveva sopportate da molti in quella scuola che credevano che i secchioni fossero carne da macello. Durante il settimo anno aveva saputo dire basta e anche rispondere a tono... forse si era fatta prendere la mano, ma ormai era fatta.
« La signorina ha il numero novantatré nero. Chi ha il numero corrispondente in rosso? » fece Silente alzando la voce e sporgendosi a guardare dal primo all'ultimo studente dei quattro tavoli.
« Signor Draco Malfoy, inutile imprecare o cercare di scambiare il bigliettino. Dal momento che l'avete pescato, il biglietto non è cedibile. E' incantato! »
Il bigliettino in questione stava infatti appiccicato come con il miglior Attack al palmo del Serpeverde. Draco Lucius Malfoy fu costretto ad alzarsi, si aggiustò i lunghi capelli con la mano libera, sistemandoseli all'indietro, aggirò il tavolo e si diresse verso il Preside.
Hermione tremava ancora. Ma, adesso, di rabbia. Lo vedeva arrivare, nel suo fisico slanciato, con quello sguardo malizioso di chi ne sa sempre una più del diavolo. Era odioso, insostenibile.
« Bene, datevi la mano e scambiatevi un segno di pace. »
Entrambi, ormai ai lati opposti del Preside, lo guardarono come se avessero visto un Ungaro Spinato tessere a maglia. Hermione sbatté le ciglia e fece per chiedere di nuovo cosa dovevano fare, ma il Preside fu più celere. Prese entrambe le mani e le fece unire con la forza. Dai loro palmi intrecciati, scaturirono due luci. Una nera e una rossa, che si fusero in una luce blu. Draco, appena poté, liberò subito la mano e si controllò il palmo che bruciava. Hermione fu la prima a notare, sotto il fumo, la sua pelle incisa con il numero romano corrispondente al novantatré.
Sbarrò gli occhi e guardò Draco Malfoy, nel momento in cui quest'ultimo aveva realizzato la stessa identica cosa.
« Come avete potuto notare, ora i signori in questione sono legati indissolubilmente. L'esercizio durerà fino alla fine dell'anno. Si, lo so che è appena iniziato, ma i mesi corrono veloci. Bene, dicevo. Il signor Malfoy, che ha tatuato sul palmo il numero rosso, sarà la guardia del corpo della coppia. Ovvero. Se la signorina Granger sarà in pericolo o avrà bisogno di aiuto, lui dovrà essere pronto ad aiutarla. Inutile chiederlo, signor Malfoy. Se lei si rifiuta, sentirà bruciare tutto il corpo come se fosse pervaso dalle fiamme. E non ci sono incanti che possono annullare ciò, signor Zabini! Quindi... la signorina Granger e tutti quelli che come lei hanno il colore nero, saranno la parte che curerà le relazioni interne alla coppia. Per esempio, mentre il signor Malfoy si preoccuperà – senza risposte violente, altrimenti la scarica di fuoco la sentirà lo stesso – di difendere la signorina Granger da insulti, maledicenze e tentativi di sabotaggio cibari e non, lei d'altro canto s'impegnerà a cercare un punto di contatto tra loro due, nello studio come nella vita sociale. Se ci pensate bene, il compito è quasi lo stesso. I numeri rossi difendono il partner, ma così cercano di aiutarlo entrandoci in amicizia. I numeri neri cercano di entrare in amicizia, mostrandosi disponibili al dialogo e all'ascolto, ma ciò vorrà dire che non potranno esimersi dall'aiutare il partner nei momenti di difficoltà esterni alla coppia. Tutto chiaro ragazzi? »

Dopo circa mezz'ora, gli Incanti di Avvicinamento erano terminati. Dopo che Silente aveva finito di parlare, Ron aveva sentito una forza strana sollevarlo per le natiche e spingerlo a cercare la mano di Pansy Parkinson. Così, volenti o nolenti, le coppie si erano formate indissolubilmente, proprio come voleva Albus Silente. Lui che, compiaciuto della trovata, congedava i ragazzi con un enorme sorriso e li guardava uscire a strane coppie di due persone, più o meno vicini. Si, era davvero soddisfatto.


Corridoi di Hogwarts,
22.12 del 02 Ottobre.


Hermione Granger tremava. Tremava perché ad un metro da lei camminava Draco Malfoy, le mani in tasca e l'espressione nervosa; muto, non le rivolgeva neanche uno sguardo. Proseguì dritta davanti a sé anche lei, cercando di non fissarlo. Ma come diavolo era venuta al preside un'idea tanto ridicola?
I corridoi erano pieni di voci isteriche, pianti e esclamazioni. Hermione cercò di respirare per calmarsi e per non fare la stessa fine di Helena Nose di Serpeverde, che cercava di mandarsi continui incantesimi al palmo per repellere il numero, con uno sconvolto Tassorosso di fronte, alto e secchissimo, che la guardava un po' terrorizzato.
Prese un grosso respiro, ancora una volta e continuò a camminare. La presenza di quel biondo accanto a lei era più che inconcepibile.
D'un tratto, un ragazzo che correva lontano dalla sua partner in preda a grida circa il fuoco che sentiva dentro, la urtò violentemente. Hermione per poco non cadde per terra e si fermò a massaggiarsi la spalla. Di Draco vedeva solo la schiena coperta dalla camicia bianca allontanarsi. Poi, lo vide fermarsi. Raggomitolarsi su se stesso e iniziare a gemere.
« Ma che cazzo... » lo sentì urlare e restò impalata a guardarlo. Sentì, poco dopo, una fitta alla bocca della stomaco che si diradò quasi subito per tutto il corpo. Bruciava come se fosse fuoco. Entrambi si voltarono e si guardarono doloranti. A passi trascinati si raggiunsero e arrivati ad un metro di distanza il bruciore sparì così come era arrivato.
« Silente, vaffanculo! » esclamò Malfoy sopra la testa di Hermione, guardando nella direzione della porta della Sala Grande.
« Mi hanno urtato » farfugliò lei, senza guardarlo e tenendosi ancora la spalla. « Forse dovevi fermarti a controllare come stavo. »
« E tu dovevi venire da me perché ero in preda al fuoco? Ma qui siamo tutti impazziti! » alzò gli occhi al cielo e fissò il soffitto per qualche minuto. Sicuramente, pensava a qualche modo per farla franca. Hermione stette a fissare tutto il tempo lo stipite di una porta chiusa, mentre i corridoi si andavano svuotando e le fiaccole inondavano di luce aranciata l'ambiente notturno.
« Malfoy, parliamone, » ebbe il coraggio di dire dopo ventiquattro minuti e lui abbassò la testa e la guardò malissimo.
« Io il dolore posso sopportarlo » le fece presente, poi se ne andò senza aggiungere altro. Hermione si aggiustò la tracolla e si avviò al suo dormitorio. La spalla le faceva male e le pulsava, ma cercò di non pensarci.
Dopo poco, sentì urlare qualcuno. « Cazzo, dannatissimo preside! » e dalle scale che portavano ai sotterranei riemerse Draco Malfoy, mentre lei aveva già imboccato quelle che portavano su alla Torre Grifondoro.
« Che cazzo hai? » le gridò dalla base dalle scale.
« Eh? Lasciami tornare al mio dormitorio, Malfoy. »
« Come vedi non posso » sibilò a denti stretti. « Il mio corpo mi sta dicendo che devo aiutarti. »
« Io non ho niente, lasciami andare e dimenticati di questa storia. »
Hermione percorse qualche altro scalino ma sentì Malfoy urlare. Draco corse gli scalini che li separavano e sembrò stare meglio solo quando la raggiunse. Le si parò a pochi centimetri dal viso.
« E' la spalla, no? Dammi quella cazzo di borsa, te la porto io fino al dormitorio, » gliela tolse con la forza e si avviò avanti. Fece le scale a due a due. Hermione lo seguì in silenzio, provando un fastidio crescente allo stomaco. Che c'è, non stava facendo amicizia?
Draco arrivò davanti al quadro della Signora Grassa e depositò la borsa con fare scocciato. Scoccò un'occhiata ad Hermione e se ne andò senza aggiungere altro. Per qualche istante, ma se glielo chiedete negherà sempre, Hermione Jane Granger trovò tutto ciò alquanto simpatico.

***

Allora. Salve, prima di tutto. Era da tanto tempo che non scrivevo su Efp anche se silenziosamente mi leggo ancora delle storie qui e li e cerco di rispondere a tutti i commenti che mi arrivano sulle precedenti ff. Stanotte ho sognato di essere in una scuola dove il preside decideva ciò che ha deciso Silente nel mio racconto, perciò ho pensato di scrivere una fanfiction e di postarla. Molto semplice, quindi. Non sarò celere né vi prometto che avrà una conclusione, ma se volete seguirmi mi farà piacere tantissimo. Narrerò un po' di avvenimenti legati a questo progetto e i protagonisti saranno soprattutto Draco ed Hermione. Vi saluto, grazie a tutti quelli che mi leggono.
Ps. la canzone all'inizio è di Natalie Merchant, si chiama "My Skin".
  
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