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Autore: calimeli    23/09/2011    2 recensioni
Ecco, mi scuso per la storia davvero penosa.
Forse i personaggi non sono proprio IC. Decidetelo voi :)
“Reg, che fai?”
“Sius! Cioccofana!”
“Cioccorana Reg, cioccoRana.” Lo corresse Sirius, prendendo la cioccorana al posto del fratello, per poi dargliela. Regulus la mangiò.
Genere: Demenziale, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, James Potter, Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
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Lo so.

Regulus Black non piangeva mai. Lui era un Black, dannazione, e i Black non piangono!

Eppure quell’uomo dai lunghi capelli neri e scompigliati, dai grandi occhi grigi e dal fisico muscoloso era rannicchiato in un angolo della sua stanza, sigillata accuratamente, in modo da non far entrare nessuno nel momento meno opportuno.

Piangeva, il pover’uomo, con una foto in mano. Ritraeva due ragazzi: erano quasi uguali, ma si capiva che quello a destra era più grande. Quest’ultimo era, infatti, più alto del bambino a sinistra, che rideva spensierato mentre il fratello gli dava un leggero buffetto sulla guancia.

Un bambino di 3 anni stava giocando con una cioccorana che gli sfuggiva ogni volta che la prendeva. Ce l’aveva quasi fatta quando nella stanza entrò un altro bambino, poco più grande del primo.

“Reg, che fai?”

“Sius! Cioccofana!”

“Cioccorana Reg, cioccoRana.” Lo corresse Sirius, prendendo la cioccorana al posto del fratello, per poi dargliela. Regulus la mangiò.

Il più grande scosse la testa, esasperato, poi si sedette vicino al fratello.

Quest’ultimo sorrise, e tornò a giocare per fatti suoi, questa volta con la figurina di Albus Silente, uscita dalle cioccorane.

“S…s..”

Un bambino di 8 anni fece il suo ingresso in salotto.

“I Cannoni di Chudley hanno vinto! I Cannoni hanno vinto!” strepitava felice, saltando di qua e di là.

“Sirius non fare baccano.”

D’un tratto il ragazzo smise di saltare e, abbandonata del tutto l’aria felice che aveva pochi istanti prima, borbottò un “sì, madre” e risalì le scale, per poi andare in camera sua.

“Sirius?” un altro ragazzino, quasi identico al primo, entrò nella stanza di Sirius.

“Cosa vuoi?”

“Non fare l’incazzoso, Sirius, non è da te” gli fece notare il ragazzo, che si sedete ai piedi del letto del fratello. “Lo sai che hanno vinto i Cannoni di Chudl…” il poverino non finì la frase poiché Sirius gli aveva lanciato un cuscino in faccia.

“Lo so, Reg.”

“Uff. Volevo solo darti questo, stavo dicendo il discorso che mi ero preparato. Tieni.” Borbottò lanciando un pacco a Sirius, poi se ne andò.

Un poster gigante dei Cannoni di Chudley era ripiegato con cura nella scatola. Sirius cacciò un gridolino di gioia, poi lo attaccò al muro.

-Ti voglio bene, Regulus-

“Si..si..ri..uu..”

“Sirius, non andare!”

“Suvvia Regulus, non fare il bambino! L’anno prossimo verrai anche tu!”

Regulus stava stringendo il fratello, e aveva le lacrime agli occhi.

“Regulus, tuo fratello deve andare, oppure perderà il treno.” La loro madre era entrata nel salotto, parlando col suo tono perennemente freddo e distaccato.

Sirius pensò come mai non fosse rimasta zitella, poi si ricordò che tra ‘purosangue’ i matrimoni sono combinati.

“Sì madre” Regulus lasciò Sirius, poi lo guardò negli occhi.

“Promettimi che mi scriverai, Sir”

“Lo prometto Reg”

Adesso l’uomo stringeva una lettera al petto, proprio all’altezza del cuore. Singhiozzava tanto, troppo.

“AVEVI PROMESSO CHE MI AVRESTI SCRITTO, SIR!” Regulus urlava furioso mentre il fratello riempiva la sua stanza di poster rosso-oro.

“Uffa Reg, smamma.” Sbottò Sirius, palesemente irritato. Adesso stava attaccando una foto di quattro ragazzi.

“Chi sono quelli, Sir?” cambiò discorso Regulus, indicando la foto di Sirius.

“Sono io con James, Remus e Peter, i miei compagni di stanza.”

Passò un abbondante minuto di silenzio imbarazzante, interrotto solo dal cinguettare degli uccelli in strada.

“Mamma e papà si sono arrabbiati molto, sai” disse in un sussurro Regulus, quasi avesse paura che qualcuno lo sentisse, Sirius a parte. “Hanno quasi strozzato Kreacher, che non ha preparato da mangiare per tre giorni. Quando ho scoperto perché urlavano così sono quasi caduto dalla sedia. Papà ha borbottato che non ti avrebbe lasciato niente in eredità.”

“Sai quanto mi interessa. Sono sicuro che tra qualche anno scapperò di casa.” Rispose Sirius, con la sua sfacciata noncuranza, “mi domando solo come fai a stare ancora qui”

“Io non posso andarmene, Sir. Non mi è ancora arrivata la lettera da Hogwarts.” Gli fece osservare Regulus, con un sorriso. Il sorriso che riservava solo al fratello.

Il più grande stava per rispondere, ma fu interrotto dalla voce ‘dolce e squillante’ di sua madre.

“Andiamo” borbottò infine dirigendosi verso la porta. Lo aspettava una bella sfuriata, sì sì.

Regulus Black era steso sul pavimento, profondamente addormentato. Si sognava insieme al fratello, a ridere e scherzare. Vedeva due tizi senza un volto, i corpi erano quelli di una donna e di un uomo, che li salutavano con la mano. Probabilmente erano i due genitori che avrebbe sempre voluto.

“Reg, come fai a sopportare i nostri genitori?” domandò Sirius.

La madre gli aveva fatto una bella sgridata, il padre l’avrebbe cruciato molto volentieri. ‘Sei la vergogna della famiglia’ gli avevano detto, ‘Alphard ci sbeffeggerà a vita, ti rendi conto di quello che hai fatto?’

“Non…io non li sopporto” ammise Regulus, contento di essersi liberato di un pesante fardello.

“Be’, almeno tu hai un posto assicurato nel testamento” sorrise Sir “per adesso” aggiunse poi, facendo sorridere il fratellino.

“Io non finirò a Grifondoro, Sir. Lo so.” Regulus sembrava, come dire, dispiaciuto.

“Lo so anche io, Reg. Ed è meglio così.” Replicò Sirius con una voce che cercò di far sembrare normale, ma Regulus notò la nota di tristezza.

“Sir, mi dispiace” disse Regulus guardando gli occhi azzurri del fratello. Gli dispiaceva davvero.

“Non…non fa niente Reg.” sussurrò Sirius. Si alzò, scompigliò i capelli al fratello più piccolo e se ne andò fischiettando.

Una lacrima attraversò il viso cereo di Regulus.

L’uomo dormiva ancora profondamente e non si sarebbe svegliato molto presto.

“Black, Regulus” chiamò una donna piuttosto anziana e pienotta.

Regulus si sedette sullo sgabello con fare deciso e fiero. Era o non era un Black, dopotutto?

Il Cappello Parlante disse solo un ‘Ah, hai, avete, già deciso”, per poi urlare a tutti ‘SERPEVERDE!’

La tavolata verde-argento batté forte le mani. Regulus rivolse un solo sguardo al fratello, che gli sorrise. Lui sorrise di rimando, e si recò al tavolo del Serpeverde, accomodandosi accanto alle cugine Andromeda e Narcissa.

“Regulus! Per l’amor di Salazar, scendi!”

Walburga Black chiamò il figlio a gran voce. Regulus si alzò, poi si recò in bagno, per farsi una doccia veloce.  Non si fermò neanche ad ammirarsi allo specchio, com’era suo solito fare. Nessuno doveva vederlo in quello stato, neanche il suo riflesso.

“Sirius, ti odio!” Regulus stava urlando contro il fratello, che gli aveva appena lanciato contro una fattura Orcovolante. Fortunatamente, e grazie soprattutto ai pronti riflessi del ragazzo, l’incantesimo non aveva colpito Regulus neanche di striscio.

“Oh, hai sentito Sir, tuo fratello ti odia” lo sbeffeggiò James Potter, imitando male anzi, molto male, il fratello di uno dei suoi due migliori amici.

Sirius ghignò e, appena il fratello si fu voltato gli esclamò contro uno ‘STUPEFICIUM!’.

Regulus schivò lo schiantesimo per poco, e si girò di nuovo verso il fratello. Il viso deformato in uno spaventoso ghigno malvagio.

“Cos’è, Sir? Potter e la sua combriccola ti hanno insegnato ad attaccare alle spalle?” esclamò Regulus, facendo ridere sguaiatamente Bellatrix, che stava dietro di lui, “Eppure pensavo fossi un Grifondoro. Fai o non fai parte  della ‘culla dei coraggiosi di cuore’ ?“ Continuò Regulus, sorridendo beffardo.”Sai, penso che con questo tuo comportamento staresti stato benissimo nei Serpeverde, Sirius.” Concluse il ragazzo. Poi si girò, prese Bellatrix per le spalle, e attraversò il cerchio di ragazzi che si era formato per osservare quell’ ‘incantevole’ scenetta che si era creta.

James passò un braccio attorno alle spalle di Sirius e salutò delle ragazzine che, al suo passaggio, sospirarono incantate.

Regulus scese le scale che portavano in cucina con la testa alzata ed un portamento fiero, degno del più nobile dei Black. Salutò i parenti che erano nella stanza e, con rammarico, notò che Sirius non c’era.



Be', Merlino in tanga!, io sono qui! *musichetta di Uomini e Donne*
---
Maria: Con noi oggi c'è Regulus Black!
Regulus entra fischiettando e scocca un bacio sulla guancia ad una ragazza che cade a terra svenuta.
M: E con lui c'è suo fratello Sirius!
Sirius Black entra ancheggiando tanto da sembrare una soubrette (non so se si scrive così) di Pomeriggio Cinque e batte il cinque ad un ragazzo occhialuto seduto in prima fila.
M: Sirius, vedo che hai portato un amico!
Indica James Potter che sta pomiciando tranquillamente con una delle ragazze di fianco a lui. Pochi minuti dopo entra Lily urlando: "JAMES POTTER! VIENI QUI O TI CRUCIO!"
James si ritira, ricevendo in risposta un mugugno della ragazza con cui si stava baciando e, rosso in viso, si avvia verso la moglie che lo prende e porta via. Un secondo dopo torna e dice "Scusa Maria!" e se ne va, questa volta definitivamente.
[...]
M: Bene Regulus, mi è appena arrivata una comunicazione che ci annuncia l'arrivo di un tuo amico...
Regulus sorride sperando che si tratti della sua fidanzata.
M:...TOM RIDDLE!
Sirius e Regulus spalancano la bocca scioccati, poi la coprono con le mani, spaventati.
Voce da dietro la quinte: AVADA KEDAVRA!  [Luce verde] Stupido Babbano, io non ho bisogno di trucco!
Lord Voldemort entra in studio e subito partono fischi dalla curva su...dagli spalti a sud.
LV: Stupidi Babbani, voi non capite il vero fascino!  [Scuote la bacchetta e miriadi di luci verdi scaturiscono da essa per poi dirigersi verso gli spalti. Le ragazze caduno tutte a terra, morte]
M: T...Tom! Si può sapere che hai fatto? [Maria de Filippi è palesemente sconvolta]
LV: LURIDA BABBANA! TOM NON E' IL MIO NOME! IO SONO LORD VOLDEMORT! AVADA KEDAVRA!
Maria cade a terra morta.
LV: Bene, chi c'è qui?
Voldemort osserva lo studio ora ridotto in ceneri, con centinaia di corpi inermi sparsi di qua e di là. Osserva i due troni rossi (Occupati in precedenza da Sirius e Regulus che alla fine, di comune accordo, se ne sono scappati)
Lord Voldemort, eleganemente, si dirige verso i due troni. Si siede su uno di essi, chiama Nagini e la fa accomodare di fianco a lui.
LV: Alla prossima puntata: domani alla stessa ora qui, su Canale DarkLord! Se vi va, potete anche seguirmi sul mio personal fandom: www.voldyisthebest.lovethedarklord.net
[Si chiude il sipario]
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{HO TROVATO LA TRAMA PER LA MIA PROSSIMA FIC! OH YES!}

Dopo questo sclero davvero penoso, vorrei scusarmi per la schifosa storia ç.ç
un bacio,
calimeli
   
 
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