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Autore: Deilantha    22/09/2011    5 recensioni
"Era una bella giornata d’inizio estate, il sole risplendeva sulle acque del lago Crystalmir che scintillavano luminose, dando l’impressione di essere una grande pietra preziosa. I compagni erano diretti a casa verso Solace, dopo aver accompagnato Flint ad Haven per alcuni suoi affari: il caldo era soffocante e l’acqua del lago sembrava offrire un allettante refrigerio a cui molti del gruppo stavano pensando con bramosia."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Companions



Un Tranquillo Interludio


*Disclaimer*
I personaggi presenti in questa OS sono © Margaret Weis & Tracy Hickman e la sottoscritta non esercita alcun diritto su di essi.



Era una bella giornata d’inizio estate, il sole risplendeva sulle acque del lago Crystalmir che scintillavano luminose, dando l’impressione di essere una grande pietra preziosa. I compagni erano diretti a casa verso Solace, dopo aver accompagnato Flint ad Haven per alcuni suoi affari: il caldo era soffocante e l’acqua del lago sembrava offrire un allettante refrigerio a cui molti del gruppo stavano pensando con bramosia.

«Oh che darei per farmi un bel bagno ora!» disse Caramon, guardando desideroso le acque calme che costituivano una grande tentazione.

«Acqua! Che Reorx mi fulmini se ci metterò piede dentro! I nani non sono fatti per bagnarsi!» Flint mostrò la solita riluttanza (che mascherava un bel più profondo terrore ) all’idea di rischiare la sua vita nelle insidiose acque che già una volta lo avevano trascinato malignamente sul fondo.

«Dai Flint! Andiamo! Ti ricordi quella volta in cui Caramon ti stava facendo affogare? È stato davvero interessante, dici che potrei provare anche io? Caramon puoi fare affogare anche me?

Anche se non proprio del tutto, immagino che una volta affogati non si possa più dire com’è l’esperienza… però magari potrei incontrare qualche dio… credi che ci sia qualche dio quando si muore? Magari il dio degli annegati, sarebbe davvero interessante conoscerlo!» Tasslehoff come al solito iniziò ad entusiasmarsi all’idea di provare qualcosa di nuovo ed interessante, ma Flint non sembrava essere d’accordo col kender:

«La vuoi piantare, stupido pomolo di porta che non sei altro? Io in acqua non ci metto piede!»

«Non credevo che un mastro nano così temerario e abile, potesse essere terrorizzato fino a questo punto da qualche goccia d’acqua!» allettato dal discorso, il sarcasmo sprezzante di Raistlin non tardò ad arrivare, acuendo l’ira (e l’imbarazzo) del nano che si vide attaccato verbalmente su più fronti.

«Chi è terrorizzato?! Mago da strapazzo, io non sono terrorizzato! Reorx non ci ha creati per stare in acqua, altrimenti avremmo le branchie! Perché mai dovrei andare contro la mia natura e rischiare la vita? Soprattutto in presenza di quel tuo enorme fratello!»

«Su dai Flint, è stato solo un incidente, non capiterà più!» Caramon fece un sorrisino tra il divertito e il colpevole, mentre dava uno sguardo indagatore al nano ed uno pieno di desiderio al lago.

In quel momento sopraggiunsero Tanis, Kitiara e Sturm che si erano attardati lungo la strada e il mezzelfo diede una rapida occhiata al gruppo: vide il volto paonazzo del nano, il sorrisino sarcastico sul volto di Raistlin e l’aria tra il divertito e il colpevole di Caramon e capiì che tra loro era in corso una disputa. Il kender come sempre, era al di sopra di ogni malumore.

«Cosa sta succedendo qui?» chiese Tanis «Perché siete bloccati in mezzo alla strada a litigare?»

«Ciao Tanis! Io e Caramon volevamo farci un bagno nel lago, allora ho chiesto a Flint com’è stato affogare perché volevo provare anche io un’esperienza così interessane ma lui si è arrabbiato e Raistlin ha detto che aveva paura, ma non lui, Flint, anche se non ho mai visto nuotare nemmeno Raistlin… Caramon ha fatto affogare anche te, Raistlin?»

«Io non ho paura dell’acqua!» tuonò Flint, irrimediabilmente offeso per quella continua sequela d’insulti alla sua dignità di nano «E non resterò un secondo di più a spiegare a voi sciocchi perché un nano non può galleggiare! Fatevi pure il vostro dannato bagno ma non aspettatevi che mi unisca a voi!» detto questo, il nano s’incamminò verso un albero lungo la strada, già pronto a intagliare un pezzo di legno che stava per estrarre da una delle sue borse, insieme al coltello.

Kitiara rise di gusto godendosi tutta la scena e iniziò ad incamminarsi verso le sponde del lago: «Mastro nano non sai cosa ti perdi, un bel bagno rinfrescante è proprio ciò che ci vuole ora! Tanis, chi arriva ultimo paga pegno!» Kitiara accarezzò il torso del mezzelfo in un modo che mal celava la vera natura del fantomatico pegno, il che fece arrossire Tanis fino all’apice delle sue orecchie a punta e mentre la spadaccina era già in corsa verso il lago, il mezzelfo riuscì a balbettare una timida risposta:

«Beh… suppongo che non possa che farci bene una rinfrescata!» così dicendo corse ad inseguire la sua riccioluta compagna, che aveva appena terminato di denudarsi per tuffarsi in acqua.
 Sturm dal canto suo, aveva cortesemente girato lo sguardo non appena Kitiara aveva iniziato a spogliarsi e non accennava a seguire il gruppo in acqua, mentre Caramon trovò il tempo di criticare il comportamento della sorellastra.

«Certe volte Kit è proprio priva di pudore!» esclamò imbarazzato.

«Come se non sapessi di che pasta è fatta nostra sorella, Caramon!» gli rispose di rimando Raistlin in tono irritato, lasciando il suo gemello interdetto.

«Ma Raist…»

«Oh insomma! Vai a fare questo dannatissimo bagno, altrimenti ci toccherà pernottare sulle rive di questo lago!» Caramon abbassò il capo in atteggiamento dimesso e decise di non indugiare oltre, quando ad un tratto, come preso da una consapevolezza improvvisa, si fermò: «Tu non vieni, Raist?» chiese al suo gemello, riluttante all’idea di lasciarlo solo.

«No fratello mio, non vengo, non intendo ritrovarmi con una polmonite entro stasera.» rispose Raistlin sospirando.

Consapevole della salute malferma del fratello, che gli proibiva anche un piccolo piacere come quello, Caramon si sentì d’un tratto colpevole: «Allora non andrò nemmeno io Raist, resterò qui a farti compagnia.»

«Per l’amor del cielo, Caramon! Sei stato tu ad iniziare questa stupida storia del bagno, ora va’ in quel dannatissimo lago e nuota! Io devo esercitarmi con gli incantesimi, mi saresti solo d’impiccio!»

Alle dure parole del gemello, Caramon rispose scusandosi: «Ha… hai ragione Raist, sono uno stupido come al solito! Allora vado così non ti disturbo!» così dicendo si diresse verso le rive del lago, pronto ad alleggerirsi degli abiti per unirsi al gruppo in acqua.

Raistlin vide il fratello allontanarsi e sospirò sollevato, quindi s’incamminò verso un altro albero solitario che sorgeva sulle rive del lago, dopo essersi accertato che nessuno l’avrebbe seguito.
 «Ma chi voglio prendere in giro? Nessuno qui desidera la mia compagnia!»

Era trascorso qualche anno ormai, da quando i due gemelli erano entrati a far parte di quel gruppo male assortito di compaesani, una raccolta di storie infelici ritrovatesi in quel villaggio che era una vera delizia per gli occhi e che sembrava portare nel suo nome la sua essenza: Solace.

Un sollievo, questo infatti era quel luogo per molti dei suoi abitanti: una piccola oasi di pace, un rifugio pacifico tra i vallenwood in cui rifarsi una vita e/o dimenticare quella vecchia. Lo era di certo per il nano, che si rifiutava di parlare del suo luogo natio e lo era sicuramente anche per il mezzelfo, il cui dolore era palese sul volto ogni qual volta si accennava alla patria degli elfi. Anche Sturm era a Solace per sfuggire ad una vita pericolosa: sua madre era scappata da Palanthas col figlio dodicenne qualche anno prima spinta dal marito, un cavaliere di Solamnia decaduto che aveva promesso di raggiungerla non appena avesse sistemato la sua posizione.

Purtroppo però Sir Brightblade non dava notizie di sé da anni, eppure suo figlio Sturm continuava a sperare di rivederlo e viveva ogni giorno della sua vita da cavaliere, onorando il Codice e la Misura per essere degno del cognome che portava.

In quel momento il suddetto giovane aspirante cavaliere si sentiva tremendamente combattuto: le acque del lago erano invitanti, ma lui non si sarebbe mai denudato in presenza di una donna, nonostante sapesse che Kitiara non era proprio una persona che badava alle formalità. Così il solamnico era rimasto sul ciglio della strada, non sapendo cosa fare: era improponibile avvicinarsi al mago, i cavalieri avevano sempre avuto una saggia diffidenza verso gli usufruitori di magia e questo in particolare, aveva anche un carattere tutt’altro che amabile, anche se Sturm non poteva negare che Raistlin avesse un’intelligenza fuori dal comune… considerando però la lingua tagliente del mago e la certezza che ne avrebbe fatto largo uso se gli si fosse avvicinato, Sturm ritenne molto più salutare e piacevole raggiungere il nano, che per quanto burbero potesse essere, di sicuro non l’avrebbe sferzato con del crudele sarcasmo.

Raistlin osservò la scena e contorse le labbra in un sorriso sghembo, ironizzando sul comportamento del solamnico, ma soprattutto deridendo se stesso, incapace di ricevere l’attenzione di qualcuno che non fosse il suo opprimente gemello. E in quel momento era ancora più palese la differenza tra i due: Caramon era in acqua a divertirsi e fare caciara con Tanis, Kitiara e Tasslehoff, amato e cercato da tutti per il suo carattere cordiale e sincero. Lui invece era l’Astuto, quello che parlava troppo, che diceva le verità scomode che nessuno vuol sentire… non era di certo di compagnia! Se poi si aggiungeva anche la sua salute delicata, che ben pochi divertimenti gli aveva concesso sin dall’infanzia, l’essere solo era una conseguenza più che ovvia.

Eppure vedere questa differenza così profonda tra lui e il suo gemello, quell’altra parte di sé da cui era stato separato, gli faceva ancora male.

Riparato dall’ombra dell’albero che gli celava il viso, Raistlin si concesse di cedere per un attimo all’invidia, guardando suo fratello e gli altri divertirsi: persino Sturm era intento in un discorso che lo prendeva molto, a giudicare dall’espressione con cui ascoltava e rispondeva a Flint. Tutti coloro che lo circondavano si stavano relazionando con qualcuno tranne lui, come al solito.

Il senso di solitudine gli oppresse per un momento il cuore e Raistlin dette in un profondo sospiro. Abbassando lo sguardo, ritrovò adagiato sulle sue gambe il libro di incantesimi che stava studiando; in un attimo gli occhi azzurri del giovane diventarono due lastre di vetro impenetrabili: quella era la sua vita, la risposta a tutte le sue domande, la soluzione per tutti i suoi dolori: la magia. Per essa avrebbe vissuto e sarebbe diventato forte, non aveva bisogno di nient’altro al mondo. Quegli sciocchi sentimentalismi dovevano essere dimenticati, gli avevano solo fatto perdere del tempo prezioso da dedicare allo studio. In un attimo il giovane mago tornò ai suoi studi, dimenticando dov’era, dimenticando le sofferenze del suo animo, per dedicarsi esclusivamente a ciò che sarebbe diventata la ragione della sua vita.


Il tempo del ritorno degli dei era ancora lontano, i draghi erano ancora creature della leggenda e quello che avrebbe costituito il nucleo degli Eroi delle Lance, in quel pomeriggio d’estate era solo un gruppo di amici che si godeva un tranquillo interludio di pace.















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NDA

Il mio Agosto 2011 è stato segnato tra le tante cose, dalla lettura di alcune fanfictions su Dragonlance (e qui non posso non citare la trilogia di Vania Major che trovo davvero ben fatta, e il mio cuoricino sa quanto mi stia facendo sognare [Very very Thanks Vania!]! *_*
 A furia di leggere, a quanto pare la mia parte egocentrica ha voluto provare a scrivere qualcosa a riguardo, e complice un pomeriggio al mare, mi è venuta in mente questa one-shot, ambientata nel periodo in cui i nostri eroi erano solo semplici abitanti di Solace, accomunati dalle tragedie delle loro vite.
 Chi mi conosce sa bene quanto io profondamente ami questa saga, eppure non avevo mai provato a scrivere alcunchè al riguardo, quindi è stata una bella esperienza per me far capolino in Ansalon e tentare di descrivere un pezzo di passato dei Compagni.
 Ergo, ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno, partecipando al mio modesto contributo in questo fandom e sperando che sia di vostro gradimento ^ ^
   
 
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