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Autore: koala_mary    22/09/2011    0 recensioni
Francesca intraprende un viaggio attraverso se stessa e il mondo, dopo la perdita della persona che ha più amato nella sua vita... Dolore e gioia si rincorrono senza posa in un'avventura fuori dal piccolo borgo di quotidianità e monotonia nel quale si era sempre sentita protetta...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francesca correva. Veloce, senza potersi fermare, cercando di soffocare il dolore ai muscoli delle gambe, e la stanchezza che le saliva dai piedi fino ai polmoni. Sapeva che se si fosse fermata sarebbe stato troppo tardi. Il tempo le scivolava addosso, come il vento sul viso. Strano come lo sforzo fisico non le offuscasse la mente, era fin troppo consapevole di quello che stava succedendo, quello che la spingeva a non smettere di correre.
Più forte, devo correre più forte
Respirava affannata, anche prendere fiato stava diventando difficile a causa dello sforzo. Doveva andare avanti, tutto dipendeva da quella manciata di minuti che la separavano da lui.
L’immagine di suo fratello le galleggiò nella mente.
Lui…
Come avrebbe potuto andare avanti senza di lui?
I ricordi le riempirono la testa. Quella volta al supermercato. Erano con i genitori, giocavano a nascondino. Francesca perdeva sempre a nascondino, anche quella volta.
Ricordò che cercava dappertutto, guardava dietro ogni scaffale, nella sua mente di bambina suo fratello poteva nascondersi anche dietro le scatole di cereali. Li scostava, preoccupandosi sempre di rimetterli n una fila precisa. Così il tempo passava, lei cercava da tanto, ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte.
I suoi genitori, eccoli lì, a scegliere barattoli, chissà cosa avrebbe preparato la mamma per cena, ma lui, lui dov’era?
Una sensazione di vuoto e smarrimento le invase lo stomaco. Le lacrime le salirono agli occhi, cominciò a vagare, cominciò a chiamarlo per nome “ Marco, Marco!”
Si guardava intorno frenetica, Marco dove sei? Dove ti sei nascosto?
Una signora la fermò “chi cerchi piccola, non trovi la mamma e il papà?”
No, no mio fratello, dov’è mio fratello?
La signora la portò dai genitori, suo padre fece un passo avanti e dietro c’era lui, che sceglieva le gomme vicino alla cassa. In un attimo tutto tornò al suo posto.
Francesca corse lì e lo abbracciò, lui si scostò subito, ma a Francesca non importava, andava tutto bene, suo fratello era ancora lì con lei. Come sempre.
Stavolta sarebbe stato lo stesso. Avrebbe riabbracciato il fratello, sgridandola per averla fatta spaventare.
Un’improvvisa fitta al cuore, e Francesca inciampò.
Cadde sulle ginocchia, mettendo d’istinto le mani avanti. Si sedette, le tirò su e si guardò i palmi:
stavano sanguinando
 
*
 
Nulla aveva più senso.
Arrivata a casa, le bastò incrociare lo sguardo di sua madre per avere la conferma di ciò che il battito mancato del suo cuore le aveva detto.
Il cervello le si gelò, tutto il mondo sembrava crollare sotto di lei. Alla fine era stato davvero troppo tardi. Ci aveva creduto fino all’ultimo. Non poteva andare così.
Guardò di nuovo la madre. Non riusciva a condividere quel dolore, sapeva che capiva, ma non poteva rimanere lì. Si precipitò fuori dalla porta, prese l’ascensore e si ritrovò in strada. Si voltò scrutando il buio della notte, illuminato a intervalli dalla luce arancione dei lampioni. Dove andare?
Camminò avvolta dal freddo. Non il freddo fuori, di quello non si curava, era il freddo che si sprigionava dal suo cuore. O dalla mente? Il pensiero fisso su lui. Cosa diavolo avrebbe fatto ora? Chi l’avrebbe protetta da tutto?
Pensò a Luca. Non avrebbe mai capito il suo stato d’animo, forse nemmeno voleva chiamarlo. Era un ragazzo perfetto, sotto molti punti di vista, ma il suo difetto, quello che la faceva soffrire di più, era che non capiva mai quello che provava, cercava di capire, ma non riusciva. Un abbraccio, una carezza, sì, ma lei aveva bisogno di sentirsi dire qualcosa di vero, di profondo, qualcosa che le avrebbe aperto gli occhi e chiuso le ferite. Lui, non ci riusciva mai.
Stava con lui da un anno, un anno meraviglioso pieno di emozioni e sorrisi.. ma per il suo carattere insicuro e tendente alla tristezza questo non bastava…
Voglio un uomo che mi protegga, un uomo che mi lasci i miei spazi, che assecondi le mie stranezze e i miei momenti di pazzia. Che non mi giudichi. Ma esiste?
Una voce dentro le risposte timidamente..
“Sì”
“davvero? E chi?”
“Marco. Lui era tutto questo.”
Dio non posso già pensare di lui al passato. Ma è passato, non c’è più. Non c’è più.
Francesca scivolò lungo il muro del palazzo. La disperazione le salì dalla bocca dello stomaco, corse su per la gola e le usci un gemito terribile, quasi non sembrava lei.
Pianse, pianse l’anima, tutto il dolore che aveva dentro le si riversò sulle guance, nelle lacrime salate e calde. Avrebbe voluto rimanere lì per sempre. Si alzò di scatto, la vista ancora offuscata dalle lacrime, e corse via nella notte.
  
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