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Autore: Albicocca    23/09/2011    9 recensioni
E' drammatica.
Niente zucchero.
Scritta di getto perché non avevo niente da fare.
Non ha un lieto fine.
E' un Aki/Endou con lievi accenni all'Aki/Ichinose e Endou/Natsumi.
Non voletemi male dopo questa cosa che posto, ma non avevo niente di meglio da fare, tranne che tedesco ._.
//Cit:“Kazuya mi ha chiesto di sposarlo…”
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Colpe.




“Kazuya mi ha chiesto di sposarlo…”
Calciare un pallone era sempre stato qualcosa che lo rendeva felice, sempre, anche nei momenti bui.
Ma forse, il quel momento, calciare un pallone sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe voluto fare.
Ed era terribilmente divertente, pensarlo.
Perché il calcio era la sua vita e forse anche la sua rovina.
Sì, rovina.
Perché davanti a lui c’era lei, lei e soltanto lei, forse l’unica ragazza – adesso donna – che avrebbe potuto amare. E se l’era lasciata sfuggire come sabbia tra le dita, perché adesso lei stava con un altro, e non un altro qualsiasi, ma uno dei suoi migliori amici.
Ma infondo era solamente colpa sua, della sua ingenuità e della sua stupidità. E anche del fatto di non essersi per niente accorto di provare dei sentimenti ben oltre l’amicizia per lei.
All’improvviso sentì qualcosa di bagnato cadere velocemente dal cielo; pioveva.
Sorrise amaramente, pensando che anche il cielo ce l’avesse con lui.
La pioggia si fece più intensa, sempre di più, fino a bagnarlo completamente, mentre lei, che fino a pochi momenti prima era lì, stava correndo verso casa sua.
E lì, Mamoru capì che l’aveva persa, forse per sempre.
Si voltò per ritornare a casa, mentre il suo cuore andava come in frantumi, una sensazione del tutto nuova.
Gli avrebbe voluto almeno confessare i suoi sentimenti, anche per essere rifiutato, ma sicuramente non avrebbe voluto che quel sentimento dentro di lui si facesse più intenso, sempre di più, fino a trasformarsi in dolore, più psicologico che fisico.
L’amore faceva male, e lui solamente in quel momento aveva capito quanto avesse sofferto lei, in silenzio per quello che aveva fatto.
Si fermò sul ponte che dava sul vecchio campo vicino al fiume.
Dischiuse le labbra e sussurrò al nulla “Mi dispiace, Aki.”
Fu un sussurrò in udibile, ma la ragazza, che in quel momento stava aprendo la porta di casa sua, lo percepì, un sorriso malinconico le apparve sulle labbra: “Anche a me, Endou-kun.”
Il giovane uomo fece un piccolo sorriso, e si avviò verso casa, dove la moglie lo stava aspettando. 









Angolo della tizia che non ha niente da fare. 

Questa cosa è orribile. 
Ma non avevo niente da fare. 
Sono 348 parole secondo il mio Word, quindi... 
Non so fate voi, non mi stupirei se nessuno la commenterebbe, perché diciamo, è oscena. 
Dio, non devo proprio aver niente da fare per pubblicare queste cose. 
Ed è così. 
Stavo cercando ispirazione e poi - visto che mi sento un pochino depressa - Cece ha deciso di farmi scrivere questa cosa. 
Ah, io vi lascio prima che mi arrivino pomodri e melanzane (?) 

Baci. 

Miam =3

   
 
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