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Autore: JaneA    23/09/2011    3 recensioni
Hermione & Draco.
Diversa situazione. Per scoprire altro, correte a leggere!! =)
Spero vi piaccia!
JaneA
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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“Granger, stai sanguinando.”

Non era una domanda, bensì un’affermazione.

Era riversa sul pavimento, immobile. I ricci ribelli le coprivano il viso.

Era a pochi passi da lei, non aveva il coraggio di avvicinarsi a quel corpo, che troppo spesso aveva bramato nell’ultimo periodo.

 

“Granger..”

“Malfoy, solo perché abbiamo le ronde assieme, non vuol dire che io gradisca parlarti. Quindi taci.”

“Mezzosangue, modera i termini. Non stai parlando con lo Sfregiato o con Lenticchia.”

“Furetto ossigenato, non chiamare così Harry e Ron!”

“Certo, tu sei la paladina della giustizia, no?”

“Taci!”

Gli bastò un attimo. La spinse contro la parete facendo aderire i loro corpi. Con una mano le afferrò i polsi e imprigionò le sue gambe tra le sue.

Quelle gambe. Quante volte le aveva immaginate.

Con lo sguardo scese alla scollatura della camicia. Maledetta Granger, poteva lasciar respirare la sua pelle!

“Cosa vuoi fare, Malfoy?”

Non v’era paura nelle sue parole. Era una fiera Gryffindor.

Sorrise.

“Malfoy, lasciami o giuro che..”

“Cosa, eh?Non sei nella posizione di fare minacce mi pare.”

La ragazza osservò il suo corpo. Era intrappolata, dalle braccia del furetto. Notò il suo sguardo sul suo petto, poi sulle gambe. Chinò il capo, arrossendo.

Lui le sollevò il mento, facendo incontrare i loro sguardi.

Un ghigno piazzato sul volto.

“Lasciami.”

“No.”

“Cosa vuoi?”

“Questo.”

Prima che la ragazza potesse comprendere le intenzioni, si ritrovò a lottare contro la lingua del ragazzo che chiedeva, impaziente, accesso alla sua bocca. Le torturava le labbra. Mordeva prima il labbro inferiore, poi quello superiore facendoli arrossare. Alla fine la ragazza si arrese.

Le loro lingue iniziarono la loro danza.

I loro sapori si mischiavano.

Entrambi sentivano nascere calore nel basso ventre.

La Gryffindor lasciò che le sue mani si perdessero nei biondissimi capelli di lui.

Lui, la stringeva per i fianchi facendo aderire ancora i loro corpi.

Non esisteva nessuno.

Non esisteva Hogwarts.

Non esisteva Potter, Weasley, le donne che si portava a letto ogni notte.

No.

Esisteva solo lei, e le sue morbide labbra.

“No!”

Fu lei a distaccarsi.

“Cosa no? non mi sembrava di spiacesse, Granger!”

“Io sono fidanzata, Malfoy!”

“Ah, si Lenticchia.” Odio. Doveva reprimere la delusione. La voglia di lei.

“Non chiamarlo così!”

Le sue mani perse ancora nei capelli di lui.

“Quello che ti ho fatto provare io in un attimo lui non te lo farà provare in 50 anni.”

Era vero, si ritrovò a pensare la Gryffindor. Con Ron erano piccoli baci delicati a fior di labbra. Lei necessitava di altro. Di passione. Quello che le stava facendo provare il furetto solo accarezzandola.

“No.”

Lui l’allontanò. Il solito ghigno stampato in faccia.

“Ti aspetto domani notte Granger, nel mio dormitorio. La parola d’ordine è ‘Slytherin’. Se deciderai di non venire, beh, non sai cosa ti perdi.”

La lasciò lì. In quel buio.

 

I suoi capelli toccavano il pavimento.

Una piccola pozza di sangue all’altezza del petto.

Era spaventato.

Non lei. Non poteva essere.

Era paralizzato.

Il suo sangue. Il suo sangue che tanto disprezzava. Che tanto amava.

 

 

“Bene, bene, la nostra verginella Mezzosangue si è fatta avanti.”

Quelle parole la colpirono, lo notò dal suo sguardo. L’aveva ferita. Lurido.

Le si avvicinò lentamente, come solo una serpe sa fare.

“Lasciami. Ho sbagliato a venir qui. Ho sbagliato tutto.”

“Granger, Granger. Non lo sai che quando si entra nella tana del serpente, non si può più scappare?”

L’aveva spinta, senza farle male, contro la parete. Incastrandola tra le sue braccia.

“Ho saputo che hai lasciato Lenticchia.” Ammiccò. “Ben fatto.”

“Non è stato per te.”

“Nessuno dice il contrario Mezzosangue. Ma evidentemente è così, sono io il motivo vero?”

Le prese il volto tra le mani.

Quegli occhi grigi. La stavano torturando, scrutando. Le leggevano dentro.

“Malfoy. Non ho tempo da perdere.”

“Vedi Granger, non ho intenzione di fare sesso con te.”

“Allora lasciami andar via.”

“No.”

“Cosa vuoi allora?”

“Voglio che tu prenda l’iniziativa. Voglio che tu mi seduca. Che tu mi faccia impazzire. Solo allora mi avrai.”

“Ma io non ti voglio furetto. Sei tu che mi hai chiesto di venir qui. Sei tu che vuoi il mio corpo.”

“Provalo.”

Con determinazione si sollevò sulla punta dei piedi e accostò le sue labbra a quelle dello Slytherin.

le loro lingue s’incontrarono.

Le mani di lui premevano con foga sui suoi fianchi.

Le mani di lei erano intrecciate ai suoi capelli.

In un attimo la sollevò facendo aderire i loro corpi.

Le gambe di lei erano attorcigliate ai fianchi di lui.

Quelle lenzuola verde smeraldo li accolsero.

Una, e più volte.

I loro piaceri sulle lenzuola.

Il sapore di uno nelle labbra dell’altra.

I loro corpi, nudi, ancora intrecciati.

Lei si era addormentata sul suo petto. Le posò un bacio sui capelli.

“Questa è la prima e l’ultima volta che vinci Mezzosangue.”

 

Invece aveva vinto sempre. Ogni volta. Per mesi e mesi.

Aveva mischiato la sua vita con quella della Mezzosangue.

Le sue labbra alle sue.

Aveva imparato ad amarla, soprattutto ad amare il suo sangue.

La seguiva ovunque.

In biblioteca, a lezione, alle ronde.

La prendeva e la portava in qualche aula vuota e la faceva sua come l’ultima volta.

Lei si lamentava, di quel nascondersi. Del non potersi sfiorare dinanzi ad altri. Del non poter farsi vedere assieme.

“Se una storia non si può raccontare, vivere. Che storia è?”

Lui la cullava tra le sue braccia. Le sfiorava i capelli con le labbra. Le faceva dimenticare per ore il resto del mondo.

Ora era lì. Distesa su quel gelido pavimento, gelido come il suo corpo.

Finalmente, le si fece accanto.

La strinse a sé.

Il suo sangue, sulle mani diafane.

Gli occhi chiusi.

Rimarginò le ferite e invocò delle bende.

Le baciò la fronte e la condusse da Madama Chips.

 

 

Le ci vollero cinque giorni per riprendersi.

Lui non l’aveva abbandonata.

Aveva sopportato gli sguardi penetranti e confusi di Potter e Lenticchia.

Ma era lì, per lei, per il suo sangue, che aveva macchiato le sue mani. Quel sangue che aveva reso tutto difficile all’inizio. Lei Mezzosangue, lui Purosangue. Ma era lì, incurante della sua famiglia. Incurante di tutto il resto del mondo. Contava solo lei.

“Draco..”

La sua voce, debole, innocente.

Lei, bellissima.

“Mezzosangue..”

“Sei qui.”

Un sospiro.

“Dove altro dovrei essere?”

Scrollò le spalle lei, confusa.

“Perché?”

“Perché ti amo, e amo il tuo sangue.”

 

  
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